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Argomento presente: « La Langelleide »
ID: 1383  Discussione: La Langelleide

Autore: franco formicola  - Email: francoformicola@virgilio.it  - Scritto o aggiornato: lunedì 7 marzo 2005 Ore: 23:30

Signori
Confesso il mio peccato: da un po' di tempo a questa parte entro nel forum attratto dalla curiosità di vedere a quale altra diavoleria (evviva il ..mistico!) ha fatto ricorso lo scarsocrinito acconciaossa Nello per smuovere e/o provocare gli iscritti ad una più fattiva partecipazione alle varie discussioni. Per la serie "una ne fa e cento ne pensa" il nostro amico archeo-speleo-vulcano-storico-viveur-fustigator di vesuviane femmine-linguista e uccellator di fessi si è da ultimo trasformato in giornalista intervistatore e qui mi sa che avrà preso un'altra bella botta in testa (altro che caduta sotto i cunicoli di Torre!) dal botta e risposta con l'impareggiabile maestro di vita Salvatore Argenziano.
Ben gli sta!! Ma ciò che più mi ha spinto a scrivere del pianeta Nello, a presentarlo a chi effettivamente non lo conosce quanto me è stata la riesumazione del personaggio di ZORRO che realmente "bazzicava" intorno al Gruppo archeologico una ventina di anni fa a tutti noi particolarmente caro per le "stroppole" che infilava una appresso all'altra.
Non mi stanco di leggere la parte virgolettata e punteggiata della intervista all'ing. Argenziano; rivedo Nello agitarsi nell'angusto stanzino giù S.Anna - sede del GAT - nel mentre attirava l'attenzione di topolone Enzo, del serioso Gianni del "trastello" Ciro ed altri nel tentativo di renderci partecipi di cose apparentemente... disdicevoli (proverbiali le premesse "avasciate 'a voce" sennò ci sente don Salvatore!). Ma le stroppole linguistiche della suddetta intervista non mi fanno fesso: pure "a me...mi piace Luisa con o senza "corna" ma mi lascia perplesso la scelta di nello che se potrebbe la porterebbe a via sedivola a mangiare 'o per'e u' muss.
Non sarebbe più opportuno un anfratto del Vesuvio con la luna complice e discreta che ti strizza l'occhiolino dal cratere? Caro Nello, mi sono stancato; il finale mettilo tu (gymnasium, ti ricordi?).
Franco Formicola
 
 

ID: 1384  Intervento da: Luigi Mari  - Email: info@torreomnia.com  - Data: lunedì 7 marzo 2005 Ore: 23:30

Franco,
hai fatto buon viaggio? Bentornato. Non posso parlare molto, sto in castigo. Ho assimilato la lezione di Vera e Paola nel messaggio di oggi. Sono un bambino. Lo ammetto e lo confesso.
Ti ricordi lo slogan di Grand Hotel nella versione cinematografica e in quella fotoromanzata quando non esisteva TV, computer, ecc.
"Grand Hotel, gente che va, gente che viene". La vita è bella perché e varia. Guai alla noia del "tutto liscio".
Il tuo messaggio di oggi è più giovane, più cameratesco, più fresco dei precedenti. Poi ha una bella forma, un po’ didattico, ma articolato bene. Sai c'è carenza di narratori a Torre, non si sa mai. Impara l’arte… Noi crediamo di non imparare nulla con gli eventi, piacevoli o sgraditi. Che sciocchi!
Da un po’ di tempo non mi dispero più. Chi avrebbe mai immaginato che stasera un po’ di fresco nel forum lo portasse chi, invece, viene dal fuoco dell’Etna?.
Io stringo i denti e fingo di resistere quando mi mettono il disinfettante sulle ferite, ma so che poi guarisco. Ferirsi e guarire, che invenzione! Nessuno al mondo ha goduto ed apprezzato la gioia se non è stato almeno una volta depresso. La gioia senza pena né prima né dopo non è gioia è surrogato. Dobbiamo essere felici quando ci feriscono o crediamo che ci abbiano ferito, (più indolore). Ci danno l’opportunità di gustare la gioia.
Da piccoli ci rotolavamo, a Via Martiri d'Africa, giù per i 30 metri di terreno scosceso, per ritrovarci nella "terra" di De Quocis. Ero un fifone, sempre l'ultimo della gara, sudavo freddo, finché qualcuno non mi spingeva e mi faceva ruzzolare. Finivo spesso con la "capa spaccata" o sulle piante di fichi d'india. E giù all'Ospedale Maresca nella Villa Comunale. Quando mi disinfettavano ostentavo il mio finto coraggio. Per sentirmi dire: “E’ forte ‘o guaglione eh!”. Un altro “paliatone” lo prendevo a casa.
Come il paliatone di stamattina. La morte fulminante del torrese Costantino Meo, lo scenografo di Gennaro Vitello, conosciuto a Torre come la statua di Garibaldi a Piazza Palomba. 53 anni. Mi dispiace solo di non potergli più inviare qualche messaggio bello o brutto, de visu, telefonico, sul forum. Anche il solito occhiolino che Egli usava come saluto, quando si congedava dalla mia bottega, mai senza sorridere.
Fra dieci anni, se Dio vorrà, apprezzeremo quello che accade oggi su questo forum. Oggi siamo i protagonisti, ciascuno porta avanti il suo ruolo faticoso. La sua croce. Perché accada qualcosa bisogna portare una croce, anche piccola. Se Nostro Signore la portò per salvare il mondo, noi, piccolina, la porteremo per migliorare Torre.
NESSUNO PUO' NEGARE CHE SI TRATTA DI UN DISCORSO NUOVO. NEL BENE E NEL MALE. STIAMO VANGANDO DIETRO LE NOSTRE SPALLE SECOLI DI RISTAGNO.
Bello il tuo messaggio, Franco, mi ha rinfrancato. Grazie per me e per gli altri. Adesso ti saluto con “Gigi”. Lo faccio solo quando dopo la tristezza sento la gioia “ridermi” sotto gli occhi.
Gigi


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