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Argomento presente: « COSTA-CONCORDIA - MARINA D'AEQUA »
ID: 12523  Discussione: COSTA-CONCORDIA - MARINA D'AEQUA

Autore: camillo scala  - Email: doncamillo57@libero.it  - Scritto o aggiornato: lunedì 6 febbraio 2012 Ore: 14:35

28° ANNIVERSARIO DELL'AFFONDAMENTO DELLA “MARINA D’AEQUA”
30 MORTI TRA TORRE DEL GRECO
E SORRENTO


Cliccando a lato vedrete il video commemorativo dal titolo "Marinaio" con musica di Branduardi,
e come dice il titolo di coda "Dedicato a tutte le genti perse in mare" girato per commemodare la "Marina d'Aequa".

Fonte del film www.saporidisorrento.com

29 Dicembre 1981 29 Dicembre 2007 Ventisei anni dopo il Naufragio della motonave "Marina D'Aequa" Per non dimenticare.
Peppe D'Urzo, recentemente, nel suo editoriale "Ricordi di Torre" sul settimanale torrese Tuttoè ha ricordato i marittimi torresi deceduti nella tragedia del Marina D'Equa e a proposito ha scritto:Vogliamo ricordare,per ossequiosa ed onorevole memoria i marittimi ,immaturamente scomparsi in mare, per fatal destino, a bordo della Marina D'Equa,tra cui cinque nostri concittadini,di questa motonave,trascinata in un vortice di un mare inverosimilmente in tempesta... ed ha concluso ricordando che nel Santuario di San Giuseppe a Sant'Agnello (NA) vi è una lapide commemorativa che ricorda e riporta i nomi di tutti gli scomparsi,essa così si conclude: "
.... Perchè la luce della preghiera e della memoria resti viva in tutti quelli che li hanno amati e che da ora li contemplano felici nel porto di Dio" Con queste parole ci piace iniziare il nostro commosso ricordo alla memoria Sono passati ventisei anni da quel tremendo tardo pomeriggio del 29 Dicembre 1981 ed è ancora viva nel cuore di tanti, sopratutto dei parenti, l'angoscia e l'ansia dapprima e poi la costernazione, il dolore e l'orrore per la tragedia andatasi a consumare in quel tempestoso Golfo di Guascogna, immensa e gelida tomba di tanti marinai fin dall'inizio dell'umanità.Ecco la ricostruzione dei fatti (Dall'Inchiesta sul naufragio - Estratto a cura del Comitato SeaGull - 1984).

L'antefatto: Il " MARINA D'EQUA" durante la navigazione sul fiume WESER (Germania) tra BREMEN e BRAKE, alle 02.00 del 10.12.1981 subiva un'avaria ai generatori che le procurava un " Black-Out ". Tale fenomeno, comportante l'arresto del Motore Principale, si ripeté più volte nell'arco di circa un'ora; allo scopo di evitare pericolose conseguenze,alle 02.55 fu deciso di ancorare dando fondo all'ancora di sinistra per una lunghezza. Durante la manovra, per effetto della corrente del fiume, la nave ruotò, toccando col lato dritto della poppa sul fondo del canale. Riparato l'inconveniente, la nave proseguì per Brace dove si ormeggiò regolarmente.Successivamente, il giorno 11, fu eseguita una visita occasionale allo scafo da parte del R.I.NA. (a seguito dell'incaglio) e confermata nella sua Classe, non essendo emerso alcun danno. Anche l'avaria ai generatori, individuatane la causa, fu eliminata e dopo opportune prove, tutto fu trovato in ordine.Si trasferì quindi ad ANVERSA (Belgio) per imbarcare un carico di lamiere in rotoli (coils) e manufatti metallici per un totale di Tonn. 30.196 da sbarcare in più porti del Golfo Messico.IL VIAGGIO (In sintesi)

DATA ORA DESCRIZIONE DEI FATTI:

