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Argomento presente: « Da Torre del Greco a New York »
ID: 4143  Discussione: Da Torre del Greco a New York

Autore: Veronica Mari  - Email: veronicamari@libero.it  - Scritto o aggiornato: giovedì 10 agosto 2006 Ore: 05:50

L'ambasciatore della cucina italiana nel mondo
è il torrese Tony May: da Torre del Greco a New York

di Francesco Aiello

E’ il nostro ambasciatore, e non solo negli Stati Uniti d’America. E’ l’uomo che forse più ha fatto, e ancor più sta facendo, per la valorizzazione all’estero del nostro patrimonio culinario.
E’ la figura che più si identifica, oltreconfine, con la cucina italiana di qualità. Insomma: è l’imprenditore romantico, il manager appassionato, il gourmet professionista che ha fatto sì che i piatti portentosi delle nostre tante tradizioni venissero apprezzati nella loro versione migliore, ghiotta e fedele, da una schiera composita di avventori, soprattutto americani: dal grande attore alla cantante di successo, dal politico irrangiugibile all’autore del più esplosivo best seller. Fare sosta al San Domenico di New York, il suo locale più celebre, un tempio di classe e raffinatezza, significa aggiungere una tappa significativa alle tante che da quelle parti si potrebbero collezionare: alla stregua del Central Park o del Greenwich Village.

Tutto questo, e molto altro, è Tony May: un italiano di Torre del Greco che un bel giorno di circa quarant’anni fa decise di spostarsi negli USA, iniziando una carriera che lo avrebbe portato non soltanto a soddisfare i golosoni impenitenti d’Oltreoceano, ma lo avrebbe reso un apostolo rigoroso del messaggio gastronomico del Belpaese (“sta provocando una rivoluzione: gli italiani scavalcano i francesi nel mondo della Haute Cuisine”, scriverà anni dopo l’Economist). Spingendolo all’apertura di ristoranti dediti esclusivamente alla cucina tricolore, destinandolo ad onoreficenze di ogni tipo (Oscar Luigi Scalfaro, durante il suo mandato presidenziale, lo nominerà Commendatore della Repubblica Italiana, per il bene fatto alla nazione), ma anche ad intraprendere iniziative didattiche, culturali e umanitarie che porteranno a divulgare il suo pensiero in ogni anfratto del globo terracqeo, spingendo tantissimi addetti ai lavori e appassionati a partecipare alle molteplici iniziative da lui indette.
Riusciamo ad incontrarlo mentre fa tappa in Italia insieme ad un’altra grande protagonista, Odette Fada: un’italiana poco più che trentenne che ha al suo attivo collaborazioni con i più grandi maestri dei fornelli, e che oggi è lo straordinario executive chef che May ha fortemente voluto per il San Domenico. Logico e consequenziale, quindi, il coinvolgimento della stessa Odette nella nostra chiacchierata, dove avrà modo di raccontarci della sua impareggiabile attività ai fornelli.

Fonte: www.syrenuse.it
 
 

ID: 4144  Intervento da: Serena Mari  - Email: sery_mari@hotmail.com  - Data: giovedì 10 agosto 2006 Ore: 05:50

Accordo con Tony May: "In Usa i prodotti campani doc" Siglato un patto con i ristoratori americani per la promozione degli alimenti di 53 aziende
Bassolino apre la via di Brooklyn

DAL NOSTRO INVIATO PAOLO RUSSO

NEW YORK - Bassolino contro il traffico. O si sfrondano gli appuntamenti, oppure bisogna calcolare che da Manhattan a Brooklyn s'impiega un'ora. Il governatore sfida il suo orologio ultrapiatto, e alla fine gli riesce quasi un'impresa: in una notte (la cena di mercoledì) e in mezza giornata (ieri mattina) piazza i suoi primi colpi americani, a cominciare da una scadenza che finisce subito sulla sua agenda napoletana. Dal 17 al 25 giugno prossimo verrà a Napoli una delegazione di 15 imprenditori divisi in quattro categorie: new economy, turismo, tecnologie edili, agricoltura. A guidarla sarà Charles Gargano, che in Italia sarebbe un commissario straordinario e che a New York è il responsabile della ricostruzione dell'intera area delle Twin Towers. È lui che gestisce il programma economico per la ricostruzione, e ieri ha incontrato Bassolino ricordandogli le sue origini irpine (S. Angelo dei Lombardi), e annunciandogli una serie di contatti con le imprese campane.
Uno scambio di tecnologie legate anche a Ground Zero, dove già lavorano alcune ditte italiane. Appuntamento a giugno. Molto prima (è l'accordo siglato ieri) partirà il «Check point Campania», il programma di promozione alimentare in Nord America che avrà a New York la sua base operativa. Ultimi dettagli definiti a cena, nel ristorante di Tony May (Antonio Magliulo da Torre del Greco). Menù italiano, a base di gamberi e fagioli, tortelli di cotechino e lenticchie, cervo con pere, dolce e brindisi finale: «Alla Campania e ai suoi prodotti di alta qualità», sorride May. Al San Domenico, invece, accanto al Central Park, il leader della ristorazione italiana a New York mantiene l'eccellenza della sua cucina in un locale che è la passione degli attori. E così capita che a un metro da Bassolino sia seduta Kathleen Turner, che alla fine saluta tutti in italiano e fugge via in taxi, lasciando ai paparazzi italiani (gli albergatori dell'Enit presenti alla serata) solo la stretta di mano tra Tony May e il governatore, che hanno appena definito l'apertura del nuovo checkpoint presso gli uffici della Myc (Melany Young Company): «Si apre una strada importante - spiega May - per tutti gli imprenditori del settore alimentare che vogliono portare i loro prodotti di qualità in America. I costi saranno abbattuti fino al 50 per cento e ci occuperemo anche della promozione e del marketing». Il Check Point Campania promuoverà subito i prodotti di 53 aziende campane già individuate dall'Ersac. Producono in particolare pomodori, pasta, vino, olio extravergine di oliva e mozzarella di bufala. Inoltre sarà fornita assistenza alle 35 aziende che sono iscritte a partecipare la prossima estate al Fancy Food di New York, la più importante manifestazione espositiva dei prodotti alimentari provenienti da tutto il mondo. Nella scia dell'iniziativa di gennaio scorso realizzata da Comune di Napoli e Associazione Ristoratori (con May erano stati a New York gli assessori Raffaele Tecce e Vincenzo Aita) la Regione stanzia 336mila euro per aprire uno sportello alimentare a New York. Esiste già la sede nella City, e dalla prossima settimana sarà attivato anche il sito internet. Una scorciatoia insomma verso l'America, visto che proprio ieri Bassolino, partecipando a una iniziativa dell'Enit al Rockfeller Center (con tutte le istituzioni italiane presenti a New York, Consolato, Istituto di Cultura, Istituto per il Commercio estero e Camera di Commercio) aveva sottolineato «l'importanza della nascita di uno Sportello Italia, ma sempre privilegiando la grande ricchezza offerta dalla diversità ogni singola regione».

Fpnte: www.repubblica.it


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