Il commento
di Vincenzo E. Miele
Contestazione? C’è Apuzzo di bruciato “Non riesco a gioire. Sono deluso
dall’atteggiamento di qualcuno. Vorrei meritarmi la stima della gente, ma non
ci riesco ancora. Sono amareggiato: dagli spalti qualcuno sperava nel pareggio
del Fasano per iniziare la contestazione. Così non si fa il bene della Turris.
I Sasso, i Ferraro, gli Apuzzo vanno via, la Turris resta. E’ questo che la
gente dovrebbe capire”. Quasi con le lacrime agli occhi, al termine della
vittoriosa sfida interna con il Fasano, Apuzzo esternava con queste parole il
suo confuso stato d’animo.
Pesano come macigni queste affermazioni, soprattutto se si considera che la
Turris ha conquistato la sua terza vittoria in campionato e veleggia, non
ancora a vele spiegate, nei mari alti della classifica. Lo sfogo del tecnico è
giustificato dal comportamento di una parte della tifoseria che non crede nel
suo operato, imputandogli, spesso, anche colpe non sue. Apuzzo, fin dalla prima
giornata di campionato, si è comportato da vero professionista. Si è
addossato tutte le responsabilità per le battute d’arresto contro Acireale e
Puteolana. Ha dato i meriti alla squadra in occasione delle tre vittorie
riportate ai danni di Tricase, Castrovillari e Fasano. Avrebbe potuto
sbandierare i risultati ottenuti come contropartita alle critiche ma Apuzzo non
lo ha fatto.
Qualche “grande” allenatore di serie A, in occasione di una bruciante
sconfitta, ha pesantemente offeso la sua squadra senza assumersi minimamente le
proprie colpe. Forse avrebbe dovuto comportarsi in questa maniera anche mister
Apuzzo. Ma il tecnico di Pimonte è fatto di tutt’altra pasta. Carattere
troppo espansivo e gioviale, e proprio il suo essere ruspante e alla mano lo
sta penalizzando. E’ uno che vive troppo intensamente il suo lavoro, e crede
in quello che fa. Ma, purtroppo, si sta facendo travolgere dalle emozioni.
Essere criticato fa parte del suo lavoro, e Apuzzo può dormire sonni
tranquilli perché ha le spalle al sicuro. Sia perché la società inizia a
credere nel disegno che sta mettendo in pratica, sia perché la squadra è
tutta dalla sua parte. Lo dimostra l’abbraccio oltremodo caloroso riservato
al tecnico dall’intera squadra al gol del vantaggio realizzato da Matticari.
Quel “qualcuno” è prevenuto nei suoi confronti. Aspetta la mossa sbagliata
per poter pesantemente criticare. L’allenatore corallino, dal canto suo, non
dovrebbe dar troppo peso a questo “qualcuno” e continuare dritto per la sua
strada senza farsi intimorire da nessuno. Alla fine sono i risultati che
contano. E per adesso, seppure senza brillare, la Turris li sta ottenendo. Tre
vittorie su cinque gare disputate sono un buon viatico per un futuro roseo.
Ciò che non convince appieno è l’atteggiamento troppo remissivo degli
undici torresi dopo il raddoppio.
Non è l’allenatore che impone ai suoi ragazzi di arretrare il baricentro ma
è una cosa inconscia che capita quando sei su un vantaggio sicuro. Era
successo già contro il Castrovillari: ma sia l’inconsistenza dell’avversario,
sia il terzo gol avevano chiuso la contesa.
E’ successo nuovamente contro il Fasano. In vantaggio di due gol e con un
uomo in più, la Turris non ha saputo congelare il possesso palla, giostrando
la partita a suo piacimento e portando tranquillamente a casa una partita messa
“al fresco” già da tempo. Ha accusato la veemente reazione degli uomini di
Geretto ed ha iniziato ad incassare, costretta alle corde.
Fortuna che ci sono in formazione giocatori di tecnica superiore che possono
risolvere la pratica con un guizzo o una giocata. Il centrocampo annaspa, alla
ricerca di una precisa identità. Si aspetta sempre che Coppola prenda il mano
il pallino del gioco. Ma nel frattempo le bocche di fuoco continua a colpire.
Rizzioli, in collaborazione con il pendolino Maddè, ha imperversato sulla
sinistra. Matticari, ancora non al 100%, ha dimostrato di essere un bomber di
razza. Strepitoso il pallonetto delizioso con il quale ha mandato in visibilio
il “Liguori”.
La Turris ha tutti i numeri per fare bene, ed andare molto lontano.
Bisogna dare solo il tempo e la serenità all’intero ambiente per poter
lavorare in santa pace. Poi, se sono rose fioriranno...
La sorpresa. L’ex ala della Paganese ha realizzato la sua prima rete tra i
professionisti.
