STORIA DEL
TEATRO TORRESE
di Salvatore Flavio Raiola
Il teatro torrese ha avuto nel passato ottimi attori e pari registi. Il
"Teatro Garibaldi", soppresso da tempo per l'ignavia di
molti amministratori, è stato per anni la palestra per tanti giovani
attori
Nel settembre del 1928 al teatro Garibaldi va in scena "Il
deforme" una tragicommedia (così scrive il cronista dell'epoca sul
giornale satirico "L'intrigante") di Anselmo
Caputo. Tra gli interpreti il grande Nicola Di Donna,
A. Langella, S.
Esposito, G. Santovito, M. Crispino. Nicola
Di Donna è stato un grandissimo attore ed un buon regista. Era dotato di
una voce possente e vellutata e di una forte mimica facciale. La sua
presenza in palcoscenico era di sicuro appoggio morale a quanti gli erano
intorno.
Sempre di quegli anni è un'altra tragicommedia "IL Faust",
arrangiata da Antonio Caputo e diretta
dallo stesso. Gli attori erano
Totonno Ponticelli, Ciro
Sansovino,
Luigi Sallustio, Carmine
Gigliati,
Angelo Vitiello, Dante Raiola, Michele Bianco,
Vincenzo Taté e prima attrice Francesca De Luise.
Il cronista dell'epoca
Giurai scrisse, sempre sull'Intrigante che
lo spettacolo suscitò grande ilarità tra il pubblico presente.
Nello stesso periodo il "Garibaldi" ospitò "Era
innocente" una commedia scritta da Raffaele
Perillo, interpretata e diretta da lui stesso, ottenendo in sala
risa e sollazzi!
Il circolo "Domenico Morelli" aveva una sua filodrammatica con
un cast d'eccezione, formato da Nicola Di Donna, Osvaldo
Rivieccio,
Giuseppe Raiola, Crescenzo Mazza
(l'onorevole...) il comm.
Luigi Sorrentino,
Nelli Montella, Antonio Mennella,
Nicola De Corsi, Raffaele Raimondo
(piccoletto) Antonio D'Auria, Pasquale
Manzo, Giuseppe D'Istria, Magda
D'Amato, ecc.
A Natale era d'obbligo rappresentare la "Cantata dei
Pastori", a Pasqua "La
morte e Passione di Gesù". Ovviamente nel repertorio non
mancavano i soliti classici tragici o comici o commedie scritte da pseudo
autori. Gli stessi attori si esibivano anche all'Arena "Tina Di Lorenzo"
(vedi foto) in Via G. De Bottis, in piena estate, o presso l'attuale sala
dell'oratorio "B. Vincenzo Romano" in Via V. Veneto, il cui
palco si trovava di fronte all'attuale.
Il 2 settembre 1939 presso l'Arena Impero andò in scena "Questi
ragazzi", commedia in 3 atti di G. Gherardi.
Nel cast:
Clara Belmonte, Gigliola Graziosi,
Nicola Di Donna, Raffaele
Sorrentino, Giuseppe Di Blasio e Carmela
Cecchi. Suonava l'orchestra diretta da
Peppino Raiola-Raimir.
Un veloce passo avanti. Domenica 23 settembre 1956 presso il Cral
artistico "ErricoTaverna" in Via Teatro (un giardino
all'aperto) si rappresentò: "'E Tesoro d''o Golfo" di Giuseppe
Raiola-Raimir. Gli attori: L. Guarracino,
M. Fiorentino, B. Di
Maio, L. Poeti. P.
Vitiello, F. Ientile,
F. Di Gennaro, V. Perna.
I cantanti:
M. De Filippis, F.
Sangiovanni, L. Sorrentino,
G. Todisco, M. Todisco,
F. Vollaro, D. Albanese, Leopoldo
Sorrentino
che cantarono canzoni inedite di Vollaro e Salv.
Flavio Raiola e del M° Giuseppe Raiola. Si esibì la piccola Alba
Buonandi. Presentò: Antonio
Palumbo e diresse lo spettacolo Gianni Pernice.
