'ON VITTORIO
Vittorio Vitiello è uno che quando si emoziona mostra il braccio
con i peli rizzati. Sta sempre con quel braccio pronto perché
spesso evoca il passato. Quando gli ho mostrato questo lavoro
ancora abbozzato gli si sono rizzati i peli su tutto il corpo,
sembrava uno scimmione. Ha una grande passione: la ripresa con
videocamera.
Non c'è foglia a Torre che vola e Vittorio non la riprende. Nel
1978 lasciò il mare. Tra l'altro si è dedicato a scandagliare la
nostra città palmo palmo. E' la sua droga dicono i familiari e la
prende puntualmente in dosi quotidiane. Lo vedete sempre ad "inciarmare"
con cavetti, oculari e batterie.
"Quando siete nato 'on Vitto'".
"Il 31 maggio del 1931". Lavoro da quando tenevo 10
anni. Ho fatto il falegname, ho lavorato i cammei da Vincenzo
Accardo, il padre del Violinista Salvatore. Ho fatto l'assistente
alla colonia estiva presso i Frati Bigi Carità nel
"Deserto" di Sorrento il 1947. Negli anni 50 sono stato
segretario della FE.GE. Mare e Direttore di una Ditta appaltatrice
della Nettezza Urbana".
Vittorio Vitiello riprende il carro dell'Immacolata come nemmeno
la RAI sa fare. Si "smerza" da sotto quando appare sulla
scalea della "Parrocchia" e cattura tutte le fasi in un
sorprendente montaggio in macchina. In mano non regge la macchina
da presa, ma il suo terzo occhio.
"On Vitto' come si svolgeva la vostra carriera
artistica?".
"Sulle navi passeggeri: Imbarcai nel 1957 sull'"Augustus"
della Società Italia. Ho incontrato sempre personaggi famosi:
Alberto Sordi, Nino Taranto" (vedi foto N.d.R.).
Sin da piccolo ha mostrato doti artistiche musicali (canzoni in
vernacolo, macchiette, recitazione). Trent'anni di mare con
migliaia di incontri e milioni di ricordi. Peccato che nel 1978
lasciò il mare. Fece il direttore dell'Hotel Scobel nella nostra
città.
"On Vitto', cosa accadeva ai tempi vostri?".
"Nel dopoguerra, insieme a molti torresi appassionati
d'Arte utilizzammo un terraneo semidistrutto dai bombardamenti
come circolo ricreativo, sala prove, palcoscenico. Il palco fu
costruito con i rifiuti delle cassette delle munizioni. Raffaele
Mennella era il presidente. Il Circolo si chiamava "Tre
Stelle" e si trovava al II Vico Giardino del Carmine. Un
giorno rappresentavamo "'A legge è sempre 'a legge",
commedia scritta da noi stessi, ma nello stesso giorno all'Arena
Tina De Lorenzo, in Via Gaetano De Bottis, la Compagnia di Aldo
Fabrizi, con Fosco Giacchetti, rappresentava "Terra di Canadà".
Aldo Fabrizi, preoccupato dal nostro manifesto, per altro scritto
a mano, si recò nel nostro circolo per sondare la situazione.
"Va be', disse tranquillizzandosi, è una ragazzata" e
se ne andò nell'arena. Mi sono esibito nei teatri della fascia
vesuviana. Con Perillo feci "Riscatto Baronale",
"'A mamma è sempe 'a mamma", "'O miraculo 'e S.
Gennaro", "'O ritorno d''o priggiuniero" ecc.
Con Gianni Pernice autore della rivista di teatro: "Napoli,
fantasia, canzoni e musica". Ero in coppia con Vittorio
Perna. Il duo si chiamava "Vittorio e Vittorio". Poi la
Compagnia "Enzo Aprea" con le sorelle Salerno e diecine
di ragazzine. Fummo invitati a girare l'Italia, ma le mamme delle
piccole attrici non vollero".
Vittorio Vitiello ha i lucciconi, mi porge le foto della festa
dei Santi che ho inserito nella divisione "Festività"
di questo CD, dove dico che la soppressione della Festa dei Santi
delimita la soglia tra la vecchia Torre del Greco buona, candida,
sincera, quasi innocente e quella odierna. Vittorio, senza
saperlo, è senz'altro un autentico rappresentante di quella Torre
che non c'è più. Col suo giocattolone da ripresa immortala
ogni "azione" della sua città, senza luci, senza ciak,
per gridare a tutti: questo l'ho fatto io, vedete, questa è la
mia città, quella che ho avuta nel cuore pure quand'ero sugli
oceani, per lunghi mesi. Chi non comprende Vittorio e questa sua
vocazione ignora i valori umani e sociali della vecchia Torre del
Greco e vive in una dimensione troppo adulta, bivacca nel moderno
contesto di una città contenitore.
Luigi Mari
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Pochi sanno che Vittorio Vitiello è stato il
mio pigmalione. "A chiave i llacqua", come si suol dire.
Egli è stato il collante tra Torreomnia in erba e tutti i
detentori di materiale culturale torrese, scettici e talvolta
addirittura riottosi. Senza Vittorio Vitiello Torreomnia non
esisterebbe.
'On Vittorio
Vittorio Vitiello
diverte Alberto Sordi (sic)
In veste di
macchiettista sempre a bordo
Il duo "Vittorio e
Vittorio" cioè Vittorio Vitiello e Vittorio Perna
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