| IL RICAMBIO DEL DISGREGATO E DETERIORATO: GIOVANI TORRESI PER LA NUOVA TORRE
IL GIOVANISSIMO SCRITTORE TORRESE DI VIA MAZZINI, TORRE DEL GRECO, PER FERMARE LA MANO DEL BOIA
Sandro di Domenico ci racconta questa storia del 37enne di Torre del Greco, che crede nel valore della vita e combatte al fianco degli ultimi. Fino al punto da fermare una condanna a morte. Gianluca Ferrara è un editore di Torre del Greco. Dove dirige dal 2005 le Edizioni Creativa, nate dall’esperienza frustrante di un’agenzia letteraria per giovani autori che non riusciva a capire la lingua del profitto parlata dagli editori in genere. Oggi la creatura di Ferrara, nata da quella frustrazione è più che altro un laboratorio culturale a sè stante, una casa editrice punto di riferimento per gli autori napoletani che credono in un’editoria alternativa. Indipendente, libera, critica e promotrice di iniziative capaci di cambiare le cose.
E l’impegno de nostro Gianluca Ferrara di Torre del Greco e delle sue Edizioni, le cose le ha cambiate davvero. Ferrara scrive infatti da tempo, periodicamente, delle missive indirizzate a diverse località degli Stati Uniti, carta e penna, perché la tecnologia non arriva nelle carceri dove sono tenuti prigionieri i condannati a morte. Gianluca Ferrara gli scrive «perché su 24 ore, 23 le passano a pensare alla loro fine» nello stesso spazio di pochi metri quadrati del giorno prima e dell’altro ancora, «alla ricerca di un amico» dice. Stringe contatti con diversi condannati in attesa di esecuzione nel braccio della morte e crea un sito internet www.congliultimi.it, dove perora la causa tra l’altro dei senza tetto e delle missioni dei padri Comboniani, oltre a quella degli ultimi degli ultimi: quelli con un destino segnato da una giustizia che toglie la libertà e in un delirio di onnipotenza somministra la morte come cura al crimine.
Contro i dettami, per giunta, della Dichiarazione universale dei diritti umani sottoscritta dalle Nazioni unite nel ’48 e di cui si sonocelebrati proprio il giorno 10 del mese scorso i 60 anni.
Ma Ferrara prende a cuore in particolare una storia semplice, quella di Larry Swearingen. Un uomo della sua stessa età, un trentaseienne condannato a morte per l’omicidio di una giovane, Melissa Trotter, in Texas. Uno degli Stati americani tra i più convinti sostenitori dell’equità della pena di morte. Un processo celebrato nel 2000 con una condanna comminata in parte in base alle dichiarazioni di un’esperta che nel 2007 ha intanto ammesso di essere giunta a conclusioni errate nelle sue analisi, nel frattempo confutate pure dal parere di altri tre esperti.
Swearingen era scampato all’esecuzione una prima volta nel gennaio del 2007, quando arrivò a sole 24 ore dall’esecuzione e il 26 dicembre del 2008 una nuova esecuzione era stata fissata... per martedì scorso. Ferrara è stato invitato a parlare del caso a Raitre, poi alla trasmissione «Uno Mattina» di Raiuno, ha sollecitato con lettere accorate giornali, istituzioni italiane, americane, persino il Vaticano perché il Papa spendesse due parole a favore del suo amico di penna durante il tradizionale appuntamento del Pontefice con l’Angelus in piazza San Pietro. Convinto dell’innocenza di Swearingen, ma ancor di più dell’inumanità della pena di morte. Petizioni online, petizioni anche su Facebook, telefonate, lettere e mail verso l’America e il 27 gennaio la notizia più attesa, inviata a tutti gli amici impegnati in una battaglia per i diritti umani: «La mano del boia è stata fermata! - scrive Ferrara agli amici - E a fermarla c'era anche la tua di mano...
La petizione ha raggiunto quasi le 5000 firme (la maggior parte dall’Italia) migliaia di mail sono state inviate, oltre che al governatore, anche al Board of Pardons and Paroles. Un amico prete di Ercolano, padre Pasquale Incoronato, ha parlato di Larry durante le messa e ha aperto le porte dell’oratorio e acceso i computer attraverso i quali i fedeli hanno potuto partecipare alla petizione. L'ausilio di Padre Giorgio Pisano che alla marcia della Pace mi ha dato la possibilità di far rivolgere un appello dinanzi a più di 1000 persone. La pressione è stata forte. Forse anche quella del Vaticano che mi aveva promesso un intervento. Di sicuro quella di un bambino di 10 anni, Andrea, che si è battuto tanto per far firmare la petizione».
«Larry, quando ha saputo di tanta partecipazione, mi è stato detto dalla moglie che ha iniziato a ridere e non riusciva a fermarsi, poi si è commosso e mi ha chiesto di dire a tutti voi: grazie di cuore! Questa sospensione non è solo una sospensione, perché a questo punto il caso verrà riesaminato e finalmente dovranno valutare delle prove mai prese in considerazione che potranno dimostrare l’estraneità di Larry all’assassinio della povera Melissa. Questa è la vittoria - aggiunge infine il combattivo editore - di chi crede che nella vita tutto è possibile basta crederci e lottare. Sì, ha vinto chi crede che occorra smetterla di pensare solo a se stessi, è la vittoria di coloro che sono convinti che un mondo di giustizia, non solo sia possibile ma occorre costruirlo». |