Ma esistono altre dimensioni 
oltre i limiti della nostra ragione?...

Berlusconi dice a S. Pietro di apprezzare molto il Paradiso, ma per sua indole preferisce l'inferno.
L'indomani si presenta nella "geenna" e nota che i suoi predecessori vengono infilzati dai tridenti e vangano letame. 
Belfagor gli dice: "Caro mio allora stavamo in campagna elettorale, oramai hai votato per noi!

Cos'è più difficile di tutto? Vedere coi tuoi occhi ciò che ti sta sotto il naso (Goethe)

L'autore di Torreomnia non intende trasmettere sermoni, non si arroga questo diritto altrui, ma conia, a modo suo, messaggi d'amore da un'ottica, per così dire, laico-artistico-letteraria, con tutto il rispetto dei protocolli liturgici della Chiesa, perché, Luigi Mari è cristiano convinto, e cattolico praticante, ma crede che Dio, in qualsiasi modo lo si chiami o lo si veneri nel modo sia la stessa unica suprema, misteriosa entità. 

L'amore è detto, pure: gracilità, mollezza, fiaccaggine, verbosità, barocchismo, ampollosità, qualunquismo, retorica, vetustà, anticaglia, residuato, ridondanza, vecchiume, ciarpame mentale, ecc.!

Ciò che conterebbe nel XXI secolo, sarebbe:
vigore, equilibrio, potere, riforma, pragmatismo, innovazione, incisività, sobrietà, business, idee tacitiane, new economy, cibernetica, ecc.

Molte cose nella vita sono illusioni. Basta vedere dal lato giusto. Le due immagini sono identiche, ma, semplicemente, capovolte.  
Vedi qui sotto:

          Scimmietta ti amo!

"...Una mattina, sul muro d'una quieta stradetta romana mi apparve gigantesco il messaggio di uno studente alla sua ragazza: "Scimmietta ti amo!". E subito sentii che quelle parole erano anche la mia nuova, definitiva dichiarazione d'amore all'essere umano".                                    
                                                Luigi De Marchi

Lo shock primario dell'uomo

Alla nuova luce di questo studio, la consapevolezza devastante del nostro destino di mortali è alla base di tutti i problemi esistenziali dell'uomo, terrore esorcizzato, da millenni, con reazioni reattive e difensive delle più diversificate e contrapposte, dal nichilismo religioso alla criminalità. 

Questo shock primario, coniato dal lucido psicologo e  psicoterapeuta Luigi De Marchi (*), tra l'altro padre della "psicopolitica" ha scatenato, nei millenni "una miriade di miti e riti sempre più complessi, ma tutti sempre finalizzati a difendere l'essere umano dallo shock esistenziale e dalla relativa angoscia di morte... e magia e religione ne sono la difesa rassicurante...".
E ancora: "Questa colpa primaria dell'uomo è significativamente simboleggiata dalla brama di amare e di conoscere nel mito dell'Eden; e di lì le infinite persecuzioni di cui furono oggetto la donna, il sesso, il pensiero indipendente...". La presunta colpa delle origini è stata elaborata dalla mente umana sia in termini espiatori... (masochismo, conformismo, gregarismo)... sia in termini paranoicali... (proiezione della colpa e del Male sugli infedeli... (servilismi, sopraffazioni, violenze inflitte ad autoinflitte... la spinta ossessiva a propiziarsi il perdono e la grazia".

Ebbene l'assunto dell'opera "Lo shock primario" di questo geniale studioso stravolge le consolidate teorie di Freud, Reich ecc. essenzialmente nell'affermare che non sono le etichette nevrotiche e psicotiche, da essi coniate, le chiavi celate da scoprire e rimuovere perché conducono all' "istinto di morte", ma semplicemente è l'angoscia di morte come sorgente primaria di esse.

INSOMMA DE MARCHI SFIORA LA PROBA- BILITA' DELL'INESISTENZA DI DIO A CAUSA DI DIVERSE CATTIVA INTERPRETAZIONI RELIGIOSE UMANE.  
MA L'ENTITA' DIO  NON HA MOLTO DA SPARTIRE CON LE TEOLOGIE LIMITATE AL DI QUA DELLA SOGLIA DELL'INTELLIGENZA UMANA, CIOE' ALL'INTERNO DELLA DIMEN- SIONE CONOSCIUTA.

"…La crisi della psiche umana -
dice De Marchi - iniziata nel XVIII ed esplosa nel XIX e XX secolo si differenzia da tutte le precedenti perché appare molto più radicale e irreversibile non si tratta più di un conflitto tra elite culturali, ma della silenziosa e generale dissoluzione dei dogmi e delle credenze religiose nella psiche dei popoli attraverso un processo pervasivo di laicizzazione della società, dell’informazione e del clima culturale in genere. E dall’Europa questa crisi si è estesa a tutto il mondo industrializzato e va ora estendendosi anche al Terzo Mondo".…

A parere del sottoscritto Luigi Mari, in questo studio lucidissimo, illuminante, vasto ed analitico, De Marchi è geniale, almeno dal punto di vista diagnostico; anche se non accenna mai che lo shock primario insorge e viene associato all'esperienza, addirittura anche prenatale, del dolore fisiologico, (fulcro della difesa per antonomasia di tutti gli animali); perché senza questo "ricordo" o "associazione", nessuna angoscia umana "astratta", comunque somatizzante, sussisterebbe e persisterebbe.
Forse questo grande studioso sottintende questo punto, ma parlando di "origini" dei mali è utile annotarlo e reiterarlo.
L'ingegnoso De Marchi, negli scarsi accenni terapeutici suggerisce, ad esempio, l'ingegneria genetica per modificare lo stagnarsi del malessere mentale umano sterile e ripetitivo, privo, oggi, dei vecchi sostegni, col pericolo, inoltre, di ritornare alle antiche difese.  