I REGISTI
In questo primo periodo i più significativi registi teatrali di Torre del
Greco sono stati: Nicola Di Donna,
Raffaele Perillo, Pasquale Manzo,
Antonio D'Auria e Gianni Pernice. L'ultima
opera diretta da Nicola Di Donna pare sia stata "Il pozzo dei Miracoli",
in cui diede lezione di recitazione ad oltre 1000 spettatori accorsi al
Teatro Corallo. Facevano parte del cast: Giuseppe Raiola e Antonio Bigliardi.
Raffaele Perillo è stato un regista ed uno scrittore popolare,
nel senso che ha quasi sempre rappresentato opere in dialetto napoletano.
Della sua compagnia faceva parte Raffaele De Maio
senior, bravo Razullo e ottimo scenografo.
Pasquale Manzo (vedi sezione "personaggi") è stato ed è
un grande appassionato di teatro. La sua cultura teatrale è peculiare
pari al suo grande amore per il palcoscenico. Pasquale Manzo come attore
ha recitato con Nicola Di Donna, Giuseppe Raiola, Antonio D'Auria,
Raffaele Sorrentino, G. Pernice e
tanti altri. Come regista ha sempre diretto classici come: "De
Pretore Vincenzo" e "L'uomo della luce".
La Cantata dei pastori e la Redenzione l'hanno visto tra i protagonisti
nelle vesti di Belfagor, Armenzio, Giuseppe, Caifa, Giuda.
Gianni Pernice è stato per tante generazioni un faro, un
maestro, un amico. Impeccabile nei rapporti umani. E' nato modesto. E'
rimasto col sorriso di un fanciullo. Ha sempre onorato il teatro ed il bel
canto. Nel 1945, sotto i bombardamenti, nei sotterranei della Chiesa dei
Carmelitani Scalzi (S. Teresa) allestiva spettacoli per aiutare i monaci.
Fece debuttare allora S. Flavio Raiola che si esibiva come cantante:
Filippo', Filippo'. Filippo', fiore di primavera, la donna tiene i peli
sopra al... cuore..
In quell'anno allestì "Tosca",
ovviamente egli era Mario Caravadossi. Amava la lirica e le molte sue
messinscena sono state opere liriche o drammi musicati come Otello,
il Moro di Venezia.
Dalla sua scuderia sono usciti attori e artisti di fama. Basta citare Elio
Polimeno, attore di fama nazionale (recentemente scomparso) che
ha lavorato con Fellini, Cavani, accanto ad attori come Mastroianni,
Gazzara, Carlo Giuffré, ecc.
Sempre come registi non possiamo dimenticare Pierino
Vitiello,
Franco Penza, Mike
Bozzetti, Aniello Fortunato, Giovanna
Venturino, Alfredo Perillo, Gigi De Luca,
ecc. Ma i due maggiori registi che Torre del Greco ha avuto sono
stati a nostro modesto giudizio: Lucio Beffi
e
Gennaro Vitiello.
Lucio Beffi aveva la magia dell'artista in tutte le
circostanze. Era un poeta visivo. Calamitava intorno a se tutti gli attori
in una sorta di ipnosi. Dirigeva, orchestrava, mimava, si trasformava, si
identificava in ogni singolo personaggio e lo trasmetteva a tutti e tutti
ne erano affascianti: Un paragone?: Fellini!
Partì dalla "Loreto Starace", invitato da S. Flavio Raiola e fu
subito successo. Poi arricchì il "Piccolo
Teatro" della Città di Torre del Greco; poi le produzioni
RAI, le regie con grandi compagnie, tra cui Taranto, e le produzioni
proprie.
Nel 1951 diresse "Ho ucciso mio figlio" con Aniello
Rivieccio e Salvatore Raiola. La prima fu offerta nella sala
della "Loreto Starace", la seconda al Cinema Oriente. Nello
stesso teatro nel 1953 rappresentò "La Torre sul Pollaio"
con
Franca Violante,
Giuseppe Frendo, Pasquale Cirillo,
Salvatore Raiola, e...Lucio Beffi. Le scene di S. F. Raiola. Memorabile fu
una rappresen- tazione di "Filumena Marturano" con la strepitosa Giulia Carola.
Altre perle della sua collana "Non si dorme a Kircwool",
"Lo zoo di vetro", con le superbe interpretazioni di Aniello
Rivieccio e le belle scenografie di Raffaele De Maio. E poi... Tupeapò",
una rivista brillante, vivace, ritmata, attuale, con balli, canti,
musiche, sketchs, ecc. ecc.