26/12/81 07,18 Sbarcato il Pilota all'altezza della Boa A1 (largo di Ostenda)
26-27/12 Navigazione lungo il Canale della Manica seguendo le rotte prescritte
27/12/81 11,30 Posizione Lat. 49° N - Long. 04° W
28/12/81 12,00 Posizione Lat. 48° N - Long. 08° W
29/12/81 13,55 Posizione Lat. 45°35' N - Long. 11° W - SOS
29/12/81 14,43 La Nave "THEODORE FONTANE" (Germ.Est) riceve sul canale 16 la chiamata di soccorso del M.d'Equa e subito cambia rotta per raggiungere la nave in pericolo.
29/12/81 14.50 circa Inverte la rotta puntando su Brest, mettendo il mare in poppa
29/12781 15,36 Le due navi sono in "contatto visivo". e su richiesta del M.d'Equa procedono per Rotta = 070° - Velocità 7 nodi,la nave tedesca in assistenza (Stand-by)
29/12/81 15,47 Giunge sulla verticale del M:d'equa un aereo "Atlantic 4 CZ" dirottato appositamente da altra missione da parte del CECLANT (Comando dell'Atlantico della Marina Francese di Brest) che conferma la rotta e la velocità delle due navi.
29/12/81 16,34 Via Roma radio Il M.d'Equa comunica con la Società Armatrice.
29/12/81 17,00 Un altro aereo della Marina Francese (CXI) rileva il precedente (4 CZ) che rientra alla base per fine autonomia.
29/12/81 17,44 Il M.d'Equa chiede che l'equipaggio sia evacuato a mezzo elicotteri.
29/12/81 17,55 Posizione Lat. 45°41'N - Long. 09° 54' W - Le luci del M.d'Equa scompaiono dalla vista della nave tedesca e svanisce l'eco radar.



Nella foto a lato Lapide nella città di S. Agnello di Sorrento


Queste, in modo sinottico, le ore drammatiche del naufragio. Alle 17,55 del 29 Dicembre 1981 a circa 320 miglia a SW di BREST, il MARINA D'EQUA s'inabissava nell'Atlantico in tempesta. Le cause del sinistro furono attribuite, dalla Commissione d'Inchiesta Ministeriale - come fatto iniziale - al cedimento degli elementi n° 2 e 3 dei boccaporti della stiva n°1 e come causa finale - al collasso della paratia tra la stiva 1e 2. Il tutto per le proibitive condizioni del tempo instauratesi nei giorni 27, 28 e 29 Dicembre per la presenza di una depressione di 975 mb. (731 m/m) posizionata in Lat. 43°N e Long. 28°W che provocava, sopratutto il 29 Dicembre, vento da SW forza 10 e mare da WSW di altezza significativa di 11 metri. Il chè provocò, come detto, dapprima un notevole imbarco d'acqua nella stiva e, successivamente, per lo sbattimento della massa d'acqua penetrata nella stessa stiva n°1, il cedimento (collasso) della paratia stagna fra la stiva 1 e 2, con conseguente perdita di galleggiabilità e quindi l'affondamento della nave.Nel tragico epilogo, persero la vita trenta uomini di mare,il più giovani dei quali aveva solo diciassette anni. Questo il triste elenco:


Grado Cognome Nome Luogo d'Origine
1 Comandante MASSA Michele Torre del Greco
2 1° Ufficiale BUONOCORE Anselmo Meta
3 2° Ufficiale ESPOSITO Raffaele Meta
4 3° Ufficiale CASTELLANO Costantino Meta
5 All.Uff.Cop. PISANO Gennaro Sorrento
6 All:Uff.Cop. S.N: LAURO Salvatore Piano
7 Radio Telegr. POLESE Salvatore Torre del Greco
8 Dir. di Macchina GAGLIARDI Tullio Meta
9 1° Macch. CIBELLI Pietro Procida
10 2° Macch. VISAGGIO Giuseppe Procida
11 3° Macch. MARESCA Luigi Meta
12 All.Uff.Macch. RUGGIERO Giovanni Meta
13 All.Macch.S.N. VINACCIA Angelo Sorrento
14 Nostromo CIOFFI Luigi Piano
15 Marinaio TORTORA Guglielmo Torre del Greco
16 Marinaio PALOMBA Raffaele Torre del Greco
17 Marinaio TORTORA Luigi Torre del Greco
18 Marinaio D'ELIA Giuseppe Piano
19 Marinaio QUINTANA CORREA Carlos Santiago (Cile)
20 Mozzo PEPE Michele Meta
21 Mozzo S.N. VINACCIA Francesco Piano
22 Caporale SCOTTO di MARRAZZO Giuseppe Procida
23 Operaio AVERSA Antonino Meta
24 Elettricista D'ANGELO Ciro Meta
25 Fuochista CIOFFI Antonio Piano
26 Giov. Macch. ESPOSITO Maurizio Meta
27 Cuoco ESPOSITO Antonio Meta
28 Picc. Cucina CACACE Pietro Massa Lubrense
29 Garz. 2^ GELZO Antonino Massa Lubrense
30 Piccolo PAESE Antonio Meta
Dal libro bianco dedicato alla Marina D'Aequa mi è piaciuto estrapolare la lettera di un militare spagnolo che con la sua nave militare partecipò alle ricerche, purtroppo infruttuose, dei superstiti.

