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Argomento presente: « 1 maggio il senso » | |||||
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ID: 3172 Intervento
da:
Santa Vannuccini
- Email:
roku@libero.it
- Data:
sabato 6 maggio 2006 Ore: 12:54
bhe...secondo me si stanno a casa!!!!!!!!!!!!!!!!....xkuesto siè perso il senso.....i veri uomini ele donne del passato hanno conkuistato la maggior parte delle cose x noi....noi oggi...galleggiamo..ci sono ancora cose e cose da fare xo' certamente..kuindi ragazzi diamoci da fare!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! |
ID: 3167 Intervento
da:
Salvatore De luca
- Email:
toredeluca_1981@libero.it
- Data:
sabato 6 maggio 2006 Ore: 00:29
COME SI FA A TROVARE IL SENSO DELLE COSE DOPO VASCO? Voglio trovare un senso a questa sera anche se questa sera un senso non ce l'ha... Voglio trovare un senso a questa vita anche se questa vita un senso non ce l'ha voglio trovare un senso a questa storia anche se questa storia un senso non ce l'ha voglio trovare un senso a questa voglia anche se questa voglia un senso non ce l'ha! Sai che cosa penso che se non ha un senso domani arrivera' domani arrivera' lo stesso senti che bel vento non costa mai tempo domani un altro giorno arrivera' voglio trovare un senso a questa situazione anche se questa situazione un senso non ce l'ha! Voglio trovare un senso a questa condizione anche se questa condizione un senso non ce l'ha! Sai che cosa penso che se non ha un senso domani arrivera' domani arrivera' lo stesso senti che bel vento non costa mai tempo domani un altro giorno arrivera' domani un altro giorno ormai e è qua voglio trovare un senso a tante cose anche se tante cose un senso non ce l'ha domani arrivera' domani arrivera' lo stesso senti che bel vento non passa mai il tempo domani un altro giorno arrivera' domani un altro giorno arrivera' Tore...... Rossi |
ID: 3157 Intervento
da:
Pasquale Zuccarini
- Email:
ziccarini2@virgilio.it
- Data:
venerdì 5 maggio 2006 Ore: 19:19
Ah Santa Vannuccini, mia frugoletta, sei dolce e vibrante come le tue piccole ali. Che trasporto di sentimento puro che infondi. Che idee nobili per una sociètà più giusta e più sana. I miei occhi hanno divorato la tua foto in bakeka. Peccato che se un giorno il destino ci farebbe amare non potrei mai dire "sei la mia META' " per via della tua sorella gemella Nunzia". Dovrei dire sei il mio terzo. Scherzo, chiaramente, Ti stimo e ti voglio bene anche da amica, sei carinina. Pasquale Zuccarini |
ID: 3139 Intervento
da:
Pasquale Zuccarini
- Email:
ziccarini2@virgilio.it
- Data:
mercoledì 3 maggio 2006 Ore: 15:27
Ciao amici, Un grazie alla cara Santa che ha introdotto questo argomento. Cosa volete io faccio il pasticciere, non mi intedo di argomenti di storia così importanti. Pensavo che il primo Maggio fosse la festa della Madonna, quando si lava la faccia con i petali di rosa. Grazie pure a Simplicio che ha stimolato Massimo facendomi imparare tante cose sulla lotta dei lavoratori. Ciao raga' Pasquale |
ID: 3138 Intervento
da:
russo massimo
- Email:
Massimorussom@libero.it
- Data:
mercoledì 3 maggio 2006 Ore: 15:16
Molti di noi giovani non conoscono il valore del primo maggio. Io che vivo nel nord sto sempre in mezzo a manifestazioni di piazza e quant'altro. Poi mo documento. Desidero inviare un pezzo di Enzo Biagi. Poi una breve storia del 1 maggio. Scusate se sono noioso. Il mio Primo Maggio FARFALLA D’AMORE di ENZO BIAGI Quando penso al Primo Maggio, penso ai vecchi socialisti: a Nenni, a Pertini. O a mio padre che diceva che il fondatore era stato Gesù. Infatti distribuì agli affamati pane e pesci e predicò: «Gli ultimi saranno i primi». Sono passati 110 anni da quando i promotori del partito, in un lontano agosto, e approfittando delle ferie e delle riduzioni ferroviarie concesse in occasione delle celebrazioni colombiane, si trovarono a Genova. «Il loro Marx - raccontano gli storici - aveva i tratti di Garibaldi e anche di Cristo, era un liberatore e un apostolo». Si rivolgevano ai lavoratori, parlavano di sfruttatori, di emancipazione, anche della donna che - come scriveva una russa, la signora Kulisciov compagna di Turati - era «schiava del marito e del capitale». La paga era «la mercede», il popolo «la plebe». Gli intellettuali si definivano «scapigliati», e usciva una rivista che si chiamava La farfalla . Pensarono qualche tempo dopo di fondare un quotidiano. Per la testata ci fu chi propose Italia nuova , poi si adeguarono al modello tedesco: Avanti! . Il primo direttore fu Leonida Bissolati, figlio di un prete spretato e della traduttrice dell’anarchico Bakunin. Seguirono, più tardi, Benito Mussolini e Pietro Nenni, «uomini che nel bene e nel male lasciarono una impronta». I primi lettori erano braccianti, operai, risaiole, ma erano i borghesi che predicavano la nuova dottrina. Quando si presentarono alle elezioni presero 77 mila voti e 12 seggi: il primo deputato si chiamava Andrea Costa e le lapidi lo ricordano come «apostolo dell’umana redenzione». Pietro Nenni mi raccontò che il Primo Maggio, a Faenza, i signori sprangavano le finestre e i portoni dei palazzi. Sospirava: «La vita è metà gioia e metà dolore». Togliatti