TOTONNO PALLAPPESE
Credo nessuno si scandalizzi con la storia di
Totonne pallappese, perché una cosa e la villania da portuale e
un'altra l'umorismo erotico, anche se licenzioso. E poi, come posso
ovviare al dato di fatto che tutti i colleghi tipografi della cintura
vesuviana siano in un modo o nell'altro avviluppati nella problematica
psicosessuale. La storia di questo tipografo vesuviano, la cui
virilità, appunto ignea, si rivelava insufficiente, e patetica ed ilare
nel contempo.
Un giorno, nella mia bottega di Via Purgatorio dichiarò pubblicamente
che la sua coglia fungeva da guanciale, oramai, alla sua mentula
logorata ed in avanzato stato di atrofia, e gli epididimi completamente
aridi come le dune del Sahara. Non sarebbe il caso di ironizzare,
dileggiando un momentino il povero Totonno, ma il sesso e il peto sono i
temi centrali dell'umorismo vesuviano, quindi prendiamo la cosa sotto
l'aspetto del beneficio sociale di carattere evasivo a base di
flatulenza e sessuomania.
Veniamo al sodo, anche se non sarebbe proprio il caso di usare
questa frase fatta, perché Totonno pallappese era allo strenuo poiché
veniva insidiato dalla consorte ventiquattrore su ventiquattro, non
escluso le feste comandate, anzi. Lo pretendeva rapporti carnali sempre
e dovunque, molto spesso nella sua bottega, ad est del Vesuvio, contro
le pianocilindriche, sulle pedane impilate, là dove definire
ninfomania, quella della donna, equivarrebbe ad aggettivare piccolo
l'Universo.
L'ossessa, e non sono iperbolico, si rivelava un'autentica megagalassia
erotica in espansione. E poiché non rientrava nel suo ordine di idee la
trasgressione monogamica, essendo stata educata dalle teste di pezza,
pretendeva il legittimo dovere coniugale solo dal malcapitato,
minacciando, spesso, la richiesta d'intervento della Sacra Rota.
Quando, hailui, mi vidi apparire sull'uscio della tipografia Totonno,
pallido, emaciato, bacucco che più non si può, venticinque chilogrammi
abito e scarpe compresi, prognosticai la, quando prima, raccolta dei
suoi resti dal suolo, col cucchiaino, per dirla in gergo. Gli dissi che,
purtroppo, era condannato a soccombere sotto un assioma legislativo.
Nessuna normativa sociale planetaria si oppone all'ottemperanza del
dovere coniugale del maschio, da secoli detentore di priorità erotica
attiva, anche se in misura da sanatorio.
Doveva agire d'astuzia. Una volta falliti anche i tentativi,
suggeritile, della pratica onanistica o del bambolo gonfiabile, doveva
inevitabilmente ripiegare con un cavillo da paglietta, diventare, ad
esempio, pazzo, a cui tutto e tollerato
«Con I'aiuto di Santa Veronica, protettrice anche dei tipografi,
caro Totonno, dovrai divenire pazzo, e risolvi, tutto ti sara consentito
e tua moglie si guardera bene dall'usarti violenza».
«Io sono l'unico uomo al mondo - rispose Totonno con un fil di
voce - che non saprei simulare mai la pazzia, con tutta la debolezza
che mi ritrovo addosso mi scapperebbe a ridere... No, non e cosa».
«Non devi simulare la pazzia, Totonno caro, devi diventare pazzo sul
serio. Lo so che non è facile, ma a parte il fatto che sei sulla
strada, basta una spinta e ti verremo a trovare a Capodichino o ad
Aversa». Totonno pallappese al solo udire la parola spinta
si afflosciò su di una sedia dietro il banchetto d'accettazione della
mia bottega di Via Purgatorio:
«Solo una spinta ci vuole e poi esco dalla porta coi piedi avanti...