A todos los familiares de los marineros fallecidos el 29 de Diciembre de 1981 en el naufragio del buque mercante Marina D`Aequa: A tutti i familiari dei marinai deceduti il 29 dicembre 1981 nel naufragio della nave mercantile Marina D’Aequa. Il mio nome è José Ignacio Andrès, nativo dell'Asturia (Nord Spagna) Attualmente abito a Valencia, nel sud-est della penisola spagnola. Da 25 anni conservo nella mia memoria tutti i particolari vissuti nel luogo della tragedia. Nella vita ogni persona vive momenti che non si dimenticano mai. Nel mio caso e nel vostro anche, il naufragio del marina d’Aequa rimarrà nella nostra memoria per sempre, come se fosse successo appena ieri. Molte volte in questi 25 anni parlando con mia moglie, amici e conoscenti, raccontavo di quel tragico 29 Dicembre dove un gruppo di marinai, a me sconosciuti, naufragarono a circa 200 miglia a nord-est della Estaca di Bares nell’area del Golfo di Guascogna (Vizcaya) Oggi, paradossalmente, navigando per Internet ho potuto conoscere alcune informazioni che mi hanno impressionato e anche riempito di emozione. Sono rimasto colpito nel vedere le fotografie di alcune delle vittime. Specialmente quella di Michele Pepe di soli 17 anni.
I Giornali di quel periodo come “Paese Sera” o “Il Mattino” mostrano scene di alcuni familiari completamente distrutti dal dolore. Emozionato anche nel vedere fotografie della nave che non abbiamo potuto salvare, dopo tutti questi anni, scopro che le vittime sono di origine della Penisola Sorrentina, nel Sud Est dell' Italia.In quel periodo io avevo 20 anni e facevo il militare nella 11ª squadra della marina militare spagnola ( La Coruña). Il 20 dicembre 1981 ( proprio lo stesso giorno della tragedia) mi sono imbarcato come radarista sul cacciatorpediniere " Destructor Lángara" (D64).
Ricordo perfettamente che quel giorno la pioggia era molto forte nel porto del ferrol.Verso le sei e mezzo del pomeriggio mi trovavo con un gruppo di marinai nella sala da pranzo della nave. Improvvisamente con il viso teso e nervoso, arrivò nella stanza l’ufficiale di guardia dicendo testualmente : "abbiamo ricevuto un S.O.S a 200 miglia a nord-est di Estaca di Bares (nell’area del Golfo di Guascogna) uscite immediatamente dalla sala da pranzo ! Dobbiamo soccorrerli! " .
Dagli altoparlanti della nave annunciarono la notizia a tutti i marinai. Ci aveva colto di sorpresa,.la maggior parte dell'equipaggio si trovava fuori per licenza, classico del periodo natalizio, così che si sono aggiunti a bordo marinai di navi militari limitrofe. Nel frattempo noi eravamo impegnati nel riscaldare le macchine per partire al soccorso, ricordo che sono arrivati diversi camion con del cibo e coperte. Non sapevamo niente di più. Appena fu possibile nel buio totale siamo partiti. Mai avevo navigato con una tempesta come quella del 29 dicembre 1981.

Il mare era "Arrabbiato nero", Terribile. Nella durata del percorso ci hanno proibito di uscire fuori giacchè le onde erano alte più di 10 metri. Ricordo alcuni compagni che vomitavano per i corridoi e per altre zone. In pessime condizioni. Io sono stato uno di quelli. Con una tempesta cosi grande la velocità della nostra nave non poteva essere superiore, così che per percorrere 200 miglia abbiamo impiegato 2 giorni e mezzo per arrivare nel luogo dove era partito l' S.O:S. In nessun momento abbiamo avuto informazioni tranne che sulla latitudine e sulla longitudine. La paura e l’incertezza di quello che potevamo trovare in quel luogo era molto forte. Quando siamo arrivati al punto indicato non si vedeva nessuna barca , ne scialuppe ne superstiti, allora i nostri superiori ci hanno dato l’ordine di perlustrare in un raggio di 4 miglia ( per coprire la zona a spirale) in cerca di superstiti.Navigavamo molto piano e in silenzio.L’aspetto del mare era di color piombo rivolto.


