resentare la VI edizione dell'Immacolata a Torre è motivo di grande soddisfazione per me e per tutte lepersone che con fede e devozione ne curano la realizzazione. Sei anni di storia raccontati attraverso fotografie, pensieri teologici, emozioni e curiosità. Sei annidi lavoro apprezzati da tutti i nostri lettori. La chiave del successo? Innanzitutto l'umiltà delle persone che lavorano al progetto. Notizie semplici e scritte con il cuore. Un lavoro svolto con amore e fede, dedizione e passione, ma in particolare senza alcun scopo di lucro. Voglio ringraziare ancora una volta per la fiducia e l'interesse dimostrato il Settimanale “il Torrese" nella persona dell'editore nonché direttore responsabile Vincenzo Frulio unitamente al vicedirettore Maria Rosaria Picaro. Un ringraziamento particolare va al parroco della Basilica di Santa Croce don Giosuè Lombardo ed al viceparroco don Aniello Gargiulo per la disponibilità offertami, e a tutti i commercianti per aver affiancato l'iniziativa. Accolgo e ringrazio con entusiasmo il valido sostegno dell'Unione Cattolica Operaia SS. Assunta e del Comune di Torre del Greco nella persona del sindaco On. Ciro Borriello. La partecipazione da parte dell'Amministrazione Comunale è segno che questa festa oltre ad avere un valore religioso, racchiude anche un grande valore civile. Un grazie all'amico Luigi Ascione, grande devoto e mente storica sulla realizzazione del carro dell'Immacolata, per le notizie forniteci sulla ditta Sorrentino e per aver pubblicato tutti gli opuscoli dell'Immacolata a Torre sul portale web visitabile al sito www.immacolataditorre-delgreco.it. L'ultimo ringraziamento va ad una persona speciale. Sempre al mio fianco dalla prima edizione. Il suo impegno ha una valenza di dodici mesi all'anno. L'instancabile lavoro svolto è sicuramente la forza motrice della pubblicazione. Un grazie di cuore va per questo a Raimondo Mennella."A te o Maria sono dedicate queste umili pagine, affinché il tuo messaggio d'amore, la tua materna protezione, la tua devozione giunga nei cuori di tutti i lettori e di tutti i torresi che ricorrono a te quale Madre di grazia e di misericordia".
n una società in cui si avvertono sempre di più la perdita e la sconfitta dei valori alti nella vita, apprendere che giovani torresi, come Michele Tuoro, che da anni sono coinvolti in prima persona per atti di fede dimostrando alta e sentita devozione per l'Immacolata, è davvero rincuorante, nonché splendido paradigma per tutti coloro che hanno distrattamente svilito e svuotato il proprio impegno di fede o ancora peggio lo hanno smarrito. In questa ottica la festività dell'otto dicembre a Torre del Greco è un appuntamento di profonda commozione e sincera partecipazione che dopo anni si manifestano sempre con maggiore intensità nei cittadini torresi. Dagli artisti ai realizzatori della suggestiva macchina scenografica, su cui sempre si eleva la plastica immagine della Madonna, dagli infaticabili portatori del carro ai numerosi fedeli che accorrono e accompagnano lungo le strade cittadine l'effigie sacra,tutto ciò è testimonianza viva che palpita in un comune sentimento d'amore. Un giorno che ravviva le tradizionidella città del corallo. Luminosa, la cittadinanza tutta si riunisce in un unico mistico afflato religioso abbracciando l'Immacolata.
