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Argomento presente: « L'undicesimo Presidente »
ID: 3196  Discussione: L'undicesimo Presidente

Autore: Serena Mari  - Email: sery_mari@hotmail.com  - Scritto o aggiornato: giovedì 11 maggio 2006 Ore: 14:07

Da "La Repubblica"

Giorgio Napolitano è' il nuovo Capo dello Stato.

Lunedì pomeriggio il giuramento e le dimissioni di Ciampi.


ROMA - Giorgio Napolitano è il nuovo presidente della Repubblica. E' la prima volta di un ex comunista al Quirinale. Al quarto spoglio, dopo giorni e giorni di trattative e tensioni tra maggioranza e opposizione, il senatore a vita, storico esponente migliorista del Pci - poi diventato Pds e infine Ds - ha ottenuto 543 voti (superando il quorum di 505). In pratica tutti i consensi dell'Unione, mentre la Cdl, come annunciato, ha votato scheda bianca.

Irrilevante il ruolo dei franchi tiratori, anche perché il centrodestra per blindare il rispetto dell'indicazione di schieramento ha "obbligato" i suoi grandi elettori a passare attraverso la cabina a tutta velocità. Esitare qualche istante dietro la tendina equivaleva ammettere che si stava scrivendo qualcosa sulla scheda, anziché depositarla bianca nell'insalatiera. Una tattica di controllo sulla quale Romano Prodi non ha potuto fare a meno di ironizzare: "Correvano come bersaglieri".

Dissenso alla luce del sole rispetto alle indicazioni di coalizione, invece, da parte dell'ex segretario dell'Udc, Marco Follini che ha dichiarato di aver votato Napolitano così come Giulio Andreotti. Hanno ottenuto voti anche Bossi (42), D'Alema (10), Ferrara (7), Letta (6), Berlusconi (5), Pininfarina (3) e il sindaco di Trieste Di Piazza (3). Dieci le schede disperse, 347 le bianche, 14 le nulle.

Nonostante la contrarietà espresso palesemente dall'Udc (che voleva votare Napolitano), la Cdl si è dunque schierata compatta per la scheda bianca, mentre la Lega ha continuato a far confluire i propri consenso sul leader Umberto Bossi. La quarta votazione ha confermato insomma l'impossibilità di raggiungere una larga intesa per l'elezione del capo dello Stato.

Al momento del raggiungimento del quorum, dai banchi del centrosinistra si è levato un lungo appaluso. Battimani anche da alcuni settori del centrodestra, Udc in primis. Fredda, invece, la reazione di Forza Italia e della Lega, che per bocca di Roberto Calderoli si è spinta ad affermare che non riconosce Napolitano come presidente. "Sono molto soddisfatto è un giorno importante per il Paese, un'elezione significativa di un presidente della Repubblica che io credo sarà in grado di interpretare le istanze di tutto il Paese" ha commentato Fausto Bertinotti, presidente della Camera, che ha gestito i lavori del Parlamento riunito in seduta comune.

La prima telefonata al neopresidente è arrivata da Carlo Azeglio Ciampi. Poco dopo la proclamazione, Napolitano è uscito a piedi da palazzo Giustiniani, dove aveva atteso lo scrutinio. Poche parole e un saluto alla folla: "Sono emozionato".

Il neoletto, undicesimo nella storia della Repubblica italiana, presterà giuramento lunedì 15 alle ore 17. Ciampi si dimetterà il giorno stesso. Dopo l'insediamento Napolitano darà l'avvio alle consultazioni con i gruppi parlamentari per arrivare all'affidamento dell'incarico per la formazione del nuovo governo entro martedì sera o mercoledì. Dopodiché, seguendo il calendario ipotizzato in maniera informale dal presidente del Consiglio il pectore Romano Prodi, il nuovo governo potrebbe presentarsi giovedì o venerdì al Senato per il voto di fiducia. Dopo la pausa di sabato e domenica per la campagna elettorale amministrativa, il via libera dalla Camera dovrebbe arrivare infine il lunedì o il martedì successivo.

