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Argomento presente: « INEDITO 20-05-2006 » | |||||
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ID: 3241 Intervento
da:
Serena Mari
- Email:
sery_mari@hotmail.com
- Data:
venerdì 19 maggio 2006 Ore: 02:02
Il porto di Torre del Greco: un’oasi nel deserto Giovedì 11 maggio si è svolto presso il Circolo Nautico di Torre del Greco un dibattito sulle possibili prospettive del porto della città corallina. Sono intervenuti rappresentanti delle istituzioni e dell’architettura. Prima, si è ripercorsa la storia del porto attraverso la memoria storica dell’Ingegner Flavio Russo, Assessore alla Cultura e Storico della Marina Italiana, che ha ricordato come nelle vecchie cartine a dividere Erculaneum e Turris Nunctiatae, le attuali Ercolano e Torre Annunziata, ci fosse soltanto il porto di Calastro, termine che deriva dal latino “cala ad austrum” e d equivale all’italiano “insenatura a mezzodì”. E proprio a Calastro, tra il 1702 e il 1706, era stato fatto erigere dal vice-re austriaco un fortino, di cui ancora oggi rimangono delle testimonianze, per proteggere le imbarcazioni coralline. E l’acqua del porto era dolce (ma anche oggi è singolare che ospitiamo nel nostro porto degli animali lacustri come le papere), ideale, dal punto di vista militare, per la produzione remica. Ma le eruzioni del Vesuvio hanno modificato costantemente il territorio costiero e la geografia del porto, la cui ultima costruzione risale al 1873-83. Quindi ha preso la parola il Sindaco, Valerio Ciavolino: “E’ un convegno particolarmente sentito dal Comune, - ha detto - mi auspico una nuova funzionalità del porto, perché esso è l’ombelico di Torre del Greco, un’area di ricchezza economica e culturale, un approdo in chiave turistica, commerciale e sportiva. 40 disegni di realizzazione di nuovi porti sono stati sottoposti durante il mio mandato all’esame della Giunta, ma nessuno è stato portato avanti perché è difficile superare gli ostacoli urbanistici, i rischi del sabbiamento, i problemi meteo-marini e i rischi sismico-vulcanici”. Quindi, è stato presentato il progetto dell’Università Federico II, rappresentata dall’Architetto Gioia Seminario e dalla Dott.ssa Elvira Loffredo. Esso tiene conto delle emergenze storiche-monumentali (chiese, palazzi) e urbanistiche (Circumvesuviana, Autostrada, Miglio d’oro e Ferrovia dello Stato). E consiste nella costruzione di una banchina esclusivamente pedonale che colleghi i due moli e consenta alle persone di recuperare il piacere di una passeggiata all’interno dell’area portuale; un piccolo mercato ittico, che rispetti le norme igieniche e sanitarie; box e negozi di carico e scarico; un parcheggio interrato sotto un suolo calpestabile; un centro commerciale; cantieri pensati nell’ottica della compatibilità in legno lamellare per una migliore estetica e funzionalità; un nuovo approdo del metrò del mare più decentrato per l’usufrutto dei lidi rimasti; uno spazio riservato alle navette a basso impatto; attività promozionali per la cantieristica e maggiori collegamenti stradali a Via Cesare Battisti. “Questo progetto- ha detto l’Architetto Seminario- si pone, come obiettivi, di irrobustire il collegamento pedonale, il sistema dei trasporti e la viabilità tra il porto e il resto della città, affinché esso sia una porta sulla città e non un’isola come adesso, e di rafforzare le attività legate al porto, quindi la cantieristica e l’industria del corallo”. Il Sindaco ha puntualizzato che già sono in atto i lavori per un mercato del pescato secondo le norme igienico-sanitarie presso la Lega Navale e che siano preferibili semmai maggiori collegamenti stradali verso via Litoranea e Villa Sora. Infine, è intervenuto il Capitano di Fregata della Capitaneria di Porto di Torre del Greco, Giuseppe Troina, che ha tessuto le lodi del progetto: “ Non è affatto futurista, non prevede grosse trasformazioni ma