Luigi Mari, torrese tipografo da 60 anni, autore di Torreomnia, nel 1990 srisse ampiamente sui due Steve in uno dei suoi siti:
"Stampatipografica,it".
Sito sui 5 secoli dell'arte nera gutemberghiana a cui Steve Jobs praticò l'eutanasia.

La morte di Steve Jobs ha sconvolto il mondo. La giornali.
Un’attenzione senza precedenti che si riserva solo ai grandi uomini, a chi ha lasciato un segno sul suo tempo. Un cordoglio sconfinato, contagioso, inaspettato, retorico come tutti i cordogli, che parte dal web e passa da ogni Apple Store del mondo, dai comunicati stampa dei potenti, ai «tweet» di ogni singolo utente Apple. Chi ha un iPhone o un Mac, chi ha ascoltato il suo discorso-manifesto di Stanford su YouTube, chi solo per un minuto ha apprezzato il suo lavoro, ha sentito vicino il Ceo di Apple e ha voluto dire la sua. Chissà se per vera commozione o semplice emulazione, magari spinta da editori e giornalisti, categorie da sempre estremamente affascinate dalla figura di Jobs. Certo che i 10 mila messaggi al secondo che ieri arrivavano all’indirizzo attivato da Apple per raccoglierli (rememberingsteve @ apple.com) hanno ben pochi precedenti.
Su Twitter e su Facebook, milioni di link, foto, citazioni.