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Argomento presente: « Stato dell'arte Legge 150 »
ID: 2368  Discussione: Stato dell'arte Legge 150

Autore: Penza Francesco  - Email: francopenza@interfree.it  - Scritto o aggiornato: giovedì 4 agosto 2005 Ore: 22:05

Buona sera ai lettori del forum,

In qualità di giornalista campano desidero dare un resoconto del convegno sullo stato dell'arte della Legge 150 avvenuto a Torre del Greco.

Ai lavori, promossi dalla nostra Torre, ha parteciato il Segretario generale di "Comunicazione Pubblica" Alessandro Rovinetti.
Appuntamento a Torre del Greco per il convegno "La legge 150: lo stato dell'arte". I lavori si sono svolti presso l'hotel Sakura di via De Nicola 26 per tutta la giornata.

E' stato un momento importante per delineare il quadro attuale di attuazione della legge 150/2000 a poco meno di cinque anni dalla sua approvazione. Parteciperanno esperti della comunicazione pubblica ed esponenti del mondo della stampa, tra i quali Giovanni Rossi, Segretario generale aggiunto della Fnsi e Ermanno Corsi, Presidente dell'Ordine dei Giornalisti della Campania.
I lavori hanno avuto inizio alle 9.30 dopo i saluti del sindaco di Torre del Greco, Valerio Ciavolino e l'intervento introduttivo di Giuseppe Sbarra, Capo Ufficio Stampa del Comune di Torre del Greco.
Tra i relatori: Alessandro Rovinetti, Segretario Generale dell'Associazione Italiana della Comunicazione Pubblica e Istituzionale, che ha anticipato alcune parti del suo intervento per il sito www.iustitia.it.

Questa la dichiarazione rilasciata:

"Contro la 150 è in campo un partito trasversale. Ne fanno parte un po' di vecchia burocrazia, un po' di vecchi sindacalisti, un po' di vecchi amministratori pubblici, che confondono l'immagine, la pubblicità, il marketing con la comunicazione. La 150 sta incontrando le difficoltà che hanno contraddistinto il cammino di tutte le leggi di riforma della Pubblica Amministrazione, perché rompono lo statu quo e cercano di modificare atteggiamenti culturali, ma anche modi concreti di operare. Penso alla 142 che ha profondamente rinnovato Comuni e Province, alla 241 sulla trasparenza degli atti. Leggi che il giorno dell'approvazione avevano una folla di padri intorno alla culla, ma rimanevano poi senza madri in grado di farle crescere. Vedi il cammino della legge del '93 che prevede l'istituzione in tutte le amministrazioni pubbliche dell'URP, l'Ufficio relazioni con il Pubblico; dodici anni dopo neanche il 50 per cento delle Amministrazioni ha applicato la legge. "Insieme alla Fnsi stiamo lavorando per raggiungere tre obiettivi: ottenere che, con un atto ufficiale, tutte le pubbliche amministrazioni adottino la 150; riconoscere i profili istituzionali individuati dalla legge; fare in modo che le amministrazioni definiscano le piante organiche".

Nel convegno di Torre del Greco, avvenuto il mese scorso, si è discusso infine anche del problema degli uffici stampa ancora oggi non affidati a professionisti del giornalismo, e della confusione tuttora esistente tra gli spazi dell'informazione e della comunicazione.

Fornisco di seguito l'elenco dei relatori chiamati a intervenire:

Ermanno Corsi
Presidente dell'Ordine dei Giornalisti della Campania

Giovanni Rossi
Segretario aggiunto della FNSI

Giovanni Ambrosino
Presidente dell'Associazione Napoletana della Stampa

Alessandro Rovinetti
Segretario Genarale dell'Associazione Italiana della Comunicazione Pubblica e Istituzionale

Samuele Ciambriello
Presidente del CO.RE.COM Campania

Domenico Ferrara
Coordinatore Nazionale degli Enti di Previdenza dei Giornalisti

Domenico Castellano
Presidente del Dipartimento degli Uffici Stampa della Fnsi

Lino Zaccaria
Consigliere INPGI

Un saluto a tutti e buone vacanza
Dott. Franco Penza, direttore del Giornale "L'Infinito".

 
 

ID: 2369  Intervento da: Nicola Scognamiglio  - Email: nicoscogna@libero.it  - Data: giovedì 4 agosto 2005 Ore: 22:05

Buone vacanze a tutti.

Per caso ho seguito alcune rassegne stampa sulla legge 150, anche per motivi professionali.

Mi piaccerebbe conoscere i risvolti ottenuti nel convegno di Torre del Greco. Non so ser il Dott. Franco Penza vi ha partecipato e potesse ragguagliarmi anche sulla mail privata.

Consentitemi di riportare qui un'intervista che chiarirebbe un po' le idee.

Intanto c'è il sito dedicato www.legge150.it

Ma cos'è la legge 150?

