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Argomento presente: « Torrese da premio Campiello » | |||||
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ID: 2676 Intervento
da:
Amministratore .
- Email:
info@torreomnia.com
- Data:
martedì 4 ottobre 2005 Ore: 22:54
Una poetessa torrese abbastanza accreditata. Francesca Di Nola è nata il 1° novembre 1977 a Torre del Greco (Na), ma risiede a Vico Equense (Na), di cultura classica e umanistica è laureanda in giurisprudenza. Diventa giornalista pubblicista nel 2004 dopo un'intensa attività di collaborazione con quotidiani e riviste; attualmente collabora con il quotidiano Il Mattino. E' presente in numerose antologie di premi letterari a cura della casa editrice Montedit tra cui il premio il Giro delle poesie in cornice edizione 1999 ed edizione 2000; premio Vittorio Tolasi, città di Orzinuovi, antologia città di Monza, antologia Il Club degli Autori edizione 2000-2001 e antologia del premio Angela Starace. E' presente anche in antologie a cura di altre case editrici tra cui il premio città di Castellana Grotte, editrice Vito Radio di Bari; premio Giammario Marrani 2001, edizioni Giovanni Casalotti di Roma; antologia critica per la scuola I mille colori della poesia 2001, Carello editore; premio Beniamino Joppolo 2004, Magi editore di Messina. Di prossima pubblicazione l'antologia Novecento e oltre a cura dell'Istituto Italiano di cultura di Napoli. Ha conseguito il premio speciale della giuria Città di Pomigliano D'Arco edizione 2002, premio speciale del comitato d'onore Berlinguer, premio Giammario Marrani 2001, premio speciale della giuria Marilianum 2003, primo premio di selezione per il progetto antologia critica per la scuola Carello editore 2001, prima classificata per la sezione estemporaneità poetica a cura dell'associazione Beniamino Joppolo Messina 2004, quarta classificata al concorso internazionale Fonopoli 2001 con conseguente pubblicazione della raccolta di racconti e poesie Petali di Vita; si è classificata al terzo posto nella tappa di Napoli per il premio il Giro d'Italia delle poesie in cornice edizione 1999 e 2000 e quarta alla tappa di Parigi; prima classificata al concorso internazionale indetto dall'istituto italiano di cultura di Napoli per la sezione poesia inedita 2001, premio artistico per il progetto il 300' a Massaquano: la cappella di Santa Lucia. Per chi volesse approfondire: http://www.club.it/autori/effettivi/e-l/francesca.dinola/indice-i.html http://www.club.it/autori/effettivi/e-l/francesca.dinola/poesie.html |
ID: 2565 Intervento
da:
Giovanni Raiola
- Email:
raiolagiovanni@virgilio.it
- Data:
mercoledì 21 settembre 2005 Ore: 13:28
Buon giorno alla comunità. Quanti di noi conoscono questa nuova legge in approvazione? Tutti i cultori di Torreomnia sono al corrente di questa grande innovazione? Riavviarsi alle origini significa un ritorno ai vecchi valori sociali ed etici. Nuova legge: la lingua napoletana, nelle scuole. L’appello per la lingua napoletana è stato accolto con interesse dai numerosi studiosi convenuti intorno alla Tavola rotonda, indetta dall’Aige (Associazione Informazione Giovani Europa) con il patrocinio dell’Amministrazione Provinciale di Napoli, che si è svolta nella sala Corradino di Svevia della scuola “Caduti di Via Fani”. Dopo il saluto del preside, Carmine Negro, nel suo intervento il giornalista de Il Mattino Pietro Gargano ha suggerito di costituire un’antologia di poeti napoletani da proporre nelle scuole con il contributo di attori dialettali. “Spesso si dimentica – ha aggiunto Gargano - che Napoli, nei secoli è stato un gran regno e ha trasmesso alle altre nazioni una notevole cultura”. “Credo che uno dei motivi per i quali i giovani non parlano più il napoletano – ha detto nel suo intervento Maresa Galli, direttore de ‘Il Brigante’ – è che spesso le classi borghesi hanno proibito ai figli di esprimersi in dialetto perché