Antonio Mele
u sciarabballiere turrese

L'ULTIMO CARRETTIERE
muore a 99 anni

Testo che segue scritto nel 2000
I lemmi di alcuni mestieri, nel sud Italia, vengono ancora adoperati come eufemismi per rendere riduttivo o degenerativo un argomento, una persona. Al posto di dire "egli non fa bene il suo mestiere" si dirà: è uno scarparo. Per definire uno che ha modi poco "urbani" si dirà: è un carrettiere, e così via. Sono pregiudizi addirittura medioevali.
La persona umana ha diritto al massimo rispetto, a qualsiasi fascia sociale appartiene, non solo, ma ogni mestiere, specie quelli più faticosi o meno igienici degli altri, non vanno assolutamente ritenuti degradanti. Detto questo pensiamo, intanto, alla poesia che si è instaurata nella letteratura universale intorno al personaggio dello spazzacamino. Talvolta si fanno discriminazioni anche in seno ad un contesto di categoria. Lo spazzacamino viene romanzato; il carrettiere o lo spazzino, no. L'pocrisia della nostra società, intanto, provvede a "rinominare" lo spazzino "operatore ecologico", ma... cari amici, sono solo prese in giro. Il sistema, nell'era atomica, affonda le sue radici in pregiudizi che risalgono intorno alla fine del primo millennio.
Ma veniamo al nostro. Antonio Mele, un arzillo novantenne, lucido come l'ottone appena strofinato col sidol. Ereditava dal padre Nunzio Mele l'arte, oserei dire, del carrettiere. Antonio conduceva BREAK a due cavalli, SCIARABALLI e SCIARRETTE. Come si fa a non cogliere poesia solo nei termini. Veniva denominato Antonio 'o taxi, cari giovani, perché 'o sciaraballe era ciò che oggi si potrebbe chiamare "corriera".
Allora per gli spostamenti oltre i cinque chilometri v'erano tre soluzioni: 'o sciaraballe, la bicilletta o le gambe, molto adoperate quest'ultime. Ciò, insieme alla penuria di carne, (allora cibo prelibato e costoso) e comunque cibi grassi (he magnato 'e rasse, cioè cosa inusuale) la nostra statistica degli infarti era bassa, paragonabile a quella del Giappone.
Antonio Mele, l'ultimo carrettiere di Torre del Greco, faceva la spola ora da Via Purgatorio a Leopardi, ora da Piazza del Popolo (ora Luigi Palomba) a Napoli, col suo infiorato sciaraballe, con il cavallo bardato e infiocchettato fino ai denti, e non era un caval donato, egli così sosteneva la famiglia, con sacrificio.Ma un bel giorno il progresso lo motorizzò.
Eredità empirica, ma non lontana da una certa etica fortemente derivata essenzialmente da suggestioni religiose, Antonio sosteneva il retaggio del genearca Nunziatiello 'o sciaraballiere residente alcuni anni in quel di New York intorno agli anni 30 e della genitrice Fiuccia 'a ncazzosa, giunonica, imponente, pioniere femminista, antesignana nelle lotte operaie.
Tatonno Mele ha partecipato alla costruzione della struttura "Bottazzi" dall'inizio alla fine. Durante la guerra è sfuggito a diversi posti di blocco tedeschi rifugiandosi, una volta, persino nel cratere ancora fumante. Non perché avesse nulla da temere, ma i tedeschi si adombravano facilmente. Bastava niente per ritrovarti stipato come una sardina in un vagone bestiame diretto ai campi di sterminio.
Marinaio dal 1926 al 1931. Fornitore merceologico di migliaia di negozi locali con ogni genere di merce, da Capotorre a Napoli, sostava presso tutte le dogane e uffici di dazio per timbrare i numerosi cartellini. Nel 1974, insieme a Fiuccia 'a 'ncazzosa e alla sorella raggiunse gli Stati Uniti per incontrare il fratello che non vedeva dal lontano 1948. Carramba che sorpresa!!!
Ma avvertiva la nostalgia della madre patria dei suoi cinque figli. Festeggiò intanto i 50 anni di matrimonio.
Caro sciame di medici, allora avreste fatto la fame!
Negli anni sessanta l'ultimo carrettiere dovette, suo malgrado, convertirsi ai motori. Per diversi anni ha trasportato carriole per conto di un noto fabbricante torrese e, quando la ditta ha chiuso si è dedicato a trasporti vari.
Dulcis in fundo Antonio Mele era un provetto cantante del repertorio classico, in vernacolo, naturalmente. Ma ha sempre rimpianto di non aver mai avuto un maestro per affinare la tecnica. Ma non importa, vive felice tra l'affetto filiale e quello coniugale e non chiede altro.

TERMINI DEL SETTORE Una curiosità: la lubrificazione dei veicoli avveniva con sugna e lardo. - Sciaraballe (corriera) - Traino (carro e animali pesanti) - Valanzino (cavallo aiutante) - Pettorale (bardatura atta a spingere il carro avanti) - Braca (per spingere indietro) - Capezzone (bardatura sulla testa dell'animale) - Sottapanza ( è intuitivo) - Sottapanzino ( avanti del sottapanza) - Miullo (sorta di "bronzina" dei cuscinetti) - Puntetta (fiocco della frusta) - Break (asse che divide i due cavalli) - Tummarella (simile al ribaltamento di terreno o altro dei mezzi moderni) - Varricchione (asse per tesare funi) - Collanella (posta sul pettorale e sulla braca) - Rastrelliera (scale che venivano poste contro erba o fieno perché gli animali potessero mangiare tra i pioli) - Lattera (cascame di erba o paglia dalle rastrelliere che venivano adoperati come giaciglio dallo stalliere).  
                               
                    Luigi Mari


Negli anni 60 il carrettiere si convertiva ai motori


Antonio Mele il 1933


A scuola il 1916


Carmela Vitiello, la moglie di Antonio Mele, 1940


La nonna paterna Mennella Raffaela "Fiuccia 'a 'ncazzosa" Inizio secolo


Il nonno paterno Nunzio 'o sciaraballiere - 1900


Nunzio Mele e Carmela Vitiello nel 1974


Emigrati italiani che Nunzio Mele 'o sciaraballiere incontrò a New  York