Lo stato di attuazione della legge 150/2000
intervista di Paola Fusi a Gregorio Arena

Nell’ambito di Forum-PA, l’appuntamento annuale tra pubbliche amministrazioni, imprese e cittadini, si è svolto a Roma l’11 maggio scorso un convegno che ha messo al centro lo stato di applicazione della legge 150 del 2000.
Tra i relatori vi era il professor Gregorio Arena, docente di diritto amministrativo presso la Facoltà di Economia dell’Università di Trento, Dipartimento di Scienze Giuridiche, da anni impegnato sui temi della comunicazione pubblica.
Alla luce della significativa e generalizzata crescita dell’attività di comunicazione in questi ultimi anni all’interno delle pubbliche amministrazioni (tra cui le università), abbiamo posto al professor Arena alcune domande per comprendere l’impatto della legge, il ruolo della comunicazione oggi e le prospettive di sviluppo.

Professor Arena, cosa ha rappresentato nel 2000 l’emanazione della legge 150 sulla comunicazione e quali obiettivi intendeva raggiungere?

La legge 150 del 2000 ha rappresentato il punto d’arrivo di circa dieci anni di riflessioni e di esperienze sulla comunicazione pubblica che in questo lasso di tempo ha avuto uno sviluppo notevolissimo: partendo da poche esperienze si è arrivati a una presenza della comunicazione pubblica estremamente rilevante, addirittura strategica nell’amministrazione italiana. L’emanazione della legge è stato un momento molto importante perché per la prima volta è stata data una disciplina generale a queste attività di comunicazione fornendo un punto di riferimento normativo di carattere generale.
Da lì, poi, sono partite una serie di altre iniziative; la legge, è stata quindi un po’ il crinale tra un prima e un dopo.

A quattro anni di distanza qual è lo stato di attuazione della legge 150 nella pubblica amministrazione?

L’applicazione della legge rispecchia il modo di essere dell’amministrazione italiana, che è una amministrazione molto pluralista, molto differenziata anche da un’area geografica all’altra. Ci sono amministrazioni, soprattutto a livello locale, in cui la legge è stata applicata in maniera estremamente intelligente ed anche approfondita; in altre amministrazioni ancora si stentano a far nascere addirittura gli URP (Uffici Relazioni con il Pubblico) e in altre ancora la funzione di comunicazione viene intesa in maniera molto antiquata, come semplice promozione dell’immagine dell’amministrazione o poco più. L’applicazione della legge è quindi a pelle di leopardo. Al di là di questo la legge ha aiutato anche a far capire che non basta fare comunicazione se non c’è dietro una realtà amministrativa seria, vera. L’amministrazione deve funzionare bene, e allora può anche comunicare bene, perché la comunicazione da sola non basta a rimediare i difetti di una amministrazione inefficiente, lenta o farraginosa.

Quali sono i passi futuri che secondo Lei è necessario compiere?

Nella legge mancano completamente, o quasi, i riferimenti alle nuove modalità di interazione con i cittadini legate all’uso di internet, all’uso della posta elettronica, all’accesso attraverso i siti web. D’altro canto la legge è nata a metà degli anni Novanta, poi è rimasta ferma a lungo in Parlamento e alla fine è stata approvata in un testo che però era già per certi aspetti superato dall’evoluzione delle tecnologie.
Anche dal punto di vista del ruolo che la funzione di comunicazione ha nelle amministrazioni la legge potrebbe essere migliorata. In sostanza bisognerebbe dare un seguito normativo a livello nazionale oppure a livello regionale e credo che l’Associazione italiana della comunicazione pubblica si stia muovendo proprio verso un’azione di incentivazione della normativa regionale.

La funzione di comunicazione ha quindi una valenza strategica per le pubbliche amministrazioni e per le università?

Sì, direi che a distanza di circa 16 anni dai primi seminari trentini sulla comunicazione pubblica (perché una cosa che non molti sanno è che Trento è stata la sede di una delle prime ricerche in Italia sulla comunicazione pubblica, forse la prima in Italia finanziata dal CNR) si riconosce oggi alla comunicazione una valenza strategica. Alla fine degli anni Ottanta si aveva un’idea molto rudimentale della comunicazione pubblica che veniva vista come un misto tra ufficio stampa e ufficio informazioni. Oggi invece è chiarissimo - perlomeno a tutti quelli che si occupano di questo tema - che la comunicazione ha una funzione strategica nel senso che un’amministrazione pubblica moderna non può non comunicare per raggiungere i propri obiettivi. E il motivo di questo è molto semplice: oggi le amministrazioni per tutelare l’interesse pubblico devono trovare nei cittadini degli alleati, devono avere la loro collaborazione. Ed è chiaro che senza comunicare non si può avere l’aiuto del cittadino per affrontare i problemi di una società moderna. Insomma le amministrazioni oggi non possono più usare solo il potere, devono usare anche la comunicazione.
(Gregorio Arena)

Ringrazio Luigi Mari, come sempre, ogni anno, per la sua accoglienza torrese. Domattina parto per trascorrere una settimana a Rimini con la famiglia.
Buone vacanze a tutti gli amici del forum, vecchi e nuovi. Non sento più l'Ing. Argenziano, spero stia bene.

Nicola Scognamiglio

P.S. - Cacchio! Dimenticavo la locuzione dedicata a Luigi:

"Obsequium amicos, veritas odium parit".
(L'adulazione procura gli amici, la sincerità i nemici).
Terenzio (Andria, a, I)



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