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Argomento presente: « La Langelleide » | |||||
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ID: 1384 Intervento
da:
Luigi Mari
- Email:
info@torreomnia.com
- Data:
lunedì 7 marzo 2005 Ore: 23:30
Franco, hai fatto buon viaggio? Bentornato. Non posso parlare molto, sto in castigo. Ho assimilato la lezione di Vera e Paola nel messaggio di oggi. Sono un bambino. Lo ammetto e lo confesso. Ti ricordi lo slogan di Grand Hotel nella versione cinematografica e in quella fotoromanzata quando non esisteva TV, computer, ecc. "Grand Hotel, gente che va, gente che viene". La vita è bella perché e varia. Guai alla noia del "tutto liscio". Il tuo messaggio di oggi è più giovane, più cameratesco, più fresco dei precedenti. Poi ha una bella forma, un po’ didattico, ma articolato bene. Sai c'è carenza di narratori a Torre, non si sa mai. Impara l’arte… Noi crediamo di non imparare nulla con gli eventi, piacevoli o sgraditi. Che sciocchi! Da un po’ di tempo non mi dispero più. Chi avrebbe mai immaginato che stasera un po’ di fresco nel forum lo portasse chi, invece, viene dal fuoco dell’Etna?. Io stringo i denti e fingo di resistere quando mi mettono il disinfettante sulle ferite, ma so che poi guarisco. Ferirsi e guarire, che invenzione! Nessuno al mondo ha goduto ed apprezzato la gioia se non è stato almeno una volta depresso. La gioia senza pena né prima né dopo non è gioia è surrogato. Dobbiamo essere felici quando ci feriscono o crediamo che ci abbiano ferito, (più indolore). Ci danno l’opportunità di gustare la gioia. Da piccoli ci rotolavamo, a Via Martiri d'Africa, giù per i 30 metri di terreno scosceso, per ritrovarci nella "terra" di De Quocis. Ero un fifone, sempre l'ultimo della gara, sudavo freddo, finché qualcuno non mi spingeva e mi faceva ruzzolare. Finivo spesso con la "capa spaccata" o sulle piante di fichi d'india. E giù all'Ospedale Maresca nella Villa Comunale. Quando mi disinfettavano ostentavo il mio finto coraggio. Per sentirmi dire: “E’ forte ‘o guaglione eh!”. Un altro “paliatone” lo prendevo a casa. Come il paliatone di stamattina. La morte fulminante del torrese Costantino Meo, lo scenografo di Gennaro Vitello, conosciuto a Torre come la statua di Garibaldi a Piazza Palomba. 53 anni. Mi dispiace solo di non potergli più inviare qualche messaggio bello o brutto, de visu, telefonico, sul forum. Anche il solito occhiolino che Egli usava come saluto, quando si congedava dalla mia bottega, mai senza sorridere. Fra dieci anni, se Dio vorrà, apprezzeremo quello che accade oggi su questo forum. Oggi siamo i protagonisti, ciascuno porta avanti il suo ruolo faticoso. La sua croce. Perché accada qualcosa bisogna portare una croce, anche piccola. Se Nostro Signore la portò per salvare il mondo, noi, piccolina, la porteremo per migliorare Torre. NESSUNO PUO' NEGARE CHE SI TRATTA DI UN DISCORSO NUOVO. NEL BENE E NEL MALE. STIAMO VANGANDO DIETRO LE NOSTRE SPALLE SECOLI DI RISTAGNO. Bello il tuo messaggio, Franco, mi ha rinfrancato. Grazie per me e per gli altri. Adesso ti saluto con “Gigi”. Lo faccio solo quando dopo la tristezza sento la gioia “ridermi” sotto gli occhi. Gigi |
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