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Argomento presente: « QUADERNO DI RIFLESSIONI: LA PASQUA »
ID: 10868  Discussione: QUADERNO DI RIFLESSIONI: LA PASQUA

Autore: Cristofaro Cingolo  - Email: cris1948@fastwebnet.it  - Scritto o aggiornato: giovedì 24 marzo 2016 Ore: 11:02





Cingolo Cristofaro della redazione

 
 

ID: 17186  Intervento da: la redazione  - Email: info@torreomnia.it  - Data: giovedì 24 marzo 2016 Ore: 11:02

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ID: 16883  Intervento da: la redazione  - Email: info@torreomnia.it  - Data: lunedì 6 aprile 2015 Ore: 11:22

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ID: 13873  Intervento da: cristofaro cingolo  - Email: cris1948@fastwebnet.it  - Data: giovedì 21 aprile 2011 Ore: 11:21

Ci sono dei momenti nella vita che ricordati in attimi riflessione, riportati per iscritto, fanno bene. Fanno bene prima a chi scrive poi a chi legge.
Caro amico Gino, con piacere ho riletto lo scritto sui terremotati dell'Abruzzo, scritto tempo fa.(non per retorica) Mi sembra che nulla sia cambiato. Le tragedie si susseguono e gli uomini si girano dall'altra parte per non vedere. Come vedi il Cristo Salvatore non scende dalla Croce. E noi nemmeno sorpresi, continuiamo a ignorarlo. Sulla nostra pelle passano gli anni, chi guarda lontano ha visto e vede, cose che gli altri ancora ripetono a negarsi. A volte lo fanno per timore di soffrire, non sono abituati alla sofferenza, incapaci di reagire e apatici restano a guardare che il giorno passi.

Chi come noi si sofferma a pensare, soffre per l'inettitudine mentale di chi nasconde la testa sotto la sabbia per non vedere. Basterebbe poco: alzare la testa e guardare la luce, il sole riscaldarci e capire che quel calore raggiunge anche gli altri. La luce di Dio è prossima a risplendere. Spero che tanti di noi alzano le la testa e si lasciano baciare dal raggio Divino.

Buona Pasqua a te, alla tua famiglia, unita alla comunità di Torreomnia.

Cristofaro Cingolo


ID: 13872  Intervento da: cristofaro cingolo  - Email: cris1948@fastwebnet.it  - Data: giovedì 21 aprile 2011 Ore: 11:21

Ci sono dei momenti nella vita che ricordati in attimi riflessione, riportati per iscritto, fanno bene. Fanno bene prima a chi scrive poi a chi legge.
Caro amico Gino, con piacere ho riletto lo scritto sui terremotati dell'Abruzzo, scritto tempo fa.(non per retorica) Mi sembra che nulla sia cambiato. Le tragedie si susseguono e gli uomini si girano dall'altra parte per non vedere. Come vedi il Cristo Salvatore non scende dalla Croce. E noi nemmeno sorpresi, continuiamo a ignorarlo. Sulla nostra pelle passano gli anni, chi guarda lontano ha visto e vede, cose che gli altri ancora ripetono a negarsi. A volte lo fanno per timore di soffrire, non sono abituati alla sofferenza, incapaci di reagire e apatici restano a guardare che il giorno passi.

Chi come noi si sofferma a pensare, soffre per l'inettitudine mentale di chi nasconde la testa sotto la sabbia per non vedere. Basterebbe poco: alzare la testa e guardare la luce, il sole riscaldarci e capire che quel calore raggiunge anche gli altri. La luce di Dio è prossima a risplendere. Spero che tanti di noi alzano le la testa e si lasciano baciare dal raggio Divino.

Buona Pasqua a te, alla tua famiglia, unita alla comunità di Torreomnia.

Cristofaro Cingolo


ID: 10872  Intervento da: la redazione  - Email: info@torreomnia.it  - Data: mercoledì 8 aprile 2009 Ore: 14:34

In sintesi la riflessione di Cristofaro è una preghiera sulla falsariga di una pagina di diario; personale, usuale per le disgrazie, forse retorica; ma una preghiera valida non è mai dottinaria, è semplice e significativa, la preghiera non ha estetica non è candidata a nessun premio letterario.
La musica è l’arte che più si avvicina e ci avvicina a Dio perché possiede in sé quelle qualità che appartengono solo a Dio: l’inafferrabilità e l’invisibilità. L'azione del pensiero verso Dio è la musica dell'anima. Preghiera e musica hanno la stessa intensità emotiva, perché la preghiera, prima di ogni altra cosa, è dono prezioso di Dio all’uomo: poiché è l’arte spirituale che, meglio di ogni altra, ci avvicina a Dio e ci mette in sintonia con Lui. La preghiera sul piano fisiologico rassicura e tranquillizza, e, al di la della suggestione e della somatizzazione fa più bene che male.
Molti si vergognano di pregare, specie pubblicamente, sono gli stessi che non piangerebbero mai in pubblico e chiamano esibizionista chi lo fa.
La preghiera pubblica è una testimonianza di umiltà, di consapevolezza della nostra fragilità e caducità umana.
La banalità e la retorica vere sono il piangere ed il pregare al momento del rantolo che nessuno di noi risparmia.
Ok, Cristofaro.



Luigi Mari


ID: 10869  Intervento da: Luigi Mari  - Email: info@torreomnia.it  - Data: martedì 7 aprile 2009 Ore: 23:46

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