Attualità sport 7

Il commento

di Vincenzo E. Miele

Contestazione? C’è Apuzzo di bruciato “Non riesco a gioire. Sono deluso dall’atteggiamento di qualcuno. Vorrei meritarmi la stima della gente, ma non ci riesco ancora. Sono amareggiato: dagli spalti qualcuno sperava nel pareggio del Fasano per iniziare la contestazione. Così non si fa il bene della Turris. I Sasso, i Ferraro, gli Apuzzo vanno via, la Turris resta. E’ questo che la gente dovrebbe capire”. Quasi con le lacrime agli occhi, al termine della vittoriosa sfida interna con il Fasano, Apuzzo esternava con queste parole il suo confuso stato d’animo.
Pesano come macigni queste affermazioni, soprattutto se si considera che la Turris ha conquistato la sua terza vittoria in campionato e veleggia, non ancora a vele spiegate, nei mari alti della classifica. Lo sfogo del tecnico è giustificato dal comportamento di una parte della tifoseria che non crede nel suo operato, imputandogli, spesso, anche colpe non sue. Apuzzo, fin dalla prima giornata di campionato, si è comportato da vero professionista. Si è addossato tutte le responsabilità per le battute d’arresto contro Acireale e Puteolana. Ha dato i meriti alla squadra in occasione delle tre vittorie riportate ai danni di Tricase, Castrovillari e Fasano. Avrebbe potuto sbandierare i risultati ottenuti come contropartita alle critiche ma Apuzzo non lo ha fatto.
Qualche “grande” allenatore di serie A, in occasione di una bruciante sconfitta, ha pesantemente offeso la sua squadra senza assumersi minimamente le proprie colpe. Forse avrebbe dovuto comportarsi in questa maniera anche mister Apuzzo. Ma il tecnico di Pimonte è fatto di tutt’altra pasta. Carattere troppo espansivo e gioviale, e proprio il suo essere ruspante e alla mano lo sta penalizzando. E’ uno che vive troppo intensamente il suo lavoro, e crede in quello che fa. Ma, purtroppo, si sta facendo travolgere dalle emozioni. Essere criticato fa parte del suo lavoro, e Apuzzo può dormire sonni tranquilli perché ha le spalle al sicuro. Sia perché la società inizia a credere nel disegno che sta mettendo in pratica, sia perché la squadra è tutta dalla sua parte. Lo dimostra l’abbraccio oltremodo caloroso riservato al tecnico dall’intera squadra al gol del vantaggio realizzato da Matticari.
Quel “qualcuno” è prevenuto nei suoi confronti. Aspetta la mossa sbagliata per poter pesantemente criticare. L’allenatore corallino, dal canto suo, non dovrebbe dar troppo peso a questo “qualcuno” e continuare dritto per la sua strada senza farsi intimorire da nessuno. Alla fine sono i risultati che contano. E per adesso, seppure senza brillare, la Turris li sta ottenendo. Tre vittorie su cinque gare disputate sono un buon viatico per un futuro roseo. Ciò che non convince appieno è l’atteggiamento troppo remissivo degli undici torresi dopo il raddoppio.
Non è l’allenatore che impone ai suoi ragazzi di arretrare il baricentro ma è una cosa inconscia che capita quando sei su un vantaggio sicuro. Era successo già contro il Castrovillari: ma sia l’inconsistenza dell’avversario, sia il terzo gol avevano chiuso la contesa.
E’ successo nuovamente contro il Fasano. In vantaggio di due gol e con un uomo in più, la Turris non ha saputo congelare il possesso palla, giostrando la partita a suo piacimento e portando tranquillamente a casa una partita messa “al fresco” già da tempo. Ha accusato la veemente reazione degli uomini di Geretto ed ha iniziato ad incassare, costretta alle corde.
Fortuna che ci sono in formazione giocatori di tecnica superiore che possono risolvere la pratica con un guizzo o una giocata. Il centrocampo annaspa, alla ricerca di una precisa identità. Si aspetta sempre che Coppola prenda il mano il pallino del gioco. Ma nel frattempo le bocche di fuoco continua a colpire. Rizzioli, in collaborazione con il pendolino Maddè, ha imperversato sulla sinistra. Matticari, ancora non al 100%, ha dimostrato di essere un bomber di razza. Strepitoso il pallonetto delizioso con il quale ha mandato in visibilio il “Liguori”.
 La Turris ha tutti i numeri per fare bene, ed andare molto lontano. Bisogna dare solo il tempo e la serenità all’intero ambiente per poter lavorare in santa pace. Poi, se sono rose fioriranno...
La sorpresa. L’ex ala della Paganese ha realizzato la sua prima rete tra i professionisti.

