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Argomento presente: « Tutte le feste vesuviane » | |||||
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ID: 3743 Intervento
da:
la redazione
- Email:
info@torreomnia.it
- Data:
domenica 9 luglio 2006 Ore: 11:25
Ah, vesuviani festaioli! |
ID: 3497 Intervento
da:
Mari virna
- Email:
info@totteomnia.it
- Data:
lunedì 19 giugno 2006 Ore: 23:27
Palio delle Contrade Il corteo storico, previsto per il 24 giugno, non si farà ma l’attenzione sarà interamente incentrata sulle gare di canottaggio che prenderanno il via il 30 giugno, in concomitanza con l’apertura della Festa dei Quattro Altari. Dopo i ritardi delle ultime settimane, riprende a pieno ritmo l’organizzazione della terza edizione del Palio delle Contrade. Le difficoltà economiche dell’amministrazione comunale (che ha stanziato solo ventimila euro per lo svolgimento dell’evento) hanno imposto un ridimensionamento ai programmi iniziali presentati dall’Associazione delle contrade. Il presidente dell’Associazione delle Contrade Ciro Noto ricostruisce l’intricato percorso vissuto negli ultimi mesi dal sodalizio organizzatore dell’evento. “Dopo lo scioglimento dell’amministrazione comunale abbiamo riallacciato rapporti con i commissari straordinari- afferma Noto- che ci hanno dato subito un’immediata disponibilità per dar vita alla manifestazione. Quando stavamo per accordarci e per presentare la terza edizione del Palio, agli inizi di aprile è stata reintegrata l’amministrazione precedente e ciò ci ha costretti a ricominciare tutto daccapo”. Le incertezze organizzative, legate ai vari cambi al vertice dell’amministrazione, hanno contribuito ad allontanare gli sponsor principali. “Su queste defezioni l’Associazione delle contrade non ha responsabilità” sottolinea il presidente Noto. I problemi di bilancio del Comune hanno determinato un ridimensionamento di tutte le manifestazioni cittadine, tra cui la Festa dei Quattro Altari ed il Palio. “Da soli non riusciamo ad affrontare finanziariamente tutto il programma che all’inizio era stato progettato: - afferma Noto- la cifra messa a disposizione dal Comune, che ammonta a ventimila euro, ci consente soltanto di sostenere lo svolgimento della parte sportiva”. La mancanza di risorse ha costretto anche il direttore artistico Leopoldo Fontanarosa alle dimissioni. “Chiediamo scusa al direttore artistico Fontanarosa per gli inconvenienti che hanno minato la realizzazione dell’interessantissimo progetto da lui curato e su cui alacremente stava lavorando nelle scorse settimane.- dice Noto- Il suo è stato un abbandono forzato poiché non c’erano più le premesse per andare avanti senza una solidità finanziaria”. Nelle acque del porto cittadino continuano intanto gli allenamenti degli atleti delle dieci contrade cittadine (Fiorillo Miglio d’Oro, Taurano, Calastro, Borgo Mare, Santa Croce, Cappuccini, Cavallo, Torre di Bassano, Camaldoli Tre Cappelle, Incino La Bruna) che si contenderanno la vittoria del Palio nelle regate condotte a bordo dei dragon boat. Sotto la direzione sportiva del campione olimpico di Atlanta ’96 Davide Tizzano, gli atleti continueranno ad allenarsi fino al 29 giugno. Ieri è stato il turno di Miglio d’oro, Calastro, Taurano e Santa Croce mentre oggi scenderanno in acqua Cavallo, Tre Cappelle, Borgo Mare e Cappuccini mentre domani chiuderanno la serie settimanale di allenamenti Torre di Bassano e Incino La Bruna. Verrà presentato prossimamente in conferenza stampa il programma di eventi che l’Associazione delle contrade e l’Assessorato alle politiche del mare, guidato da Vincenzo Maida, stanno elaborando in questi giorni. Fervono i preparativi anche nelle contrade, che stanno cercando di organizzare iniziative legate alla terza edizione del Palio, che nelle gare sportive richiamerà comunque il tema del Riscatto baronale, scelto dagli organizzatori come motivo storico di riferimento per questa edizione. |
ID: 3493 Intervento
da:
Luigi Mari
- Email:
info@torreomnia.com
- Data:
lunedì 19 giugno 2006 Ore: 16:47