(10 maggio 2006)


 
 

ID: 3201  Intervento da: mari francesca  - Email: marifrancy@hotmail.it  - Data: giovedì 11 maggio 2006 Ore: 14:07

NON SEMPRE TORRE DEL GRECO HA SFOGGIATO SPERPERI

LANCIA FLAMINIA CABRIOLET
di VINCENZO BORGOMEO e MARIO SCELBA

I presidenti della Repubblica hanno usato auto di ogni tipo. Ma
le famose Landaulet, anche se ormai d'epoca, sono insostituibili

UNA CURIOSITA'
riguarda il connubio auto-presidente della Repubblica, riguarda il primo capo dello Stato, Enrico De Nicola, vissuto a Torre del Greco, uomo di grande austerità di costumi: eletto presidente della Repubblica, giunse a Roma da TORRE DEL GRECO

A BORDO DELLA SUA AUTO PRIVATA

mettendo in subbuglio il mondo politico e la polizia fino al suo arrivo a Torre del Greco.

L'auto presidenziale? Ovviamente la celebre Lancia Flaminia, anche se nel garage del Quirinale c'è stato di tutto. Prima della presidenza Einaudi il parco veicoli era composto infatti da quattro Fiat 2800 decappottabili, di rappresentanza; una Lancia Aprilia costruita appositamente per la visita in Italia di Adolf Hitler; una Fiat 4 utilizzata da Vittorio Emanuele III nella prima guerra mondiale ed oggi esposta al Museo storico della Cecchignola; una Fiat 1500 verde militare a disposizione del Principe Umberto; un'Isotta Fraschini; una Lancia Aprilia; una Lancia Ardea; una Fiat 1100 ed una Balilla a tre marce.
Poi, con l'avvento di Einaudi, nell'autorimessa del Quirinale di Via della Dataria sono entrate anche un'Alfa Romeo 1900 ed alcune Fiat Topolino giardinetta.
Il parco macchine della presidenza di Antonio Segni annoverava Fiat 1300, 1500 e 1800, anche se in realtà il capo dello Stato preferiva ricorrere ad un'Alfa Romeo 1900. Nel settennato di Giuseppe Saragat arrivarono le Fiat 130, ammiraglie della Casa torinese, ed alcuni modelli più recenti della Lancia Flaminia. E' con la presidenza di Giovanni Leone che arrivano al Quirinale le prime vetture blindate (due Alfa Romeo 2500), ma l'autoparco presidenziale può contare anche su alcune Fiat 125 e vari modelli della Fiat Argenta.
La Maserati Quattroporte arriva al Quirinale con Sandro Pertini, il presidente-partigiano, che commissionò la realizzazione di una elegante berlina fuoriserie blindata (quattro porte e 5000 cc di cilindrata) poi ceduta alla Farnesina. In dotazione aveva anche un bracciolo fatto a mano per le amate pipe del capo dello Stato.
Per il mandato di Francesco Cossiga, invece, furono realizzate un'Alfa Romeo 164 ed alcune Lancia Thema blindate, tra cui il modello Limousine, molto utilizzato anche dal predecessore di Ciampi, Oscar Luigi Scalfaro, che comunque utilizzò in molte occasioni la Flaminia per le visite ufficiali.
Carlo Azeglio Ciampi, prima dell'arrivo della Maserati Quattroporte nuova di zecca, ha usato due Lancia K, due Lancia Thesis (entrambe con le versioni Limousine) e, ovviamente, come tutti gli altri presidenti le vecchie Lancia Flaminia che nell'era dell'elettronica sono sempre usate con grande orgoglio.
E' una deroga alle misure di sicurezza che ha un suo valore. Come ha un suo valore la storia quarantennale dell'aristocratica Lancia Cabriolet Landaulet nera. Quattro di questi modelli speciali vennero commissionati alla Casa torinese nel marzo 1960.
In sei mesi la carrozzeria Pininfarina (con la collaborazione della General Motors per alcuni accessori elettrici speciali) realizzò le vetture secondo le specifiche personalmente richieste dall'allora presidente Gronchi.
Arrivarono al Quirinale direttamente dalla fabbrica dopo un lungo viaggio in autostrada. La loro velocità massima infatti, non supera i 120 chilometri orari a causa dei ridotti rapporti ridotti al ponte (10/47 invece di 12/47), studiati appositamente per procedere a passo d'uomo durante le parate, senza pattinare con la frizione.
