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Argomento presente: « TORRE BATTE ALGHERO 10 A 1 »
ID: 2269  Discussione: TORRE BATTE ALGHERO 10 A 1

Autore: Reccia Alberto  - Email: reccialbe2@tinit.it  - Scritto o aggiornato: lunedì 18 luglio 2005 Ore: 00:19

Svolgo la mia prefessione in Sardegna. Desidero sapere dai compaesani corallini quanto c'è di reale nell'articolo che segue pubblicato nell'isola.

SARDINEWS mensile di informazione socioe-conomica della Sardegna
diretto da Giacomo Mameli

Titolo: Corallo ad Alghero: fatturato da otto miliardi
Ma l'oro rosso sardo arricchisce Torre del Greco
di Lidia Marongiu

Gli autogoal della Sardegna: niente scuola, formazione professionale vicina allo zero.

Una pesca stagionale di quasi due tonnellate, 16 pescatori professionisti, cinque laboratori artigianali, cento negozi che vendono corallo e un giro d'affari di circa otto miliardi sulla vendita della materia prima. Questi i numeri dell'industria del corallo algherese, ma come è evidente, i conti non tornano. A fronte dei grossi quantitativi di corallo pescato e del mercato da esso generato, balza subito agli occhi il numero assolutamente irrisorio di laboratori dediti alla trasformazione e lavorazione del corallo. Eppure nelle due vie del centro storico di Alghero sono concentrati circa 100 negozi che espongono nelle vetrine gioielli e manufatti in corallo di ogni tipo. Cosa giustifica un mercato composto da questa strana combinazione di fattori? Cerchiamo di capire. Innanzitutto il punto debole del sistema produttivo del corallo ad Alghero è quello di non avere un solido retroterra formativo capace di creare i presupposti validi per la diffusione di un'attività artigianale di largo respiro.
"Una Scuola per il corallo fu fondata nei primi anni Cinquanta" afferma Franco Marras, presidente del Consorzio Corallo Alghero, "ma dopo la trasformazione in Istituto d'Arte la sua funzione ha perso ogni valore specialistico". Niente Scuola, niente laboratori artigianali, e così il corallo algherese viene assorbito quasi interamente dall'industria torrese: raccolto a oltre 100 metri di profondità dai pescatori algheresi, acquistato dai campani e trasformato nei laboratori di Torre del Greco, l'oro rosso ricompare nelle vetrine dei negozi di Alghero sottoforma di gioielli, ciondoli e monili preziosi.
E' questo in estrema sintesi il viaggio del corallo sardo. Così mentre Torre del Greco, grazie anche a oltre 10.000 persone impegnate nel settore della lavorazione del corallo, è ufficialmente riconosciuta come la "capitale mondiale" del corallo, Alghero perde l'opportunità di valorizzare economicamente una delle sue più preziose risorse naturali.
Un altro problema denunciato dagli operatori locali risiede in fattori prettamente economici. Infatti, anche se sottovoce, gli operatori locali segnalano un "mercato fumoso" dove il prezzo ufficiale di 100.000 lire al chilo non ha alcuna corrispondenza nella realtà. Sembrerebbe infatti che a tale cifra venga venduto solo il corallo di scarto, mentre quello di discreta qualità e adatto a più processi di trasformazione avrebbe un prezzo medio sui due - tre milioni al chilo, sino ad arrivare a sei o 10 milioni al chilo per il corallo adatto all'incisione. Inoltre il prezzo, stabilito dai pescatori, è destinato a lievitare se l'acquisto riguarda modeste quantità di materia prima. "E' una realtà nota" dichiara il presidente Marras, "ma la Regione non interviene. Così accade che gli artigiani di Torre del Greco, grazie anche alla disponibilità di ingenti capitali, non solo acquistano tutto il corallo, ma acquistando grosse partite , a volte anche di alcuni quintali, spuntano un prezzo più basso.
Eppure basterebbe che la Regione si impegnasse ad acquistare tutto il corallo pescato, stabilirne il prezzo e metterlo a disposizione di tutti senza vincoli quantitativi". A ciò si aggiunge il completo disinteresse sul versante della promozione del corallo anche da parte degli organi istituzionali. Ad esempio Alghero, a differenza del centro campano, non ha ancora un Museo del Corallo, anche se la sua realizzazione è stata più volte promessa dalle precedenti amministrazioni. E in questo panorama anche gli eventi rilevanti ma sporadici organizzati dal Consorzio Corallo di Alghero assumono l'aspetto di vere e proprie "cattedrali nel deserto". Basti pensare alla mostra Mediterranea corallo organizzata nella città catalana nel 1997 e mai più ripetuta nonostante il grande consenso pubblico ottenuto.
Tutto questo assume ancor più i contorni di una grande sconfitta e in un certo senso anche di una beffa, se si considera che Alghero è notoriamente promossa dalle agenzie turistiche come. Riviera del Corallo.