Figliola, siamo più dettagliati. Tradizioni culturali - Le Feste vesuviane in dettaglio Gennaio Festa di Sant’Antonio Abate 17 gennaio Somma Vesuviana (NA) Festività molto sentita in quel di Somma, probabilmente in virtù dell’ancora forte vocazione agricola del comune. Nato nel III secolo d.C., eremita nel deserto egiziano, vissuto, per scelta, in compagnia di soli animali, Santo Protettore di questi ultimi, la fantasia contadina ha fatto di Sant’Antonio Abate un santo strettamente collegato alla vita rurale e, in particolare, alla ripresa dell’attività agraria. Tra le manifestazioni cerimoniali di cui si compone la festa, la più appariscente è sicuramente quella dell’accensione dei c.d. fucarazzi e’ Sant’Antuono (i falò di Sant’Antonio). Già alcuni giorni prima della ricorrenza inizia, in diverse località di Somma, la raccolta della legna che è successivamente accumulata in grandi covoni. Uno di questi è preparato davanti al sagrato della Chiesa della Collegiata, altri sono allestiti un po’ dovunque, nell’attesa di essere accesi al calare delle prime ombre della sera. L’origine di queste pratiche è connessa, probabilmente, all’antica convinzione che l’intercessione del santo possa guarire l’herpes zoster, lo sfogo, anche noto come “fuoco di sant’Antonio”, che provoca prurito e bruciore diffuso. Un altro rito caratteristico della celebrazione è la benedizione del pane. Quest’ultima avviene nella chiesa della Collegiata al cui interno è custodita la statua del santo. La benedizione è ingiunta nel corso della messa vespertina, terminata la quale, dopo aver distribuito il pane ai fedeli, si provvede all’accensione dell’enorme covone posto sul sagrato della chiesa. Il crepitio delle fiamme è accompagnato dall’inizio dei canti e dei balli popolari, che si protraggono fino all’estinzione del fuoco. Un tempo al centro delle celebrazioni, i riti legati agli animali sono oggi sempre più rari. Ad esempio il rito pomeridiano della benedizione degli animali è stato smesso e ripreso più volte nel corso degli anni. Analoga sorte è toccata alla processione di animali, addobbati con ghirlande di fiori e collane di frutta, culminante con la premiazione dell’animale meglio decorato. Festa di San Sebastiano 20 gennaio San Sebastiano al Vesuvio (NA) La preparazione della festa ha inizio il primo gennaio, con la benedizione di un vessillo sacro, destinato a svettare sino all’ottavo giorno successivo a quello in cui si tiene la processione. Una novena di preghiere, concelebrate da padri predicatori, precede anch’essa la festa. Il corteo celebrativo è usualmente organizzato il 20 gennaio, se quest’ultima data, in cui si celebra il Santo Patrono di San Sebastiano, cade di domenica, ovvero la prima domenica successiva alla predetta festività del Santo Patrono, in tutti gli altri casi. Marzo Festa di San Giuseppe 19 marzo San Giuseppe Vesuviano (NA) Tipica festa del Patrono con processione, luminarie e fiera di merci varie. La processione è pomeridiana e l’acme della festa segue il ritorno in chiesa della statua del Santo. La partecipazione al festeggiamento può essere proficuamente abinata, oltre che ad una visita alla chiesa madre, anche ad un’escursione gastronomica tra i molti produttori locali di specialità dolciarie. San Giuseppe Vesuviano si segnala anche per rinomate produzioni nel settore dei distillati e dell’abbigliamento. Per informazioni sulla festa di San Giuseppe e/o su altri eventi organizzati nella cittadina vesuviana, ci si può rivolgere agli uffici della Pro Loco, siti in Via Roma, 1/3 – tel. + 39.081.5294873. Tra le manifestazioni programmate si segnala, in particolare, il premio letterario Bonagura. Aprile Processione del Giovedì Santo Il giovedì prima di Pasqua Somma Vesuviana (NA) Affascinante processione cui partecipano tutte le antiche confraternite di Somma Vesuviana create tra il XVI e il XVIII secolo. I confratelli sfilano coperti dal tradizionale saio bianco e sono riconoscibili solo in virtù del diverso colore dei cordoni che cingono le loro vite. La processione, composta da coppie di confratelli incolonnati dietro la Croce, fa tappa presso gli altari delle principali chiese cittadine. Questi ultimi sono addobbati con steli di grano fatti germogliare al buio per l’occasione, sì da fargli assumere una particolare colorazione giallo-verde. Un momento particolarmente interessante della manifestazione, è quello in cui un piccolo coro si stacca dagli altri confratelli, intonando una serie di canti sacri di grande valore storico e tradizionale. Si inizia con una versione dello Stabat Mater, che si rifà direttamente a quello composto da Jacopone da Todi. Il canto successivo è il “Gesù mio”, composto da Sant’Alfonso de Liguori. Gli altri canti sono tutti su versi del Metastasio e musiche del maestro sommese Natale Pellegrino: “Di mille colpe reo”, “Dunque dal Padre ancor”, “Piangete fratelli”. Celebrazione del Cristo Morto e dell’Addolorata Il venerdì prima di Pasqua (Venerdì Santo) Chiesa della Collegiata – Borgo del Casamale - Somma Vesuviana (NA) Imponente e suggestiva manifestazione