Nella foto a lato lapide a Meta di Sorrento

C’era la sensazione che in quel luogo era successo qualcosa di strano. Molte ore dopo abbiamo avvistato un “Chinchorro” (Piccola barca) semi affondata danneggiata a prua e a poppa. Un ufficiale e vari marinai si son avvicinati con una barca zodiac per controllare. Ricordo che gli ufficiali considerarono opportuno non issarlo a bordo ed è così rimasta nel mare per sempre.Alle conclusioni che si erano arrivate in quel momento da parte degli ufficiali era che se una barca si fosse distrutta in quella maniera davanti e anche da dietro c’era stato una spaccatura della nave o una rottura in due.Si continuava a cercare, ricordo il viso dell'equipaggio, degli ufficiali .C’era molta tensione nell’aria e una sensazione di impotenza dovuto a tanta incertezza e alla stanchezza. In misura che i giri intorno al epicentro aumentavano il mare era sempre più agitato e strano.Diverse ore dopo all'orizzonte siamo riusciti a vedere qualcosa di colore rosso che galleggiava sull’acqua. Subito siamo andati a vedere, infatti era una barca zodiac ( come quella che utilizzano per i salvataggi) di colore rosso e giallo. Lunga e particolarmente bella. Non c’era nessuno dentro.Erano incise le lettere “ Marina d'Aequa". Gli ufficiali avevano deciso di portarla su, e durante quei 18 mesi di servizio sul Destructor Lángara è rimasta sempre lì nel Hangar (garage della nave ) del vascello.Molte furono le volte che mi sono seduto sopra di essa ricordando l’incomprensibilità di quella terribile esperienza. Per altri due giorni abbiamo continuato a perlustrare la zona, purtroppo non è stato trovato nessun superstite. Esauriti i tempi del controllo della zona il nostro superiore ci ha ordinato di tornare al porto, nel viaggio di ritorno c’era un silenzio assoluto, nessuno diceva niente, solo abbattimento e sconforto.Una volta in porto fu organizzata una cena per la vigilia dell'epifania svoltasi il 7, 8 gennaio, alcuni giorni dopo.Nella sala da pranzo della nostra nave tutto era spento.
Mi venne in mente la reazione di un compagno di Barcellona, nel momento che si iniziava a cenare scoppiò in un attacco di nervi sbattendo una bottiglia di champagne contro il muro davanti all'ufficiale di guardia, gridò singhiozzando “ siamo dei buoni a nulla” per l'impotenza per non aver trovato superstiti.
L’Ufficiale in un gesto di comprensione non disse nulla. Alcuni compagni lo portarono via e il resto di noi ci ritirammo uno dietro l’altro alle nostre cabine, senza apparecchiare ne parlare tra di noi.Una settimana dopo il nostro comandante riunì tutto l'equipaggio informandoci dei fatti.La versione con la quale ho convissuto questi 25 anni fino ad oggi. Questo fu più o meno quel che ha detto: “ a quanto pare si trattava di una nave mercantile italiana dal nome Marina di Aequa all' S.O.S rispose una nave mercantile inglese che navigava per la zona. Era di notte. Il naufragio è stato prodotto per un scorrimento del carico costituito da laminati di acciaio spaccando la struttura della nave, dando via libera all’ingresso d’acqua. Il personale dell' equipaggio della nave inglese non ha potuto fare niente. tutto si è verificato velocemente. Il -Marina- si spaccò in due e affondò. Sono morte 33 persone”

Noi uomini e donne di mare di una città di mare non potevamo non ricordare, cerchi il sorriso. con cui ti lasciò. fra i solchi scuri. che il tempo disegna sul viso. di chi naviga il mare,. ed è sempre domani. e se il cielo vorrà. ...



SCALA CAMILLO della redazione

La redazione del sito http://www.torremare.net avvalendosi di materiale di siti amici ha deciso di realizzare questo dossier per non dimenticare i nostri 5 concittadini che insieme ad altri 25 membri dell’equipaggio persero la vita in quel tremendo tardo pomeriggio del 29 Dicembre 1981 ….. è ancora viva nel cuore di tanti, sopratutto dei parenti, l'angoscia e l'ansia dapprima e poi la costernazione, il dolore e l'orrore per la tragedia andatasi a consumare in quel tempestoso Golfo di Guascogna, immensa e gelida tomba di tanti marinai fin dall'inizio dell'umanità.

Come sito dei marittimi torresi ci premeva dare omaggio ai nostri cinque concittadini Comandante MASSA Michele; Radio Telegrafista POLESE Salvatore; Marinai TORTORA Guglielmo e TORTORA Luigi (fratelli) Marinaio PALOMBA Raffaele ....periti in quella tragica sciagura e allo stesso tempo riempire una lacuna che una città di mare non può permettersi se...non si vuole dimenticare …..... e sull'onda emotiva che la tragedia ci fa rivivere, riteniamo opportuno ricordare e ricostruire quanto avvenuto quel pomeriggio del 29 Dicembre del 1981.........

