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Argomento presente: « L'OSPEDALE MARESCA NON CHIUDE »
ID: 14119  Discussione: L'OSPEDALE MARESCA NON CHIUDE

Autore: Antonio borriello  - Email: antonio.borriello@tin.it  - Scritto o aggiornato: mercoledì 10 agosto 2011 Ore: 12:42



 
 

ID: 14141  Intervento da: camillo scala  - Email: doncamillo57@libero.it  - Data: mercoledì 10 agosto 2011 Ore: 12:42


SANITA',ODISSEA IN AMBULANZA TRE VIAGGI PRIMA DELL'INTERVENTO


Un ospedale diviso in due. Il vecchio "Maresca" non riesce a morire. A Torre del Greco è tenuto in vita artificiale da cento donne. L'hanno occupato il 30 settembre, minacciano altri scioperi della fame e rivolte. Il nuovo ha cinque anni ma vive male: a Boscotrecase, edificio moderno da completare nell'altra metà, ha solo una parte di medici e servizi. La storia degli ospedali siamesi è unica al mondo. "La mente umana non riesce a concepirla", premette Ciro Borriello, chirurgo, sindaco di centrodestra a Torre del Greco. Ha bloccato anche lui l'autostrada e rinunciato al cibo per una settimana, perdendo otto chili. Si vede, è scuro ed emaciato, ha però convinto il comitato. Nessuno può ora sospettare un conflitto di interessi con la sua clinica privata, Santa Maria La Bruna, mille parti l'anno, molta chirurgia generale, cara anche a giovani donne per delicati interventi ricostruttivi. Borriello è chirurgo plastico. "Occorrono 10 milioni per questo ospedale, 20 per completare l'altro. Pazzesco: è antieconomico, irrazionale e la viabilità è terribile per l'altro". Un pronto soccorso diviso in due, possibile? "Grazie all'andirivieni di ambulanze, 12-13 viaggi al giorno", conferma il sindaco. Undici km, 43 curve, bel tragitto. Le signore arroccate nella trincea del quarto piano, ex reparto di ginecologia raccontano l'odissea quotidiana: "Emorragia gastrica? Si arriva a Boscotrecase, non c'è la Tac, perché la Tac è qui. Secondo viaggio a Torre, la Tac e terzo viaggio per Boscotrecase, finalmente l'operazione. Così una donna morì, perché non vi informate?". Le donne urlano. Le voci si incrociano. Seguirle non è facile. Angela Sassi, 75 anni, lavorava il corallo. È la sentinella più anziana. Maria Rosaria Borgenne, più di sessanta, la più irata riferisce nella foga che "Boscotrecase non ha neanche la licenza dei vigili del fuoco" e insinua una discarica nei pressi. Annuisce Ciretta Vitiello, bruna, dinamica, disoccupata: "Lì non sanno fare neanche le ecografie". È l'astio che acceca? Il sindaco mitiga: "So di sicuro solo questo. Qui c'è un ecografista molto bravo, Franco Ascione. Fu costretto a chiedere una sostituzione urgente, per non lasciare il posto scoperto e correre a Boscotrecase per una donna che rischiava di morire, emorragia. Si può gestire così la sanità? Io andai via da questo ospedale quando capii che non poteva sopravvivere. Erano andati via grandi professionisti. Si parlava di diagnosi per immagini, tecnologie, laparoscopia. Qui invece...". Qui la politica era sempre più invasiva. Si racconta di 5 nuovi primari nominati insieme, tutti con tessera dello stesso partito. "Lista Dini", sussurra una delle signore. Il sindaco: "Non ricordo bene, non sono sicuro". Ormai l'ospedale era agonizzante, perdeva qualità e pazienti. Nessuno si è ribellato, fino all'annuncio della chiusura. Borriello non spiega i motivi. "Vi assicuro, il comitato è spontaneo. E qui abbiamo delle eccellenze. Livio Cipolletta è un'autorità nella gastroenterologia". È vero. Anche questo picco tiene in vita il "Maresca", rinviandone la chiusura. Cipolletta non si muove con la sua Tac e le sue attrezzature. Tutto quel che resta, ruota intorno a lui. Ma altri reparti sono stati trasferiti. Fino al paradosso raccontato da una delle signore con tutto il sarcasmo di una canzoncina. "Chi era qui, lavora qui e là. Chi è là, sta solo là". Torre del Greco quindi presta i medici anche a Boscotrecase, non viceversa. Al Maresca restano 15 letti di chirurgia, 20 di medicina, 2 di cardiologia. A Boscotrecase sono attive chirurgia, ortopedia, ginecologia, pediatria, cardiologia e Utic, l'unità di terapia intensiva cardiologica. La gestione più difficile è quella della chirurgia. A Boscotrecase c'era Lorenzo Fiore, guidava la sua équipe ma non era primario. È stato inviato Roberto Palomba da Torre del Greco: dirige in tutt'e due gli ospedali. Intuibili i disguidi. Si risparmia sul chirurgo, ma non sul direttore sanitario. A ciascuno il suo. Due ospedali, due poltrone. Peccato che sia stato impossibile contattarne uno. Sono giorni di meritato riposo."Noi siamo disperate, venga a vedere il reparto pediatria", invita una giovane nonna, molto turbata. "A Boscotrecase due stanzette, tre posti e tre posti, accanto alla ginecologia con pericolo di infezione. E qui?". Si va al terzo piano. Sale ampie, piene di sole, vista sul golfo. Ripulite ogni settimana. Vuote. Orsacchiotti, bambole, banchetti per disegni. Neanche un bambino, un infermiere, un pediatra. "I malati vanno dove ci sono i medici", sospirano. Qui c'è solo la nostalgia dell'ospedale. Ma tutti giurano che riaprirà. "A settembre sarà come la rivoluzione dei marittimi nel 1959...". di ANTONIO CORBO


