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Argomento presente: « CARRO TRIONFALE IMMACOLATA 2019 » | ||||||
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ID: 17397 Intervento
da:
camillo scala
- Email:
doncamillo57@libero.it
- Data:
giovedì 24 ottobre 2019 Ore: 15:43
Torre del Greco, schiaffo alla storia dell’Immacolata: prima tappa nell’ex fortino del clan Torre del Greco. E’ stata presentata come un’idea dei portatori, ma a «convocare» il sindaco Giovanni Palomba a Santa Croce è stato direttamente il parroco della basilica. Pronto a illustrare una proposta destinata a tenere banco fino al prossimo 8 dicembre, quando il carro dell’Immacolata – una volta uscito in piazza – potrebbe prendere la strada della zona porto anziché imboccare, come da tradizione, via Salvator Noto e via Roma. Una vera e propria rivoluzione del percorso, dettata dalla necessità di evitare di penalizzare – in caso di improvvise piogge durante il corteo religioso – sempre le stesse zone della città. Così, secondo l’ipotesi ora al vaglio dell’amministrazione comunale, a partire dall’edizione 2019 il tragitto della Madonna potrebbe variare a seconda del calendario: gli anni pari il carro trionfale seguirebbe il percorso «tradizionale» e gli anni dispari, invece, invertirebbe il senso di marcia. Facendo prima rotta su corso Garibaldi – l’ex fortino della camorra oggi trasformato dai lavori di riqualificazione promossi all’epoca dell’ex sindaco Ciro Borriello e dagli investimenti di diversi privati nel settore della ristorazione – per poi chiudere nel centro storico. Il summit in chiesa La proposta è stata discussa durante un incontro «ristretto» a Santa Croce tra don Giosué Lombardo e lo storico figlioccio della Dc all’ombra del Vesuvio. A cui, sostanzialmente, il parroco – protagonista di una lite con i portatori durante l’edizione del 2017, passata alla storia per la mancata benedizione al rientro del carro trionfale in basilica – avrebbe manifestato l’idea lanciata da una folta delegazione dei 500 fedeli chiamati a portare l’Immacolata in processione. «Alternando ogni anno il senso del corteo religioso – l’ipotesi promossa dai portatori attraverso il sacerdote – si potrebbero garantire a tutta la comunità le stesse possibilità di assistere al passaggio del carro trionfale». Con buona pace di una storia nata nel 1861 e portata avanti con passione e devozione per 157 anni. E proprio il sindaco evidentemente affetto da decidofobia – la paura di prendere provvedimenti netti e certi – rischia di essere ricordato come il politico capace di fare cambiare strada alla Madonna. «Ho appreso della proposta da don Giosué Lombardo – conferma Giovanni Palomba -. Si tratta di un’idea dei portatori a cui guardo con favore. Sia perché consentirebbe di cancellare ogni dubbio su eventuali “discriminazioni territoriali” sia perché consentirebbe di liberare prima la zona e di consentire ai ristoratori di lavorare regolarmente». Insomma, un ragionamento da perfetto commerciante: prima gli affari, poi la fede. Tutto subordinato, ovviamente, al fattore sicurezza. Non a caso a breve è in programma il primo incontro ufficiale con le forze dell’ordine per affrontare il tema della processione: «Il prossimo 5 novembre ci sarà il tavolo istituzionale – spiega il primo cittadino -. Ogni decisione sulla vicenda dovrà essere concordata con chi si occupa dell’ordine pubblico». I veleni del 2017 e 2018 Perché – al netto delle «nobili motivazioni» alla base della proposta avanzata dai portatori – nessuno ha dimenticato la turbolenta edizione del 2017, quando si registrò un episodio mai visto il giorno dell’Immacolata. Una lite tra don Giosué Lombardo e un gruppo di portatori – legata, appunto, al passaggio del carro trionfale in corso Garibaldi in un momento in cui la pioggia sembrava minacciare la statua della Vergine – portò allo strappo