lla Vergine Santissima affido questo anno sacerdotale, chiedendole di suscitare nell'animo di ogni presbitero un generoso rilancio di quegli ideali ditotale donazione a Cristo ed alla Chiesa. Nonostante il male che vi è nel mondo, risuona sempre attuale laparola di Cristo ai suoi Apostoli nel Cenacolo: 'Nelmondo avrete tribolazioni, ma abbiate coraggio, io hovinto il mondo' (Gv 16,33). La fede nel Maestro divinoci dà la forza per guardare con fiducia al futuro”. CosìPapa Benedetto XVI conclude la Lettera per l'annosacerdotale proclamato in occasione del 150° anniversario del dies natalis di Giovanni Maria Vianney, il santo patrono di tutti i parroci del mondo. Tale anno, che vuole contribuire a promuovere l'impegno d'interio-re rinnovamento di tutti i sacerdoti per una loro più forteed incisiva testimonianza evangelica nel mondo di oggi,si concluderà nella stessa solennità del 2010. "Il Sacerdozio è l'amore del cuore di Gesù", soleva dire il santo curato d'Ars. Questa toccante espressione ci permette anzitutto di evocare con tenerezza e riconoscenza l'immenso dono che i sacerdoti costituiscono non solo per la Chiesa, ma anche per la stessa umanità. Penso atutti quei presbiteri che offrono ai fedeli cristiani e al mondo intero l'umile e quotidiana proposta delle parolee dei gesti di Cristo, cercando di aderire a Lui con i pensieri, la volontà, i sentimenti e lo stile di tutta la propriaesistenza. Come non sottolineare le loro fatiche apostoliche, il loro servizio infaticabile e nascosto, la loro carità tendenzialmente universale? E che dire della fedeltà coraggiosa di tanti sacerdoti che, pur tra difficoltà e incomprensioni, restano fedeli alla loro vocazione:quella di 'amici di Cristo', da Lui particolarmente chiamati, prescelti e inviati? Il carro di quest'anno ci aiuta a guardare Maria in mezzo agli Apostoli nel cenacolo,Maria che cammina col popolo di Dio pellegrino nel tempo, Maria accanto ad ogni sacerdote segno in ogni comunità di Gesù pastore e guida. Il Papa lega quest'anno al precedente e nota che 'la celebrazione del150° anniversario della morte di San Giovanni Maria Vianney (1859) segue immediatamente le celebrazioni appena concluse del 150° anniversario delle apparizioni diLourdes (1858). Già nel 1959 il Beato Papa Giovanni XXIII aveva osservato: 'Poco prima che il Curato d'Ars concludesse la sua lunga carriera piena di meriti, la Vergine Immacolata era apparsa, in un'altra regione di Francia,ad una fanciulla umile e pura, per trasmetterle un messaggio di preghiera e di penitenza, di cui è ben nota, da un secolo, l'immensa risonanza spirituale. In realtà la vita del santo sacerdote, di cui celebriamo il ricordo, era in anticipo un'illustrazione vivente delle grandi verità soprannaturali insegnate alla veggente di Massabielle.Egli stesso aveva per l'Immacolata Concezione dellaSantissima Vergine una vivissima devozione, lui che nel1836 aveva consacrato la sua parrocchia a Maria concepita senza peccato, e doveva accogliere con tanta fede egioia la definizione dogmatica del 1854'. Per questomotivo la lettera ai sacerdoti, richiama alla mente che il Santo Curato ricordava sempre ai suoi fedeli che 'GesùCristo dopo averci dato tutto quello che ci poteva dare,vuole ancora farci eredi di quanto egli ha di più prezioso, vale a dire della sua Santa Madre'.
