Testo che segue
scritto nel 2000
I lemmi di alcuni mestieri, nel sud Italia, vengono ancora adoperati come
eufemismi per rendere riduttivo o degenerativo un argomento, una persona.
Al posto di dire "egli non fa bene il suo mestiere" si dirà: è
uno scarparo. Per definire uno che ha modi poco "urbani"
si dirà: è un carrettiere, e così via. Sono pregiudizi addirittura
medioevali.
La persona umana ha diritto al massimo rispetto, a qualsiasi fascia sociale
appartiene, non solo, ma ogni mestiere, specie quelli più faticosi o meno
igienici degli altri, non vanno assolutamente ritenuti degradanti. Detto
questo pensiamo, intanto, alla poesia che si è instaurata nella letteratura
universale intorno al personaggio dello spazzacamino. Talvolta si fanno
discriminazioni anche in seno ad un contesto di categoria. Lo spazzacamino
viene romanzato; il carrettiere o lo spazzino, no. L'pocrisia della nostra
società, intanto, provvede a "rinominare" lo spazzino
"operatore ecologico", ma... cari amici, sono solo prese in giro. Il sistema,
nell'era atomica, affonda le sue radici in pregiudizi che risalgono
intorno alla fine del primo millennio.
Ma veniamo al nostro. Antonio Mele, un arzillo novantenne, lucido come
l'ottone appena strofinato col sidol. Ereditava dal padre Nunzio Mele l'arte, oserei dire, del carrettiere. Antonio conduceva BREAK a due
cavalli, SCIARABALLI e SCIARRETTE. Come si fa a non cogliere poesia solo
nei termini. Veniva denominato Antonio 'o taxi, cari giovani, perché
'o sciaraballe era ciò che oggi si potrebbe chiamare
"corriera".
Allora per gli spostamenti oltre i cinque chilometri v'erano tre
soluzioni: 'o sciaraballe, la bicilletta o le gambe, molto adoperate
quest'ultime. Ciò, insieme alla penuria di carne, (allora cibo prelibato
e costoso) e comunque cibi grassi (he magnato 'e rasse, cioè cosa
inusuale) la nostra statistica degli infarti era bassa, paragonabile a
quella del Giappone.
Antonio Mele, l'ultimo carrettiere di Torre del
Greco, faceva la spola ora da Via Purgatorio a Leopardi, ora da Piazza del
Popolo (ora Luigi Palomba) a Napoli, col suo infiorato sciaraballe,
con il cavallo bardato e infiocchettato fino ai denti, e non era un caval
donato, egli così sosteneva la famiglia, con sacrificio.Ma un bel giorno il progresso
lo motorizzò.
Eredità empirica, ma non lontana da una certa etica fortemente derivata
essenzialmente da suggestioni religiose, Antonio sosteneva il retaggio del
genearca Nunziatiello 'o sciaraballiere residente alcuni anni in
quel di New York intorno agli anni 30 e della genitrice Fiuccia 'a
ncazzosa, giunonica, imponente, pioniere femminista, antesignana nelle
lotte operaie.
Tatonno Mele ha partecipato alla costruzione della struttura
"Bottazzi" dall'inizio alla fine. Durante la guerra è sfuggito a
diversi posti di blocco tedeschi rifugiandosi, una volta, persino nel
cratere ancora fumante. Non perché avesse nulla da temere, ma i tedeschi
si adombravano facilmente. Bastava niente per ritrovarti stipato come una
sardina in un vagone bestiame diretto ai campi di sterminio.
Marinaio dal 1926 al 1931. Fornitore merceologico di migliaia di negozi
locali con ogni genere di merce, da Capotorre a Napoli, sostava presso tutte le
dogane e uffici di dazio per timbrare i numerosi cartellini. Nel 1974,
insieme a Fiuccia 'a 'ncazzosa e alla sorella raggiunse gli Stati Uniti
per incontrare il fratello che non vedeva dal lontano 1948. Carramba che
sorpresa!!!
Ma
avvertiva la nostalgia della madre patria dei suoi cinque figli. Festeggiò
intanto i 50 anni di matrimonio.
Caro sciame di medici, allora avreste
fatto la fame!
Negli anni sessanta l'ultimo carrettiere dovette, suo malgrado, convertirsi
ai motori. Per diversi anni ha trasportato carriole per conto di un noto
fabbricante torrese e, quando la ditta ha chiuso si è dedicato a
trasporti vari.
Dulcis in fundo Antonio Mele era un provetto cantante del repertorio
classico, in vernacolo, naturalmente. Ma ha sempre rimpianto di non aver
mai avuto un maestro per affinare la tecnica. Ma non importa, vive felice
tra l'affetto filiale e quello coniugale e non chiede altro.
TERMINI DEL SETTORE Una curiosità: la lubrificazione dei veicoli avveniva
con sugna e lardo. - Sciaraballe (corriera) - Traino (carro e animali
pesanti) - Valanzino (cavallo aiutante) - Pettorale (bardatura atta a
spingere il carro avanti) - Braca (per spingere indietro) - Capezzone
(bardatura sulla testa dell'animale) - Sottapanza ( è intuitivo) -
Sottapanzino ( avanti del sottapanza) - Miullo (sorta di
"bronzina" dei cuscinetti) - Puntetta (fiocco della frusta) -
Break (asse che divide i due cavalli) - Tummarella (simile al ribaltamento
di terreno o altro dei mezzi moderni) - Varricchione (asse per tesare
funi) - Collanella (posta sul pettorale e sulla braca) - Rastrelliera
(scale che venivano poste contro erba o fieno perché gli animali
potessero mangiare tra i pioli) - Lattera (cascame di erba o paglia dalle
rastrelliere che venivano adoperati come giaciglio dallo stalliere).
Luigi Mari
Negli anni 60 il carrettiere si convertiva ai motori
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Antonio Mele il 1933
A scuola il 1916
Carmela Vitiello, la moglie di Antonio Mele, 1940
La nonna paterna Mennella Raffaela "Fiuccia
'a 'ncazzosa" Inizio secolo
Il nonno paterno Nunzio 'o sciaraballiere - 1900
Nunzio Mele e Carmela Vitiello nel 1974
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