considerato una lingua minore”. L’architetto Mario De Cunzo, il dialettologo Raffaele De Novellis, il grammatico Carlo Iandolo, il magistrato Pietro Lignola, l’attrice Antonella Morea, Rosemary Iadicicco, Fortunato Rossi, Vincenzo Falcone, Anna Oliveri, Betania De Angelis e Gino Giammarino, editore del nostro multimediale, hanno ulteriormente animato il convegno, rilevando la necessità di costituire un’Accademia – l’Accademia della Vicaria Vecchia – che raccolga materiale antico e moderno. Un punto di riferimento, in cui siano elaborati e studiati percorsi formativi e lavorare ad una grammatica e ad un vocabolario. Il dibattito è stato moderato dal direttore di QuestaNapoli, Umberto Franzese che da anni si batte per la custodia delle tradizioni partenopee. In conclusione dei lavori, il Consigliere provinciale Luigi Rispoli ha anticipato la presentazione di una proposta di legge per l’insegnamento della lingua napoletana nelle scuole medie, in modo da valorizzare il nostro idioma nelle nuove generazioni, come d’altronde è già stato fatto nel Lazio per il dialetto romanesco “Ci stiamo attivando, con il consenso del presidente della Provincia di Napoli, Dino Di Palma – ha aggiunto Rispoli - per presentare entro luglio questa legge. Purtroppo la lingua napoletana, che per secoli ha prodotto canzoni, testi letterari e teatrali, si sta estinguendo. I nostri giovani non conoscono più il dialetto napoletano”. A sua volta, il presidente della Provincia, Dino Di Palma - intervenuto alla conferenza stampa di presentazione dell’assise - ha ricordato come “i nostri emigranti, con tutte le contaminazioni dei vari casi specifici, continuano a parlare in dialetto napoletano e non italiano, conservandone la musicalità. E’ auspicabile – ha detto il presidente – coinvolgere anche la Regione per il varo di una legge che vada nella direzione di salvaguardare e tutelare la lingua napoletana”. La Direzione Generale per gli Ordinamenti Scolastici, per il quarto anno consecutivo, ha approvato un piano d’interventi e di finanziamenti per la realizzazione di progetti nazionali e locali nel campo dello studio, delle lingue e delle tradizioni culturali. Rientrano in questo piano, la lingua sarda, friulana, arbereshe, croata, ladina, slovena, germanica, francese-occidentale-franco/provenzale, un ricco patrimonio a rischio estinzione. L’auspicio degli intervenuti, come per la lingua arabesche che si parla a Greci in provincia di Avellino anche per la lingua napoletana la Regione Campania, la approvi al più presto, per la difesa dell’idioma partenopeo. Giovanni |
ID: 2559 Intervento
da:
Luigi Mari
- Email:
info@torreomnia.com
- Data:
mercoledì 21 settembre 2005 Ore: 00:56
Grazie Carmen per la segnalazione. voglio appena sottolineare un passo del testo che hai proposto. Una lettera di Marotta che conoscevo: Sconcertante è l’attualità di certe lettere. In una del 1944 Marotta scrive: “L’umanità sembra impazzita, non si sente parlare che di odio, da nessuna parte si vede una mano tesa, da nessuna parte ci si rende conto che siamo tutti innocenti e tutti colpevoli, che la ragione e il torto non vanno mai separati”. Dal 1944 a oggi nulla è cambiato. Luigi |
ID: 2558 Intervento
da:
Arturo Borriello
- Email:
borrielloarturo@supereva.it
- Data:
martedì 20 settembre 2005 Ore: 23:36
Buona notte, ho letto il libro di Maffei, Torre del Geco viene citata spesso nelle lettere inedite del Grande Marotta. Riporto una recensione utile per i torresi che amano la narrativa. SOGNI, DELUSIONI E SCONFITTE DELLO SCRITTORE NAPOLETANO “Sogni, delusioni e sconfitte nelle lettere inedite di GIUSEPPE MAROTTA” (l’ultima pubblicazione realizzata dall’Emeroteca-Bibliotreca Tucci di Napoli, in edizione, come sempre, fuori commercio destinata a biblioteche, istituti culturali e studiosi) viene fuori un documento inedito della Repubblica sociale italiana: il rapporto segreto contro Marotta inviato al ministro Fernando