ID: 3433 Discussione: Angelo Guarino da New York
Autore:
Angelo Guarino
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Scritto o aggiornato:
giovedì 15 giugno 2006 Ore: 12:08
Lettera a Gennaro
Gennaro - ho letto e riletto le tue due lettere e francamente sono stordito. Sei veramente tu, Gennaro, il Torrese a dare un opinione degl’Italiani all’estero? Non ci credo.
Si, Gennaro, tu esponi il carattere del vecchio Merdionale; il tuo giudizio sugli italiani all’ estero e’ sballato; gli emigrati di oggi non sono gli emigrati di ieri, le persone chiuse nel loro piccolo mondo (ma non cattive) pur vivendo in una zona “ghetto” paesano; le persone aggrappate alla gonna di mamma’ e tu, come un emigrato emancipato lo dovresti sapere meglio di me. Malgrado cio’, io penso che sia stato di cattivo gusto sventolare il tuo affrettato giudizio ai quattro venti. Mia nonna mi diceva sempre che se non hai buone cose da dire per il tuo prossimo, “stat zitt” perche’ la parola e’ argento, ma il silenzio e’ oro.
Come se non bastessero le dicerie, gli insulti e calunnie frecciatoci dai stranieri qui, all’ estero, ora vieni tu, un Torrese di Via Sedivola, a sciorinare sugli Italiani all’estero. Roba burlescana. No, Gennaro, ti sbagli di molto, l’emigrato non e’, come tu dici, disunito, geloso, non partecipe, sparpagliato, pieno di preconcetti e pecca di attivita’ culturali, (mio Dio, siamo cosi’ brutti?)
Se fra i nostri emigrati all’ estero ed io parlo di emigrati di mia conoscenza., della nostra zona ( non azzecco giudizi per altri) ci sono persone che giustificano il tuo giudizio, lo si deve al fatto che essi emigrarono con i loro caratteri, ma questa non e’ una regola, bensi’ un eccezione.
Si, Gennaro, come detto, in precedenza, a Luigi, il carattere degli emigrati emigra con loro.
Il vecchio emigrato, quel “ povero maronna”, forzato dalla situazione economica locale ad emigrare, arrivato nel nuovo mondo senza un soldo, senza un lavoro, senza un avvenire, non imparava qui ad essere geloso, disunito, pregiudizioso o sparpagliato, arrivava qui con le sue vecchie caratteristiche Per di piu’, arrivava, nel nuovo mondo, con un rancore, il rancore di aver dovuto lasciare indietro tutto cio’ che egli amava, dalla mamma, al padre, fratelli, sorellle ed amici. alla sua terra natia. per cercare di sbarcare il lunario altrove, in posti lontani e sconosciuti e spesso ostili, come l’ Australia, l’ Argentina, Brasile, Cile e l’ America del Nord. Non ci credere se qualcuno ti dice che emigro’ per un cambiamento d’ aria voluto dal suo dottore.
Oggi, l’ emigrato del dopo guerra, arriva nel nuovo mondo con un bagagklio d’ istruzioni secondo a nessuno, con differenti catratterristiche, ma, si, con lo stesso rancore
Tu dici che la cultura americana e’differente da quella italiana e come potrebbe essere la stessa; sono due nazioni differenti. l’Italia ha una cultura per se, che va indietro millenni, prima ancora che fosse unita nel 1861. L’ America ha una cultura multinazionale, ma senza una...piazza, dove la gente possa riunirsi giorno, dopo giorno, e discutere il pallone, con Maradonna, Maradonna, Mradonna; sono tutti esperti del pallone, fino alla noia. E’ questa la cultura che ti manca qui?
Se e’pur vero che alcuni emigrati non danno segno di attaccamento alla madre patria, c’e’ una ragiorne. Come si puo’ pensare che quel povero essere, emigrato con un grande rancore, possa scendere in piazza e sgoiare a quattro venti lodi a Dante o Virgilio o ossannare alla gesta di Garibaldi, Mazzini o Avezzano, quando, e ti parlo dei primi emigrati, la maggioranza di essi non sapevano nenche dell’ esistenza di tali illustri concittadini? ma lo stesso non si puo’ dire per i nostri figli, per la seconda e terza generazione.
Inquanto ad essere, sparpagliato, ogni comunita’ di una certa entita’, ha un circolo politico o sportivo. Una volta ‘all’ anno celebra il suo santo padrone con una festa - dinner-dance.
Noi del Circolo Torrese, ne abbiamo due, una l’ 8 Dicembre in onore della nostra padrona, l’ Immacolata e l’ altra il Valentino. La festa dell’ Immacolata attrae da 300 a 400 pesone. Il nostro charmain e’ stato per anni la “Voce di Napoli”, Gino Pasquetti e c’ e’ sempre una persona “onoraria” Un paio di anni fa’ avemmo l’ onore di avere con noi tre ex sindaci di Torre del Greco, Dr,. Coscia, Auricchio e Mennella (Faraone) con tante altre pesonalita del mondo civico-politico.
