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Argomento presente: « RIFLESSIONI A MARGINE »
ID: 1779  Discussione: RIFLESSIONI A MARGINE

Autore: Luigi Mari  - Email: info@torreomnia.com  - Scritto o aggiornato: lunedì 9 maggio 2005 Ore: 22:33

GLI IPERTESTI NELLA MENTE

Come si sa i termini "ipertesti" e "ipermedia" si riferiscono a testi o immagini che contengono dei collegamenti. I collegamenti di questo tipo sono detti collegamenti ipertestuali, e si attivano facendo clic su una parola sottolineata o un'immagine evidenziata in una pagina web. Facendo clic su un collegamento ipertestuale vi spostate su un altro documento. Questi documenti possono essere altre pagine di informazioni, altri siti web, immagini o suoni. Gli ipertesti sono fissi non hanno variabili. Noi conosciamo gli ipertesti col nome pratico di link.

Accade che l'uomo moderno obnubilato dalla vastità dell'offerta culturale cartacea ed elettronica fissi nella mente delle patch, cioè dei percorsi come possono essere quelli di un ipertesto o un ipermedia, in altre parole, appunto, dei link.

Esempio: se usiamo la parola "morto",

il becchino lo chiamerà "cadavere",
il prete lo chiamerà "anima trapassata",
il messo comunale lo chiamerà "il defunto",
il notaio lo chiamerà il "de cuius",
e così via.

A seconda della forma mentis ed il bagaglio di nozioni e cognizioni che si è immagazzinato nella mente durante gli anni, col mosaico evolutivo personale, ciascuno adopera i propri percorsi mentali di ragionamento tutto a discapito della logica comune.
Quindi il cervello fa da filtro ed incamera non solo quello che è capace di capire, ma dirotta tutto ciò che portebbe apprendere di nuovo magari di migliore o di sostitutivo lungo gli "ipertesti" e gli " ipermedia" fissati nella propria mente soprattutto per fattori nevrotici che conducono dritti alla chiusura mentale, indipendentemente dalla vastità di cutura che si detiene.
Insomma è una monodirezionalità coatta dei neuroricettori del cervello che filtrano e castigano ogni forma di dialogo in maniera che le discussioni viaggiano sempre parallele e mai confluiscono o divergono a seconda del caso.
Alcune discussioni di questo forum ne sono la prova esplicita. Accade che una discussione anche omogenea e condivisivile induce allo scambio, o al prestito degli elementi per una eventuale e possibile fusione. Gli stessi elementi vengono assorbiti da interpretazioni teoriche diverse e fanno riferimento a nozioni dottrinarie non già necessariamente contrapposte, ma che acquistano, giocoforza, monodirezionalità. Insomma un po' la metodologia del "politichese", non sempre voluta e architettata, di rispondere alle domande con altre domande.
Scatta una sorta di ipoglottite mentale, una valvola biologica bolccata non già all'ascolto, ma all'assimilazione e all'elaborazione mentale dei dati.
Per cui sarebbe più logico definire alcuni messaggi non già appartenebti ad un "forum di discussione" ma ad un forum di "monodialoghi".
Guai se questo accade, poi, tra un uomo e una donna che crede, quest'ultima, di aver subito gregarismo storico, ma che è invece il vero sesso vincente, ma soprattutto il più fortunato.
Il mondo è pieno di ingiustizie specie riguardo le punizioni. Chi fa la pipì a letto, ad esempio, è il pisellino dei bambini, eppure chi prende le botte è il sedere.
Il peccato originale ha penalizzato l'uomo, non la donna, come dovuto.
L'essere umano, mammifero per eccellenza, è stato creato da Dio con due parti speculari biorganiche. Due occhi, due orecchie, due narici, due "emisferi cerebrali", due mammelle, due braccia, due gambe, due piedi, due reni, due polmoni, ecc, ma con un solo organo genitale perché in caso di "malfunzionamento" o inabilità non si può fruire della sostituzione.
Pure la donna ha un solo genitale, ma pur se "guasto" funziona lo stesso o almeno fa finta di funzionare, ma il maschio, a parte i nocivi rimedi chimici non adatti a tutti i casi, come rimedia?
Eppure la mela la mangiò Eva e non Adamo.
Luigi Mari

 
 

ID: 1831  Intervento da: Vera Paola  - Email: virnapaola@hotmail.com  - Data: lunedì 9 maggio 2005 Ore: 21:04

