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Argomento presente: « APOLOGIA AI CICCI »
ID: 1811  Discussione: APOLOGIA AI CICCI

Autore: Luigi Mari  - Email: info@torreomnia.com  - Scritto o aggiornato: lunedì 9 maggio 2005 Ore: 01:34

Premessa: ogni volta che ho fatto una sorta di apologia ad un iscritto ho perso l'amico e l'iscritto, speriamo che la cosa non si ripeta.

Carissimo Ciccio,

i cambamenti li notano gli altri. Io che ho la fortuna e il piacere di vederti quasi tutti i giorni ho notato l'effetto in te del pausa-forum e del dopo-forum quotidiano. Questo salotto non migliora nè peggiora la gente, ma ne muta certamente lo spirito, rivela l'estenza di altri sbocchi, di realtà latenti e sublimanti presenti in ognuno di noi.
Segue inciso generico non rivolto a Te:
La terapia del forum agisce per accumulo, più passa il tempo e più si vedono i risultati, come nella cura con gli antidepressivi, e come questi ultimi guai a smettere, solo il ciclo completo porta alla consapevolezza dei i risultati.
Chi entra nel forum Torreomnia lascia ogni speranza, come nell'inferno di Dante; se scappa rimane nel buio delle proprie incertezze e fragilità, (tutti ne abbiamo); cioè il cliché ambientale. Chi persevera, che è comunque diabolico, alla fine beneficerà dei frutti dell'arricchinmento interiore, dovuto al confronto finalmente denudato, accorgendosi che molte cose non erano affatto da nascondere, perché sono "mostri da occultare" solo rispetto al perbenismo e al provincialismo, ma si rivelano candore rispetto all'Amore e alla Libertà quando di queste due vitali componenti se ne incomincia a sentire il sapore sotto il palato come un medicamento sublinguale che conosce la sola strada del cervello. Perché nel cuore Amore, Giustizia e libertà sono congenite, ma spesso latenti.
Ripeto che non mi riferisco alla Tua persona, chiaramente. E' un discorso generale che non esclude neppure me, soprattutto. Arrossisco alla sola idea di pensarmi puro, impeccabile, superiore. Puntini sulle (i) e tacchetelle sulle (t).
Le tue peformance, non sempre "forunatamente accolte" solo per errore di "residenza natia", sono mutate in creratività e spirito con l'esperienza del forum. L'altra mattina in bottega hai "sconvolto", si fa per dire, mia figlia Virna col gigionesco, istrionico commento sulla "mucca pazza del forum". Eri caricato come un'intera artiglieria dopo il comando "fuoco", e come essa hai anfanato senza sosta. Sono riuscito solo a dire: Ciao, alla fine.
La tua chioma strapazzata faceva sembrare Einstein un pivello, un principiante in fatto di "immagine da barbassoro"; altro che lingua fuori famosa. Sprizzavi gioia e furore. E gli occhi. I tuoi più grandi "traditori". Quante "corna" Ti hanno fatto i Tuoi occhi, speriamo chiusi per sempre il più lontano passibile.
I tuoi occhi che sono la fiction vivente degli occhi di pazzo, nessuno spalanca o aguzza gli occhi come Te. Potresti fare un concerto con gli occhi, scrivere un romanzo, con essi. Come fanno le donne a resistere a questo "essere umano completo ed autosufficiente che sono i tuoi occhi". Mucca non solo pazza, ma stupida o forse solo distratta, o perché forse non ha potuto subire la malìa nella prospicienza.
Potresti compire un coito con gli occhi, per questo mi guardo bene, su preterizione, chiamarle qui: "palle... degli occhi".
La Tua cultura non sta nelle dita scrittorie o sulle labbra oratorie ma negli occhi che hanno labbra e corde vocali, hanno cuore, fedeltà, vocazione i tuoi occhi. Un internista, un cardiologo, un urologo lacrimista, portebbero manipolare quei due piccoli mondi di cristallo, quelle due sfere magiche di rivelazione del Tuo vero essere.
Ieri mattina erano dolci, "edulcorati" i Tuoi occhi, non già di pesce o di folle o d'intesa come al solito, alla presenza di "apparati muliebri" ben consistenti nella mia bottega; o di infante, come altre volte, eccezionali nell'aspergere il vero umore del momento. Ieri mattina i Tuoi fari dell'anima facevano a cazzotti col significato polemico delle Tue parole contro la "mucca pazza" che avresti voluto palpare ben bene, oppure macellare tra le mani, per trasformare le parti "significative" nelle partenopee frattaglie cotte più comunemente dette da noi "'u per e 'u muss".
A proposito Ciccio, perché, le frattaglie cotte di maiale hanno come parti prelibate da "divorare col limone": la pelle (cientepelle), le labbra, la lingua, le mammelle, e i genitali, quasi un "coito gestroenterico". Tutto commestibile e squisito.
Guasta solo il piede utile probabilmente ai fecicisti) o, nel caso di macellazione di bue, il membro, che è altrettando prelibato (non è una battuta). Forse utile al terzo sesso.

