ID: 10294 Discussione: ACQUA IN BOCCA E INVIDIA CREPA
Autore:
Salvatore De luca
- Email:
info@tipografiamari.it
- Scritto o aggiornato:
lunedì 10 maggio 2010 Ore: 14:27
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ID: 10297 Intervento
da:
Luigi Mari
- Email:
info@torreomnia.it
- Data:
sabato 31 gennaio 2009 Ore: 15:29
Caro Cristofaro, innanzitutto grazie per il post, incominci a scioglierti. Noi esseri animali, anche se nella fattispecie detti superiori e più specificamente denominati umani, siamo una ingegnosissima macchina biologica: idraulica, elettrica e chimica. (Chi trasforma il vino in urina meglio di noi?)
Il Signore Iddio (o la signora Natura, come dicono taluni), ci mettono al mondo gratis quasi sempre collaudati. Ma i successivi tagliandi fino alle riparazioni in vecchiaia sono a nostre spese. Alla fine paghiamo il conto salato: la morte, che ci costa la vita. Così la vita è confusa ed instabile con migliaia di tentativi per scardinare il maggiore degli insoluti esistenziali, vale a dire la devastante consapevolezza del proprio destino di mortale, narcotizzata, invece, con reazioni difensive diversificate e contrapposte, dall’annichilimento mistico alla criminalità.
Sani o ammalati, sereni o disturbati, buoni o cattivi secondo l'indole prioritaria, siamo tutti accomunati da sentimenti pro e contro la vita nostra e degli altri con emozioni profonde quasi sempre dualistiche: amore-odio, antipatia-benvolenza, apprezzamento-invidia, (identici sentimenti all'estremo opposto) ecc. Una delle maggiori cause dei contrasti nei rapporti umani specie di categoria, sia professionale che hobbistica, è una diabolica carenza del bisogno d'ammirazione e apprezzamento, che pensiamo si possino ottenere solo con la sopraffazione e la prevaricazione degli altri, con logiche sistematiche, un soggiogamento egemonico che viene applicato soprattutto con la con la violenza psicologica. In parole povere l'uomo è tormentato da invidie, gelosie, antipatie, ossessionato da sconfitte e defenestrazioni per l'universale concetto di competizione che ci trascina animo e corpo a voler essere il primo di qualsiasi traguardo, culturale, sportivo, sociale, ecc. Così l'amicizia diventa complicità o ipocrisia, nessuno valuta più pagliuzze e travi, e l'armonia cumunitaria va a farsi benedire. Luigi Mari
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ID: 10296 Intervento
da:
cristofaro cingolo
- Email:
cris1948@fastwebnet.it
- Data:
sabato 31 gennaio 2009 Ore: 09:58
Non so a voi: ma, a me persone del genere metteno addosso tanta tristezza Lì manderei in un ospedale o un cimetero per vedere cos'è la vera sofferenza e cosa ci aspetta domani. Dico a queste persone di vivere un sano sentimento. Amore e sorrisi per voi tutti Cristofaro.
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ID: 10295 Intervento
da:
Salvatore De luca
- Email:
info@tipografiamari.it
- Data:
sabato 31 gennaio 2009 Ore: 03:09
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