Gaetano Della Gatta

Gaetano è nato a Torre del Greco il 20 ottobre 1948. 

            
          I genitori di Gaetano della Gatta

All'età di 14 anni fu messo in collegio dove gli insegnarono il mestiere di "Elettrauto". Il primo lavoro, a 16 anni, lo trova su navi della Flotta Lauro, come "allievo elettricista"
Le uniche industrie a Torre del Greco sono la lavorazione del Corallo (famosa in tutta il mondo) e il... mare. Già da piccoli, i ragazzi conseguono il "libretto di navigazione" e si mettono in attesa di un'eventuale chiamata per un imbarco. Spesso non ha importanza il nome della Società di Navigazione, è importante, invece, portare i soldi a casa.
                             Il Padre

A 18 anni si arruola nella Marina Militare. Gira mezzo mondo. Diventa sottufficiale radiotelegrafista e radarista di navi e aerei antisommergibili, col grado di Sergente. Fa sei anni di carriera militare, compresi gli ultimi due anni prestati in servizio a Sigonella, su aerei antisommergibili, i famosi "Grunmans", detti anche "Bare volanti". Congedatosi va incontro al mondo del lavoro civile e nel 75 viene assunto in Banca, a Torre del Greco.


 In Marina a Taranto (avvisaglie artistiche)

Nel 77 si sposa e da questo matrimonio nascono tre bei figli, Flavio, Marcello ed Anna. Si diploma ragioniere e comincia poi a frequentare l'Università di Salerno, e successivamente quella di Napoli, per laurearsi in Giurisprudenza. Ma la vita familiare e il tempo da dedicare ai figli gli fa interrompere gli studi. Nell'84 dà le dimissioni per mettersi in proprio per dare corpo ad un'attività interessante, di natura editoriale e di servizi. In tale contesto nasceva "Portobello Sud" e parallelamente la "Friendship Club". Tali attività, gli permisero di diventare giornalista pubblicista. Cessarono nell'87, per la forte e sleale concorrenza, non prima però di aver fatto un ultimo tentativo a Milano, dove aprì una filiale in Corso Buenos Aires.



  Gaetano è sulla destra di Massimo Ranieri

Nell'88 si trasferì in America, a New York, dove fu assunto a "Il Progresso Italo-Americano", un giornale in lingua italiana. Il suo nome attuale è "America Oggi". Prese un appartamento a Bayside, a Brooklyn e cominciò a fare le carte per portarsi la famiglia in America. Quando tutto fu pronto la moglie cambiò idea e da questo momento la sua vita ebbe un sussulto.
Gaetano si separa dalla moglie nel 91.
Nel 93 viene assunto di nuovo in Banca, in Emilia, e vi rimane per due anni per poi farsi trasferire a Roma, città più vicina a Napoli, per stare non tanto lontano dai suoi parenti. La banca non ha sportelli in Campania. E, qui, a Roma, vive dal 95, insieme al figlio Marcello, rimasto con lui. Nel giugno 97, per dare vita ad una nuova strategia politica, la banca lo licenzia ingiustamente. Da quel momento la sua vita precipita in un baratro senza fine, anche perché sta ancora in guerra con la ex moglie, e per le cause che tiene in piedi è costretto a pagare quattro avvocati. Questo va avanti dal 91 e non riesce ad avere giustizia in tanti procedimenti. Si sa che il diritto in Italia è violato ogni giorno e le leggi non vanno rispettate. Attualmente sta in attesa che il Tribunale del Lavoro, a Roma, gli dia giustizia e gli faccia avere il giusto risarcimento per i danni che ha subito e che sta subendo ancora.

     Anno 80

Esperienze Artistiche Proprietario e direttore del settimanale napoletano "Portobello", giornale di annunci e cronaca, chiuso nell'86, dopo tre anni di vita. Autore di tre libri di poesie, in italiano e in vernacolo. Nella gioventù è stato anche cantante di appassionate liriche in napoletano. Ricco il suo repertorio. Autore di quadri, ad olio. Il suo nome è stato inserito anche nel catalogo "Mercato Artistico '900-'800", stampato a Torino dall'Editrice Nazionale Ha recitato in alcune commedie napoletane, di Eduardo, in Campania.

  Gaetano Della Gatta, oggi

Il breve sunto biografico a lato rappresenta una briciola del suo faraonico vissuto in materia di: varietà, intensità, mutamento, istrionicità, trasgressività, ribellione e non so quanti altri aggettivi potrei elencare. In una parola Gaetano rappresenta Nostro Signore e Belze
bù messi assieme in un solo contenitore. Si dirà che ogni uomo è in effetti portatore di male e di bene, il famoso dualismo irriducibile; Gaetàno va al di  là di questa filosofia spicciola; per dirla con Nietzsche egli va "al di là del bene e del male".
Le sue vicissitudini così intricate, molteplici, narcotizzanti e ossessive insieme, dove le antitesi odio-amore, bontà-perfidia, ricchezza-povertà rappresentano l'aria che hanno respirato i suoi polmoni  sin dal fatidico 20 ottobre del 1948 quando vide la luce a Vico Trotti della nostra città.
Io lo conosco da sempre Gaetano. Girovagavamo pargoli per i Cappuccini, laceri e malnutriti col viso intriso di cispa e di moccio  (si era nell'immediato dopoguerra), ed entrambi, parallelamente, ci preparavamo a soggiacere sotto un avvenire ostico, intricato, spinoso che si dipanava da disarmonie domestiche, tristi retaggi di molte famiglie d'allora, spesso schiacciate nei risvolti di un mantice che insufflava quotidianamente fame ed inedia. Disagi e disequilibri che si associavano e si associano all'atavico insoluto esistenziale dell'uomo, vale a dire la devastante consapevolezza del proprio destino di mortale, narcotizzata con reazioni difensive diversificate e contrapposte: snaturalezze, separazioni, odi e rancori oppure annichilimento mistico, rassegnazione, abbandono di se.    
Dietro tale architettura di eventi, intrecciati in un disegno di esistenza ora allucinante, ora onirico, soave e dolcissimo, nell'impeto e l'irruenza di esorcizzare malori e fantasmi insidiatesi in: infanzia, giovinezza e maturità   aspre e virulente, anche se non prive di gioie,  un altro animo sarebbe caduto in dissociazione mentale.
Gaetano Della Gatta è lì, turrito che squassa la sua criniera come un vecchio leone che disdegna ingiustizie e torti; garrisce il suo stendardo, agitando lo scettro dell'equità soggiacendo intando sotto l'inconsapevolezza umana che spesso non ascolta il saggio che dice "colui solo è felice e grande che per sentirsi qualcuno non ha bisogno né di comandare né di obbedire".
Gaetano è un guerriero d'altri tempi, esibisce gesta trovadoriche, ardito, impavido, temerario, franco, ma   stoico, consapevole di non potere da solo abbattere il potere della sopraffazione e della prevaricazione che ogni uomo da sempre subisce da altri uomini. L'Homo homini lupus di Plauto, quindi di Hobbes, non lo risolverà mai nè Gaetano nè nessun altro Donchisciotte perché l'umano diventa carnefice un attimo dopo che non è più vittima. "Ci vuole un coraggio da leoni per astenersi dal fare violenza ai deboli", diceva il filosofo.
Meglio un solo Gaetano, però, che mille individui rassegnati e annichiliti sotto il giogo della malversazione e degli abusi di potere.                                                        Luigi Mari


       Gaetano con Gigi De Luca al Metropolitan 

    


Una esibizione a Ragusa 


Raduno canoro a Napoli


Ancora durante il raduno