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Argomento presente: « SCOPIAZZARE IN RETE » | |||||
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ID: 3472 Intervento
da:
Vincenzo Speranza
- Email:
vincenzo.speranza@tin.it
- Data:
sabato 17 giugno 2006 Ore: 19:07
Scusatemi se mi introduco nel discorso, sia il sig. Mari che il signor Tassara hanno dimenticato un aspetto importante dell'argomento "sgraffigna e incolla" della rete. I veri copiatori della rete sono i navigatori stessi. Oggi esistono programmi di ogni genere che scaricano pari-pari siti interi, sproteggono pagine criptate, sbloccano file pdf e tutto questo materiale finisce in banche dati dei privati che possono farne ciò che vogliono. Fanno propri anche materiale che l'autore ha raccolto con fatica e spesso a pagamento. Non è il caso di Torreomnia perché il sig. Mari diffonde il DVD sempre aggiornato, anche se si riserva l'archivio privato di foto e altro materiale soggetto a possibile speculazione, ma sa bene, credo, che il suo disco viene riprodotto a josa. "La copia appezzottata" si dice in gergo. E poi, tanta preoccupazione per i siti minori locali meramente culturali, con struttura semplice e senza pagine accattivanti o dinamiche, ma chi volete che se ne interessi? Questi siti per quanto abbuffati e rimpilzati di notizie barbose fino all'eccesso, credendo che la quantità faccia numero, sono il sottoprodotto, il cattivo surrogato dei grandi siti con le stesse argomentazioni trattate da mani professioniste. La rete è uno strumento planetario senza limiti, ma è pure una macro pattumiera di inutili fatiche, sotto il giogo dell'illusione di essere visti e seguiti, ma questo accade solo di tanto in tanto nelle dimensioni di una ristretta cerchia di amici e parenti. Dunque in fatto di appropriazione indebita o di plagio bisogna temere l'utente stesso. Ed è ridicolo mettere scritte di copiryght e di privacy qua e là perché una volta che il materiale scompaginato e camuffato con sottrazione dell'autore va in circolo, provoca metastasi e non è più recuperabile; e non c'è legge che possa contenere un fenomeno di tale vastità. Enzo |
ID: 3470 Intervento
da:
Luigi Mari
- Email:
info@torreomnia.com
- Data:
sabato 17 giugno 2006 Ore: 17:12
Mio caro Enrico, Hai detto molte cose giuste anche se hai estremizzato e generalizzato, ma non capisco l'enfasi, l'espressione concitata e un tantino sofferta con cui hai espresso le cose. Personalmente non ho mai pensato, col mio Torreomnia, di fare cosa gradita ai giovani. Conosco bene le loro problematiche. E poi, come potrebbero interessarsi, provare nostalgia per un periodo che non hanno mai vissuto? Conoscere le proprie origini? Meglio di no per i giovani. A noi anta ci compensa la nostalgia e facciamo sempre bello il periodo dell'infanzia, gli autori lo romanzano, ma il novecento non è stato meno cruento e disastroso dei secoli precedenti. Il rapporto Potere e Popolo è stato sempre di sopraffazione e prevaricazione, magari come adesso se pure in modalità democratica camuffata, ma quello che si può rimpiangere, perché irrecuperabile, è la solidarietà, l'amore forse di origine cristiana, la stima e il rispetto in seno alla comunità cittadina o quella domestica, cioè uomo con uomo, simile con simile e non servo con padrone, governato con governante. Torreomnia e siti di impronta retrospettiva interessano solo gli anziani nostalgici? In alcuni motori di ricerca ho trovato questa definizione non mia sotto il link Torreomnia: "Torreomnia si propone di recuperare ciò che comunemente vengono chiamati i valori perduti (nella cintura vesuviana) ma che erano, in fondo, i sostegni psicologici per esorcizzare l'insoluto esistenziale così ben domato con la nostra napoletanità dissoltasi". Recuperare l'amore, la fiducia, la stima non interessa solo gli anziani, perché la maggioranza dei giovani è onesta e oserei dire pura, più dei giovani della generazione degli anta, scaltra, ividiosa. Per quanto riguarda lo scopiazzare indiscriminato in rete si tratta a mio avviso di un fenomeno relativo a quegli anziani che hanno avuto a disposizione un palco, una passerella, una platea dove si suppone la presenza di spettatori che si riduce sempre di più a mano a mano che che crescono i milioni di siti, quasi tutti uguali, quelli cosiddetti culturali, (non univoci e settoriali) lindi e asettici come le corsie d'ospedale, con gli autori tutti educati e con le braccia conserte, sussiegosi e perentori, che all'incidente pubblico di una flatulenza o un lemma fuori le righe abbassano gli occhi come le collegiali scoperte nella pratica onanistica. La febbre "copia, modifica e incolla" non durerà ancora per molto perché la rete non ha limiti di contenuto quindi i siti saranno infiniti, forse uno o due per ogni abitante planetario. Tutti si renderanno conto che ogni sforzo leale o eslege sarà inutile, una fatica sprecata e solo i veri grandi siti professionali avranno audience e share. Molti si perderanno negli ultimi anni della vita a rimpiangere il tempo perduto. Luigi Mari |
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