 
 

ID: 12673  Intervento da: martina naldora  - Email: martyetore@hotmail.it  - Data: mercoledì 27 gennaio 2010 Ore: 13:27

Martina - Torre del Greco[/b]
ciao a tutti, sono martina.. bhè vedere dopo 29 anni queste ammigini ti fanno un certo brivido.. su quella nave si trovava anche mio zio, ke ha lasciato a kasa sua moglie e due bambine piccolissime... il dolore indescrivibile... a quei tempi io ancora non ero nata, però quando te lo senti raccontare, non so ma fa male... mi madre me ne parla spesso, mi parla di un fratello ke lei ha sempre amato..e ke la sua perdita è stata bruttissima... mi racconta del dolore della sofferenza ke allora affligeva molte xsone, i familiari... la perdita di un figlio, di un marito, di un fratello, di un padre indescrivibile... sapere che magari non puoi stringerlo neanke più... xkè quelli ke mankano sono i loro korpi... vorresti kapire... vorresti sapere... almeno io vorrei ke lui foxe qui per almeno rivivermelo anke un solo attimo... saluto davvero quelle xsone ke kome la mia famiglia hanno sofferto, per la perdita dei loro kari...e c'è ancora chi magari non riesce a non superarla.. Mi manki davvero tanto zio.. ! un bacio a tutti da marty!
martyetore@hotmail.it



ID: 12525  Intervento da: camillo scala  - Email: doncamillo57@libero.it  - Data: martedì 29 dicembre 2009 Ore: 16:34



ID: 12524  Intervento da: camillo scala  - Email: doncamillo57@libero.it  - Data: martedì 29 dicembre 2009 Ore: 14:30


SANT’AGNELLO. Sono trascorsi ventotto anni, ma il dolore e l’angoscia dei parenti per una tragedia per cui non si potrà mai scrivere la parola fine si rinnovano giorno dopo giorno. Quei trenta marinai inghiottiti dal mare in tempesta non hanno mai avuto una degna sepoltura, i familiari non hanno una tomba dove poter deporre un fiore. La tragica scomparsa dell’equipaggio della «Marina d'Aequa» verrà ricordata questa sera alle ore 19 nel Santuario di San Giuseppe, a Sant'Agnello, in occasione dell’anniversario dell’affondamento della nave nel golfo di Guascogna. Una messa in suffragio delle vittime verrà celebrata dal parroco di Sant’Agnello, don Natale Pane. Alla cerimonia, con un rituale che si rinnova ormai dal 1996 per iniziativa della Venerabile Confraternita del Sacro Cuore di Maria e San Giuseppe, interverranno i familiari dei marinai scomparsi, una delegazione della Capitaneria di porto, rappresentanze della Casina dei Capitani di Meta e dell’Associazione capitani marittimi, autorità dei Comuni della penisola sorrentina e dei centri di provenienza dei 30 membri dell’equipaggio. Al termine della messa sarà deposta una corona di alloro al monumento adiacente il Santuario di San Giuseppe che ricorda i periti nel naufragio, realizzato per iniziativa di don Angelo Castellano, parroco di Marina Grande a Sorrento, durante la sua permanenza alla guida spirituale dello stesso Santuario. La Marina d’Equa, 32mila tonnellate di stazza e 178 metri di lunghezza, di proprietà della compagnia Italmare, si inabissò nel golfo di Guascogna, a circa 175 miglia dalla costa spagnola di La Coruna, nel pomeriggio del 29 dicembre del 1981, trascinando in fondo al mare, in pochi secondi, il carico e i trenta marinai: undici di Meta, sette di Piano di Sorrento, uno di Sorrento e due di Massa Lubrense, insieme ai cinque di Torre del Greco, ai tre dell’isola di Procida ed all’unico cileno. Le ultime ore della tragedia sono state ricostruite nel 2006, in occasione del venticinquesimo anniversario del naufragio. Il comandante Fortunato Imperato della Casina dei Capitani di Meta, analizzando gli atti ufficiali internazionali e della Commissione ministeriale d’inchiesta, insediatasi il 12 gennaio 1982, che ha tenuto complessivamente 19 sedute plenarie e quella conclusiva del 31 Gennaio 1983, riporta nella sua cronistoria l’amara constatazione della stessa Commissione: «il naufragio della Marina di Equa e la conseguente perdita dell’equipaggio e del carico verificatosi il 29 dicembre 1981 siano da attribuirsi alle circostanze eccezionali e che, pertanto, il sinistro sia avvenuto esclusivamente per caso fortuito, senza dolo o colpa da parte di chicchessia». il mattino


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