l carro trionfante, come lo chiamava Camillo Balzano, apparve per la prima volta a Torre del Greco nel 1862, ma i torresi lo avevano già conosciuto a Napoli dove, fino al 1749, usciva un carro con la statuadell'Immacolata dalla chiesa di Montecalvario. Ma i nostri pescatori di corallo ebbero anche l'opportunità di ammirare in Sicilia, attraverso i loro viaggi, un carro detto "della zita". Da qui partì l'idea di costruire per la loro patrona, nel 1862, un carro che le rendesse omaggio; un progetto che per i torresi fu abbastanza facilmente realizzabile, in quanto a Torre vi erano i migliori carpentieri, costruttori di barche, decoratori e pittori.Tra questi vi fu sicuramente Vincenzo Sorrentino senior, detto "u paratore", artista e artigiano torrese conle mani d'oro, per i suoi addobbi religiosi di stile barocco. Fu realizzatore di altari costruiti nell'epoca d'oro della festa dei 4 Altari tra la fine dell''800 e gli inizi del'900, in cui si vantavano tra i ben 10 e 12 altari costruiti nel centro di Torre del Greco (uno in via SalvatorNoto, due in via Fontana, uno a corso Garibaldi, uno a largo San Giuseppe alle Paludi, due in via XX Settembre, uno in piazza del Popolo - oggi L. Palomba - uno in via Purgatorio, uno in via Venerabile V. Romano - dal 1963 Beato V. Romano - uno in via Cappuccini e uno in via Agostinella). Ma fu anche realizzatore del carro trionfante dell'Immacolata fino al 1936, mettendo in opera visiva i progetti dei grandi maestri Nicola Ascione, Giuseppe Palomba ed Enrico Taverna. Quest'ultimo fu l'ideatore del sistema dello scivolo. Una struttura munita di puleggia con la quale la statua dell'Immacolata veniva alzata ed abbassata a seconda delle circostanze, ma soprattutto per farlaemergere dalla struttura del carro durante l'uscita e l'in-gresso nella Basilica. L'eredità artistica di Vincenzo senior (che si spense nel 1937) fu proseguita poi daisuoi due figli Antonio e Stanislao, che sin dal 1919, ancora giovanissimi, avevano collaborato e lavoratocon il padre. Antonio Sorrentino, detto 'martelluccio d'oro' o 'u paratore', nacque a Torre del Greco il 28 aprile del1903. Sin da piccolo si appassionò al lavoro del padre riuscendone ad ereditare la sua maestria nell'opera del-l'addobbo. Era capace di creare veri e propri capolavori con le sue mani, con gesti antichi e con l'ausiliodei soli spilli. Fu artista appassionato e geniale,vero simbolo della festa dei 4 Altari, negli annid'oro, per le sue capacità realizzative. Fu anche emerito artefice di carri allegorici per la festa di Piedigrotta. Nella realizzazione di carri per la festa napoletana, i torre si detenevano il primato, lungo la sfilata l'interesse maggiore era per il carro di Torre del Greco. I vari comitati rionali di Napoli erano talmente esterrefatti dalla bravura dei torresi che, per quello realizzato dalla città del corallo, chiedevano perfino il premio "fuori concorso". Fu realizzatore del carro trionfante dell'Immacolata già dal 1919 (con il padre Vincenzo senior fino al 1937 e fino al 1958 con il fratello Stanislao) al 1962, creando dei veri e propri capolavori su progetti di Enrico Taverna, Antonio Candurro, Leonardo Perna ed Antonio Mennella. Nel 1954, in occasione dell'incoro-nazione dell'Immacolata, realizzò il fastoso addobbo nella Basilica di Santa Croce su progetto di Giuseppe Palomba. Venne a mancare il 18 agosto 1963. La sua pesante eredità nell'arte dell'addobbo festivo fu intrapresa dal figlio Vincenzo junior, detto 'u paratore'.Nato a Torre del Greco il 3 dicembre 1931, anche lui si appassionò ben presto al lavoro del padre. Dopo aver frequentato illocale istituto d'arte, dove si diplomò, nel 1949cominciò giovanissimo a lavorare con il padre e lozio Stanislao. Un vero e proprio addobbatore distile barocco. Ha lavorato sempre con attrezzi delpassato (spilli, chiodi,
