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Argomento presente: « ARTISTA-MERCANTE... » | |||||
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ID: 5243 Intervento
da:
la redazione
- Email:
info@torreomnia.it
- Data:
venerdì 8 dicembre 2006 Ore: 21:49
Mercoledì 13 dicembre 2006, ore 15 il giudice scrittore Gennaro Francione parteciperà alla trasmissione VIA GROENLANDIA 41 su ROMA UNO TV http://www.romauno.tv/index.asp Terrestre CH 31 su Roma Satellite Hot Bird 13° EST. Freq. 11.137 SR 27,5 P. ORIZZONTALE Parlerà di ANTICOPYRIGHT- NUOVE FRONTIERE PER IL DIRITTO D'AUTORE ANTIARTE 2000: LA RIVOLUZIONE DELL'ESTETICA NEL CYBERSPAZIO: http:// www.antiarte.it UNIONE EUROPEA GIUDICI SCRITTORI(EUGIUS): LA NUOVA UNIONE DEI GIUDICI UMANISTI D'EUROPA: http://www.antiarte.it/eugius |
ID: 5241 Intervento
da:
Luigi Mari
- Email:
info@torreomnia.com
- Data:
venerdì 8 dicembre 2006 Ore: 16:45
Caro Giudice, quello che dissento per certi provvedimenti non è solo pepe, voglio dire aggressività, gusto esibizionistico di riportare paradossi, ma sofferenza per le cose eccessive e ingiuste. Daltronde nella Basilica Vaticana, il 12 Marzo 2000 il significato della celebrazione della, prima domenica di Quaresima, il Santo Padre Vojtyla celebrò l'Eucaristia insieme con i Cardinali e "domandò perdono al Signore per i peccati passati e presenti dei figli della Chiesa". Posso capire e giustificare il mercato iconografico che gira in maniera sostenuta intorno a quasi tutte le religioni, perché l'oggettistica mistica comunque diffonde il messaggio religioso attraverso la materia tangibile, non solo, ma sostiene posti di lavoro con relative contribuzioni fiscali. Io, umile cristiano cattolico, credente e praticante, disposto al sacrificio di Abramo, se occorre, esprimo con dolore e amarezza non solo la commercializzazione estremizzata del sentimento puro dell'arte, ma per alcuni provvedimenti che possono addirittura restringere la diffusione dell'opera pastorale cristiana. Conciliare l'amore divino con la società occidentale odierna è un'impresa difficilissima. Per questo sono convinto che la maggioranza dei cristiani dissenta dal provvedimento in questione, oramai indicizzato in tutta la rete. Che il Signore illumini coloro che commettono errori di stampo terreno. Luigi Mari |
ID: 5240 Intervento
da:
Gennaro Francione
- Email:
azuz@inwind.it
- Data:
venerdì 8 dicembre 2006 Ore: 15:59
A seguire dall'ultimo intervento di Luigi sul copyright pro vaticano, possiamo dire di noi e di questa famiglia Mari così combattiva: "Habemus pepem!". |
ID: 5239 Intervento
da:
Luigi Mari
- Email:
info@torreomnia.com
- Data:
venerdì 8 dicembre 2006 Ore: 13:11
Caro Giudice, è difficile che intervenga nelle Tue cose, anche se le condivido in massima parte. Io sto dalla parte dei deboli, di coloro cioè che non possono fruire dei diritti comuni per ingerenze capitalistiche che adottano plusvalori eccessivi ed ingiustificabili. Se un uomo crea un'opera di ingegno essa è rivolta all'umanità intera che ha il diritto di fruirne indipendentemente dalle sue possibilità economiche. Un'opera di ingegno, intanto, ha dei costi materiali per poter essere diffusa e solo essi andrebbero pagati, nella misura del lavoro equamente retribuito. Intorno alle opere d'ingegno, come mi insegni, però, gira il business internazionale che "proteggerebbe" i diritti d'autore con introiti spesso smisurati. Il discorso "Antiarte", quindi, non fa una grinza. La società capitalistica occidentale, intanto, in svariati campi, adotta il sistema del plusvalore sproporzionato. Le lobbies sono a centinaia. Le frasi: padrone e operaio, assicuratore e automobilista, produttore e venditore, parlano da se e stranamente è sempre chi produce che guadagna meno degli altri; per non scomodare la storia con "le indulgenze" tra salvatori di anime e peccatori. Internet a mano a mano sta scardinando l'ingiustizia di certo parassitismo. Mai, però, avrei pensato che nel terzo millennio si applicasse il Copiryght sula parola di Dio! NOTIZIE DALLA RETE: E' giusto pagare il copyright per le parole del Papa? Vaticano, copyright su parole Papa(ANSA) - CITTA' DEL VATICANO, 22 GEN - Qualunque testo che ha per autore il Papa o un qualsiasi dicastero della Santa Sede d'ora in poi e' protetto dal copyright. Nessuna casa editrice potra' piu' pubblicare il testo di un'enciclica e di un discorso papale senza previo contratto a pagamento con la Libreria Editrice Vaticana (Lev). A stabilirlo e' un decreto firmato lo scorso 31 maggio dal Segretario di Stato vaticano, cardinale