Racconti
di Ermanno Buonocore
poeta torrese

 

Ricordi del passato corallino


Siamo nel 1957-58, tra il Vicoletto Ascione traversa di Via Roma e I° Vico Abolitomonte, c' era Don Pasquale, nome datogli per la sua presenza aitante, con il suo negozio chiamato  'O Canestare, vendita di panare, caneste e riparazioni sedie e altro di paglia e vimini.

Poi continuando a percorrere il vicoletto Ascione, all'angolo del I° Vico Abolitomonte, c'era 'O Verdummare, che vendeva frutta, mellune, ecc... Il suo nome era Luisce 'O Malecriate, per il fatto che non si capiva bene quando parlava e aveva il viso un po' strano.

Ora passiamo all'angolo di Corso Avezzana, Vico Abolitomonte e 1° Traversa Vittorio Veneto dove stava con una piccola baracca Mimi 're caramelle detto Mimi 'o zuoppo, per via di un problema alla gamba causatogli da una malattia infantile. Vendeva 'i franfellicche,  lo zuccherino che, man mano lo mangiavi, ti restavano le mani attaccaticce: erano di vari colori tenuti in barattoli di vetro. Poi c'erano i torroncini, detti 'e figli 'e zoccole, per via del loro colore scuro di zucchero cotto e nocciole. Poi Mimì nel periodo delle castagne si organizzava con fornacella ricavata da latte vuote e con una pentola vecchia di alluminio si cimentava a cuocere le allesse,

le cosiddette castagne cotte con foglie di lauro, per dare un tocco saporito. Infine, le vendeva in cuppetielli ricavati da fogli di giornali. Mimì in quella baracca aveva un'e tutte, a cominciare dalle spingole francesi e tanto altro un'e tutte ambulante. In più Mimi si dava da fare anche per sistemare fidanzamenti, nu poche ruffianelle, e tutta verità, c'ero anch'io. Ricordo Matrone Crescenzo, detto Musulline 'o fruttaiuolo, padre di 6 figli, tre uomini e tre donne, famiglia povera e molto disagiata, dormivano tutti in un solo vano di appena m 5 x 5, con bagno nell'androne del palazzo. Adiacente al bagno, se così si può chiamare, c'era 'O Buglione detto 'O Cantere, amico di uno dei figli, il secondo Andrea anche lui sposato e pieno di problemi economici a causa di mancanza di lavoro.

Io lavoravo nel panificio con mamma e con il mio patrigno Raiola Raffaele, molte volte di nascosto prelevavo qualche pezzo di pane e quant'altro potevo, per aiutare questa famiglia. Di quello che ho fatto e facevo non mi sono mai pentito e ho continuato la mia corsa per aiutare il prossimo, in questo modo dentro mi sento sempre pieno di gioia come desidero per il mio cuore. Mi sono dilungato, ma n'è valsa la pena, grazie.

Ricordo ancora i vecchi operai del panificio del mio patrigno, con nomignoli strani:

 Franchino   Bubburubbu'       Casinaro
 Ciruzze     Friarielle        'O Campagnuolo
 Franchine   Muolle muolle     Piano piano
 Austine     'O Cammelle       Cammina piano
 Giuvanne    Puruocchele       Parlava troppo
 Giuvanne    'O Calamucche     Parlando si bavava
 Tore        Mappelappone      Camminava zoppicando lento

 Franchine   'O Muorte         Faccia bianca
 Gennaro     'O Votta presse   Non respirava e non beveva
 Totonne     Squagliazogne     Nell'impastatrice girava la manovella

 Totonne     'O Cecatiello     Per un incidente aveva un solo occhio
 Niniello                                           
 Scala       'A Vecchiarella   Imitava la voce delle vecchiette