colla di farina per la cartapesta, legno, rococò barocchi,costruiti con dei salsicciotti di paglia rinchiusi in stoffa tenuti uniti con spilli e poi ricoperti di carta dorata) proseguendo così la tradizione antica di suo nonnoVincenzo e di suo padre Antonio. Partecipò più voltecon carri allegorici alla festa di Piedigrotta fino allametà degli anni '80, facendo valere la tradizione torresecome migliore allestitore di carri. Sorrentino può ritenersi senza ombra di dubbio un grande artigiano prese-pista. Le sue opere sono state dei veri e propri capolavori di arte presepiale, ammirabili in diverse chiese torresi. Nel 1997 realizzò in concomitanza con altri artisti torresi un meraviglioso presepe donato alla città diAssisi ed esposto ancora oggi nella Basilica di SanFrancesco. Nel 1990, in occasione della visita di sua Santità Giovanni Paolo II nella città di Torre del Greco, realizzò il palco papale su progetto di Antonio Di Tuoro e sculture di Ciro Adrian Ciavolino, e curò con maestria anche tutti gli addobbi religiosi fuori e dentro laBasilica di S. Croce. Fu realizzatore, ancora giovanissimo, del carro trionfante dell'Immacolata dal 1949 (conil padre Antonio fino al 1962 e fino al 1958 con lo zio Stanislao) al 1997, realizzando progetti di molti artistitorresi e facendone dei veri capolavori d'arte. Sin daldopoguerra il laboratorio artigianale della dinastiaSorrentino è stato sempre ubicato presso il Monasterodegli Zoccolanti (quello a fianco la chiesa dellaMadonna delle Grazie) al piano terra, dove oltre allaboratorio, vi era un vero e proprio deposito di manufatti antichi (altari e sculture di Nicola Ascione, Antonio Mennella e di Giovanni Palomba, detto "capaianca"). Il deposito del legno (pali, tavole, ed altri legni che servivano per le feste) era invece situato sotto la Basilica di Santa Croce. Nel 1998, dopo la festa dei 4 Altari, Vincenzo junior Sorrentino cessò l'attività, ma ha sempre continuato come hobby quello che era stato il suolavoro di una vita: "u paratore". Lo rivediamo, infatti,con piacere ancora oggi durante la realizzazione del carro trionfante dell'Immacolata. Due dei suoi dipendenti storici sono stati senza alcun dubbio, Gennaro Ascione e Liberato Zeno. Gennaro Ascione, nato il 28 gennaio 1932 a Torre del Greco, detto anche lui 'u paratore' è stato intagliatore di legno, falegname e marittimo, prima di approdare nella ditta Sorrentino nel 1956. Da allora fino al 1992 fu un infaticabile lavoratore, molto appassionato e volitivo nell'ar-te dell'addobbo e dell'ap-
paratura festiva; ha lavorato prima con Antonio Sorrentino e poi con Vincenzo junior imparandone il mestiere. Dal 1992 (anno in cuiandò in pensione) al 1999, continuò come hobby il suolavoro prediligendo soprattutto la realizzazione delcarro trionfante dell'Immacolata (a cui è molto legato).
Dall'anno 2000 ha lasciato la sua città natale e si è trasferito con la famiglia a Rieti, ma nonostante la distanza e l'età, ancora oggi, come ai vecchi tempi, lo vediamo all'interno del carro trionfale, per la delicata operazione di alzata della statua dell'Immacolata, sia all'u-scita che al rientro in chiesa. Liberato Zeno, ha iniziato a lavorare con la ditta Sorrentino giovanissimo sin dagli inizi del 1960,operando prima con Antonio e poi con Vincenzo junior fino al1998. Da allora, con la cessazione dell'attività di Vincenzo Sorrentino junior, lavora sempre nel settore degli allestimenti e degli addobbi per le feste, e collabora con Riccardo Lamberti alla realizzazione del carro trionfante dell'Immacolata, di cui è molto devoto. Dopo la cessazione dell'attività da parte di Vincenzo Sorrentino junior nel 1998, un giovane artista torrese,Riccardo Lamberti, ha ereditato la sua passione e la sua arte. Dal 1998 la realizzazione del carro trionfale è infatti affidata al giovane Riccardo che svolge il lavoro appartenuto per un'in-tera dinastia alla famiglia Sor-rentino. Riccardo Lamberti, torrese di nascita, ha frequentato, conseguendone il di-ploma,il locale istituto d'ar-te. Sin da piccolo,appassionato dell'arte e della festa dell'Immacolata, realizzava un carro in miniatura che sfilava l'8 dicembre dietro a quello vero. Alla fine degli anni '80, quando era ancora giovanissimo, ha iniziato a frequentare il laboratorio artigianale di Vincenzo junior Sorrentino; lì, giorno dopo giorno, ha imparato il mestiere, l'arte dell'addobbo e dell'apparatura religiosa. Il suo debutto ufficiale è avvenuto nel 1998, quando il suo maestro Sorrentino ha cessato l'attività, e gli è stata affidata l'esecuzione del carro dell'Immacolata su progetto di Aniello d'Antonio. Ancora oggi, a distanza di undici anni, lo rivediamo all'opera nella laboriosa realizzazione del carro che lega la città di Torre del Greco all'amore materno della gloriosa Madre di Dio, Madre nostra e Madre della Chiesa.