che si tiene il Venerdì Santo in coincidenza con la processione del Cristo Morto o dell'Addolorata. La processione si origina, sul far della sera, dall'antica chiesa della Collegiata. Ad essa partecipano il clero e tutte le confraternite di Somma. Queste ultime, in particolare, seguono il corteo secondo un ordine rigidamente fissato dalla tradizione. La processione che accompagna le statue della Madonna Addolorata e del Cristo Morto è lunghissima. La suggestiva illuminazione del corteo sacro è assicurata da fiaccole e candele, oltre che da imponenti falò accesi lungo tutto il percorso. Le immagini sacre sono portate lungo un itinerario, fissato da secoli, che corrisponde al perimetro dell'antica Somma: Chiesa della Collegiata, Margherita, Via Canonico Feola, Via Valle, Via Roma, Spirito Santo, discesa di San Pietro, Casamale. La manifestazione raggiunge però l’acme, solo quando s’incanala negli stretti vicoli dello storico borgo del Casamale. In questi luoghi il calar della sera coglie, al rientro in chiesa della processione, le bianche e spettrali figure dei confratelli, nel loro scorrere quasi evanescente, avvolte dall’etereo canto in latino del Miserere. La processione è chiusa dalla banda, dal gruppo delle autorità e dalle donne. Festa della Madonna dell’Arco Il primo lunedì dopo Pasqua (Lunedì in Albis) Santuario della Madonna dell’Arco – Via Madonna dell’Arco 178 – 80048 Sant’Anastasia (NA) Tel. + 39.081.899.911.1 Tra le feste più importanti nell’area del Parco Nazionale del Vesuvio, frutto di sovrapposizioni cristiane su più arcaiche forme di religiosità connesse, a loro volta, all’inizio del ciclo del raccolto, ovvero ad antichi riti tesi ad esorcizzare le forze demoniache distruttrici di raccolti. La celebre processione del Lunedì in Albis è preceduta da una lunga fase preparatoria che ha inizio il giorno di S. Antonio. Da questa data diverse associazioni, dedicate alla Madonna dell’Arco, diffuse un po’ ovunque nella Provincia di Napoli, cominciano a mandare in giro gruppi d’affiliati (c.d. paranze) per la questua. Il denaro raccolto è successivamente impiegato per gli allestimenti di contorno alla festa, ovvero per essere offerto alla Madonna, in guisa invero plateale, essendo affisso sugli stendardi portati in processione. I questuanti sono spesso affiancati nella loro frenetica attività da bande musicali e carri sacri (c.d. toselli). Nel giorno del Lunedì in Albis, tutte le paranze convergono finalmente sul Santuario della Madonna dell'Arco. L’avvicinamento è fatto a piedi e, talvolta, di corsa. Da ciò il motivo per cui i pellegrini sono definiti con il termine dialettale fujenti, che letteralmente significa “coloro che scappano”. Il rito religioso che si celebra nel santuario, a conclusione del pellegrinaggio, è particolarmente affascinante. In questo luogo, infatti, si può assistere ad esasperate crisi di religiosità popolare che si configurano, nei casi estremi, come vere e proprie crisi epilettiche. Da ciò il termine vattienti che, a sua volta, deriva dal verbo vattere (picchiare) con cui sono pure definiti i fujenti. La denominazione "dell'Arco" attribuita alla Madonna oggetto del pellegrinaggio, è collegata ad un preciso episodio storico. Nell’antica località “Archi”, così definita per la presenza delle arcate di un acquedotto romano, si verificò il sanguinamento di un’effige sacra della Vergine, a causa di un colpo infertole volontariamente da un giovane di Nola. L'immagine, immediatamente venerata dal popolo, riuscì talmente ad accrescere negli anni la propria fama miracolosa, da provocare la costruzione di un apposito santuario dedicato, appunto, alla “Madonna dell’Arco”. Relativamente al santuario in discorso si segnala, infine, la notevole mole e la singolarità degli ex voto accumulatisi nei secoli. Questi ultimi sono stati, di recente, organizzati in un museo descritto in un’apposita scheda di questa guida. Festa della Montagna Dal primo sabato dopo Pasqua sino al 3 maggio Somma Vesuviana (NA) Straordinaria festa civile e religiosa, frutto di sovrapposizioni cristiane su più arcaiche forme di religiosità connesse, a loro volta, all’inizio del ciclo del raccolto. La manifestazione, anche nota come "Festa di Castello" o "Festa di Divozione", ha inizio con il c.d. Sabato dei Fuochi ed interessa la Città di Somma Vesuviana assieme agli altri comuni della fascia pedemontana del Monte Somma, tutti più o meno colpiti dagli effetti di fenomeni eruttivi del passato e quindi interessati ad una festa che, tra i tanti significati reconditi, ha probabilmente