solo delle riqualificazioni. Ha colto il punto perché il porto non può essere slegato dalla città e dalle vie di comunicazione, ed è intelligente dedicare una zona alla cantieristica. Il porto non può rimanere una realtà a sé stante sebbene abbia dato una ricchezza invasiva. Oggi c’è una carenza di spazi e di infrastrutture, problemi di fondali e di scarico. Bisogna ritornare alla vitalità del 700 quando noi torresi eravamo i primi costruttori di navi coralline in Italia (facevamo meglio di Genova e Livorno) e il porto era approdo di importanti navi commerciali. Oggi il nostro porto vanta 4 compagnie di navigazione di tutto rispetto ma abbiamo eliminato quasi del tutto la parte commerciale. Tuttavia, le soluzioni sono lontane. La Capitaneria ha discusso col Comune: è una questione di finanziamenti”. Riccardo Guerra fonte: Ephemerides (quotidiano torrese on line) |
ID: 3240 Intervento
da:
Serena Mari
- Email:
sery_mari@hotmail.com
- Data:
venerdì 19 maggio 2006 Ore: 01:55
STOA’,- www.stoa.it - Dei quattro Comuni aderenti al Patto Territoriale del Miglio d’Oro (Ercolano, Portici, S. Giorgio a Cremano, Torre del Greco). Istituto di Studi per la Direzione e Gestione d’Impresa è una Società Consortile per Azioni, a capitale misto, senza scopo di lucro. La struttura societaria attuale vede la partecipazione del Comune di Napoli, dei quattro Comuni aderenti al Patto Territoriale del Miglio d’Oro (Ercolano, Portici, S. Giorgio a Cremano, Torre del Greco), del Banco di Napoli, di Italia Lavoro, di aziende private quali la Rinascente, il Gruppo GS, IPM Group, l’Italtel, Sirti, dell’Ente Ville vesuviane e, dal 1996, delle cinque Università della Campania (Università degli studi di Napoli Federico II, Università degli Studi di Salerno, Università Parthenope, Istituto Universitario Orientale, Seconda Università di Napoli), della Camera di Commercio di Napoli e dell’Unione Industriali di Napoli. STOA’ offre una grande opportunità: percorsi concreti, capaci di rispondere alle profonde trasformazioni del sistema economico e istituzionale, che sempre più richiede figure professionali flessibili, capaci di coniugare solide competenze con doti di intuizione e creatività. Uno dei limiti del sistema produttivo italiano, caratterizzato dalla ampia presenza delle piccole e medie imprese, è l’incapacità di imporsi sui mercati internazionali per la carenza di risorse umane specializzate nei processi di internazionalizzazione. Le PMI infatti riconoscono l’importanza di riorientare l’export verso nuovi mercati ma non trovano, all’interno o all’esterno, operatori capaci di assisterle in modo efficace attraverso una forte competenza linguistica e relazionale, una profonda conoscenza delle dinamiche che regolano i paesi interlocutori ed elevate abilità strategiche. In questo contesto si inserisce l’accordo stipulato tra Onemedit, network specializzato nella consulenza e servizi alle imprese che intendono operare all’estero, e STOÀ (Istituto di Studi per la Direzione e Gestione di Impresa), centro di eccellenza per la formazione della cultura manageriale. L’accordo prevede che Onemedit ospiti, per un periodo di 12 settimane, nei suoi uffici in Italia, Egitto e Tunisia, studenti del Master in Local Development (MLD) organizzato da STOÀ e finalizzato a formare professionisti capaci di progettare, promuovere e gestire azioni per lo sviluppo locale e per l’internazionalizzazione. Durante l’esperienza formativa, gli studenti saranno introdotti alle metodologie di lavoro e alle problematiche tipiche dell’assistenza alle PMI nel loro operare a livello internazionale. In particolare, potranno “toccare con mano” le operazioni che sottendono alla penetrazione delle PMI italiane nei mercati del Nord Africa attraverso la partecipazione attiva a progetti e l’affiancamento di un tutor aziendale per la verifica in itinere del lavoro svolto. |
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