Dopo quel rodaggio sull'Autosole raramente hanno effettuato altri lunghi spostamenti su strada. Solo una volta hanno raggiunto Napoli percorrendo la via Appia. Altrimenti sono state sempre trasportate in treno su un vagone speciale.
Per tradizione le quattro Flaminia Cabriolet-Landaulet vennero battezzate con nomi di cavalli: Belfiore (telaio 813-99-1001, targa Roma 454308), Belmonte (telaio 813-99-1002, targa Roma 454306), Belvedere (telaio 813-99-1003, targa Roma 454307) e Belsito (telaio 813-99-1004, targa Roma 474229). Attualmente nel garage del presidente sono rimaste solo la Belfiore e la Belsito.
Lunga quasi 5 metri e mezzo e pesante 20 quintali, la Flaminia del presidente può trasportare sette persone, due delle quali su comodi strapuntini in pelle. E' una macchina che continua ad incutere rispetto e ammirazione. All'epoca era l'unica antagonista italiana alle auto di alta rappresentanza, come Mercedes e Jaguar. Ma ancora oggi non la supera in lunghezza nemmeno la K, l'ultima ammiraglia Lancia dell'inquilino del Colle. Il motore 2.5 è lo stesso del modello Berlina di serie (per ogni evenienza sono state montate una pompa elettrica e una bobina supplementare), il telaio invece è più lungo: 3.350 mm contro i 2.870 del modello di serie. Per il resto, a cominciare dalla capotte elettrica, le vetture presidenziali furono totalmente riallestite a mano. Una delle quattro macchine presidenziali, in seguito, durante il settennato di Antonio Segni, venne dotata di tettino trasparente in perspex.
Nel 1982, durante la presidenza di Pertini, due Flaminia - ormai impiegate solo per gli ambasciatori stranieri quando si recavano al Quirinale per presentare le loro credenziali - vennero "congedate" e vendute alle aste dell'esercito a cifre irrisorie. Ora appartengono ad un avvocato di Roma. Dopo anni di fedele servizio senza mai una "panne", sembrava ormai l'ora di rinnovare il parco auto. In via della Dataria dove da sempre il soliti meccanici ne curavano la manutenzione, c'era aria di addii.
Al Quirinale era arrivata una speciale Maserati Quattroporte blindata, donata da De Tomaso, che tra gli altri preziosismi, aveva anche uno bracciolo fatto a mano per le pipe del Capo dello Stato. Caso volle (ma fu veramente un caso?) che subito dopo la nomina di Cossiga, proprio quando il presidente doveva uscire per il primo giro d'onore, la Maserati si guastò e la Belfiore venne richiamata in extremis per sostituirla. Il nuovo Capo dello Stato sospese allora le altre cessioni e riprese la consuetudine della Cabriolet Landaulet.
Anche Oscar Luigi Scalfaro, nonostante l'omaggio di una Thema Limousine da parte della Lancia, ha preteso la Flaminia per le visite ufficiali. E come lui, Ciampi, che anzi, il 2 giugno passa in rassegna i reparti schierati al Vittoriano a bordo della intramontabile Lancia scoperta, scortato dai corazzieri a cavallo e dall'altra Flaminia "superstite".
Così, la Cabriolet Landaulet sembra proprio essere tornata una tradizione bene augurante del cerimoniale, al servizio del presidente.
Una curiosità: il primo impiego ufficiale avvenne nel '61 in occasione della visita della regina Elisabetta d'Inghilterra. Il 16 ottobre del 2000, quando l'anziana sovrana è tornata per la terza volta in Italia, ad attenderla, al Quirinale, c'era ancora una volta la fedele Flaminia.
Oggi le Lancia Flaminia attualmente in dotazione al presidente della Repubblica sono più in forma che mai. Tutte di colore blu scuro con vernice ancora originale. Gli interni sono in pelle nera Connolly 8500 e in dotazione hanno un'autoradio Voxon rigorosamente d'epoca. Quale musica ascoltino i presideti, però, è un segreto...