"...insomma, superare i micidiali meccanismi psico-sociali dell’era millenarista e dogmatica in cui é tutt’oggi invischiato ed entrare nell’era dell’Acquario, favoleggiata dagli astrologi. Proprio perché cesserebbero di addossarsi l’un l’altro la colpa della propria infelicità e forse anche di rincorrere nel potere e nella ricchezza le proprie  illusioni d’onnipotenza e d’immortalità, gli uomini sentirebbero nascere in loro un nuovo, incontenibile moto d’amore, di solidarietà, di complicità. Dalla consapevolezza della comune solitudine cosmica, del comune drammatico destino, della comune alleanza contro il comune spietato nemico, zampillerebbe finalmente l’amore autentico: non più quello mafioso degli Eletti per gli altri Eletti, e neppure quello paternalistico degli Eletti che invocano sui Reprobi la clemenza d’un Giudice sovrumano e disumano sempre pronto a tremende vendette (Vecchio Testamento N.d.r.) (”Perdona loro perché non sanno quello che si fanno!”). Nascerebbe finalmente l’amore o almeno la solidarietà di tutti per tutti, perché ciascuno vedrebbe nell’altro non più una minaccia ma una vittima come lui, non più un nemico ma un oppresso e forse un ribelle come lui".

Quindi, aggiungo io Luigi Mari, cadrebbe l'
antagonismo bellico, artistico, sportivo,  ecc. emblema delle "difese" (simbologia delle lotte esplicite) linfa dei mass-media in fatto di audience. 
Sotto la chiave di lettura demarchiana pure l'antichissimo concetto di dualismo bene e male non sta più, come si suol dire, né in cielo, né in terra.
Il genio è colui che sa senza imparare, ma anche il genio opera nei limiti, al di qua della soglia della ragione umana, nei confini fisici e mentali dell'uomo nel penitenziario del proprio pianeta (al massimo del proprio sistema solare) e della corta visione cogitante e cognitiva rispetto all'universo. 
Il genio De Marchi risolve troppo presto il Mistero di Dio. Le incommensurabili distanze astronomiche, la profondissima e misteriosissima idea di Dio è e resta inconfutabile (malgrado qualche incongruenza interpretativa del Vecchio Testamento in relazione alla logica del Dio-Amore).
Anche un genio come De Marchi, dunque, tesse la sua teoria
sui profeti, sui predicatori, in ultima analisi sull'animale superiore nella sua evoluzione, soprattutto culturale, ma trascura (come d'altra parte anche molti di noi credenti) non già la priorità del concetto Dio, proprio perché imperscrutabile, ma persino l'accenno all'impossibilità logica, starei per dire matematica, della sua totale negazione. 
E finché si parla di uomini si associa inevitabilmente i termini imperfezione, "errore". Lo stesso De Marchi fa notare, ad esempio la cecità di Freud circa la priorità dell'angoscia di morte; persino il Papa ha chiesto pubblicamente perdono per gli "errori" della Chiesa lungo i secoli.
Finché il carissimo De Marchi, che stimo ed ammiro senza limiti (senza ombra di critica o di polemica) non ci suggerirà un'idea migliore non già dei profeti e dei predicatori, caduchi e fragili nel granellino terracqueo, ma di Dio, (come concetto d'equilibrio universale nelle sue incommensurabili distanze, riconducibile sicuramente alla innegabile capacità dell'uomo anche di amare, vecchio testamento permettendo), non è emergente, né utile, né salutare rinunciare a "contattare" i suoi "tramiti", soprattutto quando prestigiosi come Cristo, quale storicamente insostituibile veicolo di conduzione a Lui, anche se con qualche perplessità per l'operato delle "corporazioni" umane, talvolta fragili egotistiche e corruttibili, certo, in una nuova "ragion pura" libera da dogmi, abbagli, storture, minacce e imposizioni appunto millenaristiche, per dirla col nostro. 
Una diagnosi, però, sull'origine dei mali dell'umanità, pur se sorprendentemente illuminante e innovatrice, senza postulazioni decise e sicure in sostituzione e cura delle vecchie devastanti difese, ci suggerisce, allo stato, solo e a nient'altro che Dio, tradotto essenzialmente in idea di Dio nell'uomo e tra gli uomini, Entità non già più sorgente solo dal terrore devastante per la probabile assenza salvifica. Occorrono secoli per scardinare millenarie incrostazioni. Altrimenti insorgerebbe, in astinenza, una nuova angoscia, quella della millenaria e futura incapacità dell'uomo di sorridere all'idea della morte, magari semplicemente con la visione epicuriana di  essa.  
                                             Luigi Mari

(*) Luigi De Marchi "Lo Shock primario"(Scimmietta
     ti amo). Ediz Rai-Eri 2002 (se ne consiglia la
     lettura).

Maialino riposa su una tigre.
Ci troviamo nello zoo thailandese di Siracha
a 80 kilometri da Bangkog.
Lo Zoo addestra animali domestici e selvaggi a convivere pacificamente sin dai primi mesi di vita.

Tratto da GRAZIA n. 29 del 20-7-2004
Foto Sucree Sukplang/Reuters/Contrasto
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Riflessione di Luigi Mari:
Allora una palingenesi salverebbe l'umanità?
Forse tutti gli istinti bestiali negli animali "inferiori" e "superiori" sono modificabili senza ricorrere alla genetica?
Geni, cromosomi, DNA sono forse "memorie" biologiche?
Insomma il MALE, forse, viene dall'esterno e si annida?