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Argomento presente: « I MARITTIMI TORRESI » | ||||||
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ID: 17438 Intervento
da:
camillo scala
- Email:
doncamillo57@libero.it
- Data:
lunedì 17 febbraio 2020 Ore: 18:25
2020 Essere marittimo vuol dire basare il proprio lavoro sulla tradizione, su di una cultura che unisce l’ amore per il mare alla professionalità delle maestranze. A questo si deve pensare quando si rivolge un pensiero ai nostri marittimi, non ad una semplice categoria ma ad un insieme che fonde storia, competenza e tradizione che ogni giorno permette le connessioni sui nostri mari. L’area vesuviana ha da sempre rappresentato il più importante bacino da cui i maggiori armatori hanno attinto per comporre equipaggi all’altezza delle proprie navi. Tutt’oggi città come Ercolano, Torre Annunziata e soprattutto Torre del Greco, registrano tra i propri occupati il maggior numero di unità impiegate nel settore marittimo. Ma tale categoria nel corso della sua storia ha vissuto anche momenti difficili caratterizzati da grandi lotte sindacali finalizzate alla rivendicazione di quei diritti, che per molti anni non erano stati garantiti. E’ ancora oggi viva nella memoria, la storica rivolta dei marittimi che tra Genova e Torre del Greco nel 1959 determinò il fermo di 125 navi determinando di fatto il blocco dell’intero comparto. L’ agitazione, che l’ 11 Giugno di quell’anno sfociò nello storico sciopero, non fu altro che il culmine di un percorso iniziato diversi mesi prima finalizzato a sollecitare il rinnovo del Contratto di Lavoro. Nel 1959 a Torre del Greco si registravano più di 73.000 abitanti, di cui circa un quarto risultavano iscritti nelle matricole della Marina Mercantile. Fino al 1952 l’iscrizione in questi registri era vincolata a determinata condizioni: aver conseguito un diploma alla scuola marittima, aver prestato servizio nella Marina Militare o esser figli di marittimi. Successivamente queste condizioni decaddero dando di fatto a chiunque la possibilità di potersi iscrivere nei registri della gente di mare. Ne consegui’ un’offerta di forza lavoro di gran lunga maggiore della domanda cosi’ che sulle navi inizio’ a verificarsi un surplus di personale per cui, per poter garantire il lavoro a tutti, furono istituiti dei turni di avvicendamento. Tale sistema, sebbene si poggiasse su di una filosofia garantista dell’ occupazione, con il passare del tempo, determino’ un inevitabile malcontento perché al periodo di occupazione, lungo circa 15 mesi, ne seguiva uno, molto lungo, di disoccupazione. |
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