Angelo Sodano. news.excite.it/estero/274712 Vaticano, il copyright sulle parole del Papa Le parole e gli scritti del Papa da ora in poi sono merci a pagamento: le più care quelle scritte nelle encicliche, le meno costose quelle pronunciate nei discorsi: Angelus, catechesi e allocuzioni. Qualunque testo che ha per autore il Papa o un qualsiasi dicastero della Santa Sede d’ora in poi è protetto da un rigido copyright e può essere pubblicato solo dalla Libreria editrice vaticana (Lev). Nessuna casa editrice potrà più pubblicare il testo di un’enciclica e di un discorso papale senza previo contratto a pagamento con la Lev. È l’effetto del decreto firmato lo scorso 31 maggio dal Segretario di Stato vaticano, cardinale Angelo Sodano, decreto che affida alla libreria editrice vaticana i diritti d’autore su tutte le parole del Papa. E nell’assolvimento di tale incarico la Libreria, potrà anche «adire le vie legali e giudiziarie». Secondo l’agenzia Adista con tale decreto, uno dei suoi primi di Ratzinger, il Vaticano ha voluto mettere mano al marasma che si era creato attorno alle opere di Wojtyla. Il decreto ha però provocato la levata di scudi dagli editori contro la rigidità delle norme e la loro retroattività. Fonte: www.larena.it/ultima/oggi/primapagina/G.htm Le ragioni del copyright vaticano Il 15% su ogni discorso o scritto papale: questa la percentuale da riconoscere alla Libreria Editrice Vaticana. Una percentuale con valenza retroattiva: a quanto consta agli organi di stampa, varrà infatti anche sulle pubblicazioni (seuppr parziali) di tutti i predecessori di Benedetto XVI. Questo dettaglio spiega le ragioni del copyright vaticano: primo papa fu infatti Pietro, e due lettere attribuite a Pietro compaiono all’interno della Sacra Bibbia. Come noto, la Bibbia è il libro più diffuso del pianeta: ma il merito di ciò va quasi esclusivamente ai protestanti, che la sanno citare quasi a memoria, e non ai cattolici, che la inserirono addirittura nell’elenco dei libri proibiti. Se anche le lettere di Pietro fossero coperte da copyright, e il Vaticano riuscisse a far valere internazionalmente il proprio decreto, ingenti flussi finanziari sarebbero trasferiti dal mondo protestante al Vaticano! Tempi duri per l’ecumenismo… www.uaar.it/news/2006/01/24/ragioni-copyright-vaticano La prima enciclica di Ratzinger è a pagamento Gli internauti curiosi di conoscere il testo integrale di «Deus Caritas est» sono stati accontentati. Il Vaticano ha reso disponibile sul sito (www.vatican.va) la prima enciclica di Benedetto XVI. 73 pagine, suddivise in 42 paragrafi per raccontare l’amore di Dio ed il concetto di carità cristiana declinata nel mondo d’oggi. Ovviamente, in calce allo scritto di Papa Ratzinger, non manca il riferimento al copyright che, secondo le recenti disposizioni della Segreteria di Stato, è gestito dalla Libreria Editrice Vaticana. L’agenzia Adista protesta contro la decisione presa dal Vaticano di diffondere tutti i testi del Papa con il copyright e, dunque, anche l’enciclica del Papa «Deus caritas est». Cosicché «sul prossimo numero della rivista ci sarà solo una pagina bianca» ha annunciato in una nota Adista, chiedendo ironicamente ai propri lettori: «Vi immaginate le prime comunità cristiane che si vedevano arrivare le lettere degli Apostoli o a pezzi e bocconi, o solo per pochi in grado di versare sonanti sesterzi?». www.gazzettadelsud.it/index.asp? Oddio, che la prima enciclica di questo Papa voluto dalla destra ultraconservatrice e liberista del Vaticano, sia a pagamento, insomma, ci può stare. L'afflato non mistico di questo papato tutto ordine, potere e denaro è, infatti, in linea con questa opzione mediatica. Ma obbligare al copyright gli scritti e le riflessioni dei Papi precedenti è una follia, nonchè un vero e proprio abuso di potere. Il colmo dell'ironia è che questa enciclica del detentore del Soglio di Pietro si chiama "Deus caritas est". Evidentemente in Vaticano hanno dimenticato il latino o forse lo conoscono tanto bene da declinarlo non più secondo le regole auree, bensì secondo la scansione plutocratica del nuovo dizionario moderno: il berlusconismo. Per quanto ci riguarda saremo ben lieti di non pagare royalties a questo papa per le sue prolusioni, ma pubblicheremo quelle dei suoi predecessori laddove e come riterremo opportuno senza sentirci obbligati a pagare nulla. Davvero il messaggio universale della Chiesa è ormai solo per chi paga? Iniziamo subito con una delle massime di Papa Giovanni XXIII: “Per me vale una regola: dare tutto, ma non per