Gennaro Vitiello fu uno scenografo
regista di più ampio respiro europeo, con l'occhio rivolto al nuovo
teatro d'avanguardia. E' stato meno popolare di Beffi, ma le sue ali hanno
spiccato il volo oltre frontiera. Partì come scenografo. Ricordiamo con
ammirazione un bozzetto per "Il ladro e la zitella" di Giancarlo
Menotti. che fu realizzato dagli allievi dell'Accademia di BBAA di Napoli
negli anni 50.
L'opera di Gennaro Vitiello ha
rappresentato per la nostra città un punto d'arrivo per tutti gli amanti
del teatro. Di quel teatro che va oltre la lettura del semplice testo o
della napoletanità. Enzo Salomone
e
Maria Izzo sono stati i fedeli collaboratori e continuatori del
grande maestro. Il suo "Teatro Esse" ha ospitato artisti (allora
giovani speranze) di grande spessore come Peppe
Barra, Concetta Barra,
Roberto De Simone, Lina Sastri
ed altri.
"La libera scene
ensemble" ha continuato per anni il lavoro. Il seme era
diventato albero. Aveva partorito "Le settimane internazionali del teatro
laboratorio". Artisti di tutte le grandi città del mondo
vennero a confrontarsi nella nostra città , e Torre del Greco si
arricchì, si abbeverò a quella fonte, che tanta cultura spargeva per le
sale del cinema Oriente.
Chi non ricorda "Annibale Ruscello?
Dove esplose? Quale fu la sua naturale palestra? Gennaro Vitiello, un
gigante della cultura teatrale italiana a cui la Società torrese di
cultura ha dedicato la "Sala di lettura Gennaro Vitiello", da
anni operante nella nostra città. Il piccolo teatro ebbe un'attività
assai feconda, anche sotto la spunta di grandi appassionati di teatro come
Lucio Beffi, Raffaele De Maio, Salvatore
Campaniello, Franco Campaniello,
Nino De Simone, Rodolfo
Grotz, Giulia Carola,
Rosetta De Sortis, Sal. Flavio
Raiola, Franca Violante, Pasquale Cirillo ecc. ecc.
Si allestirono commedie di alto livello con la collaborazione di tutti,
sotto la splendida regia di Lucio Beffi. Negli anni 60 intorno al giornale
"La Torre" si riunirono Gennaro Di Cristo,
Salvatore Flavio Raiola e Gennaro Vitiello. La futura direttrice del
Giornale elaborava una terza pagina eccezionale con i suoi scritti e
quelli dei suoi collaboratori. In questa direzione si mosse l'allora
giovane Gennaro Di Cristo allestendo spettacoli moderni, attingendo da
autori contemporanei quali Ionesco,
G.
B. Show, T, Wiliam ed altri, avendo la collaborazione di Giuseppe
Iacovara, Alberto Guida, Eva
Contigiani,
P. Luigi Ortiero, Lello
Ferrara, S. Marigliano, e B.
Scognamiglio.
Un teatro napoletano-torrese era gestito da "vecchi
filodrammatici" di sapore popolare i cui componenti erano Marcantonio
Izzo e Vittorio Vitiello. Negli
anni 70 Raffaele Brusa
formò un gruppo teatrale di notevole valore i cui componenti calcarono i
palcoscenici di mezza Italia. In questo contesto o da questo cointesto
Pierino Vitiello fondò "Les amis
de la pochade", con
Armando Iovinelli, Luigia
Stefanelli,
Felice Salierno, Aniello
Fortunato, Giovanna Venturino, Ines
Picardi,
Bianca Trapani, e tanti altri. Grande
successo ottennero a Faenza ed al Teatro Bracco di Napoli.
Pierino Vitiello, attore, cantante e regista ha poi percorso
altre strade, sempre con quelle doti eccezionali di cultura che gli fanno
superare qualsiasi ostacolo.
