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ID: 3907  Discussione: Ho trovato questo articolo...

Autore: virnapaola mari  - Email: virnapaola@hotmail.com  - Scritto o aggiornato: martedì 18 luglio 2006 Ore: 10:50

...girovagando in rete
Spiace scriverlo, battibeccando fra fratellastri latini, ma in terra di Francia anche il ridicolo attinge la grandeur. Quando vogliono, pomposi e compunti, i nostri congiunti di cattivo umore superano ogni limite. Oggi il loro eroe mitologico, rivestito di orpelli drammatici, è Zizou Zidane, calciatore principe e testa d’ariete, divenuto il simbolo di uno sciovinismo residuale che resiste al tarlo della critica e all’azione benefica dell’autoironia. Zidane è stato perfettamente all’altezza dell’ambiguità e della retorica dei suoi sostenitori: il mio gesto, ha detto in sintesi, è imperdonabile, ma non mi pento. La colpa, ha aggiunto, è di Materazzi che mi ha provocato, offendendo le donne della mia famiglia, mia madre e mia sorella.
Le donne della famiglia – ci permettiamo di notare – sono sacre per tutti, le mamme poi sono purissime e castissime, anche se talvolta se ne potrebbero discutere certe preferenze alimentari. Ma il vero problema non sono né le mamme né Zidane, calciatore non nuovo a gesti di violenza. Il vero problema è il livore antico che in Francia ha portato uomini illustri come Jacques Chirac e intellettuali fin qui ritenuti autorevoli a non accettare la vittoria dell’Italia ai Mondiali. L’Italia no, non può aver vinto, non è giusto che abbia vinto, in realtà non ha vinto. E quindi nasce la leggenda della provocazione intollerabile. Chiunque segue il calcio sa che in campo i giocatori si scambiano insulti irriferibili, che arrivano a mettere in dubbio la moralità delle bisnonne. È un discutibile andazzo, ma è l’andazzo, lo stesso che da sempre attribuisce agli arbitri sventure domestiche, di quelle sulle quali un tempo, nella douce France, molto si rideva. Ma la Francia non sa più né ridere né sorridere, pare.
La Francia, in maggioranza, s’è rifiutata di guardare il gesto violento e sconsiderato di Zidane, l’ha rimosso per giustificare l’interiore rifiuto della vittoria italiana. Nel nostro Paese Francesco Totti è stato criticato senza attenuanti per i suoi sputacchiamenti e nessuno ha difeso De Rossi per aver mollato una gomitata. Ci chiamano «familisti amorali» quelli che coltivano i pregiudizi nei nostri confronti, ma noi sappiamo anche essere severi con i nostri, specie quando abbiamo la sensazione che il mondo ci guardi.
I francesi evidentemente non hanno di questi soprassalti di disciplina e compostezza. E va detto che l’asse franco-tedesco ha funzionato anche per il campionato del mondo, rivelando singolari affinità comportamentali fra i due alleati. Anche i tedeschi si sono rifiutati di guardare e valutare quel che ha fatto in campo il loro Frings; fingendo d’ignorare che le immagini del mondiale potevano essere reperite anche a Timbuctù, si sono preoccupati soltanto di accusare gli italiani di avere fatto la spiata, magari con materiale manipolato, chissà. Nemmeno i tedeschi hanno digerito la sconfitta e darebbero chissà che cosa pur di inventare un cavillo, un pretesto, un falso tribunale che magari ritirasse la coppa agli italiani. Il trofeo potrebbero disputarselo, poi, Francia, Germania e, perché no, l’Inghilterra, i cui giornali popolari hanno dato il massimo del pessimo gusto per screditare gli italiani e incoraggiare i pur antipatici francesi e tedeschi.
Fratelli d’Europa, questa è l’aria che tira. Sotto la pelle dell’Unione si scatenano vecchi pruriti, l’herpes dei pregiudizi anti-italiani è sempre attivo. Dico questo non perché noi italiani ci si possa compiangere nel vittimismo, ma perché impariamo a infischiarcene dei giudizi acidi di questi parenti stretti. Ridendo, quando occorra, dello stile francese, del giornalismo anglosassone, della serietà tedesca. Della spocchia di chi non ha saputo vincere i mondiali e non li ha saputi nemmeno perdere.


non c'è bisogno di aggiungere altro
per me la verità sta tutta qui
 
 