Illuminami.
Luigi Mari

 
 

ID: 1822  Intervento da: Luigi Mari  - Email: info@torreomnia.com  - Data: lunedì 9 maggio 2005 Ore: 01:34

Caro Ciccio,

se Tu leggi i primi messaggi appurerai quante volte ho detto: “date Ciccio, date i Raimondo al forum”, poi il Buon Dio, misericordioso, oltre a Ciccio ha dato pure Francione, D'Agostino, ecc. ma non a me, alla città. Io cosa centro? Al massimo tra vent'anni scomparirò dalla scena, giocoforza, ma Torre no. Araba fenice, non ci sarebbero eruzioni che tengono.
Sono orgoglioso della nobile umiltà che trasuda dall'identificativo 1813. Sei uno dei pochi, Ciccio, che ha divelto la scorza. Ma sei partito avvantaggiato. Sono anni che nei composti dei Raimondo si subdora Amore e libertà.
Tuo padre è il “proprietario” letterario del tepore del sole imprigionate sulla scalea di S. croce fatta di basalti vesuviani contrapposto al comportamentale sanguigno che lo contraddistingueva, quasi un rifiuto del “crescere ipocrita” ed una venerazione sacrale dell’infanzia fatta di zuffe e risse oneste e istintuali.
Amore e Libertàm, nobili componeti, con l'aggiunta di Giustizia, cioè parità, uguaglianza, conducono diritti ai compromessi, a rinunce sociali e di facciata.
Ma tutto qui il problema? Ho mia cognata all'anagrafe, se volete, posso tentare di farmi sostituire il "Mari" in "Mare". Oppure posso scomparire dalla scena. Sono faticose queste tavole, sapete, o pensate sia un trastullo?. Ho intrapreso una "missione" spinosa, mi rende impopolare, odioso, antipatico prima che se ne abbia consapevolezza dell’essenza.
Ma credo che non servirebbe a nulla “cambiarmi i connotati”. Ho sempre detto che nei contesti dove alligna Amore, Libertà e Giustizia non esistono proprietari. La proprietà non è divina è un'invenzione umana. Gli animali "inferiori" non concepiscono la proprietà. Dio ci ha creati gratis. Basterebbe scrivere sui soliti cartacei locali, tre pagine di testo scopiazzato e trentetrè di pubblicità a piena pagina. L'apologia alla megalomania!, E questo che volete? Ricadere nel buco nero del disamore? Vogliamo continuare ad arrampicarci, ad inseguire il successo come fosse una donna nuda, che ci precede oscillando l’indice verso di se, suadente e voluttuosa per subire, infine, il miraggio qual è una chimera, una strada che ti costringe a penare come cului che è convinto di poter spegnere il fuoco con la benzina?
Sarebbe sufficiente creare un nuovo forum o utilizzarne altri esistenti, ve ne posso segnalare almeno venti su Torre. Ma avvertireste freddo e solitudine, come è accaduto a me. Vi rattristereste. Provando, con l'opzione “ricerca” di Word, a trovare la parola Amore, non apparirebbe neppure una volta.
E' tutto asettico e conforme ai protocolli web, ortodossi, fatti di bianchi e di ble, come negli ospedali, di scritte mirmicolanti sotto l'egida di una falsa e subdola euritmia. Lutto e tristezza come nella Liturgia concepita dagli uomini. Sempre nelle righe e nelle regole, senza uno strillo liberatorio, senza una carezza, senza un sorriso, una trasgressione. Un simpatico motivo barocco, un parruccone incipriato della memoria dei nonni. I siti torresi non ridono mai, notatelo, nemmeno piangono, perché non sanno amare.