tra parroco e fedeli, con i secondi pronti a ignorare l’ordine del sacerdote rientrare in basilica. Alle 16, poi, la mancata benedizione scatenò il caos in sagrestia. Con gli agenti di polizia costretti a calmare non senza difficoltà i portatori. Lo scorso anno, invece, una «salvifica» pioggerellina evitò qualsiasi polemica sul passaggio nell’ex fortino del clan in cui un tempo abitava la famiglia del super-boss Giuseppe Falanga: la processione si interruppe all’altezza di via Diego Colamarino, evitando così la zona porto. Una circostanza evidentemente rimasta impressa ai fedeli del quartiere, ora pronti a presentare la «soluzione» per evitare qualsiasi tipo di discriminazione territoriale.Alberto Dortucci metropolis |
ID: 17386 Intervento
da:
camillo scala
- Email:
doncamillo57@libero.it
- Data:
giovedì 19 settembre 2019 Ore: 17:22
Carro Trionfale dell’Immacolata 2019 “Vorrei avere infiniti cuori” Il titolo del carro trionfale dell’ Immacolata 2019 è ispirato ad una delle espressioni che spesso amava ripetere il nostro Parroco Santo, Vincenzo Romano, rapito dall’amore per l’Eucaristia e dalla devozione alla Vergine Maria: “VORREI AVERE INFINITI CUORI”. Il legame del carro a San Vincenzo è dato anche per alcuni eventi che hanno caratterizzato la vita della comunità parrocchiale e cittadina di Torre del Greco come la Canonizzazione del Beato Vincenzo e la concessione di un Anno Giubilare per fare memoria grata della misericordia di Dio e delle opere meravigliose che compie nella sua Chiesa. Tale legame è rappresentato dalla maestosa torre campanaria che funge da trono per all’Immacolata. Questa struttura richiama alla memoria la devastante eruzione vesuviana del 15 giugno 1794 che distrusse parte della città di Torre del Greco e la chiesa parrocchiale. Superstite fu il campanile inglobato dalla colata lavica per quasi 14 metri. Questo fu un segno di speranza per il novello parroco don Vincenzo Romano che volle ricostruire la nuova parrocchia accanto al campanile e attorno la città. Preso dalla carità sfrenata si fece prossimo del popolo torrese che aveva perso, insieme alla speranza di una rinascita, ogni cosa. Tale gesto è rappresentato in uno degli arazzi che pende dalla torre campanaria. Mentre l’altro arazzo, raffigura il nostro Santo in gloria. I due arazzi sono realizzati dal prof. Salvatore Seme. Tutta la struttura è racchiusa in una barca di stile barocco che richiama il legame dei torresi con il mare e l’apostolato di San Vincenzo a favore dei pescatori di corallo e delle loro famiglie. Altro elemento che richiama il mare e i pescatori è la rete. San Vincenzo ispirandosi all’arte della pesca faceva adottò il metodo pastorale detto “la sciabica”, per portare i suoi parrocchiani in chiesa per la catechesi, dopo aver annunciato il Vangelo ai crocicchi delle strade. A poppa di questa grande barca, si erge maestosa una Croce retta da un angelo, la Croce Gloriosa di Cristo che si innalza sulla chiesa che morte non teme. A prua, un angelo regge una corona del Rosario per ricordare la devozione di San Vincenzo,che definì il Rosario “Canale di tutte le Grazie”. L’altro angelo regge una corona decorativa in ricordo del 65° anniversario dell’incoronazione della venerata immagine dell’Immacolata, avvenuta il 23 Giugno 1954 da parte del Card. Marcello Mimmi. Infine, è da recuperare il segno delle ginestre, cantate dal Leopardi, esse sono poste in quattro fioriere decorative e richiamano i colori ed i profumi della nostra terra vesuviana ed in questo momento storico, esprimono la forza della natura che vince l’incuria umana. Progettista ed esecutore: Riccardo Lamberti Stendardi: Salvatore Seme |
ID: 17385 Intervento
da:
camillo scala
- Email:
doncamillo57@libero.it
- Data:
giovedì 19 settembre 2019 Ore: 13:37
“Vorrei avere infiniti cuori” |
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