anche quello di esorcizzare i timori derivanti dalla presenza incombente del vulcano. Il periodo dei festeggiamenti, infatti, comincia e finisce con una grande corona di fuochi. Questi ultimi sono accesi per celebrare il ritrovamento della testa lignea della c.d. Madonna del Castello (oggi esposta presso l’omonimo santuario). La scultura originale fu portata a Somma da Carlo Carafa nel 1622, ma il corpo della stessa andò disperso a seguito della rovinosa eruzione del 1631. Ogni comunità cittadina ha un proprio giorno dedicato, durante il quale può espletare i rituali della festa: la visita al santuario, il sontuoso banchetto, i balli e le tammurriate, l’affascinante canto a figliola, la preparazione della pertica e, infine, sul far della sera, l’accensione dei fuochi. Tutte le fasi della festa sono cariche di simbolismi e si configurano come rappresentazioni moderne d’antichi riti praticati per conquistare il favore della divinità. Il banchetto, in particolare, appare legato ad arcaiche forme di religiosità tese ad assicurare un buon raccolto. La gran quantità delle libagioni e il protrarsi del pranzo lungo l’arco di molte ore, sono pratiche palesemente collegate ad un antico rituale dell’abbondanza. Interessante anche il rito della preparazione della pertica, che si pratica soprattutto il 3 maggio, ultimo giorno dei festeggiamenti. Esso consiste nel taglio di un giovane alberello di castagno che è successivamente liberato da tutte le fronde. In coincidenza di ciascun ramo tagliato si fa attenzione a lasciare una piccola sporgenza legnosa (curnecchia). Alle sporgenze così ottenute, dopo aver addobbato la pertica con fiori e rami di ginestra, si appendono piede e muso di vaccino lesso ('o pere e 'o musso), collane fatte di nocciole ('a ntrita) o castagne ('a nserta), l’immagine della Madonna di Castello (a’ fiurella) e fiocchi di carta crespata e colorata. Terminata l'opera, l'autore la porta a valle, dedicandola all’immagine della Madonna del Castello, ovvero regalandola alla propria compagna. Nella pratica appena descritta si è soliti individuare una simbologia fallica, propiziatrice della fecondità della terra. Anche i balli, ricchi d’inusuali movenze ed intrecci sensuali, sembrerebbero essere collegati allo stesso filone dei riti propiziatori della fecondità. Altra caratteristica peculiare della festa è data dal fatto che l'ascesa al monte, o al santuario, costituisce raramente un’esperienza individuale. E' con la paranza (il tradizionale gruppo d’appartenenza) che si raggiunge il santuario e successivamente si risale il Monte. Alcune comitive raggiungono all'alba la cima del Somma e ne discendono a notte alta, altre si distribuiscono tra i boschi e i profondi valloni che incidono i fianchi del vulcano. La paranza dello Gnundo, così detta dal nome dello stradello montano su cui si sofferma ad invocare la divinità, si caratterizza per la capacità di conservare al meglio l’immenso patrimonio culturale contraddistinguente tutta la manifestazione. Per questa ragione essa fu invitata a partecipare, nel 1975, alle celebrazioni per il bicentenario della nascita degli U.S.A. e, in occasione della scomparsa dell’allora leader “Zi' Gennaro”, il noto studioso Roberto De Simone ebbe a commentare: << ... indubbiamente egli era ... l’autentico gran sacerdote di una religiosità arcaica e popolare, in cui il canto e la musica rappresentano il mezzo magico per entrare in contatto con il mondo celeste ... >>. Maggio Festa del Patrocinio di San Ciro Prima domenica di maggio Santuario di San Ciro, Piazza San Ciro - 80055 Portici (NA) Tel: + 39.081.475.291 Straordinaria festa religiosa che, dal 1776, celebra il patrocinio del Santo sulla città di Portici. Particolarmente affascinante la processione, seguita da folle oceaniche di pellegrini provenienti da tutta Italia, in relazione alle virtù taumaturgiche del Santo Patrono di Portici. La fama di San Ciro, che secondo la tradizione esercitò l’arte medica, è infatti diffusa fin dal sec. IV, epoca in cui fonti storiche già accertavano l’esistenza di folle d’ammalati in pellegrinaggio ai santuari a lui dedicati. La devozione a San Ciro, che nacque in Egitto nella seconda metà del III secolo dove fu anche martirizzato, fu promossa, nel napoletano, da S. Francesco de Geronimo nel corso del suo soggiorno a Portici nella seconda metà del 1600. Nella città vesuviana il culto si diffuse, però, soprattutto dopo la carestia e la terribile epidemia del 1764. Cessato il flagello per intercessione divina, i porticesi commissionarono dapprima la bella