Oltre a dinner-dance la societa ha mantenuto una spuadra di pallone che ha comquistato onori su molti campi. Un trofeo fu donato alla Citta di Torre e dovrebbe esser in mostra al municipio
Nell’ Agosto del 1933, a President Steeet, ( Brooklyn) , fu’ fondata la “Societa’ Torrese di Mutuo Soccorso”. Il suo scopo, unico scopo fu molto semplice, ma immensamente umanitario. A quel tempo, la maggioranza dei emigrati torresi era “portuale”cioe’ impiegata ai lavori scarico-carico al porto di New York. L’impiego, giornaliero, era a “chiamata” Quei poveri portuali si presentavano al porto (armati dal gancio e una merenda) alla 6 di mattina con la speranza di essere chiamati, cioe’ impiegati per la giornata. Molte volte la chiamata non arrivava e il poveretto doveva tornare per una prossima chiamata e cio’ significava aver tre o quattro ore di aspettanza senza far niente, vittime di rigide temperature d’ inverno o torride temperature d’ estate ( da ricordare che a qui tempi non c’erano “Sale d’ Aspetto”, bisogna aspettare anni per averne una) Dove andare? erano lontani da casa (da ricordare che in quei tempi non c’ erano automobili) andare al ristorante?, troppo caro per due o tre ore di lavoro. allora cosa fare?
Allora un gruppo di “audaci Torresi“ decise di comprare una casetta nelle vicinanze del porto e farne il loro punto d appoggio per il loro lavoro giornaliero e naturalmente pe una giocata a carte.
Per oltre 70 anni, la Societa’ Torrese e’stata la loro seconda casa, il ricovero dalle intemperie. Come possiamo dire che la Societa’ Torrese di M. S. abbia peccato di attivita’ culturali ?
Vai a dirlo ai vari “pionieri torresi” come, zi’ Luciano (Buovolo) Sorreentino, Savastano etc..
In quanto ai nostri figli che non mostrano attaccamentro alla cutura italiana, io penso che ti sbagli.
Si, e’ vero, ci sono dei figli che mostrano poco attaccamento alla nostra cultura, ma non e’una regola, bensi una eccezione. Ci sono parecchie parade e manifestazioni di attacamento alla nostra cara patria, organizzate dai “nostri” figli
Abbiamo l’ organizzazione “Figli d’ Italia e la NIAF (National Italo-American Foundation), composta dalle piu’ famose e preminente personalita’ Italo-Americane, come politici, attori, scrittori e giornalisti, la maggioranza della quale e’ seconda e terza generazine di enigrati.
La Niaf dispensa annualmente decine di borse di studio ad italiani e stanieri per lo studio italiano. La sua riunione annuale attrae la presenza del Preseidente degli Stati Uniti d’ America e di alttre prominiente personalita’ del mondo civico, politico-giornalistico- treatrale.e sportivo.
Non posso continuare su questo tasto, ci vorrebbero pareecchi rolli di carte da toilet, e tu, caro Gennaro, essendo infarinato alla radio, lo dovresti sapere meglio di me..
Non c’ e’ un quartire, specialmente qui a New York, che non abbia una tale manifestazione.
Abbiamo la Festa di Santa Rosalia, la Festa di Cosmo e Damiano, la Festa di San Gennaro, il Palo di Nola e per di piu’ abbiamo feste nazionali, come la parade di Cristoforo Colombo, osservata sulla famosa 5th Avenue di Manhattan, tutte organizzatre da seconda e terza generazione
Riguardo la tua fantasia, sarebbe da trascurarla, ma voglio solamente farti una domanda.
Tu veramente credi che ci siano ancora dei cretini che ossannano alla tua fanciullesca fantasia.? oh, oh, , cumm ‘e belle chill ‘u Gennar, se fosse milionario costruirebbe una autostrada da Torre al...........mondo; farebbe tutti i poveri ricchi; che core grande. Potrei anche aver torto, ma.
In finale analisi, per l’ emigrato, di qualsiasi nazionalita’ esso sia, specialmente al principio della sua nuova avventura, sono giorn duri; lo scopo, il primo scopo e’ quello di sopravvivere gli ostacoli e le insidie del nuovo ambiente, con poco, pochissimo tempo per un disvago e di questo tu ne dai conferma quando dici che “il lavoro e la famiglia ci impegnano molto”
Da New York, malgrado tutto, vogliamoci bene,
Angelo Guarino
PS: che pulcinellata. Gli “americani” ci accusano di essere troppo italiani; di essere attaccati troppo alla gonna di mamma’; di essere attaccati troppo ai spagnetti e “meat balls”(polpettine)
po ven Gennarino e ci accus che nun simme ‘ bbastanz ‘ttaliani.. Cos ‘ e pazz.
Gennaro, no ti conosco personalmente, sarai anche grande, non lo so, ma che tu sei “la reincarnazione di San Gennaro in quel di Nuova York, non lo credo proprio.
Angelo Guarino