gli disse una volta: «Tu hai un grave difetto: sei incapace di odiare». Anche per questo molti gli vollero bene. Corriere della Sera 1 maggio 2002 -------------------------------------------------------------------------------- Il Primo maggio: storia e significato di una ricorrenza Origini del Primo maggio Tra Ottocento e Novecento Il Ventennio fascista Dal dopoguerra a oggi Il 1° maggio nasce il 20 luglio 1889, a Parigi. A lanciare l'idea è il congresso della Seconda Internazionale, riunito in quei giorni nella capitale francese : "Una grande manifestazione sarà organizzata per una data stabilita, in modo che simultaneamente in tutti i paesi e in tutte le città, nello stesso giorno, i lavoratori chiederanno alle pubbliche autorità di ridurre per legge la giornata lavorativa a otto ore e di mandare ad effetto le altre risoluzioni del Congresso di Parigi". Poi, quando si passa a decidere sulla data, la scelta cade sul 1 maggio. Una scelta simbolica: tre anni prima infatti, il 1 maggio 1886, una grande manifestazione operaia svoltasi a Chicago, era stata repressa nel sangue. Man mano che ci si avvicina al 1 maggio 1890 le organizzazioni dei lavoratori intensificano l'opera di sensibilizzazione sul significato di quell'appuntamento. "Lavoratori - si legge in un volantino diffuso a Napoli il 20 aprile 1890 - ricordatevi il 1 maggio di far festa. In quel giorno gli operai di tutto il mondo, coscienti dei loro diritti, lasceranno il lavoro per provare ai padroni che, malgrado la distanza e la differenza di nazionalità, di razza e di linguaggio, i proletari sono tutti concordi nel voler migliorare la propria sorte e conquistare di fronte agli oziosi il posto che è dovuto a chi lavora. Viva la rivoluzione sociale! Viva l'Internazionale!". Monta intanto un clima di tensione, alimentato da voci allarmistiche: la stampa conservatrice interpreta le paure della borghesia, consiglia a tutti di starsene tappati in casa, di fare provviste, perchè non si sa quali gravi sconvolgimenti potranno accadere. Da parte loro i governi, più o meno liberali o autoritari, allertano gli apparati repressivi. In Italia il governo di Francesco Crispi usa la mano pesante, attuando drastiche misure di prevenzione e vietando qualsiasi manifestazione pubblica sia per la giornata del 1 maggio che per la domenica successiva, 4 maggio. In diverse località, per incoraggiare la partecipazione del maggior numero di lavoratori, si è infatti deciso di far slittare la manifestazione alla giornata festiva. Del resto si tratta di una scommessa dall'esito quanto mai incerto: la mancanza di un unico centro coordinatore a livello nazionale - il Partito socialista e la Confederazione generale del lavoro sono di là da venire - rappresenta un grave handicap dal punto di vista organizzativo. Non si sa poi in che misura i lavoratori saranno disposti a scendere in piazza per rivendicare un obiettivo, quello delle otto ore, considerato prematuro da gran parte dei dirigenti del movimento operaio italiano o per testimoniare semplicemente una solidarietà internazionale di classe. Proprio per questo la riuscita del 1 maggio 1890 costituisce una felice sorpresa, un salto di qualità del movimento dei lavoratori,che per la prima volta dà vita ad una mobilitazione su scala nazionale, per di più collegata ad un'iniziativa di carattere internazionale. In numerosi centri, grandi e piccoli, si svolgono manifestazioni, che fanno registrare quasi ovunque una vasta partecipazione di lavoratori. Un episodio significativo accade a Voghera, dove gli operai, costretti a recarsi al lavoro, ci vanno vestiti a festa. "La manifestazione del 1 maggio - commenta a caldo Antonio Labriola - ha in ogni caso superato di molto tutte le speranze riposte in essa da socialisti e da operai progrediti. Ancora pochi giorni innanzi, la opinione di molti socialisti, che operano con la parola e con lo scritto, era alquanto pessimista". Anche negli altri paesi il 1 maggio ha un'ottima riuscita: "Il proletariato d'Europa e d'America - afferma compiaciuto Fiedrich Engels - passa in rivista le sue forze mobilitate per la prima volta come un solo esercito. E lo spettacolo di questa giornata aprirà gli occhi ai capitalisti". Visto il successo di quella che avrebbe dovuto essere una rappresentazione unica, viene deciso di replicarla per l'anno successivo. Il 1 maggio 1891 conferma la straordinaria presa di quell'appuntamento e induce la Seconda Internazionale a rendere permanente quella che, da lì in avanti, dovrà essere la "festa dei lavoratori di tutti i paesi". Massimo |
ID: 3136 Intervento
da:
simplicio cataratta
- Email:
pako78@msn.it
- Data:
mercoledì 3 maggio 2006 Ore: 13:57
grazie, non sapevo ignorantemente da dove provenisse il senso di questa giornata off dal lavoro. credevo essendo italiano, che era sempre la data di un megaconcertone in tutte le citta' italiane , un milione di persone di qua' e un milione di persone di la'....a rivendicare oggi giorno cosa??? ma secondo voi i veri lavoratori vanno veramente a questi concertoni in un giorno dove non si lavora, o se ne stanno a casa a riposarsi proprio perche' non si lavora??? |
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