ID: 3912  Intervento da: la redazione  - Email: info@torreomnia.it  - Data: martedì 18 luglio 2006 Ore: 10:50

I FRANCESI CE L'HANNO CON GLI ITALIANI
DOPO MATERAZZI ORA TOCCA A UN TORRESE

tour de france Il napoletano beffato sulla linea del traguardo da Fedrigo
Commesso secondo tra le lacrime

GAP (FRANCIA) - E' la dura legge del ciclismo. Il campano (è nato a Torre del Greco) della Lampre, Salvatore Commesso, nel corso della 14ª tappa del Tour de France, la Montelimar-Gap di poco meno di 200 chilometri, va in fuga, sogna a occhi aperti l'impresa, ma sulla linea del traguardo viene beffato dal francese Pierrick Fedrigo. I due erano partiti una cinquantina dopo il via e hanno tirato (lo ha fatto soprattutto Commesso) per 130 chilometri, prima di godersi il meritato riposo. Il campano sperava di cogliere nella regione delle Hautes Alpes la vittoria più importante, bella e prestigiosa della sua lunga carriera, ma non c'è riuscito.
Anche per questo, dopo l'arrivo, è scoppiato in lacrime.
«Non riesco ad azzeccarne una - sono state le sue prime frasi - ero convinto di vincere, ma non c'è stato niente da fare. Capita sempre così: ogni volta che intravedo una possibilità di vittoria, vengo battuto. Non so come, ma vengo battuto». Amara e drammatica la sua intervista ai microfoni della tv, tanto da richiedere l'intervento dei suoi compagni di squadra che hanno preferito portarlo via.
Per Commesso quella di ieri, in ogni caso, non sarebbe stata la prima vittoria al Tour: il ciclista nato a pochi chilometri da Napoli, ma residente in provincia di Bergamo, oltre a due titoli italiani dei professionisti su strada, ha vinto due tappe della Grande Boucle.
Quella di ieri è stata la terza beffa per un corridore italiano della Lampre-Fondital, dopo i secondi posti di Bennati e Ballan. Da segnalare una spettacolare caduta a una quarantina di chilometri dall'arrivo: a causa del fondo stradale insidioso sono finiti sull'asfalto lo spagnolo Canada, il tedesco Kessler e il belga Verbrugghe. Quest'ultimo è stato particolarmente sfortunato: è andato a sbattere contro il guard-rail ed è finito fuori dalla carreggiata, fratturandosi una gamba. All'ospedale è finito anche Canada, che ha riportato la frattura della clavicola destra. La caduta di Kessler è stata invece senza conseguenze.
Oggi la corsa a tappa francese osserverà il secondo giorno di riposo dopo quello di lunedì scorso: martedì riprenderà la lotta per la conquista della maglia gialla, con la disputa del primo tappone alpino. I corridori, da Gap, si sposteranno a L'Alpe d'Huez, per un totale di 187 chilometri.

Fonte: www.liberta.it


ID: 3911  Intervento da: luca merlino  - Email: luigi.merlino@fastwebnet.it  - Data: martedì 18 luglio 2006 Ore: 10:00

Ormai e stato tutto già assegnato "la coppa del mondo e in italia",la francia e uscinta dal campo sconfitta ma anche con la testa frà le gambe dopo lo show di zidane con materazzi,quando totti fece lo sputo da cammello mezzo mondo sui giornali era contro di noi,la " capata" di zidane e stato un argomento di solo un giorno!.L'importante e che i vincitori siamo noi


ID: 3910  Intervento da: loffredo Carlo  - Email: carloloffredo@hotmail.it  - Data: martedì 18 luglio 2006 Ore: 00:45

Gentile Virna,
è interessante l'articolo che Lei ha riprodotto, Intanto bisogna sentire prima tutte le campane. Metto nel post un link dove si accede ad un filmato dope si riproduce la lite dei due compresa la testata in petto.
Il problema di questi documenti è che manca l'audio. Nessuno mai potrà testimoniare il dialogo tra i due.
Intanto c'è modo e modo di reagire

www.kataweb.it/multimedia/media/325515

Attendi qualche secondo per il caricamento della pagina.

Ma infondo godiamoci la sezione sport di Torreomnia. Basta cliccare, come ho fatto io, tutti i link dei questa pagina per ricordare la gloriosa Turris

www.torreomnia.com/sports/turriss/squadra.htm

Saluti Carlo


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