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Un omaggio dopo il gol per Padre Pio Cannalonga ha una
dedica particolare Contro il Fasano, Domenico Cannalonga ha realizzato il
suo primo gol in C2. Per l’occasione ha avuto una dedica speciale. “Dedico
questo mio primo gol a Padre Pio. Sono molto devoto al frate di
Pietralcina e approfitto dell’occasione per regalare a lui questa rete”.
Un gol importante così come la vittoria della Turris... “A parte le
polemiche che ci hanno accompagnato in questi giorni, eravamo scesi in
campo pronti a vincere a tutti i costi. E’ stata una partita combattuta
da entrambe le parti. La Turris ha saputo sfruttare le migliori occasioni
con ottimi contropiedi nonostante le difficoltà di equilibrio incontrate
su un terreno poco compatto e scivoloso”. Dopo l’espulsione di De
Napoli, nelle fila del Fasano, la Turris è calata di tono contrariamente
a quanto ci si sarebbe aspettati da una squadra in superiorità
numerica...
“L’espulsione è stata giusta perché De Napoli ha commesso un fallo
di reazione su Ruggiero. Credo che la Turris abbia cambiato il proprio
gioco dopo quell’episodio. Abbiamo continuato a lottare. Fisicamente la
squadra è in forma, tranne alcuni elementi che hanno bisogno di più
tempo per carburare. Sono comunque elementi che possono dare una marcia in
più alla Turris. Non ci manca niente. Siamo una squadra competitiva e la
vittoria, oltre a classificarci fra i primi posti, fa anche bene al
morale. Di tutti”.
E Domenico Cannalonga come sta? “Sto benissimo. Sono giovane, ho 22 anni
e tanta voglia di far bene. Cerco sempre di dare il massimo anche in
allenamento. Domenica il mister mi ha fatto scendere in campo per
contenere gli avversari sulla fascia destra e per spingere al momento
opportuno. Dopo il gol mi è venuto spontaneo andare ad abbracciare Apuzzo.
Ha dimostrato di avere fiducia in me e mi ha sempre incoraggiato dicendomi
che, prima o poi sarebbe arrivato il mio momento. Penso che sia arrivato
proprio domenica scorsa e non l’ho sprecato”.
nunce
L’ANALISI
DELL’AVVERSARIO
Foggia, falsa partenza Non è facile ripartire dopo la cocente
delusione patita lo scorso campionato. Da tutti considerata come la
superfavorita per la promozione in C1 alla pari del Messina, il Foggia
dell’allora tecnico Braglia ha deluso tutte le aspettative. Raggiunti
gli spareggi ma l’Acireale ha soffiato quella finale che poteva dare l’accesso
al rilancio di una formazione blasonata che solo qualche anno fa calcava
prestigiosi palcoscenici.
Rivoluzionato l’intero organico, sono partiti pezzi da novanta come
Nicodemo, Pietranera, Botticella, Aruta, Menchetti. Problemi societari si
sono susseguiti a valanga in un’infuocata estate. Sembrano risolti
completamente con la cessione dell’intero pacchetto societario dalle
mani di Sensi, patron della Roma, in quelle dell’ex laziale Giorgio
Chinaglia, presidente di una cordata che aveva rilevato in estate anche il
Marsala, prima che questa fallisse per inadempienze economiche.
Partenza falsa dei satanelli in campionato: una vittoria, un pareggio e
ben tre sconfitte. Per di più consecutive. E’ in bilico la posizione di
mister Mancàno, foggiano purosangue, che si accollato un bell’impegno,
sedendosi su una panchina calda come questa. Gravi intemperanze ci sono
state nelle scorse settimane, da parte di una nutrita frangia di tifosi
che ha contestato in maniera vibrata la squadra ed il tecnico.
L’unica vittoria risale alla seconda giornata di campionato: netto il
4-1 al Nardò dopo che i granata erano pure passati in vantaggio. Nell’altra
gara giocata allo “Zaccheria” a sorpresa il Sora ha imposto per 0-1 un
inatteso stop alle ambizioni dei pugliesi. Fuori casa, se si eccettua il
pareggio al debutto a Barcellona (2-2), due sconfitte pesanti sono
arrivate a Catanzaro (2-1) e a Campobasso (2-0).
Non riesce ancora ad esprimersi al meglio la compagine rossonera. Attua un
4-3-3 con le ali molto larghe che spesso ripiegano a dare man forte al
centrocampo. Di tutto rispetto è soprattutto la linea mediana che si
avvale della presenza di giocatori importanti quali Bevo, ex corallino,
Marroccolo e Bettini. Il tridente d’attacco è composto da Ricchetti e
Papa che agiscono sugli esterni e da Molino, bomber di razza come
centravanti. Tra i pali una vecchia conoscenza dei gironi meridionali
Efficie; in difesa Palo, Mariniello, Melillo e Carannante, che avrebbe
potuto vestire la casacca corallina, infatti era al centro dell’attenzione
degli interessi della Turris. Lo scorso campionato le due squadre si
incontrarono alla penultima giornata in Puglia. Terminò a reti bianche, e
la Turris fece un importante passo per la conquista dei playout.
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