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Argomento presente: « IL GIGANTE DI CEMENTO »
ID: 2636  Discussione: IL GIGANTE DI CEMENTO

Autore: Giovanni Raiola  - Email: raiolagiovanni@virgilio.it  - Scritto o aggiornato: mercoledì 28 settembre 2005 Ore: 00:00

Buona notte,
scusatemi, vado a letto tardi. Stasera voglio ricordare una vicenda torrese che va avanti da oltre trent'anni. E intanto, tra concessioni edilizie e lavori di ordinaria manutenzione, un imponente albergo bloccato dalla legge quando arrivò ad essere uno scheletro di cemento continua a dominare il litorale torrese.

Sono più di trent’anni, ormai, che il gigante di cemento di Bassano a Torre del Greco continua a fare bella mostra di sé, oscurando la torre saracena del 1600. L’albergo a forma di alveare, in parte realizzato illegittimamente su area demaniale (circa 20 metri in larghezza), con la sua imponente mole di sette piani, due in più rispetto ai cinque autorizzati, domina il bagnasciuga torrese. Sono queste alcune violazioni riscontrate nel maggio 2001 dalla Procura della Repubblica di Torre Annunziata.
La vicenda prende le mosse nel 1965 con il rilascio da parte del Comune della concessione edilizia per la realizzazione di una serie di opere di edilizia residenziale e di un albergo sul mare. Nel 1972 il comune di Torre del Greco si pronuncia sui manufatti dichiarando che l’albergo può essere realizzato mentre sorgono una serie di problemi per ciò che riguarda le case residenziali.
Nel corso del 1998 un’altra società subentra ai vecchi proprietari e viene autorizzata dal Comune a compiere solo lavori di ordinaria manutenzione, ma di fatto lavora per ultimare l’albergo. Nel 1999 la Capitaneria di porto emana un’ordinanza nella quale intima alla proprietà della struttura di transennare la zona per pericoli di frana.
Ci troviamo davanti a una situazione, da tempo già denunciata dai Circolo locale di Legambiente e dal Wwf, sempre più ingarbugliata. Con l’ecomostro che continua a dominare imponentemente il litorale.

Quando verrà abbattuto?

Giovanni


 
 

ID: 2637  Intervento da: Mario Fusco  - Email: fuscotono2@virgilio.it  - Data: mercoledì 28 settembre 2005 Ore: 00:00

Caro Giovanni,
al posto di pensare al gigante di cemento che se ne sta buono buono e non potrà mai farci del male, perché non pensiamo al gigante di fuoco che può svegliarsi da un momento all'altro?
Dai un'occhiata a questa ultima notizia:


RISCHIO VESUVIO:
Tra abusi e il male antico delle vie di fuga.
 