statua del Santo ancora visibile (1770) e, subito dopo, ottennero che San Ciro fosse proclamato Patrono di Portici (1776). A corredo della festa religiosa è allestita una variopinta fiera di merci varie che occupa tutto il Corso Umberto. Da quest’ultimo è inoltre possibile accedere, in breve, all’approdo borbonico del Granatello, dove affusti di cannoni e colubrine del XVIII secolo, infissi nel terreno dal lato della bocca di fuoco, fanno mostra della più pacifica funzione di bitte da ormeggio, loro assegnata all’epoca della realizzazione dell’approdo. Una partecipazione alla festa di San Ciro non può prescindere da una visita all’omonimo Santuario che conserva raffigurazioni pittoriche, opera di artisti barocchi di straordinaria fama e talento. Sull’altare maggiore è collocata una pala raffigurante la nascita della Vergine, opera di Luca Giordano (1666). E’ inoltre possibile vedere due opere del Bonito (“La Concezione” e “San Lazzaro”) ed una del Vaccaro (la “Divina Pastora”). Festa del Patrocinio di San Michele Arcangelo 8 maggio Piazza Annunziata, 80044 Ottaviano (NA) Antica festa tradizionale durante la quale si celebra, in guisa invero singolare, il patrocinio di San Michele Arcangelo sulla città d’Ottaviano. Il cuore della manifestazione ha inizio verso le ore 13.00 in Piazza Annunziata. Qui due angeli, impersonati da altrettanti fanciulli, volano sulle teste degli astanti grazie ad una carrucola (c.d. carruociolo) fatta scorrere su una fune, a sua volta sospesa tra due edifici prospettanti sulla piazza. I fanciulli, per tradizione un maschietto ed una femminuccia appartenenti all’antica famiglia dei Duraccio (localmente nota come e maccaronari), sospendono il volo appena giunti in prossimità della perpendicolare della statua del Patrono. In questa posizione intonano un antichissimo inno di gloria verso il Santo. Il canto è poi seguito da una serie d’implorazioni tese ad assicurare prosperità alla città e ai di essa abitanti. Il volo è ripetuto anche in altre tre piazze, Piediterra, Taverna e San Giovanni, attraversate dalla processione che si conclude nella Chiesa di San Michele. La rappresentazione, di cui s’ignorano le origini, risale con sicurezza almeno al 1861, epoca in cui fu utilizzata per festeggiare la liberazione del Principe d’Ottaviano, Don Giuseppe de’ Medici, arrestato, in precedenza, dall’occupante milizia piemontese. La festa è arricchita, infine, da diverse manifestazioni di contorno. Oltre alla tradizionale fiera di merci varie si segnala, nei giorni successivi, la parata d’asini, carri folcloristici e cavalieri in costume medievale, appartenenti a sei contrade differenti, che si scontrano in un emozionante palio. Otto giorni dopo il Corpus Domini Torre del Greco Originale ed importante festività che, avendo in gran parte perso memoria delle proprie origini, si è trasformata nella celebrazione dello straordinario talento artistico e artigianale dei cittadini torresi. Secondo alcuni storici la festa avrebbe avuto origine dall’istituzione dalla solennità del Corpus Domini, voluta da Urbano IV nel 1264, e celebrata nella città di Torre del Greco mediante due distinte processioni eucaristiche: una nel giorno canonico, tenuta nella zona alta della città, l'altra otto giorni dopo, nella zona della marina. Quest'ultimo festeggiamento si sarebbe progressivamente distaccato dal primo, sino ad assumere un’autonoma ragion d’essere coincidente con l’attuale "Festa dei 4 Altari". Luglio Festa di Santa Maria Salome Seconda domenica di luglio Boscoreale (NA) Festa religiosa che ha come fulcro la chiesa d’origine medievale, recentemente restaurata, dedicata a Santa Maria Salome. La predetta chiesa e l’omonima festa, hanno una forte valenza simbolica per gli abitanti di Boscoreale. L’edificio religioso costituisce, infatti, il centro ideale attorno al quale sorse, nel corso del XVII secolo, il primo nucleo urbano della cittadina. Per ulteriori informazioni sulla festa di Santa Maria Salome e/o su altri eventi organizzati nella cittadina vesuviana, ci si può rivolgere agli uffici della Pro Loco, siti in Via Panoramica, 25 – tel. + 39.081.850.802.8. Tra le manifestazioni programmate si segnala, in particolare, la festa della nocciola, che si organizza a settembre in tutte le piazzette della località Cangiani. Festa della Madonna del Carmine 16 luglio Boscoreale (NA) Festa religiosa che celebra il Patrocinio della Madonna del Carmine sul comune di Boscoreale. Il predetto Patrocinio non ha origini molto antiche, essendo connesso all’autonomia del comune di Boscoreale che, a