Il Beato Vincenzo Romano e il curato
Giovanni Maria Vianney: due parroci
santi innamorati dell’Eucarestia e
I FASE: Dal progetto stilato da Nicola Consiglio membro dall'Ucai di Torre del Greco, sotto la coordinazione di Giacomo Fiorentino, ed esposto nella Basilica diSanta Croce il 19 settembre con l'inizio delle celebrazioni dei dodici sabati della Madonna, l'esecuzione passa nelle mani dell'artista torrese Riccardo Lamberti.Legno intagliato e chiodi danno vita alla struttura portante. L'abile maestria del-l'artigiano torrese da alla costruzione votiva una prima immagine tridimensionale. Alla fine del mese di ottobre il carro si presente in un insolita veste, interamente in legno. II FASE: Dopo la realizzazione della struttura portante, carta, spilli e materiali effimeri la fanno da padrone. Sipassa alla rivestitura delle strutture lignee. Il carro viene nuovamente diviso in tante parti e con un lungo lavoro certosino si rivestono di carta, nastri e decorazioni tutte le strutture. III FASE: Una volta terminato il rivestimento dei singoli pezzi, il tutto viene riassemblato sulla struttura portante costituita da pali in legno castagno, intelaiati mediante funi di canapa, e vengono ultimate le rifiniture e la collocazione dei quadri e dei bassorilievi. Tutto deve essere pronto per il giorno 7 dicembre quando il carro, alle ore14, viene spostato dalla navata di destra a quella centrale della Basilica di Santa Croce.
Struttura sulla quale sarà posato il bassorilievo adopera del professore Cirillo, rappresentante unafamiglia, prima cellula dell'intero popolo di Dio,che richiama la Chiesa, ogni parrocchia "famigliadelle famiglie"
Particolare dei gigli che ornanoil perimetro della struttura simbolo della purezza di Maria e della Chiesa.
uando si parla del carro dell'Immacolata, la mastodontica struttura votiva sulla quale s'innalza in tuttala sua regale bellezza l'immagine della Tutta Pura, un pensiero va ai carri in miniatura. Una tradizione storicalega il "carriciello", come lo chiamano in gergo i torresi,alla festività dell'otto dicembre. Costruito negli andronidei palazzi nei vari quartieri del centro storico e dellazona mare, il carriciello vuole essere un omaggio allaMadonna, segno di fede e amore instancabile versol'Immacolata Concezione. "Il carro in miniatura - afferma Mariano Esposito, presidente dell'Uco (UnioneCattolica Operaia Maria S.S. Assunta) - è parte integrante della festa dell'otto di dicembre, è un valore cristiano e culturale oltre ad essere storia e tradizione tramandata da generazione in generazione". Dall'idea del carriciello,anche quest'anno l'Unione cattolica operaia di viaComizi, ha organizzato la XVI edizione della Mostra deiCarri in Miniatura. Una particolare manifestazione dicultura volta ai ragazzi delle scuole elementari che coltivano una passione per la realizzazione del carrodell'Immacolata. In una mostra in cui si esalta l'attacca-mento alla tradizione che naturalmente è commista alla religiosità popolare, anche quest'anno per il quinto annoconsecutivo, non è mancato l'impegno degli alunni deicircoli didattici presenti sul territorio torrese, nel redigere un tema che richiamasse l'attenzione dei più piccoli,ad un anno in cui la Chiesa cristiana proclama l'annosacerdotale. Il testo del tema, scelto dal parroco di SantaCroce don Giosuè Lombardo, si riallaccia al piano pastorale 'Organizzare la Speranza', nel quale il nostro arcivescovo, il cardinale Crescenzio Sepe, auspica un movimento di riscoperta delle grandi figure ecclesiali del passato che coinvolga particolarmente i giovani. Una grande figura ecclesiale nella città di Torre del Greco, non poteva essere che il Beato Vincenzo Romano, primo parroco italiano elevato agli onori degli altari, modello divita per i sacerdoti del nostro tempo. Entusiasta del successo e dell'interesse sollevato di anno in anno da parte dei visitatori, si è espresso il segretario ed ex presidentedell'Unione cattolica operai torrese, Giovanni BattistaMazza. "La forte presenza da parte degli istituti scolastici è segno che la favilla di questa festa arde già con devozione nei cuori dei giovanissimi - commenta il segretarioMazza - La partecipazione di tanti giovani alle iniziativelegate alla solennità dell'Immacolata ci lascia ben sperare per un futuro sempre di più segnato da un radicaleattaccamento ad una devozione secolare lasciataci in eredità dai nostri avi". La mostra, allestita nella storica chiesetta della SS. Maria Assunta di via Comizi, ha apertocome da rituale le porte al pubblico dal giorno 1 fino alloscorso 9 dicembre, ospitando oltre i carri in miniatura,manufatti artigianali di arte sacra e una ricca galleriafotografica ritraenti le scene del musical "Don Vincenzo Romano lu prevete faticatore".
