Da: Musica, mare, ammore.
Versi, poesie e musica di Raimir di M. Albanese e S. F. Raiola, Edizioni
"Il Tipografo", Casavatore (NA).
Per gentile concessione dell'autore S. F. Raiola.
Giuseppe Raiola nacque a Torre del Greco il 26 aprile 1897 ed ivi
morì il 31 marzo 1982. Giovanissimo si arruolò tra i "Cacciatori
delle Alpi" e successivamente fra gli "Arditi d'Italia",
lui, figlio di una città di mare.
Di temperamento mediterraneo, amante della Patria, fu sempre in prima
linea e più volte decorato, riportando una medaglia d'argento al valor
militare. Più volte catturato e fatto prigioniero, fu ferito gravemente
a Vittorio Veneto e spedito a Fornaci di Barga, ove, stabilitosi nel
1919, compose "Quann è primmavera". La primavera gli
ispirò tante belle canzoni e proprio in primavera volle morire. Il
primo componimento risale al 1913 "Canta" su versi di Paolo
Perilli di San Giuseppe Vesuviano.
Dopo la guerra, tornato a casa compose tante altre belle canzoni e, la
tabaccheria di suo padre, in Via Cappuccini, divenne il polo per gli
artisti del tempo: D'amato, Mennella, Mazza, De Corsi, Tagliaferri,
Cioffi. Nel 1921 vinse il Primo premio assoluto con la canzone
"Miglio d'Oro" ad un concorso organizzato dal Principe di
Santobono.
In più il Conte Matarazzo nominò il giovane Peppino direttore del
"coro dei maestri cantori" di Torre del Greco. Il gruppo
musicale riscuoteva grande successo, tanto che un giorno a Piazza
Plebiscito Raffaele Viviani chiamò in disparte Peppino dicendogli:
"Guagliu', o ve ne jate vuie, o me ne vaco io!". (...)
Dal 1933 al 1937 per ben cinque volte consecutive vinse lo speciale
Primo premio della Piedigrotta napoletana. Erano i tempi in cui si
affermavano E. A. Mario, Bovio, Lama, Tagliaferri, Pisano, Cioffi,
Cinque, Gill, ecc. A Giuseppe Raiola mancò quel pizzico di
opportunismo, perché era franco e leale e non accettava imposizioni e
condizionamenti. Non risultando iscritto al partito fascista, e tanto più
privo della tessera, incontrò enormi difficoltà ad entrare nel giro
delle case editrici. (...)
Per poter mandare avanti la famiglia (ben cinque figli ed una moglie),
Peppino Raiola si esibiva come cantante o fine dicitore nelle periodiche
e nei locali di Torre del Greco. Spesso veniva invitato da famosi
cantanti in vari spettacoli. (...)
Poi ci fu la seconda guerra mondiale. Anni tristi. Schivo, senza un
impiego fisso, non aduso a chiedere, dignitoso anche nel bisogno? Gli
artisti, è risaputo non sono ordinati essendo per natura stravaganti ed
anche Peppino Raiola non seppe custodire le sue cose, le sue
composizioni liriche e canore. Le partiture di oltre cento canzoni si
sono volatilizzate, e solo alcune "stipate" tra gli scaffali
del Banco Lotto che gestiva poi al Corso Umberto I dopo la II Guerra
mondiale.
Tra i cumuli di "cartacce" ho ritrovato negli anni solo una
ventina di partiture veramente belle. Le altre sono strate trascritte
dall'esecuzione verbale. (...)
Si interessò al teatro recitando con le filodrammatiche locali. Ebbe
come compagni di scena: Nicola Di Donna, Crescenzo Mazza, Pasquale
Manzo, Mister Grotz, Peppino D'Istria, Antonio D'Auria e Magda D'Amato.
(...)
Contemporaneamente alla sua attività di poeta, musicista
ed...attore, collaborava attivamente anche alla vita culturale del
Dopolavoro Comunale organizzando insieme ad altri esposizioni
filateliche, mostre di libri e concorsi presepiali con la Forania di
Torre. (...)
Dopo la liberazione Giuseppe Raiola riuscì a trovare un'occupazione che
gli garantisse una vita dignitosa. Fu gestore di Banco Lotto. Giuseppe
Raiola, non più Peppino, "dava i numeri" e scriveva musica e
poesie! Ormai gli anni migliori se ne erano andati, e con la sua gioventù
anche l'entusiasmo. Pian piano a Raimir venne a mancare la
"scintilla". Anche in età matura, però, oltre i
sessant'anni, compose una delle sue più belle canzoni: 'E tesore
d''o Golfo, che riportò, insieme al carro allegorico di Torre del
Greco, il Primo premio durante la Piedigrotta del 1956. (...)
Si interessò di atletica, di ciclismo e di calcio fin dagli anni '30
con spiccate competenze. Scrisse per la nostra squadra molte canzoni.
Famose le cenulelle di Raimir con i suoi amici dove egli esibiva canzoni
e poesie tra la commozione di tutti. Ha dedicato poesie a tutti: a Don
Raffaele Onorato e Giuseppe Liguori, ad Amerigo Liguori, a Gianni Di
Maio ed al suo compariello Gino Perna, e, poco prima che morisse,
al nipote Giuseppe Raiola. Poi una sera di marzo se ne andò in punta di
piedi, così com'era venuto.
Le foto che seguono mi sono state fornite
dal Prof. Salvatore Flavio Raiola. Si prega i signori torresi di fornire
materiale audiovisivo e testimonianze per arricchire sempre più questo
nostro sito.
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Salvatore Raiola con il padre Raimir nella Villa Comunale 1970

Carro allegorico alla Festa di Piedigrotta del 1935 vincitore assoluto
insieme all'omonima canzone
"'E rricchezze d''o mare" di Raimir

Raimir con la sua canzone "'A curallina"
Campionato serie D vinto dalla Turris 1969-70

Fiera del Libro 1968 - Da sin. Nino Morra, Giuseppe Sbarra, Leo Pilloni,
Antonio Di Lecce e Raimir

Da sin. Giuseppe Raiola, Enrico Ruggiero,
Antonio Di Lecce, Antonio Mennella, Antonio Velardo, Antonio Madonna -
1966

Da sin. R. Coppola, C. Scognamiglio, S. Coscia, G. Aucella, A Di Lecce,
F. Nasti, D. Garofalo, V. Accardo, A Magliulo, R Mennella - 1965
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