Soprta: I cittadini che sono stati testimoni all’epoca del bombardamento del vecchio ospedale torrese bombardato – se vogliono – possono raccontare la loro esperienza dopo la cerimonia religiosa. Il materiale raccolto, insieme a quello già in possesso dalla Pro Loco, sarà oggetto del convegno che si terrà a breve nella stessa Chiesa S. Maria del Popolo al Corso V. Emanuele o altro luogo, da definire.

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Sopra: Alcuni poliziotti-militari (MP, Military Police) dell'U.S. Army tostano del pane sulla lava del Vesuvio, marzo

Sopra: Palazzo crollato a Torre del Greco al Corso Vittorio Emanuele, poi ricostruito.


 

Sopra: Crocerossine inglesi del No. 1 RAF (Royal Air Force) General Hospital situato nel Convalescenziario Principe di Napoli (Ospedale Bottazzi di Torre del Greco). Da sinistra a destra: Senior Nursing Sister V M Ashworth di Rickmansworth, Herts; Nursing Sisters, I Illingworth di Carlisle, G Lewis of Pontardawe, J E Daly of Ennis, County Clare, R V M Hullis di Ipswich, Suffolk, H C Brown of Aberdeen, H W Curran e K M Curran di Swansea.


Sopra: I bunker sparsi per tutta Torre del Greco sono strutture difensive, a volte sotterranee per garantire una maggiore solidità al manufatto; viene spesso confuso con la casamatta. I bunker sono stati usati a partire dalla prima guerra mondiale, in particolare nella seconda guerra mondiale ma anche durante la Guerra Fredda.



Sopra: Un bombardiere medio bimotore North American B-25 Mitchell sorvola il Vesuvio, inverno 1944.



Sopra: Una foto del Vesuvio e del Colle di S. Alfonso scattata da Laurence Craddock nel 1943. La didascalia dice che gli avieri del No. 3 (Kittyhawk) Squadron RAAF (Royal Australian Air Force) trascorrevano qui le loro licenze e permessi.

006 Il Regio Sommergibile "Corallo" nel porto di Torre del Greco riceve la bandiera di guerra dalle autorità cittadine. Sullo sfondo si riconoscono i Molini Meridionali Marzoli.

STORIA DEL SOMMERGIBILE CORALLO
Il Sommergibile di piccola crociera "Corallo", classe 600 "Perla", fu impostato nei CRDA di Monfalcone il 1º ottobre 1935, fu varato il 2 agosto 1936 ed entrò in servizio il 26 settembre del medesimo anno. Durante la seconda guerra mondiale fu inquadrato nella 72ª Squadriglia Sommergibili. Il 17 settembre 1940, al comando del c.c. Loris Albanese, avvistò la portaerei HMS Illustrious, la corazzata HMS Valiant e i cinque cacciatorpediniere della scorta; lanciò due siluri contro l’Illustrious e sentì due violenti scoppi, ma non sono mai stati confermati danneggiamenti. La reazione britannica – bombardamento con cariche di profondità per tre ore – procurò vari danni e una vittima (il capo silurista Angelo Bianchi) al Corallo, e quando il sommergibile venne in superficie il t.v. Alfredo Gatti, comandante in seconda, non riuscì a regolare la pressione all’apertura di un portello e fu espulso dalla pressione, scomparendo in mare. Il 28 aprile 1942, il Corallo affondò a cannonate due motovelieri tunisini: la goletta Dar es Salaam (138 tsl) e lo sciabecco Tunis (41 tsl), mentre il 7 giugno ebbe eguale sorte il motoveliero Hady M’Hamed (26 tsl); gli equipaggi delle tre piccole imbarcazioni furono tutti presi a bordo del sommergibile. Nella notte del 13 dicembre 1942, a circa quattordici miglia da Bougie, fu individuato da quattro fregate inglesi che secondo alcune fonti lo colpirono con le artiglierie mentre cercava di immergersi, secondo altre lo costrinsero all’emersione danneggiandolo con bombe di profondità; comunque fosse stato, al termine dello scontro il Corallo fu speronato dalla fregata Enchantress (che a sua volta si procurò gravi danni) e affondò assieme all’intero equipaggio (il comandante t.v. Guido Guidi, 5 altri ufficiali e 43 fra sottufficiali e marinai)


 


 
Sopra: Si spazza via la cenere eruttata del Vesuvio depositatasi su questo bombardiere medio B-25 Mitchell appartenente al 340th Bombardment Group, il 23 marzo del 1944.