il posto del padre tramandandoMalgrado l'orario e il freddo umido una devozione di famiglia; dache cala sulla città, la gente già siIlardo Gabbriele del grupporiversa per le strade per porre ilgiallo, portatore da 10 anni delprimo saluto a Maria nella tradizio carro dell'Immacolata. Tra di nale celebrazione eucaristica del mattino. Tanti, tantissimi i torresi che sono tornati nella città natale per la celebrazione dell'Immacolata. C'è chi è tornato dal nord Italia, il marittimo in licenza, c'è chi addirittura arriva da New York. Chi sente scorrere nelle vene il puro sangue torrese, non può mancare nella giornata dedicata all'Immacolata. Si preferisce tornare a Torre del Greco l'otto di dicembre anziché per Natale. All'alba le condizioni meteorologiche sembrano non promettere niente di buono. Il parroco invita alla prudenza ed avvalla per una saggia decisione: la processione non si fa. Tutto rimandato a domenica 13, giorno di Santa Lucia. Anche se il sole stenta a farsi vedere, le previsioni meteo sono rassicuranti. Sono, infatti, le ore 10.10 quando dal segnale dato da un antico campanello in argento, consegnato dal parroco don Giosuè Lombardo nelle mani di Andrea D'Urzo, coordinatore della processione, il carro fra due ali di folla, e nel suono a festa delle campane della Basilica esce trionfale, a distanza di un anno. La città sembra fermarsi quando la statua si innalza maestosa su tutta la costruzione votiva, come ad abbracciare tutto il popolo convenuto. Descrivere quei momenti è impossibile… Nell'era delle tecnologia wap e dello streamingvia web, tanti sono i cellulari rivolti verso l'alto collegati ad un parente, un marittimo o una persona anziana lontana dalla città. Basta sentire il solo suono delle campane a festa ed il cuore arde di gioia e di commozione. Avvolto da un fragoroso applauso il carro in pendio scende le scale della prepositura torrese. Torre del Greco può riabbracciare la sua patrona. Il voto fatto dai nostri avi che da 148 anni lega il popolo torrese all'Immacolata Concezione è stato rinnovato. Il carro sfila trionfale perle strade della città, accolto da tanti fedeli che sbucano da ogni angolo e da ogni stradina. Dai balconi, di damasco vestiti, il passaggio della Vergine è accolto con lancidi petali e coriandoli colorati. Precedono il carro il parroco della Basilica, don Giosuè Lombardo, il viceparroco, don Aniello Gargiulo, e l'antica congregazionedell'Assunta. Seguono, invece, il corteo processionale ilgonfalone dell'Amministrazione comunale ed il primocittadino Ciro Borriello con alcuni membri della giunta,ed i carri in miniatura sempre più numerosi e belli. E poici sono loro, la speranza del futuro, i giovani. Parole digioia arrivano da Giuseppe Mennella, giovane portatore loro ci sono anche tanti altri che portatori non sono, maseguono ugualmente la processione con fede e devozione come Vincenzo Iorio. "Il cuore dell'uomo è fatto perfare festa - commenta con un filo di voce il parroco della Basilica di Santa Croce don Giosuè Lombardo - e allora è bello che la festa del popolo di Torre del Greco, si realizzi attorno a Maria, l'Immacolata. Certo che il messaggio è sempre quello di andare oltre tutto ciò che può essere effimero, appariscente ed esibizionista, ma