sua volta, risale “solo” ai primi anni del XIX secolo. La festività in discorso è celebrata anche nel comune d’Ottaviano con un’importante processione. Per ulteriori informazioni sulla festa della Madonna del Carmine e/o su altri eventi organizzati nella cittadina vesuviana, ci si può rivolgere agli uffici della locale Pro Loco, siti in Via Panoramica, 25 – tel. + 39.081.850.802.8. Festa di S. Anna Dal 23 al 26 luglio (Solennità di S. Anna) e da quest’ultima data, in cui si celebra la Santa Patrona di Boscotrecase, sino alla prima domenica d’agosto. Chiesa di S. Anna – Piazza S. Anna, 2 – 80042 Boscotrecase (NA) Tel: + 39.081.537.396.3 Festa religiosa che celebra il Patrocinio di S. Anna sul Comune di Boscotrecase. La manifestazione ha inizio con il triduo di preparazione, ossia con tre giorni d’uffici religiosi dedicati alla preparazione della Messa Solenne del 26. La Festa Patronale, con la relativa processione cittadina, si celebra anch’essa il giorno 26, se quest’ultima data cade di domenica, altrimenti è posticipata alla prima domenica successiva. Nella prima domenica d’agosto si tiene, infine, la processione commemorativa dell’eruzione del 1906. Il 7 e l’8 aprile di quell’anno, due bracci di lava invasero Boscotrecase entrando in chiesa fino all’altare maggiore. Situata in prossimità di quest’ultimo, circondata dalla lava, la statua di S. Anna rimase illesa, atteggiandosi ad argine insormontabile contro l’ulteriore avanzata del fiume di fuoco. La festa civile fa da corona a quella religiosa con una notevole serie di manifestazioni collaterali che, nello specifico, variano d’anno in anno. Una partecipazione alla festa di S. Anna può essere utile pretesto per la visita dell’omonima chiesa risalente alla fine del XVIII secolo. Al suo interno si segnalano una deposizione, coeva alla chiesa, ed una sacra rappresentazione di S. Maria delle Grazie, S. Vito e S. Lucia della seconda metà del ‘600. Da non dimenticare, infine, la statua miracolosa di S. Anna, collocata sull’altare maggiore e risalente al XVIII secolo. Festa di San Giacomo 25 luglio. Chiesa di San Giacomo Apostolo – Piazza Amodio, 3 – 80040 Pollena Tocchia (NA) Tel: + 39.081.897.160.6 Festività religiosa strettamente collegata all’eruzione vesuviana dell’Aprile 1906. In quell’occasione, infatti, mentre gli abitati di Boscotrecase e Trecase furono minacciati, e in parte distrutti, da un’imponente colata lavica, Pollena Trocchia, come gran parte degli altri paesi del versante sommese, ebbe a vedersela con disastrosi torrenti di fango (lahar) e devastanti piogge di materiali piroclastici. Sopravvissuti al disastro i cittadini di Pollena, identificando nel loro Santo Protettore la causa dello scampato pericolo, promisero: << ... di santificare il giorno 25 di luglio di ogni anno come giorno festivo di doppio precetto>>. La processione sacra (e la coeva manifestazione pirotecnica), si celebra in genere il giorno 25, se quest’ultima data cade di domenica, altrimenti è posticipata alla prima domenica successiva. Il sabato è dedicato alla festa civile con manifestazioni canore e fiera di merci varie. Una visita a Pollena Trocchia può essere proficuamente preceduta da una richiesta d’informazioni alla Pro Loco, sita in Via Caracciolo, 1/bis – tel. + 39.081.531.272.1. Tra le molte manifestazioni programmate si segnala, in particolare, la sagra del vino Catalanesca. Agosto Festa delle lucerne Primi giorni d’agosto, sino al 5 del mese, ogni quattro anni. Borgo del Casamale – Somma Vesuviana (NA) Straordinaria festa civile e religiosa, frutto di sovrapposizioni cristiane su antichi riti osci e romani, finalizzata ad esorcizzare i timori per il passaggio ad un nuovo ciclo stagionale, potenzialmente portatore di freddo fame e ... morte. Al riguardo appaiono particolarmente illuminanti le conclusioni del noto studioso Roberto De Simone secondo il quale: << ... la festa appare collegata a particolari riti agricoli celebranti la fine del ciclo estivo o comunque la morte dell’estate. La stessa festa per la morte della Madonna (15 agosto) è una trasposizione cristiana di tali precedenti manifestazioni ...