Aniello e Pina ad imo pectore

ID: 1729 Intervento da: Luigi Mari - Email: info@torreomnia.com - Data: sabato 30 aprile 2005 Ore: 12:51

Caro "framco tiratore".

Probabilmente c'è affinità tra la follia e la grandezza. Ti posso assicurare, però, che non sono, o almeno non mi ritengo, né l'uno né l'altro. A meno che per follia non si intenda pure andare contro corrente e non beneficiare dei frutti delle connivenze, delle complicità, dei nepotismi, ecc.
Capisco benissimo dove vuole parare il "franco tiratore". Il suo pseudonimo la sa lunga. Non immagino chi sia, ma certamente sarà un habitue del forum a cui piace stuzzicare, ma finché lo fa per fini costruttivi, per avvicinare, cioè, e non per dividere, ben venga.
Però, vedi, questo messaggio mi ha intristito, perché è anonimo, non ha valore e questo contribuisce a "dividere". Solo io so che è comunque vero, ma, dato l'ambiente, potrebbe dare adito ad idee di autoincensamento, apriori e sempre.
Anche questa osservazione potrebbe essere interpretata come un mettere le mani avanti.
Erano settimane che volevo affrontare questo argomento del reale e del fittizio del Forum. Secondo alcuni il mondo è fatto solo di carte false.
L'ho detto due mesi or sono in queste pagine e lo confermo adesso: solo due iscritti sono fittizi in questo forum, per motivi di sprono e di stimolo di prammatica nelle comunità elettronicche, qua nessuno ha inventato l'acqua calda; tutto il resto è sacrosantemente vero.
E sono nomi, quelli fittizi, che non immaginate neppure. Si potrebbe, ad esempio, pensare a Monica come personaggio inventato, ma non è così, Monica esiste. E quando il forum avrà meno tensioni e si parlerà di amore e di fratellanza collettivamente Monica ha promesso di farsi viva, perché la sua "missione sperimentale" sul caratteriale vesuviano sarà compiuta.
Ma il messaggio del "franco tiratore" mi ha rattristato soprattutto, per contro, perché i complimenti anche se firmati (vedi a centinaia nel guestbook) non fanno altro che allontanare gli altri da me. E' colpa loro, non mia? Non vuol dire. Adattarsi ad un ambiente, però, anche se imperfetto putrebbe significare equilibrio, adattabilità. Questo stadio ideologico potrebbe anche essere valutato come disadattabilità.
Una cosa è certa, ve lo metto per iscritto, gli auguri per il Dott. Langella e la sua signora sono stati sicuramente ad imo pectore.
Conta il resto?

Luigi Mari