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Argomento presente: « Niente scuse fine alla povertà » | |||||
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ID: 2767 Intervento
da:
Amministratore .
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info@torreomnia.com
- Data:
venerdì 4 novembre 2005 Ore: 15:48
Credo che questo pezzo della brava Emanuela Palomba sia più esplicativo del primo messaggio di questa discussione: Inaugurazione Arci Oblò a Torre del Greco. In concomitanza con la notte di Halloween, si è tenuta l’inaugurazione della nuova sede dell’Arci (Associazione culturale ricreativa italiana) Oblò Torre del Greco. E’ stata organizzata una serata a tema, “La notte del gatto nero”con tanto di ambientazione tetra e ragazzi in maschera. Il presidente dell’associazione, Daniele Ciavolino, era entusiasta di esser riuscito, insieme a 70 ragazzi tesserati all’associazione, a creare tale associazione proprio a Santa Maria la Bruna, zona socialmente e culturalmente debole. “A breve cominceranno varie attività - afferma il presidente - come il doposcuola gratuito per i minori a disagio sociale, ci sarà la nascita di un giornaletto, Scirocco, fatto dai ragazzi, ed in più la commercializzazione di braccialetti contro la guerra, concessa dall’associazione “Poche Scuse” (O.N.G.). La serata è stata un mix di poesia e musica. Pasquale Frulio, con l’accompagnamento musicale del maestro Aniello Palomba ha interpretato “La Livella” di A. De Curtis, ma magistrale è stata l’interpretazione di Gordon Poole (Docente di letteratura all’università Orientale) di “Il cuore rivelatore” una racconto breve tratto dalla serie del mistero e del terrore di E.A. Poe. Ma la cosa più entusiasmante, a mio parere, è stata la cornice in cui si è inserita questa serata, una cornice fatta di giovani, tanti giovani, fieri di quello che avevano costruito, e desiderosi di poter fare anche meglio in futuro. Emanuela Palomba - Fonte Ephemerides |
ID: 2756 Intervento
da:
Amministratore .
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info@torreomnia.com
- Data:
mercoledì 2 novembre 2005 Ore: 14:55
Oggi non esiste più da noi la povertà del dopoguerra; c'è un altro tipo di povertà, quella dello spirito, quella del rifiuto della solidarietà o del perdono. Lo stralcio di Carlo Boccia, qui sotto, estrapolato dalla nuova sezione in Torreomnia: "E' arrivato u papore i papà", fa capire come puo essere romantica, nobile la povertà quando era dignitosa e fatta di sogni e di speranze. "Nelle lunghe notti d’inverno, seduti intorno al braciere (u rasiere), allora non c’era la televisione, fra fattarielli e cuntarielli, tratti dal grande libro immaginario che era la mente dei nonni, noi pensavamo ai nostri cari lontani, e dai loro racconti sull’America, cercavamo di immaginare come fossero i televisori, i frigoriferi, le grandi e lunghe automobili, le cucine (da noi si usava ancora il focolare), le grandi strade a quattro corsie, le scale mobili, il treno sottoterra e altro ancora; poi, con i grandi occhi spalancati, andavamo a dormire sognando l’AMERICA. Carlo Boccia |
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