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Argomento presente: « SCANDALO DEL VULCANO » | |||||
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ID: 2592 Intervento
da:
ciccio raimondo
- Email:
ciccioraimondo@libero.it
- Data:
venerdì 23 settembre 2005 Ore: 17:18
Per gli amici del Forum un inedito di Raffaele Raimondo:Trattasi di una breve pagina a mo' di diario che ho trovato scritta a lapis a margine di una pagina in un libro del Di Donna L'ERUZIONE DEL VESUVIO DEL 18 MARZO 1944 Sabato 18 marzo nel tardo pomeriggio il Vesuvio inizia la sua eruzione emettendo lava dal conetto principale in direzione nord-ovest e cioè in direzione dell'Atrio del Cavallo e indi spingendosi verso i comuni di S Sebastiano e Cercola la quale in ultimo si salvò perchè la lava deviò verso Massa di Somma. Per tutta la domenica 19, giorno di S.Giuseppe, l'eruzione continuò, qualche lieve scossa tellurica e niente più tanto che il giornale "Il Risorgimento" rassicurava gli abitanti dei comuni vesuviani e quelli di Napoli che non c'era nulla da temere perchè era una fase di attività normale del vulcano. Nella giornata di lunedì 20 marzo, la lava investe S.Sebastiano circondando la chiesa parrocchiale di quella cittadina. E' da questo momento che gli animi si mettono in apprensione. Una diramazione della lava minaccia anche Torre del Greco. La linea ferroviaria Toos-Cooh & Sons che fa servizio sui fianchi del monte è tagliata in due. Il comando delle truppe anglo-americane che presidiano la provincia di Napoli mettono a disposizione degli abitanti delle zone in pericolo centinaia di automezzi per lo sgonbero delle masserizie. A Torre del Greco si aspetta l'ordine di sgombero da un momento all'altro. Il mercoledì 22 marzo fin dal mattino le scosse si fanno più frequenti, le case tremano e si sentono continuamente i vetri delle finestre tremare. Verso le 17,30 il Vesuvio incomincia a mandatre in aria un gigantesco pino ed a emettere forti boati da far tremare la terra. Sulla cima del Vesuvio si vedono scoccare fulmini e mentre sopraggiunge la sera il cielo si arrossa. Alle 21 la gente si riversa nelle strade in preda al panico. Il Vesuvio è una torcia ardente di gigantesche dimensioni. Dico a mia moglie di preparare quanto è di più utilie e mi accingo a farli mettere in salvo. Scendo e vado nel palazzo Vitelli di fronte alla mia abitazione da dove il Vesuvio si vede di fronte. Trovo poche donne che guardano il monte che trema tutto e bolle fragorosamente. Il rumore è uguale a quello del mare in tempesta. Dopo una mezz'ora di quel tremendo fragore si calmò e così si tornò alle case. Ci mettemmo a letto e alle due di notte cioè di giovedì un'altra volta il Vesuvio riprese a bollire e a emettere fortissimi boati. Durò una mezz'ora e riprese alle ore quattro ed alle sei della mattina di mercoledì (giovedì). Andai a Napoli in Ufficio (U.T.E.)e, dopo aver firmato il foglio di presenza, me ne ritornai a casa. Due correnti di lava minacciavano Torre del Greco e Boscotrecase. Nel Pomeriggio uscirono in processione dalla chiesa di S:Croce San Gennaro, S.Colomba e l'Immacolata e prodigiosamente dopo un forte ed ultimo boato l'eruzione cessò. Le lave si fermarono e solo nei giorni 23, 24,e 26, un denso pino di cenere fece piovere sui comuni circostanti una polvere rossastra frammischiata a cenere. La cenere colpì particolarmente Boscotrecase, Boscoreale, Torre Annunziata, Pompei, Salerno, Nocera e Pagani ove si lamentarono alcuni morti in seguito a crolli di case provocati dal peso dei detriti accumulati sui tetti. Diradatosi il pino si vide il Vesuvio quasi modificato nel suo aspetto.La sua nuova forma è un imbuto rovesciato introdotto in un tronco di cono RAFFAELE RAIMONDO |
ID: 2587 Intervento
da:
messaggio libero
- Email:
email@inesistente.00
- Data:
venerdì 23 settembre 2005 Ore: 14:24
VULCANI, DAL VESUVIO UNA SORPRESA: NON ERUTTERA’ LAVA Ricercatori del Consiglio Nazionale delle Ricerche e dell’Osservatorio Vesuviano stanno analizzando da tre anni, attraverso segnali ultrasonori di emissione acustica, il comportamento del Vesuvio arrivando ad una sorprendente conclusione: alla base del vulcano non ci sarebbe magma ma solo fluidi endogeni caldi In caso di risveglio del Vesuvio non si assisterebbe ad una eruzione di lava, come per l’Etna, ma ad una esplosione di gas e materiali piroclastici, così come avvenne nell’epoca pompeiana. A fare questa sorprendente rivelazione è un gruppo di ricercatori dell’Istituto di Acustica "O.M. Corbino" del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Roma e dell’Osservatorio Vesuviano di Napoli, che da tre anni sta misurando il "respiro" del vulcano tramite segnali ultrasonori di emissione acustica (EA). Secondo questi esperti, infatti, l’attività vulcanica del Vesuvio non sarebbe dovuta allo spostamento del magma, ma solo ed esclusivamente alla pressione di fluidi molto caldi, alimentati in parte da acqua marina riscaldata dalla fonte endogena: "Il nostro studio - spiega Gabriele Paparo, che assieme a Giovanni Gregori ha osservato per il CNR il Vesuvio – si è basato sull’utilizzazione di segnali ultrasonori, registrati da una stazione di monitoraggio posta a 400 metri dal cratere, che ci ha permesso di osservare fenomeni di "gonfiamento" e "sgonfiamento" riferibili alla pressione di fluidi caldi endogeni. Nel caso invece di movimenti di grandi quantità di roccia fusa sotto il vulcano, le nostre apparecchiature avrebbero dovuto sicuramente registrare segnali ultrasonori ben diversi da quelli da noi osservati". Come spiegare allora la deformazione del suolo? "Il fenomeno – sottolinea Ugo Coppa, dell’Osservatorio Vesuviano – è riconducibile a contrazioni o espansioni termiche, fluttuazioni delle maree o pressioni endogene da fluido di acqua o gas". Tale pressione rientra comunque a pieno titolo tra le cause certe dell’attività vulcanica, evidenziata proprio dagli strumenti ultrasonori di emissione acustica: "Va fatto chiaramente presente – concludono i ricercatori del CNR e dell’Osservatorio Vesuviano - che la presumibile assenza di magma sotto il Vesuvio non ne riduce affatto il rischio potenziale connesso a questo tipo di vulcanesimo". Roma, 4 giugno 2002 Per ulteriori informazioni: Gabriele Paparo 06-49934110 ; 339 273 1292 Ugo Coppa 081-6108310 |
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