No... io non discerno più, scambio i testicoli di ciuccio per lampadine
elettriche e prendo le sputazze per monete d'argento. Sono un uomo
finito, ormai. Mi sono rassegnato, mi piange il cuore, però, pensando
ai ventidue figli miei, potenziali orfanelli».
Io postulavo la mia tesi e gli suggerii di coricarsi per qualche
giorno, onde quadagnare la giusta energia per mettere in atto
l'espediente, ma alla parola letto reagì con un mancamento.
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Castagnaro
«Allora fai una cosa - insistevo - va' in
riva al mare e, ravvivato dalla brezza, mettiti a pensare all'Universo.
Quante sono le galassie, Totonno? - L'uomo, o ciò che rimaneva d'esso,
scosse la testa. - Sono migliaia - ripresi - se non milioni, o
miliardi, chi sa. A che distanza da noi sta l'ultima galassia sperimentata
dall'uomo? - Totonno pallappese aveva dei lampi di luce negli occhi, poi
delle contrazioni maxillo facciali, quindi i primi sintomi frenopatici. -
Milardi di anni luce - aggiunsi. - Toto' la chiave per diventare
pazzo a breve termine e questa. Abbandonati a queste elucubrazioni,
intensamente: cosa c'è oltre l'Universo, ammesso che abbia una fine, e
oltre l'oltre cosa c'è, Toto', e oltre l'oltre dell'oltre cosa ci sarà
mai? ».
Questo episodio rivela un inedito. Nessuno sa che la barzelletta del
pazzo e della mazza di scopa, fu ispirata dal caso di Totonno pallappese,
che da quando, quel giorno, l'accompagnai al pronto soccorso, non s'è più
ripreso. Ma non mi sento colpevole per avergli insegnato il modo per
imparare a volare, non già per tener fede al luogo comune che la pazzia
è piu vicina alla verità, o per avallare la tesi di Michel Foucault: Mai
la psicologia potrà dire sulla follia la verità, perché è la follia
che detiene la verità sulla psicologia, ma perché è meglio, tutto
sommato, un pazzo vivo che un iper-eterosessuale morto.
Avrei voluto dire, pero, a Totonno, ma non feci in tempo, che avrebbe
dovuto spogliare il suo stato dall'elaborazione culturale dell'idea di
pazzia, che alimenta la stessa proprio con il timore diabolico
esorcizzante che la gente mostra nei confronti di essa e che si riallaccia
sempre al thanatos freudiano, quindi all'angoscia primaria dell'uomo.
Avrei voluto dirgli, antifreudianamente, che attraverso la libertà della
follia, senza, però, l'angoscia culturale ad essa connessa, aveva
adoperato la fuga dal sesso e non la sublimazione, per scongiurare
l'angoscia della morte. Avrei ancora voluto dirgli che anche la
solitudine, l'emarginazione, scevre da qualsivoglia elaborazione culturale
angosciante, sono tollerabili, anche se mai consigliabili, perché eludono
il concetto del sociale, quindi dell'amore come inverso della paura.
Forse aveva ragione il filosofo quando diceva: Nulla accade a un uomo
che la natura (e non la cultura) non l'abbia fatto capace di
sopportare.
Appena Totonno pallappese cominciò la spola tra le case di cura,
secondo la legge 180, la moglie prese i voti, ritornando alle origini di
quelle che erano state le cause dei suoi disturbi sessuali. Ma se i
familiari non avessero guardato con sospetto e timore Totonno, egli non
avrebbe preferito il covo uterino dell'ospedale per una famiglia di
spaventati, perché ancora immersi nell'ignoranza culturale medioevale.
Totonno, per dieci anni, ha puntato un asse di scopa verso la Via Lattea
all'alba e al vespero. Non ho mai capito se la sua fosse pazzia autentica
o scaltrezza napoletana. Quando alla fine gli tolsi la scopa di mano per
imitarlo, come tutti sapete mi rispose: «Sono anni che non vedo niente
io, lui se ne viene fresco fresco e vuole vedere».
Luigi Mari |