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Argomento presente: « News Torre 3_7_2006 » | |||||
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ID: 3677 Intervento
da:
Serena Mari
- Email:
sery_mari@hotmail.com
- Data:
martedì 4 luglio 2006 Ore: 10:41
Rifiuti, procedura europea contro l'Italia dopo i blicchi stradali di Torre del Greco Mentre la questione rifiuti torna prepotentemente alla ribalta delle cronache italiane (vedi blocchi stradali e proteste degli ultimi giorni a Torre del Greco e Acerra) anche l´Ue bacchetta il Belpaese. La Commissione europea ha infatti deciso di procedere nei confronti dell'Italia per quattro infrazioni della normativa comunitaria sull'ambiente. E in tre casi si tratta proprio di «gestione inadeguata dei rischi che presentano i rifiuti». Mentre nel quarto caso le autorità italiane non avrebbero effettuato la valutazione di impatto ambientale per due nuovi tratti stradali a Milano. Nel comunicato diffuso da Bruxelles si precisa che in due casi l'esecutivo Ue ha deciso di deferire l'Italia alla Corte di giustizia europea. Mentre negli altri due è stato, per ora, inviato al governo italiano un parere motivato, seconda fase del procedimento di infrazione. Riguardo alla questione rifiuti molto dure le parole del commissario Ue all'Ambiente Stavros Dimas: «Se non sono gestiti in condizioni di sicurezza, i rifiuti possono costituire una minaccia reale per le persone e per l'ambiente - ha dichiarato - mi auguro che l'Italia intervenga rapidamente per risolvere i problemi riscontrati». Bruxelles punta il dito, innanzitutto, sulle questione discariche. Contestata la tardiva attuazione da parte dell'Italia della direttiva comunitaria sui rifiuti, entrata in vigore il 16 luglio 2001, e volta a ridurre i danni e i rischi per l'ambiente legati alle discariche (come i danni olfattivi, l'inquinamento dell'acqua e dei suoli, le emissioni di metano, un gas da effetto serra che si sviluppa con la decomposizioni delle sostanze organiche). L'Italia ha trasposto la direttiva solo il 27 marzo 2003, e considera questa la data limite per imporre alle discariche l'attuazione delle norme Ue. Per la Commissione il prolungamento di termini è una violazione del diritto comunitario e chiede che le norme siano rispettate da tutte le discariche entrate in attività non dopo il 27 marzo 2003, ma dopo il 16 luglio 2001. Non solo, Bruxelles contesta il fatto che le autorità italiane non siano «state in grado di indicare alla Commissione il numero delle discariche interessate». Per questo ha deciso il deferimento di fronte alla Corte europea. Fonte: www.unita.it |
ID: 3676 Intervento
da:
Serena Mari
- Email:
sery_mari@hotmail.com
- Data:
martedì 4 luglio 2006 Ore: 10:38
La raccolta è rimasta sulla carta Bassolino lascia Napoli tra i rifiuti - di Carmine Spadafora - Carmine Spadafora a Napoli Migliaia di tonnellate di rifiuti giacciono non raccolte da almeno una decina di giorni, nelle strade di una settantina di comuni del Napoletano, in particolare, nel Vesuviano e nel Nolano. Pare che la spazzatura partenopea, vada particolarmente d'accordo con il caldo: il binomio, infatti, rappresenta una miscela esplosiva, per la salute di oltre due milioni e mezzo di abitanti. Una storia che si ripete ormai da almeno una dozzina di anni. Ma, è un film già visto, anche le proteste inscenate da chi, di vivere tra i cumuli, proprio non ne può più: i binari della Circumvesuviana di Torre del Greco sono stati bloccati per ore nei giorni scorsi da centinaia di manifestanti mentre a Torre Annunziata, i commercianti del centro hanno fatto una serrata. E poi, blocchi stradali, rifiuti e cassonetti dati alle fiamme. Tutto è cominciato una ventina di giorni fa, quando, l'impianto di «Cdr» di Tufino, adibito alla produzione di combustibile da rifiuti, ha esposto il cartello «tutto esaurito». Le strade sono state invase dall'immondizia: cumuli larghi anche 7-8 metri e alti 3, sono riapparsi soprattutto nelle strade di Marigliano, Torre del Greco, Portici, nella penisola sorrentina e tanti altri comuni ancora. A Napoli, l'emergenza non c'è ancora ma, la spazzatura fa parte del paesaggio, a prescindere dai siti saturi oppure no: anche ieri, tanto per fare un esempio, il cosiddetto «biglietto da visita» della città, ovvero la Stazione centrale, era un tappeto di schifezze di ogni genere, Fonte: www.ilgiornale.it |
