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Argomento presente: « Narrando sotto il Vesuvio » | |||||
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ID: 3664 Intervento
da:
la redazione
- Email:
info@torreomnia.it
- Data:
domenica 2 luglio 2006 Ore: 23:10
LE GOLIARDIE PEPATE TORRESI ANNI 70 Latinorum e doppi sensi che oggi fanno ridere rispetto al linguaggio dei media. (...) "Ammesso e non concesso che io ti dicessi di fare poco il berloffo, tu che faresti"? Oppure le caricate traduzioni letterarie di nutriti epiteti in vernacolo, le quali suonano: "Vai ad operare in cio che sta sotto il naso di colui che un giorno ti si spense", comunemente conosciuta come: il popolare "Va' fa' mmocca a chi t' è mmuorto". O, ancora: "All'alma di colui che a te percosse i funerei rintocchi dei sacri bronzi", che sta per: "All'anema 'e chi te sona 'a campana a mmuorto". Inoltre: "Adesso piroetto sulle tue guance una discreta dose di enzimi orali", cioè il volgare: "Mo te sputo 'nfaccia". E via dicendo... Le contumelie moderate si limitano a "l'Eva t'amo tanto", che faceva inviperire le ragazze d'allora. Ché, dire, oggi, al coetaneo sessantottino: "Levate 'a mutanda", equivale al dammi un bacio d'una volta. Noi anta ancora ci scandalizziamo anche perché ignoriamo che i giovani si sforzano a naturalizzare il linguaggio sessuale (il che non è turpiloquio) allo scopo di esorcizzare l'ipocrisia bigotta del passato "si fa, ma non si dice" (...). Continua la lettura: www.torreomnia.it/Testi/narrando_vesuvio2b.htm |
ID: 3662 Intervento
da:
la rerdazione
- Email:
info@torreomnia.it
- Data:
domenica 2 luglio 2006 Ore: 23:07
(...) Un giorno, nella mia bottega di Via Purgatorio dichiarò pubblicamente che la sua coglia fungeva da guanciale, oramai, alla sua mentula logorata ed in avanzato stato di atrofia, e gli epididimi completamente aridi come le dune del Sahara. Non sarebbe il caso di ironizzare, dileggiando un momentino il povero Totonno, ma il sesso e il peto sono i temi centrali dell'umorismo vesuviano, quindi prendiamo la cosa sotto l'aspetto del beneficio sociale di carattere evasivo a base di flatulenza e sessuomania. Veniamo al sodo, anche se non sarebbe proprio il caso di usare questa frase fatta, perché Totonno pallappese era allo strenuo poiché veniva insidiato dalla consorte ventiquattrore su ventiquattro, non escluso le feste comandate, anzi. Lo possedeva sempre e dovunque, molto spesso nella sua bottega, ad est del Vesuvio, contro le pianocilindriche, sulle pedane impilate, là dove definire ninfomania, quella della donna, equivarrebbe ad aggettivare piccolo l'Universo (...). Continua la lettura: www.torreomnia.it/testi/narrando_vesuvio2.htm |
ID: 3661 Intervento
da:
Veronica Mari
- Email:
veronicamari@libero.it
- Data:
domenica 2 luglio 2006 Ore: 23:06
Quando, imberbe, apprendevo i primi rudimenti dell'arte tipografica, rammento con nostalgia un vecchio scrivano che, tra l'altro, ha tanto colorito di lirismo la mia fantasia. Veniva a Torre del Greco, a piedi, naturalmente, dall'allora Resina, e ambulava pacato e monacale puntando frequentemente lo sguardo sulle architetture ora di Villa Favorita, ora dell'Istituto S. Geltrude, fino al Palazzo Vallelonga del Vanvitelli, che egli scandagliava lentamente, ponendo sulle costole a manca il viluppo di scartoffie nella cartella di bazzana color porpora. Indi si impancava presso il famoso Caffè Palumbo a centellinare una bibita, procacciandosi, intanto, il lavoro tra i passanti. Lo scrivano ha avuto risonanza storica, anche se aneddotica quando partivano i bastimenti, dove diecine di sensali di carne umana trasferivano oltre oceano migliaia di italiani. Lo scrivano era il loro tramite interiore, il loro poeta, colui che coglieva i sentimenti più vivi e sanguinanti dal cuore delle madri, e forse un po' vizzi e annacquati dall'animo delle mogli, trasmigrandoli nelle Americhe, immortalati sulla carta spesso olezzante, come si diceva una volta, di misteriose quintessenze. Lo scrivano adoperava l'alfabeto come un ponte immenso sull'oceano. So di ditirambeggiare i miei personaggi, ma opino che il tipografo artigiano quello della bottega degli impresepiati centri storici, sia un po' lo scrivano delle arti grafiche. (...) Continua la lettura: www.torreomnia.it/testi/narrando_vesuvio_b.htm |
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