(Ricerca storica a cura di MARIO SCELBA)
Da: La Repubblica

Francesca Mari


ID: 3199  Intervento da: Giovanni Raiola  - Email: raiolagiovanni@virgilio.it  - Data: mercoledì 10 maggio 2006 Ore: 23:37

Consentitemi delle note biografiche di repertorio del nostro nuovo presidente.
Giorgio Napolitano (nato a Napoli il 29 giugno 1925) è l'undicesimo Presidente della Repubblica Italiana (eletto il 10 maggio 2006). In precedenza era stato Presidente della Camera dei deputati nella XI Legislatura (sostituì nel 1992 Oscar Luigi Scalfaro che era salito al Quirinale) e Ministro dell'Interno nel Governo Prodi.
Nel 1942, a soli diciassette anni, fondava un gruppo antifascista e comunista che nel corso della Seconda guerra mondiale prenderà parte a numerose azioni nella resistenza contro i nazisti. Nel 1945 aderì al Partito Comunista Italiano, di cui fu segretario federale a Napoli e Caserta. Due anni dopo, nel 1947, si laureava in giurisprudenza all'Università di Napoli, con una tesi di economia politica.
Eletto deputato nel 1953 (e successivamente sempre rieletto, nella circoscrizione di Napoli), divenne responsabile della commissione meridionale del Comitato Centrale del PCI, di cui era diventato membro a partire dall'VIII congresso (1956). A Napolitano, come alla maggioranza del PCI dell'epoca, viene ascritta la responsabilità di non aver condannato la repressione staliniana dei moti polacchi e ungheresi (L'Unità all'epoca definì gli operai insorti "teppisti" e "spregevoli provocatori").
Napolitano alla Festa dell'Unità 1975, a Milano.
Dopo essere entrato, a partire dal X Congresso, nella direzione nazionale del partito, dal 1976 al 1979 ne fu responsabile della politica economica mentre dal 1986 al 1989 ne diresse la commissione per la politica estera e le relazioni internazionali.
Esponente della corrente moderata e socialdemocratica (capo cioè dei cosiddetti miglioristi), nel luglio del 1989 fu Ministro degli Esteri nel governo-ombra del PCI, da cui si dimise all'indomani del congresso di Rimini, in cui si dichiarò favorevole alla trasformazione in Partito Democratico della Sinistra.
Più volte capogruppo alla Camera dei Deputati del PCI, dal 1989 al 1992 è stato parlamentare europeo.
Proprio nel 1992 venne eletto Presidente della Camera dei Deputati sostituendo Oscar Luigi Scalfaro che era stato eletto Presidente della Repubblica Italiana.
In quegli anni all'interno del PCI prevale, in politica estera, la linea di Napolitano di "piena e leale" solidarietà agli USA e alla NATO.
Successivamente, Romano Prodi lo sceglierà come Ministro dell'Interno del suo governo nel 1996. In questa veste propone quella che diverrà nel luglio 1998 la Legge Turco-Napolitano, che istituisce i Centri di permanenza temporanea (CPT) per gli immigrati clandestini.
Dopo la caduta dell'esecutivo guidato da Prodi, fu europarlamentare dal 1999 al 2004 tra le fila dei Democratici di Sinistra, e ricoprì in quella sede la carica di Presidente della Commissione Affari Costituzionali (AFCO), una delle più influenti del Parlamento Europeo.
Il 23 settembre 2005 è stato nominato, contemporaneamente a Sergio Pininfarina, senatore a vita dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.
Il 10 maggio 2006 è stato eletto undicesimo Presidente della Repubblica Italiana alla quarta votazione con 543 voti su 990 votanti dei 1009 aventi diritto. È il primo ex-comunista a salire al Colle nella storia della Repubblica.
Curiosità
* Da giovane, con lo pseudonimo di Tommaso Pignatelli, pubblicò la raccolta di sonetti "Pe cupià 'o chiarfo": scritti in dialetto napoletano, essi incontrarono il favore di Natalia Ginzburg.
* Prima di entrare in politica fu attore teatrale ed ebbe il ruolo di protagonista nella commedia Viaggio a Cardiff di William Butler Yeats.
* Fu soprannominato "Re Umberto" per la somiglianza fisica con Umberto di Savoia, l'ultimo re d'Italia, e per i modi misurati. Per le sue posizioni riformiste, tese all'avvicinamento del PCI con il Partito Socialista, venne per lui coniato il neologismo "migliorista", inizialmente con un'accezione vagamente dispregiativa.
*
Fonte: miscellanea rete
Giovanni


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