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Argomento presente: « RICORDI DI UN MUNACIELLO »
ID: 12915  Discussione: RICORDI DI UN MUNACIELLO

Autore: Cristofaro Cingolo  - Email: cris1948@fastwebnet.it  - Scritto o aggiornato: domenica 18 aprile 2010 Ore: 15:34

Caro Gigi Mari.

Capita un mattino, di svegliarti e avere nella testa: o per dire, nella mente, parte di un sogno fatto durante la notte. ... Sorrido dentro di me, perché so bene da dove deriva quel sogno, non è nato per caso, o dal nulla; ha la sua motivazione nel presentarsi.
Tutto è nato, rivedendo una foto un'attuale, di un vecchio luogo da me frequentato, quando ero più o meno un ragazzo. La foto ritraeva: “La Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli”, l'avevo presa dal famoso portale del mio amico Luigi Mari: “Torreomnia”. Foto che avevo intenzione di inserire su facebook postandola sul gruppo: “Noi...che amiamo Torre del Greco”, creato da me.
La foto ritraeva lo spiazzo e la chiesa dei vecchi tempi: “Mieza Santa Maria”. L'immagine nel guardarla, però mi riportò indietro nel tempo. Il venditore di cocomero, Pasquale il saponaro, ecc. “Mieza Sant'Maria”: quanti ricordi. … Riricordi che, per riportarmi indietro nel tempo si trasformarono in sogni durante la notte.
Il ricordo di quella notte, da definirsi l'incanto del munaciello, risale alla mia infanzia: anno più, anno meno potevo avere sei, sette anni, quando, intorno ad un tavolo, “non essendoci il televisore”, per passare il tempo, aspettando che arrivasse l'ora di andare a dormire, iniziavano i racconti dei grandi per tenerci buoni.
Sii ... ije mmaricordo bbuono! … Ero piccerella, e mammà m' 'arraccuntava che na vota, sentenne 'e campane ra chiesa e miez Santa Maria, cà sunavano l'inizio d' 'a messa, scennette 'a copp 'a casa, pe ghirsel' 'a sentì. Certo che, nu poche meravigliata, essa rimanette, perché: chella era 'a primma vota che a chell'ora 'e sera, “erano quas' 'e llunnece da sera”, sunavano i campane. ... Null'avesse mai fatto! … Nà paura! … E na paura! Che non te dico.
Presa dall'enfasi dei ricordi, la nonna incominciò a raccontare quello che capitò a sua madre, che poi, sarebbe stata la mia bisnonna materna.
Mammema, m' arraccuntaie, che quante jette 'a chiesa, 'a truvaie già aperta. Essa trasette, ma arinte nun ce steva nisciune: nemmena n'anima viva. ' … A cchiesa: arinte, era tutta stutata.
Nu poco appaurata, essa si jetta assettà annaze a tutto, e cà curona mmane, accumincia a dicere Avemmaria.
A chiesa continuava a rimanè vacante, mentre na file e mamuccie, accuminciajene a girà tutt'attuorno i scànnele da chiesa, ma a faccia e sti mamuccie nun se vedevano. Roppe nu poche, i mamuccie si ritiraiene rinta a sacrestia e essa, accumminciaje a se ne turnà a casa soje.
Mamma, stev' 'e case, abbasci' 'ammare, e pe turnà a casa nata vota, “puverella”, era scennare a scesa ru vavaracane che, a chellora nun passava nemmeno nù cane.
Mammà sa strignette allacciannese, o muccature nganne; se mettette a capa rint' 'e'scelle e, pe non guardà 'u ghiaveta, che le faceva appaura 'o cielo scuro, accumminciaje a guardà sulamente nterra. Tutte cheste, fino a quannno, nun arrivaje ncopp' 'a scesa ru vavaracane.
Quann'arrivaje a metà ra scesa, mammeme, sentette a voce e nu bell'ommene che' 'lle riceva: “Pass' 'acca sotte!”. … Tanta ra paura, mammà steve sciulianno. Facette a tiempe a tiempe a se mantenere nfaccio o muro.
“E t'aggia ritte: pass' 'acca sotte!”. ... Dicettte o bell'ommene. … Mammà, nun verenne a nisciun annanz' 'a essa e, aret' 'a essa, aizaje a capa, è verette che c'è steve nu bell'ommene ncoppe o ghiavete rà capa soije, che teneva na coscia apujata o mure, e nat, ngopp u castielle rimpette o muro.
Maronna! … Cumme puteva essere? “Se chiedette mammà”, cà chiste, tene è cosce tante longhe, da stennerle a ru muro, 'a u castiello?...
A paura a pijaje e accummenzaje alluccà: “No! Io nun passo se tu nun te nevaje! … je so piccerella, e, m' 'appauro! ... Hai capito?! … Tengo paura! … Pe piacere, vavattene e io passo!”.
Ma 'o bellomna insisteva: “ Taggià ritte: passa pe ccà sotte!”. … “No! ... ije m' 'appauro: vojje a casa mia!”.
Questo passa, ... no! Non passo, durò parecchio tempo: fino a quando, piangendo, alzò la testa, e si accorse che l'uomo che fino a pochi momenti prima, la sollecitava a passare era svanito nel nulla.Così lei potè ritornare a casa sua, e raccontare a sua madre cosa le fosse successo.
Oggi dopo tanti anni, da adulto, mi sarebbe piaciuto chiedergli tante cose alla mia bisnonna. Una di queste: è come mai la sua mamma non l'accompagnò in chiesa. Ora a pensarci sorrido, ma allora, piccolo com'ero, nel sentire l'ennesima storiella del munaciello sulla salita del Barbacane, mi prendeva e mi faceva chiedere a mia nonna le cose che chiedono i bambini per curiosità.
Mi addormentavo con la consapevolezza che se facevo il bravo bambino e non lo insultavo, il munaciello non se la prendeva con me, e non mi avrebbe fatto i soliti dispetti che fa a chi non lo asseconda nei suoi scherzi.