Mezzasoma presso il Ministero della cultura popolare a Salò dal funzionario della direzione generale di Venezia dello stesso Minculpop Cristoforo Mercati, il cui nome d’arte e di collaboratore del fascismo repubblichino era “Krimer” . Di questo Mercati ( nato a Viareggio nel 1888 e morto nel 1977) fino a novembre del 2004 si era saputo ch’era stato soltanto un giornalista, un pittore e uno scrittore. Poi con l’uscita de “Le spie del Regime” di Mauro Canali si era appreso che l’artista toscano era stato anche un informatore della polizia politica fascista. Ma due anni prima, l’Emeroteca-Biblioteca Tucci aveva acquistato presso una libreria antiquaria di Lucca una cartellina gonfia di rapporti, lettere e altri documenti inediti della Repubblica sociale italiana. Il prezioso materiale era andato ad arricchire il fornito archivio della “Tucci” nella cui sede, presso il Palazzo delle Poste di Napoli, vengono preparate ogni anno circa duecento tesi di laurea e di dottorato di ricerca grazie a un patrimonio di novemila collezioni di quotidiani e riviste degli ultimi cinque secoli, molte delle quali mancanti alle altre biblioteche. Il carteggio conteneva, però, anche la prova di denunzie occultate per salvare giornalisti a rischio. Valga come esempio la segnalazione inviata dal vicesegretario del Partito fascista repubblicano, Giuseppe Pizzirani, il 20 febbraio 1944 a Tommaso Riccardi, capo della Delegazione di Roma del ministero delle cultura popolare, in cui si affermava che “alla redazione del Popolo di Roma vi sono molti imboscati ostruzionisti: Giorgio Lourier, ex ufficiale dell’aeronautica sospeso per sei mesi dal grado perché accusato di aver ceduto alla Svizzera segreti militari e assolto successivamente per intervento di alte personalità politiche, Gorresio, redattore capo, figlio di un generale, Di Marzio ufficiale fuggiaso, Scalero Liliana che percepisce elevato stipendio occupando il posto di uomini”. Il Riccardi quella denunzia non la ricevette mai perché ad occultarla ci pensò Gustavo Gatti, un ex redattore del “Messaggero”, divenuto funzionario del Minculpop. Egli fece sparire anche altre segnalazioni. All’ufficio romano del ministero che governava giornali e radio, il ministro Ferdinando Mezzasoma aveva da Salò inviato per urgenti indagini il rapporto nr. 180 del 18 febbraio 1944 riguardante Giuseppe Marotta che a quel tempo svolgeva mansioni di condirettore della rivista “l944?, edita a Roma dalla Società Airone. La delazione era firmata da Krimer. Fu lui a rivelare a Messazoma che Marotta dopo il 25 luglio 1943 aveva pubblicato un articolo inneggiante alla libertà sulla rivista “Film”. Il ministro avviò l’inquisizione e Marotta fu costretto alla latitanza, dopo aver fatto riparare la famiglia in Piemonte. Questa e altre vicende sono raccontate nel libro di Maffei che contiene un saggio introduttivo di settantacinque pagine seguito da cinquantanove lettere scritte da Marotta tra il 1926 e il 1963 al medico e critico letterario Mario Capocaccia, direttore dell’ospedale San Martino di Genova, alla moglie Pia Montecucco, a Guareschi, Zavattini, Flora, Franciosa, Grana e da undici lettere scritte a Marotta da Accrocca, Fabretti, Cavallari, Gedda, Ghirelli, Lattuada, Monelli, Patti e Vajro. L’epistolario è arricchito con venti rare fotografie. Sconcertante è l’attualità di certe lettere. In una del 1944 Marotta scrive: “L’umanità sembra impazzita, non si sente parlare che di odio, da nessuna parte si vede una mano tesa, da nessuna parte ci si rende conto che siamo tutti innocenti e tutti colpevoli, che la ragione e il torto non vanno mai separati”. Le ampie note di Maffei alle lettere guidano il lettore nel labirinto editoriale della stampa periodica milanese dalla metà degli anni Venti alla fine degli anni Quaranta e nel tormentato mondo del cinema e della musica leggera. Arturo Borriello |
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