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Argomento presente: « ARRESTATI GLI ARMATORI DI MAIO » | |||||
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ID: 14844 Intervento
da:
camillo scala
- Email:
doncamillo57@libero.it
- Data:
giovedì 29 marzo 2012 Ore: 15:59
DIMAIOLINES SOTTO TORCHIO IL PRESIDENTE DEL COLLEGIO DEI SINDACI Ha risposto alle domande del giudice per le indagini preliminari Giovanni De Angelis e ha provato a chiarire la sua posizione. Un interrogatorio sereno quello di Angelo Pica (nella foto)- presidente del collegio dei sindaci della Dimaiolines, in passato assessore della giunta guidata dal sindaco Antonio Cutolo e presidente del Patto territoriale del Miglio d’oro - finito dietro le sbarre del carcere con l’accusa di concorso in associazione per delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta. Secondo il castello accusatorio del pubblico ministero Sergio Raimondi della procura di Torre Annunziata, Angelo Pica non avrebbe svolto i doveri che la legge gli impone in qualità di presidente del collegio sindacale. Accuse circostanziate, ritenute fondate dal gip che la scorsa settimana ha spedito in cella il presidente del collegio dei sindaci della Dimaiolines, insieme ai tre amministratori della compagnia di navigazione: i fratelli Angela e Carlo Di Maio e il cugino Angelo Di Maio.Durante l’interrogatorio la difesa di Angelo Pica - rappresentata dall’avvocato Romeo Del Giudice - ha prodotto le fotocopie dei verbali delle riunioni del collegio dei sindaci. Atti da cui si evincerebbe che l’indagato, insieme ai restanti componenti del collegio finiti sott’accusa, avvisarono i vertici della Dimaiolines che la situazione stava diventando difficile, invitando così gli armatori a convocare immediatamente un’assemblea per affrontare il caso con provvedimenti ad hoc. Verbali che, tuttavia, la procura non ha mai trovato. Le copie consegnate al curatore fallimentare non furono, infatti, ritenute valide perché non originali e non vidimate. Ma - l’obiezione avanzata dalla difesa di Angelo Pica - gli originali si trovano negli atti sotto sequestro e da diversi mesi non più in possesso degli indagati. Slitta, invece, l’interrogatorio dell’ultimo indagato destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare: si tratta di Angelo Di Maio, detenuto a Velletri, per il quale è stata richiesta la traduzione a Napoli per essere sottoposto all’interrogatorio. Solo dopo avere ascoltato l’ultimo dei componenti del consiglio d’amministrazione il giudice per le indagini preliminari Giovanni De Angelis deciderà in merito alle istanze di scarcerazione presentate dai difensori degli indagati. Dopo avere ascoltato coloro che sono destinatari di ordinanze di custodia cautelare in carcere, il gip provvederà a sentire anche Massimo Balzano, Concettina De Felice e Alfredo Ibello: il primo dipendente «factotum» dei Di Maio, gli altri due componenti del collegio sindacale finito nel mirino della guardia di finanza con l’accusa di non aver vigilato su quanto accadeva in quella società. Intanto le indagini non si fermano: gli uomini della compagnia di Torre del Greco, agli ordini del capitano Gaetano Capuozzo, continuano gli accertamenti e gli interrogatori di persone informate sui fatti per chiarire tutti i dettagli di una vicenda che ha lasciato 800 risparmiatori al verde. VINCENZO LAMBERTI |
ID: 14841 Intervento
da:
camillo scala
- Email:
doncamillo57@libero.it
- Data:
mercoledì 28 marzo 2012 Ore: 18:48
BANCAROTTA DIMAIOLINES GLI ARMATORI IN LACRIME DAVANTI AL GIUDICE In lacrime davanti al giudice per le indagini preliminari: Carlo e Angela Di Maio - fratelli e amministratori della Dimaiolines di Torre del Greco - sono stati interrogati ieri mattina dal gip Giovanni De Angelis del tribunale di Torre Annunziata. Alla presenza del pm Raimondi, gli indagati - assistiti dagli avvocati Romeo Del Giudice e Felice Scotto - hanno scelto di rispondere alle domande relative alle accuse di bancarotta fraudolenta e raccolta abusiva del credito, pagate con l’arresto e la detenzione in cella. Dove, al momento, dovranno restare. Il gip, infatti, si è riservato di decidere sull’istanza di concessione del beneficio dei domiciliari solo al termine degli interrogatori di garanzia. Chiara la linea difensiva di Carlo e Angela Di Maio: secondo gli indagati, infatti, i prestiti o versamenti che venivano fatti dai risparmiatori erano prestiti personali, fiduciari. E la ricevuta che veniva rilasciata nulla aveva a che vedere con le obbligazioni. Una strategia difensiva ardita quella degli armatori di viale Dei Pini che hanno confermato anche le spese personali fatte con quei soldi. «Proprio perché si trattava di soldi dati personalmente a noi - avrebbe spiegato Carlo Di Maio - non andavano sui conti correnti della società, ma venivano utilizzati per spese personali». Momenti di tensione quando il gip ha obiettato che, però, i prestiti venivano certificati con ricevute emesse a firma della Dimaiolines, con diciture diverse ma sempre sotto forma di obbligazioni. La linea difensiva dei Di Maio, tuttavia, resta che «quei fogli di carta non potevano essere obbligazioni che, per avere valore legale, devono rispondere a determinati requisiti di legge». Nel corso dell’interrogatorio hanno, invece, ammesso di avere ricevuto le cifre emerse durante le indagini della finanza. «Per fatti non strettamente legati alla vita societaria», la tesi dei due fratelli. Un cavillo giuridico che potrebbe trovare, nel corso del tempo, facile smentita. «Nei soldi - ha spiegato Carlo Di Maio - sono finiti anche i tre milioni e mezzo che mia madre aveva avuto da una società di leasing milanese nel 2003. Soldi che la nostra famiglia ha perso insieme alla casa che è passata a questa società di Milano». E il gip ha voluto vederci chiaro anche sulla società che la madre di Carlo Di Maio aveva creato con Antonio Civitillo, uno dei fondatori del comitato Amici di Dimaiolines, la Torremare srl: «Cercavo una società con cui lavorare dopo che ero stato dichiarato fallito», la spiegazione dell’indagato. Una versione su cui, tuttavia, la procura sta svolgendo ulteriori approfondimenti. La difesa dei due indagati giocherà un’ultima carta: un provvedimento del tribunale fallimentare di Torre Annunziata che nel disporre il sequestro di beni ha accolto la riserva nei confronti di tutti, ma non nei confronti di Carlo Di Maio in qualità di amministratore unico. VINCENZO LAMBERTI |
ID: 14840 Intervento
da:
camillo scala
- Email:
doncamillo57@libero.it
- Data:
mercoledì 28 marzo 2012 Ore: 18:46
VIDEO http://youtu.be/8vx1cFedzps |
ID: 14822 Intervento
da:
la redazione
- Email:
info@torreomnia.it
- Data:
venerdì 23 marzo 2012 Ore: 21:55
MAI TANTI TORRESI TUTTI ASSIEME HANNO PREGATO DIO PER LO STESSO MOTIVO
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ID: 14814 Intervento
da:
camillo scala
- Email:
doncamillo57@libero.it
- Data:
venerdì 23 marzo 2012 Ore: 13:55
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