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Sempre in quegli anni bisogna annoverare
il Gruppo de "I
Quattro" di cui facevano parte Franco Penza, Mike Bozzetti, Giuseppe
Micera, Antonio Fedele Cesi,
Gianni Del Grasso, Mario Di
Luca, Giacomo
Nottola, Alfredo Arrotino, Raimondo Migliaccio,
Domenico Borriello. Grande
successo con "La passione di Cristo" e "Così sia"!.
Nel 1964 il Gruppo Filodrammatico "S. Di Giacomo", diretto da
Domenico Borriello, rappresentò nella sala Buon Consiglio il "Figlio
di Dio" di S. Flavio Raiola, riscuotendo notevole successo.
Nella metà degli anni 60 sorse anche il gruppo "R. Viviani"
diretto da Gigi De Luca. Ricordiamo con piacere "La fortuna si diverte",
al Bracco di Napoli, che ottenne unanimi consensi.
Gigi De Luca,
attore serio, attento regista, preciso e puntiglioso, uscì ben presto dal
filone filodrammatico, pur restando ancorato al teatro in vernacolo con i
"suoi ragazzi". Negli anni 70 esplose a livello nazionale con
gruppi di grande prestigio. Recitò con il grande Eduardo, col figlio
Luca. con la famiglia Maggio e tante altre compagnie conoscendo bene il
"Profumo delle tavole" dei palcoscenici di tutta Italia. E'
stato ed è impresario di se stesso e negli ultimi tempi ha allestito
spettacoli che hanno tutti ottenuto un successo strepitoso.
Nella festa dei 4 altari del 1997 Gigi De Luca superò se stesso in Piazza
L. Palomba. Non si vedeva uno spettacolo nello spettacolo da decenni! Del
suo cast faceva parte il cantante-chitarrista Tommaso
Maione, che trasforma la sua chitarra in un'orchestra. Un artista
che la nostra città deve ancora onorare.
Altro regista di qualità è Pierluigi
Ortiero. Attore, fine dicitore, educatore, ha saputo man mano
proporre una sua scuola, ove frequentano e si alternano giovani di
talento. "Il Teatro Centro
delle Arti" è la sua vita. Il focolare intorno a cui vanno a
riscaldarsi i ragazzi ansiosi di calpestare le tavole del piccolo
palcoscenico. Quanti successi! Viviani è stato sempre la fonte di
ispirazione di Pierluigi "'O Vico", col suo fascino popolaresco
e popolare, con i suoi costumi, con i suoi personaggi si sono sempre
sposati con l'arte del nostro Ortiero, che ha sempre offerto
interpretazioni eccellenti, insieme a Mario
Frulio. Negli ultimi anni ha collaborato con "The voice" Anna D'Amato
e
Silvia D'Istria, due attrici culturalmente
preparate e versatili, che affrontano con disinvoltura "parole e
musica" con fascino e personalità.
Pierluigi Ortiero ha toccato tutte le corde della chitarra. Chi non
ricorda il suo duetto inciso con Mirna Doris?
e i suoi appuntamenti pasquali nelle varie Parrocchie cittadine ove
propone con rispetto ed eleganza le "Laudi di Iacopone da Todi"?
Ha sempre curato con amore e dedizione un gruppo di giovani.
Salvatore Sorrentino. Un uomo
di rare doti umanitarie ed organizzative, un uomo che ha sempre onorato la
nostra città anche nel settore dello Sport, costruendo l' "Olimpia
La Salle", portandola in serie A... Nel campo teatrale ha allestito
sempre opere educative nelle sale della SS. Trinità o presso l'Oratorio
"B. V. Romano". Commedie ecologiche, sociali. Ultimamente
"'O Vico" di R. Viviani con Domenico Carotenuto. Facevano parte
del suo gruppo più antico Giuseppe ed Alfonso Raiola, Antonio
e Ciro Liguoro, Vincenzo
Panariello,
Raffaele Palomba, Sergio
Paolillo,
Franco Nastasi,
ecc. ecc. Non potevano mancare "La morte e passione" e "La
Cantata dei Pastori" con l'aiuto di Felice Salierno e
Pisapia Eduardo. Un altro uomo di teatro presente sin dagli anni
60 è
Giuseppe Gargiulo. Si è sempre interessato di una certa
napoletanità agli inizi della sua carriera fino a sfociare nelle
realizzazioni e produzioni di opere del suo Centro, ottenendo ottimi
risultati, allestendo spettacoli di balletto con interpreti di fama
internazionale.
