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Argomento presente: « AGGIUNTE A S. GIUSEPPE ALLE PALUDI »
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ID: 10374  Discussione: AGGIUNTE A S. GIUSEPPE ALLE PALUDI

Autore: di donna salvatore  - Email: salvatore_didonna@credit.tin.it  - Scritto o aggiornato: venerdì 17 dicembre 2010 Ore: 14:29

Abbascio i pparule
Leggendo la scheda in Torreomnia sezione Chiese sulla Parrocchia di S. Giuseppe alle Paludi al link
www.torreomnia.com/religione/sgiuseppe_paludi/giuseppe_paludi.htm

ho trovato scritto che lei non è a conoscenza di episodi di marineria nella zona di Via S. Giuseppe alle Paludi, nonostante sia una zona rivolta verso il mare.
Ci sono alcuni episodi che mi appresto a riferirle.
Io sono nato nel 1952 in Via S. Giuseppe alle Paludi e ci vivo tuttora. I miei antenati hanno cominciato a vivere in via S. Giuseppe alle Paludi dalla fine del 1800. So per tradizione verbale di famiglia che Via S. Giuseppe era abitata da agricoltori (per buona parte del 900 ortaggi, frutta, pomodori) e da pescatori.
I pescatori erano in numero predominante. La maggiorranza possedevano gozzi per la pesca del pesce fatta nel golfo di Napoli (in genere verso Castellammare-Sorrento). I loro gozzi li lasciavano sulla spiaggia del cavaliere, le loro reti le stendevano lungo la stessa spiaggia al sole ad asciugare. Tra i pescatori c'era qualcuno che possedeva una piccola corallina. Con queste coralline, anche se piccole, si avventuravano nei mari dello stretto di Sicilia e verso la Sardegna. Il corallo di scarto lo si buttava nella zona ove c'è l'attuale depuratore di S. Giuseppe.
I pescatori di via S. Giuseppe dato che erano il gruppo maggioritario fra i pescatori torresi, riuscirono ad esprimere in una assemblea sindacale di pescatori torresi un loro figlio del quartiere come rappresentante della categoria: Achille Pomposo (questi abitava nel palazzo confinante con il canalone di via S. Giuseppe). Achille Pomposo rappresentò la categoria dei pescatori torresi nelle loro istanze a Roma. C'è un altro episodio riguardo i pescatori di S. Giuseppe.
Ogni 50 anni dalla chiesa di S. Giuseppe esce la statua del santo in processione per le vie del quartiere. Intorno al 1946, i pescatori di Via S. Giuseppe allePaludi ebbero l'onore esclusivo di portare in spalle il loro santo protettore (i marittimi quando quando stanno a mare e si vedono in difficoltà, perché travolti dalle onde alte, invocano l'aiuto di S. Giuseppe dicendo: "S. Giuse' min ll'uoglie!" (l'olio serve per far sì che le onde del mare non rompano. Un'onda grossa quanto si vuole che rimane intera non travolge l'imbarcazione, ma la mantiene a galla sulla propria cresta).
Spero che che queste mie informazioni possano tornare utili alla Comunità torrese.

Distinti saluti Salvatore Di Donna


 
 
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ID: 13446  Intervento da: Massimo Di Luca  - Email: pallmalls@hotmail.it  - Data: venerdì 17 dicembre 2010 Ore: 14:29

Premessa della redazione:l"aficionados" di Torreomnia Massimo Di Luca non sa che Angelo Guarino è deceduto, per questo ha inviato il messaggio che segue:
Angelo ciao
che piacere leggere le tue parole.
Io sono il nipote di Girella la quale tu menzioni nel tuo intervento e mi ricordo bene i racconti che mamma a suo tempo mi fece della morte d'infarto di nonno Ciro mentre era a bordo nelle acque del Brasile e la sua cremazione e tumulazione immediata a Puerto Alegre.
Un salutone caro da Bologna, dove sono venuto a vivere dal 96.
Buon Natale 2010 e buon anno 2011 a te e famiglia!
Mi hai fatto grande impressione quando ho riconosciuto nella Girella che tu nominavi la mia povera nonna morta nell'81.


ID: 10432  Intervento da: Angelo Guarino  - Email: AngeloJG@aol.com  - Data: venerdì 13 febbraio 2009 Ore: 23:41





Guarino Angelo da New Yoork


ID: 10403  Intervento da: cristofaro cingolo  - Email: cris1948@fastwebnet.it  - Data: mercoledì 11 febbraio 2009 Ore: 16:05

Trovo interessante la conoscenza di S. Giuseppe alle Paludi. Il nostro passato deve essere sempre ben radicato in noi per aiutarci a conoscere il presente e accostarci al futuro, sapendo cosa ci ha portato a questo.
Per una mia curiosità vorrei sapere da dove prende il nome: la spiaggia del Cavaliere e della Scala. Qualcuno lo sa?
Cristofaro Cingolo


ID: 10397  Intervento da: di donna salvatore  - Email: salvatore_didonna@credit.tin.it  - Data: martedì 10 febbraio 2009 Ore: 21:02