>>. L’aspetto più suggestivo del rito consiste nell’addobbo dei vicoli, dell’antico borgo del Casamale, con centinaia di lucerne ad olio, accese al tramonto di ogni giorno di festa. Le predette lucerne sono montate su telai, dalle diverse figure geometriche, posti in una studiata successione che, restringendosi sempre più man mano che si penetra nei vicoli, restituisce una surreale fuga prospettiva verso il nulla, l’incertezza, la morte. All'inizio di ciascun vicolo, illuminato dalle lucerne, è allestito un pergolato di rami di castagno e di felci, sotto il quale è predisposta una tavolata imbandita. I commensali sono pupazzi rappresentanti due individui di sesso diverso (‘o viecchio e a’ vecchia oppure ‘o signore e ‘a signora). Anche nei casi in cui la scena è rappresentata con esseri umani, le donne non vi partecipano. I figuranti sono infatti sempre due uomini, di cui uno travestito da donna. Tale manifestazione è letta, da alcuni, come la trasposizione moderna d’antiche offerte votive. Queste ultime sarebbero indirizzate ai morti, o agli spiriti, posti dal lato opposto del varco sull’aldilà, aperto dalla prospettiva delle lucerne sui telai. Anche le zucche che fanno parte della scenografia, scavate ed intagliate in guisa di volti, illuminate dall’interno con una lanterna, evocano la presenza dei trapassati, convenuti attraverso il varco interdimensionale. Attrezzi da lavoro e d’uso domestico sono esposti, tra i vicoli, per far confluire su di essi la protezione delle anime dei morti. La sera del 5 agosto, a chiusura della festa, vi è il manifestarsi del culto cristiano sotto la forma della processione dedicata alla Madonna della Neve. Quest’ultima si ferma nel piazzale, antistante la chiesa, per ascoltare il canto di alcune donne nascoste alla vista degli astanti. Il canto di invocazione è lento e modulato, con strofe ripetitive. In esso si leggono i chiari tratti di una nenia funebre. Dopo aver ascoltato il canto nel piazzale, la processione si avvia verso le quattro porte del borgo, con l’effige della Vergine benedicente sia gli oggetti esposti, sia i fedeli che salutano il suo passaggio. Festa di Santa Maria di Pugliano 15 agosto Basilica di Santa Maria a Pugliano, Piazza Pugliano - 80056 Ercolano (NA) Tel: + 39.081.739.037.5 Festa religiosa, che celebra la consacrazione della Città di Ercolano alla miracolosa Madonna delle Grazie di Pugliano e, contestualmente, festa civile che celebra il riscatto della città dalla servitù feudale (1699). La manifestazione ha inizio di buon’ora con la sistemazione su un carro trionfale, posto al centro della piazza antistante la Basilica di Pugliano, delle immagini sacre della Vergine di Pugliano e del c.d. Cristo Nero. Entrambe le sacre rappresentazioni hanno un notevole valore storico oltre che, naturalmente, sacro. La Vergine di Pugliano, il cui nome deriverebbe dal proprietario del fondo ove fu realizzato il primitivo insediamento sacro, tal Pollius, è rappresentata da una scultura lignea dell’inizio del XIV secolo che ha sostituito, nella funzione rappresentativa, una più antica icona bizantina nota come “Madonna di Ampellione” o Madonna Antica. Il Cristo Nero, che accompagna la Vergine, è un prezioso crocefisso ligneo anch’esso molto antico risalente, probabilmente, alla seconda metà del XIII secolo. Celebrata la Messa solenne, le immagini sacre sono portate in processione per le strade cittadine in un tripudio di folla e luminarie. La festa si conclude con esibizioni canore e fuochi pirotecnici. A corredo della festa religiosa è allestita una variopinta fiera di merci varie, che si estende sino al vicino e tradizionale mercato degli abiti dismessi. Una partecipazione alla festa di Santa Maria di Pugliano non può prescindere da una visita all’omonima Chiesa che, dichiarata Basilica Pontificia nel 1574, è il più antico santuario mariano dell’area vesuviana. La prima testimonianza storica comprovante l’esistenza dell’istituzione religiosa, è un documento, datato 15 novembre 1076, proveniente dal monastero di San Sebastiano in Napoli. Prove della vetustà dell’edificio sacro sono, inoltre, due sarcofagi risalenti al II e IV secolo d.C. riutilizzati, in passato, in guisa di paliotti d’altare. Nell’ambito della Basilica, è inoltre rimarcabile la presenza di una cappella che conserva il busto ligneo e una reliquia di San Gennaro, Santo Martire e Patrono della città. Il 15 agosto si celebra anche la Solennità di Santa Maria Assunta in Cielo, Patrona di Massa di Somma (la festa dura dal 14 al 16 del mese). La processione attraversa le strade cittadine e, di poi, raggiunge il sagrato della Chiesa Madre della confinante San Sebastiano al Vesuvio. La “cortesia” nasce dall’esigenza di restituire un’analoga visita, effettuata dalla processione proveniente dal comune confinante, in occasione dei festeggiamenti per il Patrocinio di San Sebastiano. Settembre Festa di San Gennaro Dal 16 al 19 settembre (Solennità di S. Gennaro), se quest’ultima data, in cui si celebra