Supplemento alla RIVISTA MARITTIMA N. 1 - 11 novembre 2002

Flavio Russo
Via Lamaria 137,  80059  Torre del Greco  (NA)
Telefono-Fax: 081 8473621
Cellulare: 339 2816195
E-mail: flaviorussocm@libero.it

 L'oro rosso di Torre del Greco
Aspetti militari della pesca del Corallo

   (Edizione illustrata con centinaia di immagini e foto)
per gentile concessione dell'autore
© 2002

Premessa

             Il rapporto che lega Torre del Greco con il corallo potrebbe motivatamente definirsi di corrispondenza biunivoca.

 1 - Veduta del golfo da Castellammare di Stabia: in alto a destra, alle falde del Vesuvio, l’abitato di Torre del Greco

E' emblematico,infatti,che le fonti inizino confusamente a certificare l'appellativo 'del Greco', in sostituzione del più remoto 'Octava' (1), quasi contestualmente al coinvolgimento di alcuni suoi abitanti nella pesca del corallo.Come pure che lo sviluppo socio-economico della cittadina segua, per grandi linee, nel corso dell'età moderna l'incrementarsi dell'attività corallara. Conseguenza, in ultima analisi, apparentemente imputabile all'impiego esaustivo dei suoi abitan­ti nel settore com­pren­dente l'estrazione,la lavora­zione e quindi la commercializzazione.Ma tale conclusione può soltanto parzialmente accogliersi poiché la vicenda fu ben diversa, caratterizzata, per alcuni secoli, da una insormontabile estraneità dei torresi alla fase più remunerativa e specialistica ovvero quella della valorizzazione del grezzo nonostante la indiscussa supremazia conquistatasi nella ricerca e nella pesca.Anche ad una indagine superficiale non sfugge che mentre quest'ultima impegnò sin dall'alto medioevo un crescente numero di suoi marinai in campagne progressivamente più lontane dal golfo di Napoli, la lavorazione dell'ambitissima formazione risale appena agli albori del 1800. E solo dopo l'Unità d'Italia Torre del Greco assurse a capitale incontrastata della gioielleria corallina, al punto da rendere quasi pleonastica l'accennata correlazione, perdendo nel frattempo quasi ogni ruolo nella pesca.
 
         
  Agli inizi dei nostri anni novanta con quasi 150 aziende tra medie e grandi, nelle quali trovano occupazione circa 5.000 addetti, con un fatturato annuo di 350 miliardi, per almeno due terzi provenienti dall'esportazione, la lavorazione del corallo rappresenta ormai una realtà produttiva tra le maggiori della Campania. Quanto alle celebri coralline sono un romantico ricordo, essendosi pressoché conclusa la partecipazione diretta dei marinai torresi all'approvvigionamento del grezzo.