Per ...Torreomnia …
Cristofaro Cingolo



 
 

ID: 12921  Intervento da: cristofaro cingolo  - Email: cris1948@fastwebnet.it  - Data: domenica 18 aprile 2010 Ore: 15:34

Caro Gino, quello che più mi dispiace oggi, è la mancata predisposizione dei piccoli a crearsi mentalmente, spazi di sogno. Vaneggiamenti utili alla crescita mentale, utili alla fantasia, per non ritrovarti solo nei momenti in cui, cerchi di difenderti, quando la vita ti pone davanti alla scelta di crearti un mondo tutto tuo per non rimanere da solo.

ID: 12918  Intervento da: Luigi Mari  - Email: info@torreomnia.it  - Data: domenica 18 aprile 2010 Ore: 13:19

Mio caro Cristofaro,
gli esseri umani siamo stati dotati della ragione che via via nei secoli si è sempre più arricchita di idee, che, ad esempio, hanno formato la scienza. Tuttavia la ragione ha una dimensione limitata ai nostri cinque sensi e si ferma sulla soglia del razionale, della logica comune: tutto ciò che non è avvertibile, percepibile è dubbio. Questo ha permesso però all'uomo stesso di fantasticare ed inventare un mondo che non si percepisce con i cinque sensi, adoperando la stessa scienza, oppure mezzi e mezzucci per rendere il trascendente credibile, anche perché una razionalità fredda e matematica renderebbe la vita più asettica e triste.
La vita umana con la sua finibilità irreversibile e l'incommensurabile entità dell'Universo, dove i cinque sensi si fermano a qualche migliaia di chilometri di distanza, costringono l'uomo ad immaginare l'oltre con calcoli teorici. Questo ci conduce diritti all'idea di Dio, indipendentemente dalla storia e dalla spiritualità,
Come la scienza, caduta in mano all'uomo, spesso sfocia in speculazioni, malasanità, ecc. Così le religioni, architettate dall'uomo talvolta cadono in madornali errori e paradossi.
Così è nato il concetto del peccato, sballottato tra le primordiali forze del bene e del male. Per ricondurre l'uomo al bene se ne sono inventate di tutti i colori, persino un Dio dispettoso e vendicativo pensando che solo col timore delle punizioni l'uomo si rabbonisse.
Quello che è importante in questa pagina è il pensiero del concetto del Dio buono, anche fuori dalla corporazioni, anche se non totalmente comprensibile. Il tuo racconto del munaciello, come quelli miei qui sotto, trascendentali, fanno sorridere gli scettici senza coglierene le loro metafore che conduconi a pensieri contestuali più profondi.
Dio non si è mai visto, eppure avvertiamo la sua presenza. La presenza del Munaciello è reale solo se contestuale al mistero della vita, della morte, o dell'universo.
Caro Cristofaro, come avresti fatti Tu, senza la "mano di Dio", a risollevarti sin da piccolo ad ogni caduta del Tuo Calvario, fino ad una delle ultime poste, disabilitante e dolorosa, che ti costringe ancora per un po' fuori Torre, vincendo l'amarzza, la depressione, riacquistando pian piano lo spirito di un sano con l'ironia del "Munaciello" ed il calore umanitario ed amichevole di Torreomnia?
Durante l'anestesia avresti potuto vedere un munaciello benevolo che non già ti portava danaro, ma che fosse la figurazione del Tuo animo predisposto alla fiducia della medicina, creata dall'uomo buono, legata all'ancora della speranza che è sempre l'ultima a morire.
Ti aspettiamo a Torre
Luigi Mari


ID: 12917  Intervento da: la redazione  - Email: info@torreomnia.it  - Data: domenica 18 aprile 2010 Ore: 12:25



ID: 12916  Intervento da: la redazione  - Email: info@torreomnia.it  - Data: domenica 18 aprile 2010 Ore: 12:22




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