ID: 3673 Intervento
da:
Veronica Mari
- Email:
veronicamari@libero.it
- Data:
lunedì 3 luglio 2006 Ore: 11:09
Ultime analisi dell’Arpac denunciano una situazione allarmante Il mare pulito non bagna le coste vesuviane Il destino è avverso per i cittadini di Torre del Greco, i quali si sono visti negare per l’ennesima stagione estiva il permesso di balneazione. Con la Delibera della Giunta Regionale n. 2156 è stato vietata la balneazione su tutto il litorale costiero che parte da “Spiaggia la Scala” a “Villa Inglese”. Tale giudizio è stato reso noto sulla base delle analisi e delle ispezioni effettuate dal’ARPAC durante il periodo di campionamento relativo all’anno 2005. Un’opportunità di sviluppo e di riscatto persa, negata da parecchi decenni oramai. A pensare che un tempo Torre del Greco era una meta ambita dalla nobiltà e dalla borghesia napoletana per le vacanze estive. Il territorio era caratterizzato, oltre che dai centri urbani, da ville di “delizia” e da pinete, che dolcemente lambivano il mare. Il territorio e la città avevano uno stretto contatto con il mare, da sempre fonte di sostentamento per la popolazione. Oggi la realtà è completamente trasformata, una metamorfosi distruttiva ha portato ad un vero e proprio stravolgimento del profilo urbano, la città urbanisticamente ha perso completamente il rapporto con il mare. I repentini cambiamenti e le barbarie edilizie commesse anni a dietro sono una traccia indelebile che negano qualsiasi processo di reversibilità affinché si potesse riscoprire lo stretto rapporto tra la città e il mare. L’inquinamento ambientale delle nostra coste, la non curanza delle amministrazioni comunali hanno portato a questa situazione attuale. Che fine hanno fatto i depuratori, che per un periodo, anche se breve, hanno funzionato? Come semplici cittadini ci poniamo puntualmente ogni anno questa domanda. Ma soprattutto perché non godere dei benefici del nostro mare? Rivogliamo il nostro mare balneabile! Vogliamo sentirci orgogliosi di essere cittadini di una città di mare! Gianluca Pappalardo Fonte: www.ephemerides.it |
ID: 3669 Intervento
da:
Veronica Mari
- Email:
veronicamari@libero.it
- Data:
lunedì 3 luglio 2006 Ore: 10:39
MOSTRE: A ROMA L'ARTIGIANATO CAMPANO BORBONICO Inviato Domenica, 02 luglio @ 17:58:22 CEST da bartolo mercone Porcellane di Capodimonte; coralli di Torre del Greco e sete di San Leucio, fino al 16 luglio, saranno al centro della mostra ''Don Chisciotte e le utopie di seta: al San Michele l'artigianato artistico campano di ascendenza borbonica'', allestita presso il Complesso Monumentale di San Michele a Ripa Grande. Un percorso sintetico, ma ricco delle produzioni realizzate nelle manifatture create o incrementate dai Borbone di Napoli, messe a confronto con le produzioni artigianali contemporanee che da esse derivano o ad esse sono state ispirate: saranno esposti cinque grandi arazzi della serie di Don Chisciotte, realizzati su commissione di Carlo III, nella manifattura di San Carlo alle Mortelle per gli appartamenti della Reggia di Caserta, insieme ad opere di Riccardo Dalisi e Mimmo Paladino, costituendo cosi' il filo conduttore dell'esposizione, che coniuga l'utopia dell'eroe di Cervantes con l'utopia delle manifatture seriche che i Borbone posero al centro della loro attenzione. Inoltre, venti celle del salone dell'ex casa di correzione di San Michele saranno dedicate all'esposizione di preziose opere antiche e contemporanee di artigianato campano. La mostra, a cura di Vega De Martini, e' ad ingresso gratuito. La moderatrice |
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