Elio Polimeno  ag. 1

un...diavolo d'attore

Nato il 10 agosto 1943 a Torre del Greco. Dopo la scuola d'obbligo ha seguito un corso da motorista di bordo. Ha praticato diversi mestieri, ma la sua passione sin dalla tenera età è stata il teatro. Tutti i filodrammatici torresi ricordano le performance di Elio, in particolare la parte del diavolo nella "Cantata dei Pastori". Diavolo pure nell'animo dei suoi personaggi di cattivo, di malvagio di malavitoso, cliché oramai consolidato in molti film a cui ha partecipato sin dagli anni 70. Era in realtà solo un diavolo di cartapesta.
A parte il temperamento imprevedibile dell'artista, volitivo e sanguigno, era buono, generoso e altruista. Amava la sua città in maniera viscerale; adorava le tradizioni della sua terra: la Festa dei Quattro altari, il carro dell'Immacolata, la strada...Per Elio la strada non ha mai smesso di essere il palcoscenico, il suo vero palcoscenico, la sua vera casa, e i torresi la sua grande famiglia.
Chi scrive ha raccolto alcune concordi testimonianze su questo straordinario nostro concittadino che il destino ci ha strappato prematuramente.

Non è certo mia intenzione tessere un edulcorato necrologio di circostanza; né temo di fare retorica affermando che il nostro Elio per molti di noi non è scomparso perché egli è una tessera che rimane incastonata nel grande mosaico del teatro partenopeo, sin dagli anni 70 con la "Cantata dei Pastori" allestita da De Simone al S. Ferdinando, poi negli anni 80 sempre con De Simone al S. Carlo con spettacoli di risonanza nazionale, fino ai film di successo: "No, grazie, il caffè mi rende nervoso" con Lello Arena; "Il Camorrista" con Ben Gazzara; "La Pelle", film tratto dal libro famoso di Curzio Malaparte, con Burt Lancaster, Mastroianni, Aldo Giuffré, ecc.; "All'Ombra del Vesuvio" sceneggiato con Massimo Ranieri; "La Piovra", con Michele Placido; ecc.
Elio Polimeno amava molto la pesca subacquea, come dimostra la foto a lato, ma pure nei momenti di svago rivolgeva un deferente pensiero al palcoscenico.
Eppure vi è chi lo ha visto assorto ed impenetrabile in più circostanze; quasi un umore variabile: dall'animo estroverso dello scugnizzo al tormento, al pathos dell'artista mai pago della sua opera comunicativa.
 
Ma Elio non si saziava con le pagine precostruite dei copioni, egli esternava la sua sete istrionica per le strade della sua Torre. Scandagliava non solo i personaggi che lo colpivano, che gli ispiravano fatti d'arte, ma gli antri sgraziati o fatiscenti della vecchia Torre, il "cunurcio" di pane e ppummarola addentato dall'infante assiso sul poggio di pietra vesuviana sotto un arco, alla soglia di un dedalo. Elio era uno di quelli che non avrebbe mai sostituito il suo terzo piano spagnolo a Via del Pozzo n. 4 con una lussuosa villa al Vomero, asettica e disumana, perché egli, a modo suo, si nutriva di amore, di suggestioni e di trasognamenti legati alla prima infanzia.
Elio Polimeno è stato il miglior "diavolo" della Cantata. E solo un grande attore sa apparire
cattivo con un animo così altruista e generoso.
Elio è un caso raro al mondo perché è l'unico diavolo della storia che certamente dimora nel Secondo Cielo del Paradiso. Per tenere compagnia a Troisi e Totò.
Lo sanno bene coloro i quali egli spesso aiutava
e lo nascondeva persino a sua madre o agli amici più cari. E gli animali che allevava ai quali quasi francescanamente parlava: "Ciaccariello" era il cane, "cianciusella" la gatta.
E solo oggi, dopo aver ascoltato queste rare testimonianze,  i cui autori tengo in serbo, capisco perché nell'80 apparisti sull'uscio della mia tipografia di Via Purgatorio, e con quel tono stentoreo, mefistofelico, è il caso di dire, ma in quel torrese esasperato dicesti: "Hai fatto nu libbero 'i fotografia r''a Torre e proprio a mme nun m'attocca?". Ora posso capire e giustificare il significato di quel "proprio a mmè".
Addio Elio, spero di rivederti, un giorno, capisci a mme, e ti porterò questo CD, la nostra Torre, perché t'attocca. 
                                                      Luigi Mar
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Elio Polimeno è stato il miglior "diavolo" della Cantata. E solo un grande attore sa apparire
cattivo con un animo così altruista e generoso.


Elio non solo teatro. Era un attore duttile e poliedrico


Un fuori scena


Quando uno ha la fissa del diavolo. Elio è un caso raro al mondo perché è l'unico diavolo della storia che certamente dimora nel Secondo Cielo del Paradiso. Per tenere compagnia a Troisi e Totò.