CHE NE SARA'
DI VILLA SORA?
Dal giornale "La Torre".
Villa Sora! Un formidabile evento! Un
sogno divenuto realtà! La memoria della nostra romanità! Le radici della
nostra storia!
Queste L’esclamazioni di noi torresi quando nell’area della
villa romana, già scoperta nel 1797-98 per interessamento del principe
ereditario Francesco I di Borbone e che restituì le statue del Satiro
versante, dell’Ercole col cervo, due affreschi teatrali e vari altri
reperti, dopo due secoli di abbandono e devastazioni nel 1989-90 furono
intrapresi lavori di scavo dalla Sovrintendenza Archeologica di Pompei
diretta dal dott. Baldo Conticello, merce lo stanziamento di 100 milioni
da parte del Ministero dei Beni Culturali, cui si aggiunse quelio di 20
milioni da parte della Banca di Credito popolare.
Col lavoro dell’ispettore dott. Mario Pagano furono riportate alla luce
quattro stanze di tale complesso, decorosamente affrescate e pavimentate e
furono esaminati e in parte consolidati muri in opera reticolata sparsi
all’intorno. Si raccolsero numerosi affreschi parietali in frammenti
che, ricomposti in parte, sono stati poi esposti in mostre in Giappone, a
Torino e alla Reggia di Portici. Il dott. Pagano enunciò varie volte
sulla stampa locale e su quella specializzata e in conferenze, un progetto
di scavo di ampio respiro che puntava al completamento dell’esplorazione
della villa con la creazione di un parco archeologico recintato e
protetto, chiedendo l’impegno delle forze politiche ed economiche
locali, come 1’Amministrazione Comunale guidata dall’avv. Franco
Palomba e poi dall’avv. Salvatore Polese e la stessa Banca mostratasi
interessata al progetto col presidente dott. Francesco Coscia.
Esauriti i finanziamenti, il dott. Conticello dichiarò spiacevolmente che
non poteva di più. Lo scavo fu fermato e le stanze scoperte vennero
protette provvisoriamente con un recinto e una tettoia di lamiere, mentre
gli altri muri sparsi nell’area rimasero all’aperto, il tutto privo di
sorveglianza. L’Amministrazione Comunale prometteva 250 milioni che pero
non venivano erogati, il Ministero altri 200 e sottoponeva 1’area a
vincolo, autorizzandone 1’esproprio (Il Mattino, 1 ott. l991; Roma, 7
gen. 1992). Si procedeva ad un progetto per la realizzazione del parco
archeologico che prevedeva appunto l’esproprio e che veniva inviato
dalla Sovrintendenza al Ministero; il Comune ripuliva gran parte dell’area,
un breve scavo liberava dal terreno un settore del peristilio della villa
(La Città, agosto 1993). Si registrava l’impegno assunto dall’Amministrazione
Comunale col sindaco prof. Cutolo di approntare il progetto dcfinitivo del
parco e si dava notizia pubblicamente che il Ministero aveva completato l’esproprio
dell’area della villa (La Ginestra, genn. febbr. 1996; La Torre, 23
febbr. 1996). |
L’Amministrazione sponsorizzava il progetto e siglava
un accordo per 1’esproprio col proprietario del terreno dott. Tony
Montella, mentre ingegneri gli, architetti e geometri di Palazzo La Salle
firmavano il progetto, sempre con l’auspicio di un adeguato
finanziamento (La Torre, 16 marzo 1996); inoltre siglava con la
Sovrintendenza una convenzione per la realizzazione del parco (Il Mattino,
26 febbr. 1997). Ma nonostante i buoni propositi e le promesse, con il cambiamento
dei vertici delle dirigenze alla Sovrintendenza, al Comune e alla Banca,
tutto e andato dimenticato fino ad oggi.
Sollecitato dal direttore di questo periodico di redigere un articolo sul
destino della villa, ho fatto una visita sul luogo e vi ho notato uno
spiacevole degrado, con 1’abbattimento di parte del recinto metallico in
vari punti, il franamento del terreno e dovunque alti cespugli di erbacce,
pietrame e stracci vecchi. Sono andato poi dal dott. Pagano, ora direttore
degli Scavi di Ercolano, il quale non ha saputo dirmi alcunché in merito
per il futuro e mi ha pregato di rivolgermi al nuovo Sovrintendente dott.
Guzzo, il quale, se interrogato, non manifesterebbe alcuna intenzione a
proseguire i lavori a Torre, essendo impegnato a Pompei e per Ercolano e
restio a scavare nientemeno che la famosa e promettente Villa dei Papiri.
Ed allora? Non resta che prendere qualche iniziativa locale. Se è vero
tutto ciò che le Amministrazioni Comunali precedenti hanno fatto o
cercato di fare per lo scavo della villa, quella attuale col sindaco avv.
Del Giudice e 1’assessore Paola Grado rispolverino la questione e, col
beneplacito della Sovrintendenza e del Ministero, si accingano ad
intervenire, finanziando 1’acquisizione del terreno e lo scavo
essenziale o almeno, con una spesa minore, sistemando l’area con una
buona recinzione di rispetto e ripulendo periodicamente dalle sconcezze
che andrebbero accumulandosi. In tal senso l’Associazione Pro Loco
rivolgerà un’istanza scritta documentata con articoli di stampa.
In questo lavoro collaborerebbero la Banca di Credito Popolare o/e qualche
altra Banca, seguendo l’esempio di altre italiane che hanno fatto del
recupero dei monumenti un motivo del loro orgoglio, nonché qualche
imprenditore privato. E potrebbero ancora affiancarsi, col sistema dell’adozione
per la salvaguardia e la cura, entità culturali quali il Ginnasio-Liceo
Classico De Bottis, Legambiente, il Lions Club, il Rotaract Club, come
allo stesso modo hanno recentemente chiesto di fare gli alunni della
Scuola Media ”Sasso” per le Cento Fontane (La Torre. 18 nov. 1999).
Villa Sora, che è il simbolo della nostra romanità ed è considerata
dagli studiosi una delle più notevoli della zona vesuviana, è una
ricchezza da aggiungere al nostro patrimonio culturale e
artistico-archeologico, è abbandonata e intristita così come si trova
per apatia e incuria, subendo le offese degli agenti atmosferici e dei
ladri che hanno già asportato affreschi e pavimenti marmorei, non può
finire distrutta, ma deve, con decisa buona volontà, essere salvata in
extremis con l’indispensabile concorso di tutti noi torresi.
Ciro Di Cristo |