TERESA
RAIOLA, VEDOVA COSCIA
L'antesignana
delle donne manager
Forza di volontà, determinazione e spirito di sacrificio hanno
caratterizzato la sua vita e Teresa Raiola, meglio conosciuta dai torresi
come "la vedova di Vincenzo Coscia", ha vissuto davvero
intensamente. Nata nel 1896 e morta alla veneranda età di 92 anni, Teresa
Raiola fu una figura determinante nell'ambito della sua attività
commerciale, la lavorazione ed esportazione di coralli e cammei.
Considerata sempre un punto di riferimento dai suoi figli ma ricordata
più semplicemente come una donna sfortunata ma incredibilmente forte,
seppe ritagliarsi uno spazio di rilievo nella storia torrese sin dai primi
decenni del '900.
Era allora una giovane moglie cui la vita aveva strappato via, troppo
presto, il suo compagno. Correva l'anno 1931 e Teresa Raiola vedova Coscia
era una trentatreenne sola, sola a dover crescere Francesco, Salvatore,
Raimondo, Caterina e Vittorio, i suoi cinque fanciulli ancora in tenera
età, cui si sarebbe presto aggiunta l'altra creatura che Teresa portava
ancora in grembo.
Un'immane tragedia la perdita di una persona amata, un macigno che cade
inevitabilmente con tutte le sue tristi conseguenze. Neanche la nascita
della piccola Rosa, avvenuta due mesi dopo la morte di Vincenzo Coscia,
servì a portare un po' di felicità in famiglia.
Col
nipote Antonio Battiloro
Erano aumentate le bocche da sfamare e cominciava ad avvertirsi la
mancanza di un capofamiglia, di un uomo che potesse consigliare e guidare
nelle scelte quotidiane la giovane Teresa. "La fede aiutò molto
nostra madre - dicono oggi a tanti anni di distanza, i suoi figli. Dio è
stato per lei un'ancora di salvezza che l'ha spinta a farsi forza e andare
avanti".
Una personalità forte quella di Teresa Raiola, unita ad un carattere
fermo e deciso che la giovane torrese seppe abilmente sfruttare in molte
occasioni. Guidata dalla sua indubbia forza interiore più che da una
spiccata cultura commerciale, divenne l'erede della ditta individuale di
coralli e cammei di proprietà del marito. Un'esistenza spesa tra famiglia
e lavoro, in un'epoca in cui l'universo femminile era ghettizzato, dove
alle donne non spettava certo occupare posti dirigenziali a capo di
realtà commerciali. Lei invertì la tendenza. Guardò oltre le usanze e
le consuetudini del tempo superando la barriera dell'isolamento femminile
e calandosi in una nuova realtà. Conobbe un mondo, quello del commercio,
fatto di astuzie e prevaricazioni in cui spesso si pensava fosse lecito
gioire e trarre guadagni dalle disgrazie altrui. Con il suo spirito sempre
e comunque battagliero, con la voglia di non distruggere ciò che il
marito Vincenzo era riuscito a costruire anni addietro, ma soprattutto
spinta dalle condizioni di bisogno e motivata dai suoi piccoli bambini, si
dedicò anima e corpo al lavoro, fino a quel momento occupazione
esclusivamente del consorte.
In breve
tempo Teresa Raiola si confrontò con i "colossi" torresi
dell'esportazione di coralli e cammei riuscendo a conseguire importanti
traguardi.
A seguito di una collaborazione con un parente, Domenico Borriello,
riuscì, seppur indirettamente, a controllare i luoghi di pesca di
Mozambico, Zanzibar e Madagascar, dove il defunto Vincenzo aveva
organizzato uffici per la commercializzazione delle conchiglie corniola,
materia prima da cui hanno origine i cammei.
Per la giovane Teresa, non
tutte le disgrazie terminarono con la morte del marito. Era il periodo
della seconda guerra mondiale. Come la maggior parte delle famiglie
torresi, anche i Coscia non ebbero facili momenti.
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La situazione si
aggravò ancor più quando il figlio maggiore di Teresa e Vincenzo Coscia,
Francesco, durante il conflitto rimase gravemente ferito ad una gamba.