dientrare in una situazione interiore più profonda sia sotto l'aspetto personale che comunitario. Un pensiero va aitanti fedeli che per motivi di lavoro sono lontani da Torre, ai marittimi ed alle famiglie che sono dovute rientrare nelle loro residenze nel Nord Italia. Vi auguro conclude il parroco - una buona festa, un cammino con Maria, uniti sempre nelle vostre famiglie, uniti con fede alla mamma di Gesù, l'Immacolata". La processione è alla metà del suo percorso quando le nuvole minacciano pioggia. Il carro è in via Fontana quando qualche schizzo bagna i camici bianchi dei portatori. Inizia la corsa contro il tempo. L'intensità della pioggia aumenta sempre di più in prossimità della zona mare. Bisogna fare presto e rientrare in Basilica. L'antico orologio del campanile segna le ore 14.20 quando il carro si ritrova in piazza Santa Croce. Esausto è il volto dei portatori del gruppo blu, che risalgono il carro sulla gradinata della prepositura torrese. È il momento più emozionante, il momento del saluto alla Madonna. Anche un piccolo raggio di sole saluta la Madonna, tutta innalzata sulla mastodontica struttura votiva. Imponente il carro, maancora di più la fede di quanti anche quest'anno hanno offerto le proprie spalle per far si che la Madonna visitasse i bisogni e le necessità di una città che tra tante piaghe, molte delle quali attualmente sanguinanti, non h aperso la voglia di riscattarsi e il desiderio di affidarsi al Credo delle proprie origini. Così, ancora una volta, il sole della fede non ha esitato a vincere le nuvole del cielo e a rassicurare quanti in questa processione cercano, come nel miracolo di S. Gennaro, il rinnovo di un'alleanza che da secoli benedice la città e i suoi cittadini. Quanta folla speranzosa dietro quel carro. Quanta gente tra le lacrime e la gioia ha portato i propri dubbi e le proprie paure. Quanta gente si è ritrovata accomunata dall'unica identità dell'essere torresi.
In memoria di Antonio Formicola detto “Cianella” Progetto e Realizzazione: Salvatore Di Lecce
“L'umiltà è il miglior modo per amare Dio. È il nostro orgoglio ad impedirci di diventare santi. L'orgoglio è il filo che tiene unito il rosario di tutti i vizi; l'umiltà è il filo chetiene unito il rosario di tutte le virtù”. Su questo pensiero tratto da un'omelia del santo curato Giovanni Maria Vianney, ringrazio di vero cuore per il lavoro svolto i giovani portatori Giuseppe Mennella, GabrieleIlardo, Peppe Protetto, Giovanni Iorio, Francesco Granato, Mario Nocerino, Annino Montella, Giovanni e Vincenzo Di Simone, Aniello Saldamarco, Aniello Rivieccio, Enrico Scala.Ringraziamenti Un ringraziamento dicuore va rivolto agliamici Ciro Santovito, Mimmo di Viareggio,Salvatore detto o'coc-co, Nicola D'Alb-enzio, Andrea D'Urzo, Carmine, Vincenzo Porzio e Ferdinando Guarino. Ed ancora al comitato di quartiere"Il Progresso" ed alcomitato di quartiere"San Gaetano". Il loro impegno costante e laloro devozione perMaria sono un valido sostegno per la realizzazione della pubblicazione. L'Immacolata ed il Beato Vincenzo Romano illumini e guidi il loro cammino.Un ringraziamento vainoltre a Riccardo Lamberti per la suadisponibilità nell'aver-ci più volte ospitatodurante le fasi di realizzazione del carro.