PPersino e soprattutto "i dissidenti", care creature, sanno che ricadrebbero nella solita solfa. Nello stagno della smarrita napoletanità, angosciosa come un perduto amore.
Ma credi, Ciccio, che i Tuoi interlocutori non abbiano cuore?. Credi che non abbiano recepito il messaggio di Torreomnia? Nessun uomo non è stato prima figlio di mamma, paffutello, vezzeggiato, amato , prima di entrare nel carcere della crescita dove l’uomo che piange o ride sonoramente o che fa sberleffi è un insano. Proibito essere felici e se stessi! Questa è la "serietà" l'essere "Tutti d'un pezzo". Com'è stupido questo luogo comune.
Con uno schiocco di dita umile, non imperativo beninteso, tutti coloro che hanno deciso "di stare sempre comodi" nei protocolli, per loro scelta, correrebbero festosi nel forum, cioè nella "loro" magione d'oro, nella loro baita agreste dei sogni latenti, di un mondo più giusto e più "sano", che c'è; senza ostinarsi, ripeto, a lasciare le chiavi fuori casa propria e dormire all'addiaccio, nel gelo e nella solitudine causando freddo e malinconia pure a quelli che dormono al coperto.
Ma ogni invito è una forzatura, presuppone inconsciamente un tornaconto del postulante. Una delle piaghe del caratteriale vesuviano, la scaltrezza degenere, il dubbio e il sospetto ad ogni costo. Tutti i miei inviti iniziali sono stati un fallimento dietro una semplice parola fuori posto, sotto un adombramento ingiustificato.
E la consapevolezza che conta, e quella si acquisisce col tempo e con la maturità che, questa volta, non ha nulla a che fare con l'erudizione né con la cultura, come tutte le lezioni di vita. In casa propria si rientra con i piedi propri. Mari non c'entra nulla se non nella misura in cui centrano tutti i torresi che amano la nostra Mamma di pietra. Torreomnia ed il forun non sono miei. L'amore è lunica cosa al mondo che non ha proprietari!

Giggino
(come Tu mi chiami; sagace, hai intuito che così mi chiamava mia madre).



ID: 1813  Intervento da: ciccio raimondo  - Email: ciccioraimondo@libero.it  - Data: domenica 8 maggio 2005 Ore: 16:49

Caro Giggino
hai voluto oonorarmi con una discussione dal titolo Apologia dei Cicci con una premessa certamente pleonastica. gli amici come tu sai vanno "accettati" comunque. Questo è il tuo ed il mio pensiero e certamente di tanti che, se pur silenti, partecipano a questo Forum. La mia risposta l'ho inserita nella discussione "Fenomenologia di Abbagnano ove oltre al sunnominato trovasi anche l'amico Ciavolino.
Mi mancate tanto amici mi avete lasciato solo come Totò in "Fifa e Arena!" Eppure non sono trascorsi molti giorni da quando ci siamo visti alla "Voce del Mare". La differenza è poca, una sola vocale, questa è la Voce del Mari. Eppure vi ho fatto S. Ciro, la Gallina, il sollevatore di pesi. Ho recitato qualche stroppola e che volete di più. Spero solo che gli sposi ormai non più novelli (hanno fatto tre tagliandi) abbiano gradito la performance. Fatevi sentire!!!



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