Scusate il ritardo, siamo Paola e Vera,
entriamo per democrazia, per par condicio visto che le donne si guardano bene dall'entrare nel forum come se si trattasse del terzo girone dell'inferno. E qui dobbiamo dare ragione a Monica che fin'ora ci era un po' antipatica per il proprio esibizionismo. Ogni tanto compariamo in punta di piedi.
Il forum ha acquistato consistenza, questo non si può negare, anche se oramai sembra un concorso letterario dove ciascuno sfoggia la propria "erudizione". Grazie al sig. Mari abbiamo imparato la differenza che passa tra erudizione e cultura. Non vogliamo sembrare ruffiane con l'amministratore, ma tra tanto sfoggio di sapere, solo il sig. Mari ci sorprende perché quando leggiamo i suoi messaggi non abbiamo l'impressione, come succede con gli altri, di leggere cose risapute, comunque già dette da altri. Anche se i post del sig. Mari spesso sono lunghi e pallosi.
Quando leggiamo i messaggi dell’amministratore quasi sempre troviamo delle frasi che ci fanno correre un brivido dietro la schiena, lo sentiamo come un padre affettuoso ed amorevole, poi leggiamo che qualcuno lo critica o lo snobba, ma vorremmo sapere il perché.
I messaggi del sig. Mari sono tutti poetici, pieni d’amore e di fratellanza. Sembra un discorso architettato apposta, ma possiamo anche dirlo di persona, se occorre.
La professoressa Busiello parla di fuggire dal forum perché ci sono allusioni. Noi non abbiamo avuto mai disturbi del genere, incominciamo a credere che noi donne in questo paese siamo piene di pregiudizi, più dei maschi e dove ci sono pregiudizi è difficile che si possa progredire.
Quando si vuole cambiare un paese bisogna fare sacrifici di persona, bisogna rinunciare all’orgoglio, cedere anche parte di quello che teniamo accaparrato, per il bene comune. Sembra che tutti predichiamo bene e razzoliamo male e ciascuno rimane nella propria posizione. Dice il nonno di Vera: il torrese tiene una mano lunga e una mano corta. Quando si tratta di avere quella lunga è già pronta ad afferrare, quando si tratta di dare quella corta rimane al suo posto.
Abbiamo l’impressione che questo accade pure con le cose astratte come l’invidia e come l’amore. Da questo forum tutti vogliono cogliere qualcosa ma sono pochissimi quelli che danno di vero cuore, anche un semplice gesto sincero, una parola d’amore, di altruismo, di solidarietà. Come si può essere avari pure con le parole?
Caro sig. Mari, ripeto le parole del nonno di Vera: non c’è riuscito il Vesuvio e Gesù Cristo a cambiare i torresi, come può riuscirci lei ammesso che abbia la facoltà e il diritto e la capacità di farlo, ammesso, cioè, che sia nel giusto, perché questo non siamo capaci di stabilirlo. Tutto quello che possiamo dire con certezza è che quando leggiamo i suoi post ci annoiamo sì a morte, ma a tratti sentiamo un benessere strano che ci sale fino a colorirci le gote. Stranamente succede, ad entrambe noi, un senso materno di voler stringere al petto un bambino nella sua innocenza.
Adesso siamo ragazze spensierate, pensiamo alla disk music, alle festicciole, difficilmente facciamo a spintoni per vivere, ma abbiamo paura di crescere in un ambiente ostile e falso, abbiamo paura di diventare in seguito ipocrite ed egoiste per sopravvivere.
Paola e Vera


ID: 1796  Intervento da: nicola scognamiglio  - Email: nicoscogna@libero.it  - Data: sabato 7 maggio 2005 Ore: 17:16

Amici tutti del forum,
i turni del mio lavoro non mi consentono di inviare più messaggi. Vorrei rispondere a tutti i messaggi di Lugi Mari e di Monica e ad altri interessanti di D'agostino, della Prof. Busiello, ecc., che sono pregni di interesse specie per ciò che riguarda il mio lavoro ti terapeuta ed educatore. E compimementi vivissimi al Giudice Gennaro Francione per la grossa mole di lavoro culturale che cura personalmente come scrittore, commediografo, ecc. Davvero una persona eccezionale. Degno figlio di Torre.
Simpatica la diatriba tra il Dott. Raimondo e Monica, se ne potrebbe stendere un canovaccio teatrale, ha ragione il Dott. D'Agostino, questo forum ha tutte le prerogative per alimentare le rotative tipografiche che negli ultimi ani rotolano un po' meno per i motivi che conosciamo.
Il dialogare di Luigi è assiomatico, infatti non viene contraddetto, ma solo protestato per sconcerto, per turbamento.
Le riflessioni di questa discussione 1779 sono di una evidenza unica. Nessuno risponde ad un messaggio con un concetto logico di aderenza o contrapposizione, ma ci si allinea con un altro logos simile o addirittura diverso.
Non per questo il forum sia meno interessante. Pur se i suoi iscritti viaggiano tutti solo e nient'altro che le proprie gambe, indirettamente, chi legge fa mentalmente i legamenti e vienne a delle determinazioni che sicuramente sono più logiche e vere delle risposte intonate che putrebbero essere purgate dall'ingerenza di giudizio dell'opinione dei lettori.
Sto in attesa di un breve periodo di ferie arretrate e saro più presente.
Sono amareggiato per l'assenza nel forum del Dott. Langella e dell'Ing. Argenziano per motivi di impegno col sito Vesuvioveb (come ho letto in un messaggio di questo forum) che ho visitato con piacere, è sicuramente di buon livello di progettazione ma sembra asettico senza vibrazioni, troppo schematico con pochi elementi. Mi scusino i signori ideatori, questa mia modesta osservazione vuol'essere uno sprono e non una critica. So bene che i "folli" come il caro Mari sono pochi.
"Ille terrarum mihi praeter omnes angulus ridet".
Quell'angolo di terra di più di ogni altro a me ride.
Orazio

Vedete, ho impatato a metterer la traduzione dietro consiglio di Luigi e di Ciccio. E quell'angolo di terra mi sorride ogni giorno qui a Milano, attraverso Torreomnia.
Un abbraccio a tutti i torresi. e sappiamo che:

Iliacos intra muros peccatur et extra.
Si pecca sia entro le mura di Troia che fuori di esse.

Quindi noi altri torresi extra moenia non sempre onoriamo quello che in Torreomnia viene chiamata "la nostra mamma di pietra". Nemmeno questo è un monito o quel che sarebbe peggio, un sermone.
Anatole France, l'ho letto nelle "locuzioni" presenti nel forum, disse "Amare non significa solo chiacchierare per contro proprio, ma andare insieme nella stessa direzione".

Nicola Scognamiglio




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