ID: 14128  Intervento da: camillo scala  - Email: doncamillo57@libero.it  - Data: lunedì 1 agosto 2011 Ore: 20:20

TORRE DEL GRECO TAGLI ALL'OSPEDALE MARESCA :ADDIO AL REPARTO DÌ CARDIOLOGIA


La rabbia del comitato civico: "Presi in giro". Il Pd attacca: "Decisione assurda"
Il patto tra il sindaco Ciro Borriello e il governatore della Campania Stefano Caldoro non salva il reparto di cardiologia del Maresca. E' durata solo una settimana la speranza - legata alla promessa dei vertici di palazzo Santa Lucia - di mantenere tutte le divisioni attive nell’ospedale di via Montedoro, frenando così il piano sanitario che prevede la trasformazione del nosocomio di Torre del Greco in un centro di lungodegenza. Alle 14 di sabato scorso, il primario Franco Di Palma dell’ospedale di Boscotrecase ha firmato l’ordine di servizio che prevede l’apertura del reparto di cardiologia dell’ospedale Maresca solo dalle 8 alle 14. Per le restanti ore del giorno, i cardiologi faranno servizio a Boscotrecase, assicurando solo la reperibilità per il nosocomio di via Montedoro. Una decisione che ha scatenato malumori e proteste tra gli esponenti del comitato civico Pro Maresca, pronti a inscenare un nuovo sit-in all’ingresso del pronto soccorso: “Tutte le promesse dei politici non sono state mantenute, siamo stati letteralmente presi in giro”, la rabbia degli attivisti del diritto alla salute pubblica. Il comitato civico - già in passato protagonista di manifestazioni forti, come l’occupazione per tre ore dell’autostrada Napoli- Salerno - ha annunciato nuove forme di battaglia. Sulla stessa lunghezza d’onda i vertici locali del Pd, i primi a sottolineare il bluff del patto Borriello-Caldoro: “Con la riduzione del servizio di Cardiologia a 6 ore al giorno - la nota del Pd di Torre del Greco - a partire dalle ore 8 di oggi, con turni di reperibilità per la notte e nei giorni festivi, viene messa gravemente in pericolo l’operatività dell’intero ospedale nella gestione della rete dell’emergenza-urgenza. Non solo il pronto soccorso (tutt’ora operativo) perde il maggiore mezzo di sostegno nella individuazione e trattamento delle patologie dell’apparato cardiocircolatorio, ma anche altri reparti vedono pericolosamente ridotte le loro funzioni dalla mancanza di un cardiologo di turno presso la struttura ospedaliera nella gran parte della giornata e nei giorni festivi. Il Partito Democratico chiede a gran voce la revisione di questa scellerata decisione che rende di fatto priva di senso la permanenza in vita del Maresca al suo stato attuale, e ancor più, da parte del Presidente Caldoro, ancora una volta, la revisione del Piano di rientro dal disavanzo in materia sanitaria, che non tiene conto delle necessità del territorio”. metropolis
TORRE DEL GRECO TAGLI ALL'OSPEDALE MARESCA :ADDIO AL REPARTO DÌ CARDIOLOGIA


ID: 14121  Intervento da: la redazione  - Email: info@torreomnia.it  - Data: venerdì 29 luglio 2011 Ore: 14:16




ID: 14120  Intervento da: Luigi Mari  - Email: info@torreomnia.it  - Data: venerdì 29 luglio 2011 Ore: 14:10


Mari Veronica

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