E’ di questi giorni, la diaspora che coinvolge i Sindaci dei Comuni definiti a rischio Vesuvio e l’Ente Istituzionale Regionale della Campania sulle due grandi questioni che affliggono le Popolazioni delle aree a rischio.Da un lato; il fenomeno dell’abusivismo edilizio e l’insediamento d’attività improprie, rischiose, che nel corso degli anni sono proliferate nelle fasce di bordo del Vulcano.Dall’altro; L’incredibile concentrazione della Popolazione che nelle aree urbanizzate raggiunge punte di 8.597 Ab/kmq.
L’area definita rossa è l’area più esposta al rischio, un territorio di circa 200 kmq comprendente i Comuni di: ercolano, PORTICI, SAN GIORGIO A CREMANO, SAN SEBASTIANO AL VESUVIO, MASSA DI SOMMA, POLLENA TROCCHIA, TORRE DEL GRECO, TORRE ANNUNZIATA, BOSCOTRECASE, BOSCOREALE, TRE CASE, SANT’ANASTASIA, SOMMA VESUVIANA, CERCOLA, TERZIGNO, SAN GIUSEPPE VESUVIANO, OTTAVIANO, POMPEI.In tutto 600.000 Persone da evacuare, con un tasso di disoccupazione che raggiunge il 41/%, alle prese con problemi di sviluppo mancato e sicurezza.
Un formicaio che deve fare i conti con del materiale incandescente pressato ad una profondità di 8 km. Uno strato di lava pronto a saltare come un tappo di champagne.
Si pone un problema di decongestione dell’area per migliorare i tempi di un’eventuale evacuazione, di certo non sarà come l’operazione pilota tenutasi nel 99 a Somma Vesuviana. Un finto esodo, che non tiene conto delle disastrose condizioni di sfascio delle strade e del sistema complessivo dei collegamenti nel Comprensorio Vesuviano. A causare la morte delle Persone, sarebbero più gli automobilisti in preda alla paura, che la colata di lava.Alcuni anni fa la Camera del Lavoro Metropolitana di Napoli e la Fillea, monitorò il sistema complessivo degli assi viari con riferimento all’esodo, e notevole fu il contributo dato affinché alcuni svincoli e tratte sospese della s.s. 268 e la s.s. ex 162 fossero completati e messi in funzione.Ad oggi l’attuale rete stradale dei comuni interessati è del tutto insufficiente per sopportare un’emergenza come quella che potrebbe determinare il Vesuvio.Gli assi stradali per importanza sono:
1. Strada Statale 2682.
Ex Strada Statale 162/162Dir3.
Collegamento Cercola – Volla – A3 – A1 – Tangenziale Circumvallazione Lago Patria – Asse Mediano
4. Asse MedianoTra l’altro gli assi stradali richiamati sono stati progettati e realizzati anche per dare una risposta alle esigenze di mobilità delle persone e delle merci, e quindi di supporto allo sviluppo, a prescindere, si potrebbe dire, dal rischio .Ad oggi versano in queste condizioni :
1. La strada statale 268 vede il suo avvio nel 1978, dopo essere stata progettata negli anni 50. Ad oggi, dopo 25 anni, è ancora una strada incompleta. Manca il collegamento di raccordo da Angri con l’autostrada A3 Napoli – Salerno, la sua realizzazione permette di mettere in connessione la mobilità tra Napoli e i centri Vesuviani. Per non parlare del raddoppio, previsto, ma mai realizzato. (l’Anas attraverso un piano triennale a stanziato 143 milioni d’Euro).
La 268 oggi non è più in grado di sopportare un traffico che da qualche tempo ha superato il limite massimo di portata ed il continuo alternarsi fra un'unica corsia e la doppia gareggiata, ha fatto aumentare notevolmente il rischio d’incidenti, al punto da meritarsi il triste primato delle croci e delle morti. Una via di fuga che se dovesse rimanere tale, in una situazione d’emergenza si trasformerebbe in una trappola mortale.
2. La Strada Statale ex 162 è l’asse di collegamento tra Napoli, le autostrade, e i paesi del Nolano Vesuviano. Nell’ultimo quinquennio si sono registrati 418 incidenti, di cui: 747 feriti ed 11 morti.Una vera guerra, che si combatte tutti i giorni tra scarsa visibilità e segnaletica inesistente, manto stradale del tutto inadeguato, che trattiene grosse quantità d’acqua.
3. Il collegamento Cercola – Volla – A3 – A1 - Circumvallazione lago Patria. Asse Mediano è un po’ il cuore delle due strade Statale. La sua messa in funzione consentirebbe di veicolare un flusso ingenti d’automezzi alleggerendo il carico proveniente dai paesi a rischio. Ad oggi è chiusa, da quanto risulta mancano una manciata d’Euro alla sua apertura, tuttavia non si capisce perché un opera così importante è ferma al palo.
4. L’asse Mediano, dovrebbe costituire l’asse principale di collegamento e di sviluppo tra Napoli e i grossi insediamenti industriali, con collegamenti con la rete ferroviaria, autostradale e aeroportuale. Inoltre un nodo strategico di raccordo alle vie di fuga. Pur tuttavia quest’importante arteria è tuttora priva di certificato di collaudo e delle relative garanzie di sicurezza, pericolosa e insufficiente, scarsissima manutenzione , inondata di scarichi ed insediamenti abitativi abusivi, scarsa illuminazione e vasta presenza malavitosa.Esiste poi un problema d’adeguamento di un sistema funzionale che risponda su cui s’insiste da parte delle Amministrazioni Locali. Certo c’è un problema di rinnovare e rendere utile una rete viaria che consenta massima agibilità e mobilità in grado di rispondere all’emergenza e non solo.Si completino quindi i progetti avviati, con verifica della loro utilità e compatibilità ambientale in una logica di sinergia e connessione territoriale.   
Ma attenzione rimanere chiusi nel dilemma strade sì o strade e in buona sostanza pensare di risolvere tutto con nuove strade, assi viari e arterie e quindi cemento e ancora cemento, significa non rispondere pienamente alla domanda e al problema principale, che è quello di avviare un processo di riqualificazione del territorio, per restituirlo alle popolazioni, recuperando un loro, oggi assente, coinvolgimento, alle prese con problemi di vivibilità precaria, (densità, degrado, mancato sviluppo) a ben vedere indipendenti dalla presenza del .
 Lo stesso ha un senso se è inserito in un ambito più organico e finalizzato d’intervento, d’azione di forte contrasto alle manovre immobiliari e speculative, di un processo di decongestionamento come precondizione per un rilancio socio-economico e di sviluppo sostenibile dell’area mettendo mano ad un programma di bonifica, di recupero della centralità del territorio intesa come risorsa e non necessariamente e quindi motore di sviluppo.      

A cura della Fillea di Napoli
Via G.B. Morgagni 27 - 00161 ROMA - Tel: ++39 06 44.11.41 fax: ++39 06 44.23.58.49


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