CONSIDERAZIONI
di Luigi Mari
SI FA PER DIRE...
Questo sito, pur se di tono arcaico, un po’ retorico, come tutti i
revival, un tantino satirico, adatto agli anziani, ma sorprendente ed
istruttivo per i giovani, vuol essere null’altro che un disinteressato e
costruttivo atto d’amore per la città di Torre del Greco, e...
consentite lo sfogo: lo dimostra il fatto che una sola persona si e
assunta il compito di una intera equipe con la non facile raccolta di
materiale; quindi ricerche, creazione, fino ad un meticoloso ed estenuante
assemblaggio elettronico, eseguito spesso di notte, anche nei periodi di
vacanza, senza nessun contributo economico istituzionale, sociale o di
terzi. Dove le spese di attrezzature, server, ecc. sono tutte a carico
dell'autore, il quale non si aspetta riconoscimenti speciali dai suoi
torresi, né il mezzo busto dopo morto ...forse un sorriso o una stretta
di mano, ove mai capitasse di incontrarlo, preferibilmente nell’al di
qua.
Spesso, infatti, mi si chiede quale patologia o delirio narcisistico giustifica
l'immane fatica, priva di compenso, per costruire questo sconfinato
sito. Rispondo che, tra i miei innumerevoli errori ed ingiustificabili
difetti, ho avuto in sorte, nella maturità, la scoperta dei benefici
dell'umiltà, non solo, la fortuna di rimanere malgrado tutto,
profondamente innamorato della mia città, della mia gente, così
come siamo, con i nostri imperdonabili difetti, e non ci cambierei
con altri.
Se dovessi rinascere pregherei il Signore di venire alla luce qui,
per, qui, gioire, soffrire e morire.
Cosa guadagno, quindi?... la gratificazione, le migliaia di entusiastiche
e-mail che ricevo; la gioia per la scoperta che i torresi gelosi,
invidiosi, snob, sono ben pochi anche se benestanti, ritenuti detentori di cultura,
artisti, insomma addetti ai lavori, che non solo si rifiutano di far parte
del sito, ma fingono di ignorarlo e poi, maniacalmente lo scandagliano
palmo palmo come i guardoni.
Questo, credete, è un infinito, immane lavoro di assemblaggio, di
compulsazione, in alcuni casi di filologia, addirittura di esegesi,
perché nella nostra Torre cattolicissima sono innumerevoli le
argomentazioni agiografiche. Lo scopo è che la vecchia, sincera, buona,
autentica Torre del Greco del passato, non ancora europeizzata, non venga
dimenticata perché si sappia che non è solo quella che appare di tanto
in tanto sulla cronaca.
Un revival, pero, che non provochi sterili nostalgie, confronti, polemiche
e rimpianti. Torre del Greco riflette solo le problematiche epocali
planetarie attuali. Non e Torre che si e incrinata, ma la società oggi
globalizzata.
In questa sede si ricusano i protagonismi, i trionfalismi ed il successo.
Successo non e altro che il participio passato del verbo succedere, è gia
accaduto, questo e un tipo di passato che non mi interessa. Qualche anima
buona potrebbe accennare ad un timido successo culturale. Se così fosse
il merito non sarebbe mio, ma di tutti i torresi, con i nostri volti nelle
foto d’anteguerra, le nostre strade, il nostro porto, le nostre
tradizioni, il nostro folklore, la nostra cultura. E’ la città che ha
sprigionato arte, storia e né l’una né l’altra sono mie, sono di noi
tutti. Il vero autore di Torreomnia è Torre stessa.
Sia chiaro sin d’ora che (malgrado le apparenze: la presenza in questo
sito di scritti satirici, caustici, a forti tinte polemiche) soprattutto amo miei torresi e guai a chi me li tocca; li amo, forse, di un amore
sviscerato. Amo la mia città, le campagne fertili, le rocce
vesuviane, i miei compaesani anche cosi come siamo, con molti nostri
imperdonabili difetti, e, in fondo, non ci cambierei con altri. Se dovessi
rinascere pregherei il Signore di rivenire alla luce qui, per, qui,
gioire, soffrire e morire.
