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Argomento presente: « Le tette la mia passione »
ID: 3361  Discussione: Le tette la mia passione

Autore: Salvatore De luca  - Email: toredeluca_1981@libero.it  - Scritto o aggiornato: giovedì 15 giugno 2006 Ore: 14:24

Amici cari,

"le tette sono sempre state la mia passione, è stato il primo piacere che mi ha procurato la vita. Poi non sono più riuscito a smettere.
Ma le tette sono in pericolo, sono minacciate dal “marketing dello screening”. Il professor Gianfranco Mereghetti lo spiega in una lettera che allego e di cui riporto un estratto".
Beppe Grillo

“Un recente studio mostra che il 50% delle donne americane che non hanno più il collo dell’utero a seguito di isterectomia totale continua comunque a sottoporsi al test per la diagnosi precoce del tumore al collo dell’utero!
La qualità dell’informazione diffusa per promuovere gli screening è tale che l’81% delle donne italiane ritiene perfino che il sottoporsi regolarmente allo screening mammografico riduce o annulli il rischio di ammalarsi in futuro di tumore al seno, cosa ovviamente non possibile. Non sorprende quindi la notizia apparsa il 27 giugno del 2002 sul quotidiano di Lisbona Diario de Noticias, secondo cui quattro donne portoghesi si sono fatte facilmente convincere da un paramedico a uscire la sera a seno scoperto su un balcone al fine di beneficiare di una mammografia “satellitare”.
L’articolo recentemente apparso sul numero di aprile della rivista a grande diffusione OK Salute dove Umberto Veronesi dà la sua ultima ricetta in fatto di screening mammografico va in questa direzione (vedi Tempo Medico). Sull’efficacia dello screening mammografico nel ridurre la mortalità per tumore del seno si è detto di tutto e il contrario di tutto ma mai si parla del numero effettivo di decessi che potrebbero essere evitati e nemmeno mai si informa sugli effetti indesiderati.
Si stima che tra 1'000 donne da 40 a 50 anni che fanno ogni due anni una mammografia, il numero di decessi evitati sull’arco di 10 anni (in confronto a 1'000 donne che non fanno lo screening) sia di 0,5, il beneficio sale a 1,9 decessi evitati per 1'000 donne di età tra i 50 e i 60 anni.
E gli effetti indesiderati? Prendendo sempre una fonte autorevole, il National Cancer Institute eccone l’elenco:
- sovradiagnosi, cioè il trattamento (con tutte le conseguenze del caso) di tumori “in situ” che non evolveranno (tra il 20 e il 50% dei tumori diagnosticati dallo screening)
- risultati falsi positivi (concerne circa il 50% delle donne che partecipano durante 10 anni ad uno screening, 25% di esse dovrà pure sottoporsi anche ad una biopsia chirurgica)
- falso senso di sicurezza (tra il 6 e il 46% delle donne con un tumore invasivo hanno sperimentato un risultato negativo alla mammografia)
- cancro al seno provocato dallo screening, specialmente tra le donne che hanno iniziato lo screening in età giovane (tra 10 e 32 tumori al seno ogni 10'000 donne esposte a dosi di radiazioni cumulative di 1Sv.).

La decisione se sottoporsi o no ad uno screening non può essere che una scelta individuale da prendere dopo aver preso conoscenza dei benefici e dei rischi della procedura e soprattutto del rischio individuale di contrarre la malattia. Purtroppo gran parte delle scelte sono esclusivamente fondate sulla base degli slogan del marketing promosso da coloro che vivono e prosperano sugli screening e che non hanno nessun interesse a dare un’informazione completa e onesta”.

Questo post di Beppe grillo mi ha schoccato e ho creduto di inviarloper il bene delle donne.

Salvatore
Postato da Beppe Grillo

http://www.beppegrillo.it/2006/06/le_tette.html

Scarica e stampa La Settimana un giornale intero:

http://www.beppegrillo.it/magazine.php



 
 

ID: 3450  Intervento da: Arturo Borriello  - Email: borrielloarturo@supereva.it  - Data: giovedì 15 giugno 2006 Ore: 14:24

Screening Mammografico

Iniziamo con una curiosità linguistica che stupirà molti vesuviani. Il "seno" non è altro che il canale tra le due mammelle. Quindi dire "quella donna ha un bel seno" riferendosi alle mammelle non è corretto.
E' ancora bassa la percentuale di donne vesuviane e del sud che si sottopone ad esami preventivi. La colpa è delle pazienti o dei medici?
Il tumore della mammella è una malattia frequente tra le donne dei Paesi europei. In Italia colpisce ogni anno circa 27.000 persone ed è la prima causa di morte per tumore tra le donne.
Molti studi ed alcuni decenni di esperienza hanno dimostrato che nelle popolazioni sottoposte a screening del tumore della mammella la mortalità per questa causa diminuisce, i trattamenti chirurgici sono più limitati, i risultati a lungo termine del trattamento sono migliori.
Anche la ASL Città di Milano ha attivato a partire dai primi mesi del 2000 un programma di screening mammografico che si rivolge a tutte le donne residenti a Milano di età compresa tra 50 e 69 anni, perché numerosi studi hanno dimostrato che la mammografia ripetuta ogni due anni è particolarmente efficace in questa fascia d’età per ridurre la mortalità per tumore al seno.
Partecipano allo screening tutte le donne che non hanno sintomi o segni di malattia al seno; le altre accedono direttamente agli esami specialistici.
Lo screening per il tumore al seno consiste nell’esecuzione ogni due anni di una mammografia bilaterale (cioè a tutte e due le mammelle) in doppia proiezione (cioè vengono fatte due radiografie per ciascuna mammella da angolazioni diverse).
Non viene effettuata la visita da parte del medico.
Le mammografie, eseguite da personale tecnico specializzato, vengono successivamente valutate da due radiologi, specificamente competenti in questo settore, che operano indipendentemente l’uno dall’altro. Se anche uno solo dei due radiologi ritiene che la mammografia non sia normale, la donna viene richiamata per eseguire ulteriori esami di approfondimento, che consistono, a seconda dei casi, in: visita senologica, altra mammografia, ecografia, prelievo di cellule con siringa, biopsia, al fine di accertare o escludere la presenza di un tumore.
Non rientrano negli obiettivi del programma di screening mammografico il riconoscimento e il trattamento di patologie diverse dal tumore del seno.

Arturo, medico radiologo


ID: 3369  Intervento da: virnapaola mari  - Email: virnapaola@hotmail.com  - Data: lunedì 5 giugno 2006 Ore: 18:58

bravo salvatore!!!
personalmente credo molto nella prevenzione...sono tantissimi i casi, anche di persone che conosco, in cui la prevenzione ha scongiurato esiti spiacevoli


ID: 3364  Intervento da: francesca mari  - Email: zigymari@libero.it  - Data: domenica 4 giugno 2006 Ore: 20:57

Accidenti, Salvatò,
con questi titoli trabocchetto
ci fai venire un accidente. In un forum, allo stato, prevalentemente di ragazze esordisci così...
Invece il post di Beppe grillo è davvero utile e interessante.
E forse hai ragione: se beppe Grillo avesse scritto "seno" non tutti avrebbero aperto la discussione.
Il vesuviano non smette mai di essere un irriducibile assatanato?
Ma usiamo i temini corretti e non diamo fastidio a nessuno.

Francesca


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