 

 



Sopra: Si erano rifugiati lì sotto, nel bunker scavato nella roccia dell'eruzione del 1794, per sfuggire alla «grande guerra». Ma il loro covo d'amore si trasformò nella loro tomba, a causa del nuovo scoppio del Vesuvio del 1944. La storia di Romeo e Giulietta di Torre del Greco è uno dei segreti nascosti nelle grotte di Santa Croce, scavate per la ricostruzione della Basilica e riscoperte (e riaperte al pubblico) grazie all'opera del Gruppo Archeologico Torrese. Il Gat - in occasione della manifestazione «I suoni del Campanile» organizzata per ristrutturare il «simbolo» della città del corallo e regalare ai cittadini momenti d'arte e musica sacra - ha aperto gratuitamente ai visitatori le porte della città sotterranea. Un itinerario archeologico per scoprire una serie di cunicoli e anfratti rimasti a lungo chiusi al pubblico. «Le grotte di S. Croce» furono scavate per la ricostruzione dell'attuale basilica, dopo l'eruzione del 1794. La gran parte del materiale fu reperito in sottosuolo. Probabilmente lo stesso Beato Vincenzo Romano percorse i cunicoli sotterranei durante gli anni della ricostruzione. A partire dagli anni Cinquanta - durante la fase della ricostruzione e riqualificazione urbanistica della città - molti di questi cunicoli hanno cambiato conformazione. I cunicoli furono ispezionati negli anni ’70 e ’80 e alcuni vennero bonificati in previsione della visita del Santo Padre Giovanni Paolo II nel 1990. Da allora sono proseguite le indagini e le ispezioni fino a giungere a oggi con l’apertura al pubblico del primo percorso permanente. I tesori nascosti di Torre del Greco si possono ammirare prenotando al box office realizzato presso il Campanile il martedi, il venerdi e la domenica (ore 10-30 e 17-20). Il percorso «Le grotte di Santa Croce» è permanente e visitabile tutti i giorni dalle 9.30 alle 13 e dalle 16.30 alle 20.


 


 

Sopra: Il 12 ottobre 1945 la ferrovia per il Vesuvio è ricostruita nel tratto distrutto dalla lava e le bianche motrici tornano nuovamente alla stazione di valle della funicolare che non viene ripristinata. Dal punto in cui si arresta la ferrovia si può raggiungere il cratere per un viottolo, comodo e praticabilissimo, che ricalca la vecchia strada preferita da molti escursionisti anche quando la funicolare era in piena efficienza.

 



Sopra:
Negli stessi anni mentre procedono alacremente i lavori di ampliamento e rettifica di tracciato sul tronco Pugliano (Pini d'arena)-Torre del Greco-Torre Annunziata per il raddoppio del binario, sta per essere completato il prolungamento della Circumvesuviana 

 



Sopra: Lava raffreddata del 1944 a S. Sebastiano al Vesuvio




Sopra: Con l'arrivo degli alleati la situazione cambiò drasticamente. Sebbene la situazione fosse più tranquilla da un punto di vista militare, l'11 Dicembre 1943 gli americani requisirono gran parte dell'Osservatorio lasciando "sufficient space ... available to allow the continuation of the seismographic instruments volcanic observations" (spazio sufficiente per consentire le osservazioni vulcaniche con gli strumenti sismografici). In pratica ad Imbò fu concessa una sola stanza, funzionante sia da soggiorno che da sala sismica. L'arroganza dei militari, sintetizzata dalla affermazione di un ufficiale: "la vulcanologia non serve alla guerra", prevalse sulle richieste di Imbò che aveva già intuito la possibilità di una prossima eruzione.



Sopra: La lava si stava inoltrando tranquillamente lungo la strada principale, e ad una cinquantina di metri dal margine di questo cumulo di scorie che lentamente avanzava, una folla di diverse centinaia di persone, in gran parte vestite di nero, pregava inginocchiata. La lava si muoveva alla velocità di pochi metri all'ora, e aveva coperto metà della città con uno spessore di circa 10 metri. a lava si stava inoltrando tranquillamente lungo la strada principale, e ad una cinquantina di metri dal margine di questo cumulo di scorie che lentamente avanzava, una folla di diverse centinaia di persone, in gran parte vestite di nero, pregava inginocchiata. [...] La lava si muoveva alla velocità di pochi metri all'ora, e aveva coperto metà della città con uno spessore di circa 10 metri. 
 



Sopra: Proprio al di sotto della colata lavica  insistono le cavità sotterranee. Ma da dove si accede a queste cavità/gallerie? Ebbene, la maggior parte degli ingressi sono ubicati in proprietà private e ciò è anche evidente se pensiamo allo scopo per cui venivano realizzate. Si scavava per cercare di realizzare vie di fuga durante il periodo bellico; si scavava per recuperare il lapillo che era ottimo materiale di lavorazione; si scavava per recuperare le piroclastiti che erano utili sia per finalità edili che agricole. Alcuni di questi siti sono ubicati a 6 metri di profondita, altri a oltre 12.