Un omaggio dopo il gol per Padre Pio Cannalonga ha una dedica particolare Contro il Fasano, Domenico Cannalonga ha realizzato il suo primo gol in C2. Per l’occasione ha avuto una dedica speciale. “Dedico questo mio primo gol a Padre Pio. Sono molto devoto al frate di Pietralcina e approfitto dell’occasione per regalare a lui questa rete”.
Un gol importante così come la vittoria della Turris... “A parte le polemiche che ci hanno accompagnato in questi giorni, eravamo scesi in campo pronti a vincere a tutti i costi. E’ stata una partita combattuta da entrambe le parti. La Turris ha saputo sfruttare le migliori occasioni con ottimi contropiedi nonostante le difficoltà di equilibrio incontrate su un terreno poco compatto e scivoloso”. Dopo l’espulsione di De Napoli, nelle fila del Fasano, la Turris è calata di tono contrariamente a quanto ci si sarebbe aspettati da una squadra in superiorità numerica...
“L’espulsione è stata giusta perché De Napoli ha commesso un fallo di reazione su Ruggiero. Credo che la Turris abbia cambiato il proprio gioco dopo quell’episodio. Abbiamo continuato a lottare. Fisicamente la squadra è in forma, tranne alcuni elementi che hanno bisogno di più tempo per carburare. Sono comunque elementi che possono dare una marcia in più alla Turris. Non ci manca niente. Siamo una squadra competitiva e la vittoria, oltre a classificarci fra i primi posti, fa anche bene al morale. Di tutti”.
E Domenico Cannalonga come sta? “Sto benissimo. Sono giovane, ho 22 anni e tanta voglia di far bene. Cerco sempre di dare il massimo anche in allenamento. Domenica il mister mi ha fatto scendere in campo per contenere gli avversari sulla fascia destra e per spingere al momento opportuno. Dopo il gol mi è venuto spontaneo andare ad abbracciare Apuzzo. Ha dimostrato di avere fiducia in me e mi ha sempre incoraggiato dicendomi che, prima o poi sarebbe arrivato il mio momento. Penso che sia arrivato proprio domenica scorsa e non l’ho sprecato”.
                                                                nunce
 
L’ANALISI
DELL’AVVERSARIO

Foggia, falsa partenza Non è facile ripartire dopo la cocente delusione patita lo scorso campionato. Da tutti considerata come la superfavorita per la promozione in C1 alla pari del Messina, il Foggia dell’allora tecnico Braglia ha deluso tutte le aspettative. Raggiunti gli spareggi ma l’Acireale ha soffiato quella finale che poteva dare l’accesso al rilancio di una formazione blasonata che solo qualche anno fa calcava prestigiosi palcoscenici.
Rivoluzionato l’intero organico, sono partiti pezzi da novanta come Nicodemo, Pietranera, Botticella, Aruta, Menchetti. Problemi societari si sono susseguiti a valanga in un’infuocata estate. Sembrano risolti completamente con la cessione dell’intero pacchetto societario dalle mani di Sensi, patron della Roma, in quelle dell’ex laziale Giorgio Chinaglia, presidente di una cordata che aveva rilevato in estate anche il Marsala, prima che questa fallisse per inadempienze economiche.
Partenza falsa dei satanelli in campionato: una vittoria, un pareggio e ben tre sconfitte. Per di più consecutive. E’ in bilico la posizione di mister Mancàno, foggiano purosangue, che si accollato un bell’impegno, sedendosi su una panchina calda come questa. Gravi intemperanze ci sono state nelle scorse settimane, da parte di una nutrita frangia di tifosi che ha contestato in maniera vibrata la squadra ed il tecnico.
L’unica vittoria risale alla seconda giornata di campionato: netto il 4-1 al Nardò dopo che i granata erano pure passati in vantaggio. Nell’altra gara giocata allo “Zaccheria” a sorpresa il Sora ha imposto per 0-1 un inatteso stop alle ambizioni dei pugliesi. Fuori casa, se si eccettua il pareggio al debutto a Barcellona (2-2), due sconfitte pesanti sono arrivate a Catanzaro (2-1) e a Campobasso (2-0).
Non riesce ancora ad esprimersi al meglio la compagine rossonera. Attua un 4-3-3 con le ali molto larghe che spesso ripiegano a dare man forte al centrocampo. Di tutto rispetto è soprattutto la linea mediana che si avvale della presenza di giocatori importanti quali Bevo, ex corallino, Marroccolo e Bettini. Il tridente d’attacco è composto da Ricchetti e Papa che agiscono sugli esterni e da Molino, bomber di razza come centravanti. Tra i pali una vecchia conoscenza dei gironi meridionali Efficie; in difesa Palo, Mariniello, Melillo e Carannante, che avrebbe potuto vestire la casacca corallina, infatti era al centro dell’attenzione degli interessi della Turris. Lo scorso campionato le due squadre si incontrarono alla penultima giornata in Puglia. Terminò a reti bianche, e la Turris fece un importante passo per la conquista dei playout.                                                 gem