Detto questo pongo delle domande ai pochissimi, per fortuna, addetti ai
lavori, affetti da sindrome da sindrome da snobite perniciosa. Non
trovando altro appiglio certa intellighentzia, insomma alcuni
sparuti addetti ai lavori, criticano la grafica elementare, cubitale
e variopinta di questo sito, (perché dei contenuti si guardano bene dal
parlarne).
Certo, la nostra è una società di facciata, di conformismo, ma in
Torreomnia la pagnotta non c'entra; prevale sostenere la libertà, almeno
compiere lo sforzo di sostenerla.
I pochi criticoni, ossessionati dalla loro incapacità di costruire contenuti,
sono conformisti e sostenitori del look attuale, portabandiera
dell'immagine impeccabile e conforme: poi non sanno aprir bocca. Per loro
creare significa somigliare, per non dire clonare Succubi della filosofia pappagallesca rivolta
solo ad intimidire e prevaricare con una sorta di nuovo insignificante
latinorum, penalizzando infine, tra l'altro, i navigatori poco iniziati
che
impiegheranno anni prima di imparate a scovare i link mirmicolanti da
microscopio presenti in quei rebus a cui somigliano certe pagine web più
quotate.
E' lo scotto delle dottrine acquisite, delle nozioni da esoterismo
mestierante, della seriosità e della pseudo professionalità. Diceva
Galilei: La differenza che passa tra il filosofo e il laureato in
filiosofia è quella che intercorre tra l'artista che crea il proprio
quadro e il pittore che lo copia.
Come si fa, inoltre, ad ignorare Torreomnia?
E' un po' come far finta di non vedere la gente per la strada, di ignorare
il Campanile di S. Croce, di non sentire la brezza del nostro mare.
Diceva Oscar Wilde: "Tutto ti perdonano tranne il
successo".
Come si misura il successo a Torre? col silenzio profondo sempre di quei
pochi tra gli addetti ai lavori! E' un parametro infallibile.
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L'ingenuo, invece, l'invidioso di turno, colui che vuole ottenere tutto e
subito dalla vita senza sacrifici, senza seminare, colui che fa
dell'apparire, del somigliare, l'essenza ed il fine ultimo dell'esistenza
spreca le sue energie nella critica, oppure giace nell'indifferenza. Il
cattivo gusto o la sproporzione grafica sono opinabili sulla rete, cari,
per fortuna pochi, webmaster, soprattutto quando il numeratore delle
presenze sale inesorabilmente, giorno per giorno.
Qui la fantasia sfora le regole dell'imitazionale o dei canoni
architettonici epocali o di quelli settoriali web, nella fattispecie, fino
a che l'essenza dei messaggi (che sono i contenuti) viene transustanziata
in una dimensione grafica elementare, puerile, allo scopo, forse ingenuo,
comunque non speculativo, di rumoreggiare con le tinte forti, col desueto,
col barocco, col grottesco per trascinare anche gli utenti poco inclini
alla cultura e all'arte diritti diritti ai CONTENUTI!!!
La seriosità non è serietà, amici miei. Il figurativo esasperato
lasciamolo condannare, oggi, ai baroni dell'arte pittorica propriamente
detta.
La grafica è anche libertà o sperimentazione, ma qui soprattutto
si adatta alla fascia d'utenza globale che comprende soprattutto inesperti
e sprovveduti. Non si tratta di un linguaggio castigato da schemi e regole
irreversibili, dove è d'obbligo la rigida "convenzionalità"
per la comprensione di tutti, prerogativa di tutti i linguaggi.
Pure la Chiesa riforma le rigidità, riprende in TV il Papa che tamburella
dietro la musica roccheggiante perché ha capito che per raggiungere Dio,
lungo la strada, ci vuole un pizzichino di diavolo. Grande silenzio sui
contenuti. A Torre vale a dire grande successo, grazie a Dio.
E già, perché, vi piaccia o no, in TORREOMNIA finalmente risiedono
i contenuti. Fatto desueto, lo so, in questa società del solo
apparire!