 Ancora lla bbascio
Vorrei poter aggiungere un aneddoto riguardante il secondo parroco della Chiesa di S. Giuseppealle Paludi: don Giovanni Del Gatto.
Faccio una premessa un pò lunga per parlare di qualcosa che pochiconoscono, non strettamente legato al parroco.
Durante la seconda guera mondiale, quando le sorti dell'Italia stavanoiniziando ad andare male (1942), prevedendo bombardamenti da parte degli aerei nemici, si diede indicazione di creare dei rifugi antiaerei(ricoveri). Gli italiani cercarano di arrangiarsi usando: scantinati, sotterranei, anfratti naturali ecc.
In via S. Giuseppe alle Paludi abitava l'ing. Fucone (il palazzo di sua proprietà era quello posto vicino al canalone, proprio dove abitava Achille Pomposo, il signore menzionato in una precedente e-mail).
L'ingegnere lavorava nel Genio Civile. L'ingegnere era una persona informata, squisita e solidale. Egli sapeva che a piano terra del suo palazzo c'era una cavità e lo stesso pure al piano terra della ex proprietà Moscarella (50 metri prima della proprietà di Fucone).
All'interno della premessa, apro una parentesi. La strada di via S. Giuseppe alle Paludi è sottoposta al costone di terreno che ha verso nord (la zona in direzione di viale Campania) di circa 15, 20 metri. Questo costone è stato creato da lave ignee del Vesuvio in epoca remota. Dentro questo costone c'è qualche galleria naturale che la mano dell'uomo (non si sa chi e quando) ha in parte levigato le sue pareti. La tradizione orale dice che queste gallerie sbucano in Via Purgatorio. Chiudo la parentesi.
L'ingegnere chiamò una squadra di operai per rendere l'ingresso della cavità un pò più agevole e contemporaneamente fece creare una by-pass con la cavità situata nel portone del Sig. Moscarella, affinché la gente poteva fuggire da uan se si ostruiva l'altra.
Dopo tutta questa premessa, veniamo a don Giovanni Del Gatto. Don Giovanni abitava anche lui in via S. Giuseppe alle Paludi. Quando la sirena dell'allarme suonava, per avvisare l'avvicinamento dgli aerei nemici, don Giovanni si rifugiava nel ricovero del palazzo di Moscarella.
Prima di giungere al ricovero, il parroco sfilava il bastone dalla mano della statua di S. Giuseppe, proprio quella che sta in Chiesa, e lo portava nel ricovero.
Ciò per invocare la protezione del Santo sulla comunità di via S. Giuseppe alle Paludi.
Prima di chiudere la mia e-mail, voglio aggiungere un mio pensiero sui ricoveri. I ricoveri a Torre del Greco sono molti. Sarebbe interessante che qualcuno, di buona volontà, scriva la storia di questi ricoveri e che il Comune di Torre del Greco, con l'aiuto di una squadra di speleologi, faccia una mappatura di questi ricoveri. La conoscenza di questi ricoveri non è importante solo ai fini storici, ma anche per capire fino a che punto il suolo della città è stabile. Ricordiamoci che a Napoli (via Chiaia), tempo addietro, un basso sprofondò nel sotterraneo della città.

Ciao a tutti Salvatore Di Donna



ID: 10392  Intervento da: didonna salvatore  - Email: salvatore_didonna@credit.tin.it  - Data: martedì 10 febbraio 2009 Ore: 13:52

Nata vota di nuovo
Vorrei aggiungere alla mia precedente e-mail, riguardo sempre i marinai che hanno abitato in Via S. Giuseppe alle Paludi, il nome di Aniello Di Cristo.
Questi abitava nelle case che attualmente occupa il Sig. Mennella, di fronte al fioraio Di Maio.
Aniello Di Cristo per buona parte della sua vita ha fatto il pescatore con la sua barca ormeggiata sulla spiggia del "Cavaliere". Questa barca era tale che ricevette una particolare autorizzazione dalla Capitaneria di Porto di Torre del Greco, soprannominata ROLLO. L'autorizzazione serviva per far espletare un periodo di apprendistato ai ragazzi che avendo preso il libretto di navigazione di prima categoria (coperta) non avevano mai imbarcato.
Su questa barca ci si imbarcava con il grado di mozzo e, alla fine dell'apprendistato, si sbarcava con il grado di "giovanotto di seconda".
Tutto regolarmente annotato sui libretti di navigazione e valevole ai fini contributivi. Mio padre Francesco Di Donna, nel 1947, beneficiò di questo servizio. Tanto è vero che nell'anno successivo potè prendere un'indennità di disoccupazione in attesa di un imbarco sulle navi come giovanotto di II. Quel periodo fu valido anche quando in pensione.

Saluti a tutti Salvatore Di Donna



ID: 10385  Intervento da: Luigi Mari  - Email: info@torreomnia.it  - Data: lunedì 9 febbraio 2009 Ore: 16:03

Ciao Salvatore,
benvenuto nella famiglia Comunità torrese. Grazie per le notizie, puoi intervenire ed emendare quando vuoi.
Attento ai vichinghi delle e-mail private. Off-line ti spiegherò cosa vuoi dire.
A presto
Luigi Mari


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