Lidia Marongiu

segnalato da Alberto Reccia

 
 

ID: 2291  Intervento da: Carmen Lombardo  - Email: carmenlombardo@hotmail.it  - Data: lunedì 18 luglio 2005 Ore: 00:19

Buona notte.
Visto che addirittura si va in giro a pescare articoli denigratori per la nostra città, (come quello sul corallo sardo di questa discussione) riportiamo pure notizie incoraggianti ed entusiasmanti.

Amanti del tennis, tenetevi forte! Una notizia sensazionale per voi. Già da un po’ era nell’aria, ma ora è ufficiale. Torre del Greco ospiterà la sfida Italia-Spagna di tennis valido per la Coppa Davis. La Federtennis, infatti, ha assegnato definitivamente al consorzio fra il Garden Vesuvio 1972 Sport Club e lo Sporting Club Oplonti il compito di organizzare l’incontro di Coppa Davis Italia-Spagna, in programma dal 23 al 25 settembre prossimi e valido come spareggio per la partecipazione al World Group 2006. La sede sarà lo Sporting Club Oplonti di Torre del Greco. Il terreno di gioco in terra rossa è già stato preparato, mentre è stato approvato il progetto di realizzazione delle tribune provvisorie, la cui capacità sarà di oltre 4.000 spettatori. Comunicati già anche i nomi dei tennisti impegnati, salvo impreviste variazioni. Per l’Italia i singolaristi saranno Filippo Volandri, numero 32 al mondo, e Potito Storace, numero 86, che se la dovranno vedere con gli iberici David Ferrer, 15 al mondo, e Juan Carlos Ferrero, numero 31 del ranking. Mentre i doppisti italiani saranno Giorgio Galimberti, 268 tra i singolaristi e 70 nella classifica del doppio, e Daniele Bracciali, 120 nel ranking del singolare e 77 tra i doppisti, che sfideranno gli spagnoli Feliciano Lopez, rispettivamente numero 33 e 46, e Rafael Nadal, numero 3 al mondo e 39 nel doppio, oltretutto fresco vincitore dell’ultimo Roland Garros e di una marea di altri masters sulla terra battuta.
Davvero un’impresa ardua attende i tennisti di casa nostra, che, almeno sulla carta, partono sfavoriti in tutti e cinque i match in programma. Forse, se ci fossimo confrontati sull’erba, le sfide sarebbero state più equilibrate, visto anche lo stato di grazia in cui si trova, su questa superficie, il nostro Bracciali, che proprio qualche giorno fa, a Wimbledon, ha fatto faticare e non poco un erbaiolo doc come Roddick, numero 4 al mondo, che si è imposto soltanto al quinto set. Mentre la Spagna, si sa, da molti anni ormai, sta sfornando una lunga generazione di terraioli, ultimo in ordine cronologico il diciottenne Nadal, capace di imporsi già così giovane nel torneo terraiolo dello Slam, dopo aver sconfitto in semifinale anche il numero uno del ranking mondiale, Roger Federer. Sull’erba, invece, gli iberici, con l’unica eccezione di Feliciano Lopez, trovano più di qualche difficoltà. Contro cotanti avversari, perciò, già se ne vincessimo uno di incontro, sarebbe un miracolo. Vincerne tre sarebbe veramente chiedere troppo alla grazia. Ma chissà che a Potito Storace, avellinese qual è, non giovi l’aria di casa. E poi la speranza è l’ultima a morire e non vogliamo essere certo noi a porre limiti alla Provvidenza. Anzi. Ergo, San Gennaro, pensaci tu! Già cominciamo a ringraziarlo dal momento che gli spagnoli non schiereranno l’astro nascente Rafa Nadal anche nei singolari. Mowgli, come è stato ribattezzato per la sua somiglianza al protagonista del libro della giungla, infatti, sulla terra, sembra un extra-terrestre, è uno schiacciasassi, non risparmia nessuno.



ID: 2270  Intervento da: messaggio libero  - Email: email@inesistente.00  - Data: martedì 12 luglio 2005 Ore: 21:43

Buona sera.
Sono un addetto ai lavori, ma non un industriale.
Penso che l'articolista sarda abbia ragione.
Spero mi comprendiate per l'anonimia.
Sono anche disposto a rivelarmi all'amministratore, se occorre.
Se vi sono altri intervanti posso essere anche più dettagliato.
Barbetta



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