il Santo Patrono di Trecase, cade di domenica. Dal 16 settembre, alla prima domenica successiva alla festività del Santo Patrono, in tutti gli altri casi. Chiesa di Santa Maria delle Grazie, Piazza San Gennaro - 80040 Trecase (NA) Tel: + 39.081.862.386.0 Festa religiosa celebrante il Patrocinio di S. Gennaro sul Comune di Trecase, che ha inizio con il triduo di preparazione, ossia con tre giorni d’uffici sacri dedicati alla preparazione della Messa Solenne del 19. La Festa Patronale, con la relativa processione cittadina, si celebra anch’essa il giorno 19, se quest’ultima data cade di domenica, altrimenti è posticipata alla prima domenica successiva. La festa civile, con relativa fiera di merci varie, si prolunga, infine, sino al lunedì. La festività ha origini incerte, di sicuro successive al 1337, epoca in cui il territorio su cui sorge l’odierna Trecase fu concesso a tre monasteri napoletani (S. Chiara, S. Maria Egiziaca e S. Maria Maddalena) che disboscarono e misero a regime colturale la preesistente foresta, creando i presupposti per le prime forme d’urbanizzazione. Indipendentemente dalle origini, la festa che si celebra oggi è indissolubilmente legata all’eruzione del Vesuvio dell’aprile 1906. Quest’ultima fu un fenomeno vulcanico d’eccezionale potenza, caratterizzato dall’apertura di bocche eruttive a 800 mt s.l.m. da cui si generarono diversi bracci di colata. Uno dei principali si diresse verso Trecase e solo l’intercessione del Santo Patrono, portato in processione sino al sito in cui oggi una statua rimembra l’evento, ne evitò la distruzione. Anche la manifestazione odierna, rievocando la processione salvifica dell’aprile 1906, consente ai cittadini di Trecase di sciogliere, anno dopo anno, il debito di gratitudine accumulato nei confronti del Santo Patrono. Una partecipazione alla festa di San Gennaro può essere l’occasione per un’interessante visita alla chiesa di Santa Maria delle Grazie, risalente, per ciò che riguarda il nucleo originario, al 1589. A destra dell’ingresso, nell’omonima cappella, è possibile vedere la bella statua di San Gennaro che, realizzata tra il XVIII e il XIX secolo, è un caso piuttosto raro (nell’ambito della diocesi napoletana) di rappresentazione a figura intera. Notevole anche il Fonte Battesimale del XVII secolo su cui sono incise una torre aragonese, tre querce, tre case e una chiesa, probabilmente simboleggianti l’appartenenza del “bosco delle Tre Case” ai reali monasteri di S. Chiara, S. Maria Egiziaca e S. Maria Maddalena. Si segnalano, infine, le sculture lignee del Cristo morto e dell’Annunciazione risalenti entrambe al sec. XVIII. Per quanto più specificatamente riguarda la festività del 19 Settembre (Solennità di S. Gennaro), va sottolineato che essa è celebrata anche nei comuni di Ercolano e Somma Vesuviana. Dicembre Festa dell’Immacolata Concezione 8 Dicembre Basilica di Santa Croce, Piazza Santa Croce - 80059 Torre del Greco (NA) Tel: + 39.081.881.225.0 Il culto dei torresi per l'Immacolata Concezione ha origini molto antiche. La cappella principale della Basilica di S. Croce era dedicata alla Vergine già nel XVI secolo. La festa dell’Immacolata che si celebra oggi è però collegata all’eruzione vesuviana dell’otto Dicembre 1861. Quest’ultima fu un fenomeno vulcanico di tipo eccentrico, caratterizzato dall’apertura di bocche eruttive a bassa quota, da un marcato sollevamento del suolo, e dell’apertura di una lunga frattura che si propagò attraverso la città sino al mare: << … il suolo di questa città si elevò per circa un metro e mezzo di sopra del livello medio del mare, specialmente nella contrada detta Capo Torre. Tutte le case quivi edificate, l’una dopo l’altra crollavano sotto i nostri occhi senza che si avvertisse alcuna commozione nel suolo sottoposto …>> (Palmieri, 1880). Fortunatamente la colata di lava, che era stata generata da bocche eruttive collocate a quote comprese tra i 300 e i 218 mt, si arrestò prima di invadere la città. Il fenomeno fu interpretato dai torresi come una risposta alle loro preghiere. Essi, infatti, si erano rivolti all’Immacolata facendo voto di portare la sua immagine in trionfo per le strade della città. L'anno seguente, il 1862, si decise dunque di adempiere solennemente a quanto promesso. Per la realizzazione del carro trionfale si fece riferimento a modelli preesistenti nella tradizione napoletana, dove era costruito il carro detto di Battaglino, e siciliana, dove vi era il carro c.d. della Zita. Fonte: http://www.parks.it/ |
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