Quando, alla fine degli anni 60 esplose "La nuova compagnia di canto
popolare" di Roberto De Simone, ci fu un'ondata di
rinnovamento nella ricerca di quel tipo di espressione musicale. Molti
estimatori sorsero come funghi ai piedi del Vesuvio, elaborando testi,
racconti e situazioni ancestrali, formando altri gruppi similari. Nella
nostra città sorsero
"Li Ciaravoli" che furono i
degni eredi della "Nuova compagnia...".
Le loro esibizioni attanagliavano gli spettatori più smaliziati. Furono
gestiti in principio da Raffaele Brusa, ma il loro capo talismanico fu
senz'ombra di dubbio Filippo Palumbo
che era anche l'autore dei testi che spesso venivano musicati dal grande
Cestana. Li Ciaravoli hanno calcato palcoscenici di tutto il mondo Dal
Kenia alla Russia, dall'ex Jugoslavia alla Francia. Hanno inciso dischi,
hanno registrato trasmissioni televisive sulle tre reti RAI. hanno
arricchito il nostro patrimonio artistico. Anna Maria D'amato, Lello
Palomba, Franco Nastasi,
Vincenzo Izzo, Nicola Di Lecce,
Eva Contigiani,
Lella Lullo, Ottavio Aprea e Filippo
Palumbo hanno rappresentato un'epoca, che resta per sempre nei nostri
ricordi.
Un teatrante atipico che meriterebbe d'essere ancora più conosciuto dalle
grandi masse è Antonio Borriello
che svolge la sua attività nelle scuole e nelle Università italiane e
straniere. Fa attività di ricerca sulla formazione dell'attore attraverso
metodologie e tecniche di Stanislavskij, Brecht, Grotowski. Esoperto di
Teatro contemporaneo ha interpretato e diretto "Pieces" di Albes,
Alberti Arrabal, Beckett, Ionesco, Pinget. Dal 1975 dirige il "Gruppo
sperimentale Teatro ABC". Attualmente coordina il laboratorio del
Liceo Classico "De Bottis". Delle sue numerose messinscena
ricordiamo Fandp etlis, IV settimana laboratorio, Performanche Bechett.
Progetto donna: Da Medea a Winne. (da Samuel Beckett, Krapp's last tape,
Dalla pagina alla messinscena, di Antonio Borriello).
Ci piace segnalare a questo punto un gruppo storico per eccellenza. Il
"Loreto
Starace". Nacque nel 1950 sotto la direzione di Giovanni
Cutolo (gli attori d'allora erano: Gennaro Di Lauro, Ciro
Bianco, Mario Ginelli,
Salvatore F. Raiola, Mario Cacace, Maria
Scognamiglio,
M. D'Amato, R.
Paolella, Giovanni Scoppa e
tanti altri). Sul palcoscenico della Loreto Starace mossero i primi passi
Lucio Beffi, Nello Riviè, F. Paolo D'Amato, Raffaele De Maio, Salv.
Flavio Raiola. Mimmo Liguoro,
Antonio Velardo,
Gino e Renato Roma. Registi, attori e scenografi che in seguito
hanno lasciato un segno tangibile della loro arte in tutta Italia. Con
L'avvento di Lucio Beffi ci fu un radicale cambiamento nel settore
teatrale della Starace. Beffi ebbe la collaborazione magica di Aniello
Rivieccio, che fu protagonista di tante commedie e tragedie di grande
valore espressivo.
Nel 1951 fu presentata al Teatro Oriente "Ho ucciso mio figlio".
Poi lasciò la Starace per dirigere il "Piccolo teatro della
Città di Torre del Greco. Le attività della Starace furono affidate a S.
Flavio Raiola fino al 1963 che curò molte regie avvalendosi sempre della
collaborazione di Ciro bianco, Giuseppe
Guastaferro,
Mario Ginelli,
Raimondo Balzano, Antonio D'Amato,
Ugo Borriello, G.
Pizzo, O. Pizzo, G.
Di Lauro, R. De Maio.
Successivamente il nuovo regista fece debuttare A. Civitella, F.