QUARANTAMILA PRESENZE, 100 E-MAIL AL
GIORNO, riceve questo vecchietto sessantenne, chi l'avrebbe
mai creduto, cari giovani webmaster torresi, dai siti lindi e asettici,
tutti uguali, glaciali come il polo nord (che Dio vi benedica),
senza un'ombra di calore umano, privi di una voce antropica, scevri di un
messaggio benigno, indulgente, cordiale, affabile. Siti tuttavia
esteticamente a braccetto con i canoni della New economy, conformi al
convenzionale HTML emblema della globalizzazione, con le scritte, ripeto,
mirmicolanti, mimetizzate, là dove il navigatore non iniziato "deve
fare un corso di tre mesi" per individuarle.
Ma davvero credete che sia così difficile realizzare delle pagine web
nello standard comune, simili a quelle dei portali o motori più in auge,
scaricando, modificando, clonando, scopiazzando ed imitando pari
pari? Non fate gli ingenui!
Io ricuso la "facciata", l'"Immagine"
perché spesso è ipocrisia.
Eppure, cari giovani, siete migliori di noi anta,
credete, anche se vittime della legge inesorabile dell'apparire; siete meno scaltri, più sinceri, meno cattivi, ma molto, molto,
più confusi ed indifesi. Ho quattro figlie giovani a casa.
Noi anta, talvolta intellettuali, veri o presunti, spesso siamo feroci nei
giudizi: quando la tigre ammazza l'uomo la chiamiamo "ferocia",
quando l'uomo ammazza la tigre lo chiamiamo "sport".
Un affermato artista torrese ha detto: "Non posso entrare nel sito
di Mari, ci sono anche artisti umili, terra terra"; un altro: "...e
che mi metto nel sito dove stanno pure gli zingari?" cioè i
meno abbienti, coloro i quali la civiltà e la libertà di pensiero danno
una sia pur flebile voce, perché ancora impera il raccapricciante detto
torrese " 'e denare so' 'a voce 'e ll'omme!". O si fa
riferimento ad artisti umili, non "protocollati" dai masi chiusi
di certa intellighentia, senza nome e legami clientelari. (Fatti
il nome e piscia a letto, diranno che hai sudato).
Che squallore! Che solitudine! ...E, retorica permettendo, molto spesso
dimentichiamo, come diceva Aulo Cellio, che la nostra vita è un attimo,
il resto o lo abbiamo già vissuto o non sappiamo se lo vivremo; e
dimentichiamo pure che, dopo morti, puzziamo tutti allo stesso modo.
Per questo vi amo, cari giovani, perché a molti di voi almeno la
cattiveria, l'egoismo e l'egotismo non vi sfiorano, siete fuori dai
baronati anche se siete tutti uguali, portate una sorta di divisa
interiore, non vi vedete mai bene sulle foto perché talvolta i vecchi
volponi detentori del potere soffocare in voi l'autostima, sono gelosi
della vostra intelligenza, della vostra cultura e della vostra giovinezza,
infine.
Per questo, forse, divenite succubi dell'apparire, tornate tardi la
notte, vi destate tardi il giorno dopo, parlate alla stessa maniera,
trasgredite alla stessa maniera, amate alla stessa maniera, addirittura,
talvolta, morite alla stessa maniera. SEMBRA SIATE STATI PROCREATI DALLA STESSA MADRE E DALLO STESSO
PADRE!!!, cari, meravigliosi giovani contemporanei, grazie di
esistere. E' grazie a voi che alcuni "vecchi lupi
consolidati" non divorano tutto e tutti come i pirana e si dannano
nella chimera del potere, nel terrore dei essere detronizzati.
E' chiaro che questa sorta di breve editoriale è solo uno sfogo, non mi
si faccia vedere assiso su di una specie di stallo pontificale, tra due
flabelli, con toni scolastici o sermonistici. Sono un umile romantico
sessantenne.
Non mi vedo migliore né peggiore dei miei compaesani, forse un tantino
differente, specie da quando, con la maturità, tra i miei infiniti
difetti e problemi irrisolti, come, ad esempio, l'angoscia esistenziale,
ho scoperto il tesoro dell'umiltà, l'unico sentimento che ti lascia fuori
dal bisogno infermo dell'uomo, quello sia di comandare che di
obbedire.
Luigi Mari |