Lo stesso Francesco Coscia che pochi anni dopo, esattamente nel 1952
sarebbe stato eletto primo cittadino di Torre del Greco, carica che
ricoprì fino al 1956. Teresa Raiola dunque, dal 1931 fu a capo della
ditta fondata dal marito nel lontano 1919 che assunse il nome di
"Teresa Raiola ved. Coscia".
Quella che
inizialmente era un'attività produttiva artigiana e individuale, nel
corso degli anni si è notevolmente ampliata divenendo un'importante
realtà, non solo torrese, nell'ambito della lavorazione ed esportazione
di coralli, cammei e perle coltivate.
La nostra, che oggi è la terza città della Campania, proprio come ieri,
continua a fondare gran parte della sua economia sulla lavorazione di
corallo, cammei e affini. Di qui la denominazione passata di
"Capitale del corallo". I laboratori e le botteghe artigiane, di
cui ancora pullula la città, le permettono oggi di occupare un posto di
primaria importanza nel vasto panorama del commercio mondiale del settore.
Coralli, cammei e perle, considerati non a caso il vero "oro" di
Torre, sono prodotti cui è stata profondamente e indissolubilmente legata
l'esistenza di Teresa Raiola vedova Coscia.
VINCENZO COSCIA
CENNI STORICI
Vincenzo Coscia, fondò la sua azienda nel 1919, una delle più antiche di
Torre del Greco, famosa per la sua produzione di coralli, cammei e perle.
Vincenzo Coscia, fu il primo commerciante torrese a recarsi in Africa per
organizzare la pesca e la commercializzazione delle conchiglie, materia
prima per la produzione dei cammei, trasformando questa speciale
lavorazione in una florida attività commerciale.
Affacciatosi sui mercati internazionali, Vincenzo Coscia, aprì centri di
vendita commerciali a New York, Cape Town, Sydney e in Madagascar.
Dopo la morte di Vincenzo Coscia (1930) l'attività fu ereditata dalla
giovane moglie, la quale si pose come obiettivo principale l'educazione
dei figli alla conduzione della Ditta.
Negli anni '50 con l'apertura dei mercati orientali, grazie all'impegno
attivo di Vittorio Coscia, la Ditta inizia la commercializzazione del
corallo e delle perle coltivate.
Oggi, con la conduzione del giovane figlio di Vittorio Giancarlo Coscia
la Ditta si pone come l'ideale punto di riferimento per una clientela
esigente, sia internazionale che nazionale, divenendo leader grazie alla
lunga esperienza maturata nel corso degli anni nella commercializzazione e
produzione di cammei, coralli e perle.
Col primogenito Francesco Coscia
La produzione dei Cammei Coscia è sempre stata il
frutto di un felice binomio: pregiate conchiglie e sapienza artigiana.
Ogni cammeo nasce dall'abilità artistica e da una conchiglia attentamente
selezionata.
Per la loro produzione, infatti, vengono usate prevalentemente conchiglie
sardoniche (Cassis Madagascarensis) e conchiglie corniole e
(Cypraeacassis Rufa) creando un manufatto sempre unico, in quanto
la forma della conchiglia e la mano dell'artista si rinnovano sempre.
La Ditta Coscia cura da sempre nei minimi dettagli la realizzazione del
singolo cammeo, scandita da quattro fasi: il disegno, l'abbozzatura,
l'incisione e la rifinitura.
La Ditta Coscia commercializza pregiati coralli sia
di origine asiatica che di provenienza mediterranea.
Seleziona solo le qualità migliori creando cammei e statue in corallo, ma
anche cabouchons e collane lavorate con grande maestria dagli artigiani
locali, in grado di soddisfare le più attente esigenze della sua
clientela nazionale ed internazionale.
L’importazione e la commercializzazione delle perle coltivate, permette
di completare la preziosa gamma di gioielli che la Ditta Coscia offre alla
sua clientela.
La Ditta commercializza perle di svariate tipologie e provenienza: perle
giapponesi (Akoya), perle australiane e perle nere di Tahiti (South Sea) e
perle cinesi.
La continua ed attiva presenza del giovane titolare Giancarlo Coscia sui
luoghi di coltivazione delle perle, permette alla Ditta di importare e
commercializzare un prodotto di elevata qualità.
Emanuela Sorrentino
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