Paolo d'Amato, Giuseppe Di Luca, F. P. Gargiulo, Gino e Renato
Roma. Ottavio Baldini, Anna
Marsiglia, Angela Frappola, Vittoria
Raiola, Marina Micera, Nunzia
Parazzini, Anna Langella, Rosalba
Di Gennaro, Pina Serpe e tanti
tanti altri. Le commedie che furono allestite in quel periodo furono
diverse: "Le voci di dentro",
"La
zia di Carlo", "La fortuna si diverte",
"Non ti
pago", "Filosoficamente",
"La torre sul pollaio",
"Ho ucciso mio figlio",
"Adamo", "'Na
santarella", ecc. "Sprazzi
di Piedigrotta" è una rivista scritta, diretta ed
interpretata da S. Flavio Raiola con la collaborazione ai testi di V.
Vitiello e L. Beffi con C. Bianco, R. De Maio, M. Ginelli, ed il piccolo
Renato Roma. Non mancarono nel repertorio della Starace "La Cantata dei Pastori"
e "La Passione di Gesù"
di
Stefano Ferraro. Negli anni successivi: "Il Figlio di
Dio" di S. F. Raiola che nel 1963 si sposò ed abbandonò la Starace.
Gli successero
Giacomo Ciavolino, Mario Cacace, Gino e Renato Roma che
formarono quello che doveva divenire un gruppo storico tutt'ora operante
sul territorio: "Il Teatro Club".
Il Teatro Club nel corso della sua ventennale attività ha allestito oltre
quaranta tra commedie brillanti, comiche e drammatiche. Nel corso degli
anni il repertorio è andato sempre più arricchendo, fino a raggiungere
un grandissimo successo con "Aggiungi
un posto a tavola". Gino Roma cura la regia con gusto e
disinvoltura e sempre con una maggiore padronanza dei mezzi espressivi,
coadiuvato sempre dal fratello Renato, che è un attore nato, serio,
attento, spontaneo, sincero. Riesce a disegnare i suoi personaggi come
pochi. A questi due fari si sono aggiunti nel corso degli anni: Andrea
Noto, Carla Abilitato, Ciro
Abilitato, Alfredo Perillo, Lelé
Speranza, Maria Accardo,
Maria Pacillo, Bruno Sacco, Antonio
Carmosino,
Teresa Bartolomeo, Teresa
Micera, Carlo Fimeonti, Gelsomina
Maresca,
Vittorio Sanguigno, Federico
Balzano, Franco Mangone, Luciano
Raiola,
Riccardo Marfi e tanti altri
talenti. Tra le opere più significative segnaliamo: "Napoli
milionaria", "Natale
in casa Cupiello", "'Na santarella", "Caviale e lenticchie",
"Miseria e
nobiltà", "Caffè chantant",
"Filumena Marturano",
che fu riproposta all'Augusteo di Napoli, "Aggiungi un posto a
tavola", ecc. Negli ultimi anni ha curato la scenografia del Teatro
Club S. Flavio Raiola coadiuvato da Sergio Sacco e A. Mastriani. Gli
allestimenti sono di Alfonso Raiola e della sua "Tecnoscena".
Un autentico uomo di teatro di grande talento nel campo musicale è Francesco
Izzo (vedi sezione musica), direttore e concertatore d'Orchestra.
Ha tenuto concerti in tutta Italia, riscuotendo sempre unanimi consensi.
E' direttore Artistico del "De Bellis" che opera sul territorio
da oltre un ventennio. Il suo stile è spettacolare: Ipnotizza i suoi
orchestrali con il suo magnetismo musicale, con felici contrappunti di
richiami visivi, nell'ottica di una precisa orchestrazione. Ha elaborato
con tatto e sapienza diverse musiche per banda ed ha composto brani per
opere sacre e profane. Stupendi i suoi concerti a Villa Campolieto
organizzati dell'Ente Ville Vesuviane. Un artista che merita di essere
ancora maggiormente riconosciuto. Altri due uomini di spettacolo sono:
Gigi De Luca, cantautore di talento, attore, regista, organizzatore e
direttore artistico de "Il
Teatro della bazzarra". Francesco Cutolo, invece, è nato
scenografo, ma cura regie teatrali ed è il direttore artistico dei "Febi
armonici".
S. F. Raiola
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