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Stavolta Vincenzo Accardo ha scelto uno dei luoghi simbolo della sua città per manifestare il disagio di un intero comparto. E così ieri, al termine del corteo che ha chiuso la giornata di protesta nazionale dei lavoratori Tirrenia, è salito sul campanile della basilica di Santa Croce, sotto il quale erano assiepati i 300 lavoratori, rappresentanti sindacali e politici che hanno preso parte all'iniziativa organizzata da Cgil, Cisl e Uil e che si è snodata per le strade del centro: «Sono qui per fare sentire la nostra voce a chi non ci ascolta» ha gridato stringendo tra le mani una bandiera tricolore, la stessa issata su navi e monumenti di mezza Italia. Nella piazza applausi e slogan, dopo un corteo che ha voluto richiamare l'attenzione dei lavoratori sui rischi della vendita Tirrenia e dell'annunciata soppressione dell'Ipsema, l'ex cassa marittima che il governo vuole accorpare all'Inail. In mattinata l'astensione dal lavoro (24 ore su scala nazionale, otto in Campania) ha portato al blocco di diverse navi, con disagi per gli utenti: «C'è stata una forte partecipazione - ha sottolineato Mario Salsano, segretario generale Filt-Cgil marittimi - a dimostrazione dell'intesa su queste problematiche». Sullo sfondo anche i rischi che investono i lavoratori Caremar: «Sul tavolo c'è l'intesa nazionale - prosegue Salsano - con gli impegni assunti da Bassolino di stanziare cinque milioni di euro per garantire il proseguimento delle attività». Ieri si è svolto un incontro in prefettura nel quale i rappresentanti sindacali hanno chiesto che Pansa si faccia garante verso il nuovo governo regionale degli accordi sottoscritti: «Il sindacato unitario - dichiara Raffaele Formisano della Fit-Cisl - ha chiesto un incontro con il neo assessore regionale ai Trasporti visto che da oltre un mese sulla vicenda Caremar regna il silenzio».
Presente al corteo il consigliere regionale, Anita Sala: «Come Idv siamo vigili in Regione al rispetto degli accordi siglati in passato su Caremar. La vicenda Tirrenia invece ha visto l'onorevole Di Pietro più volte schierarsi con i lavoratori». Alla manifestazione è intervenuto anche il sindaco di Portici, Enzo Cuomo: «Ci sono molti marittimi della mia città imbarcati su navi Tirrenia - ha sostenuto - ma non vorrei che questa mia presenza fosse sottolineato solo per evidenziare l'assenza di altri miei colleghi». Ma ai manifestanti basta poco per rimarcare la mancanza del sindaco di Ercolano, Vincenzo Strazzullo, e soprattutto del padrone di casa, Ciro Borriello. Presenti invece rappresentanti di Sinistra e Libertà. «Siamo in piazza per protestare contro l'indifferenza del governo» rimarca il segretario regionale Uil-Trasporti, Ciro D'Alesio. «L'occupazione marittima per queste città è vitale» gli fa eco Umberto Mazzacano, responsabile cittadino Uilt. Per Emanuele Fernicola, responsabile regionale marittimi Cgil «tutte le nazioni Ue hanno un sistema di assistenza differenziato per i marittimi. Quello italiano, poi, è pagato non solo dallo Stato ma anche da armatori e lavoratori». Il dato più allarmante viene da Pasquale Gramegna: «Negli ultimi anni - afferma il responsabile torrese della Fit-Cisl - con la crisi che ha portato alla chiusura di numerose piccole attività artigianali, molti sono stati quei lavoratori che hanno ripiegato sulle attività marinare». Un aspetto che ha fatto lievitare gli iscritti alla Capitaneria di Torre del Greco oltre i 10mila, anche se i marittimi che esercitano sono 6mila. Un dato pesante, come sanno bene Luca Chiusel e Paola Mazza, responsabile cittadino e dello sportello Mare della Cgil torrese, in prima fila durante il corteo. Un corteo che, dato i numeri che vanta il comparto nell'area, ha fatto registrare una presenza al di sotto delle aspettative: «Ma va considerato che molti hanno letto la manifestazione come iniziativa dei lavoratori Tirrenia», ammette Beniamino Leone, segretario nazionale dei marittimi Cisl. «La soppressione di un pilastro del welfare - prosegue Leone - come l'Ipsema è la dimostrazione che siamo a livelli preoccupanti». Ma c'è chi come Gaetano Vitiello, responsabile locale della Fast-Confsal, esce fuori dal coro: «L'accorpamento dell'Ipsema all'Inail è cosa fatta -sostiene - ma la nota dolente è il sempre più frequente ricorso su navi italiane a personale extracomunitario. Tutto con l'avallo di Cgil, Cisl e Uil».il mattino
Dramma lavoro, marittimi: corteo a Torre del GrecoTORRE DEL GRECO (NAPOLI) - Nel giorno dello sciopero nazionale di 24 ore dei lavoratori della Tirrenia, corteo di protesta anche a Torre del Greco. I marittimi sono partiti in corteo da piazza Santa Croce e hanno sfilato per le vie del centro cittadino: una manifestazione contro la soppressione dell'ex cassa marittima e per chiedere sostegno al governo Berlusconi sulla vicenda della privatizzazione della Tirrenia. Un processo per il quale sono a rischio 240 posti di lavoro, tra marittimi e personale amministrativo. Il corteo è stato promosso dalle segreterie regionali Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti. Al passaggio dei marittimi i negozianti del centro hanno manifestato la loro solidarietà ai lavoratori abbassando spontaneamente le saracinesche dei propri eservizi commerciali. “Dobbiamo evitare che questo processo di privatizzazione si trasformi in un processo di macelleria sociale – ha detto Emanuele Fernigola, rappresentante Cgil - il territorio del napoletano che ha la vocazione marinara, sia sotto il profilo del lavoro che dell'impresa, deve assolutamente uscire nobilitato dal percorso di privatizzazione della Tirrenia.Non è possibile quindi accettare tagli. Ora chiediamo un tavolo alla presidenza del Consiglio dei ministri: non basta più parlare col ministero del lavoro o con il ministero dei trasporti, ma è necessaria una sinergia dei ministeri sotto la regia della presidenza del consiglio” ha concluso Fernigola. “Quello della Tirrenia è un vero e proprio dramma – ha detto Pasquale Gramigna, rappresentante Cisl - e anche la questione Ipsema è gravissima. I comuni della costa vesuviana in particolare hanno tra le prime fonti di sostentamento proprio il mare, bisogna sostenere le attività e qui, invece, si rischia di affossarle” ha concluso Gramigna. ILARIA BARBATI metropolis
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