debito.” Aspettiamo la bolletta di papa Ratzinger per le relative royalties...su questa frase di papa Giovanni. www.liblab.eu/portale/religioni/papa_ratzinger_mette_il_copyright_sulle_parole_di_papa_giovanni_xxiii Punto-informatico.it/p.aspx?id=1390022&r=PI Ribadito il copyright della Santa Sede su tutti i testi del papa di Alessandro Renzo La Libreria Editrice Vaticana, invece di toglierlo, in una nota conferma il copyright sulle parole del papa. Minaccia agli editori: se pubblicate parti della prima enciclica di papa Ratzinger dovrete pagare i diritti d’autore, che "esistano già dal 1978". Città del Vaticano, 23 gennaio 2006 (Apcom-ASCA-AGI-ANSA) - La Libreria Editrice Vaticana ribadisce oggi il copyright della Santa Sede su tutti i testi del papa, una consuetudine che non parte da oggi ma già dal 1978. Il decreto firmato lo scorso 31 gennaio dal cardinale Sodano (pubblicato il 1° giugno sul Bollettino della Sala Stampa della Santa Sede - vedi testo integrale in fondo), infatti, ricalca quello del cardinale Villot nel 1978. E l’esclusiva sulle opere di Ratzinger si aggiunge all’esclusiva sulle opere di papa Giovanni Paolo II e del cardinale Wojtyla. La questione è stata sollevata da un articolo del vaticanista Marco Tosatti su La Stampa del 21 gennaio: "Il Vaticano si è riservato tutti i diritti sulla prima enciclica di Benedetto XVI e su tutte quelle che il nuovo papa firmerà in futuro - scrive Tosatti - il copyright sarà esercitato dalla Libreria Editrice Vaticana". In tal senso, "qualunque altro editore volesse pubblicare un’enciclica - prosegue il quotidiano - o un’esortazione apostolica, o un discorso dovrà presentare un progetto di edizione alla LEV". www.korazym.org/news1.asp?Id=16063 Se questo si estendesse alle omelie dovremmo pagare il biglietto d'ingresso per entrare in chiesa? Luigi mari |
ID: 5233 Intervento
da:
Gennaro Francione
- Email:
azuz@inwind.it
- Data:
giovedì 7 dicembre 2006 Ore: 18:09
Raccolgo l'invito di Francesca e rispondo con brevi battute. Noi antiartisti combattiamo proprio la commercializzazione dell'arte. L'opera va "regalata" come contenuto; al più va pagato il confezionamento ma sempre con prezzi bassissimi e abbordabili dal popolo. Per fare ciò non basta fare una reprimenda al singolo artista, soprattutto di chi ci campa con l'arte, ma bisoga rovesciare l'intero sistema per cui tutto viene espresso in soldi. Chi può fare questo? Noi pensiamo la massa degli artisti riunita perché sono gli unici a questo mondo capaci di fare attività pura indipendentemente dal fine economico. Gli altri non fanno che chiacchiere Per il seguito bisogna consulatre il nostro sito dell'Antiarte Cordialità Gennaro Francione |
ID: 5230 Intervento
da:
la redazione
- Email:
info@torreomnia.it
- Data:
giovedì 7 dicembre 2006 Ore: 13:12
Ecco tutti i nemici del consorzio Corallium Gli ostacoli che negli ultimi tempi hanno reso impossibile la realizzazione del Polo Orafo torrese Il Polo Orafo torrese del Consorzio Corallium non si costruisce più. L'ennesima, e forse ultima, vera opportunità persa per la nostra città. Con la costruzione del Polo avremmo tutti beneficiato di un rilancio economico e molti artigiani avrebbero avuto una valida sede, vicina al nuovo svincolo autostradale, e quindi funzionale sia da un punto di vista architettonico che logistico. Oltre alla creazione di nuovi posti di lavoro diretti, per il mantenimento della struttura ne avrebbe beneficiato anche l'indotto: alberghi, ristoranti ed altro. Le speranze di costruire il Polo in zona "Carpinone" sono sfumate del tutto quando sono state cedute le opzioni sul terreno, oramai in scadenza, all'armatore Giuseppe Bottiglieri. A credere nella validità del progetto in primis i 57 consorziati, tra cui anche imprenditori di spessore, la Banca di Credito Popolare, nonché l'ex sindaco Ciavolino. Ma tutto ciò non è bastato a far sì che la Regione Campania sciogliesse gli ultimi nodi per la realizzazione del progetto. Ma il rammarico aumenta per come sono andate le cose... . Prima delle elezioni regionali tenutesi qualche mese fa (vincitore il centrosinistra con il presidente Bassolino) sembrava cosa fatta poi… il buio. Ci vogliono far credere che la realizzazione del plesso non è stata possibile per cause di impatto e vincoli ambientali. Ma ricordiamo ai nostri lettori la polemica, accesa, sull'Auditorium di Ravello, progetto respinto con forza dal sindaco e da tutta la giunta, ma fortemente voluto dalla Regione. Intanto, proprio in questi giorni, è stata posata la prima pietra del Polo Orafo del Consorzio "Vulcano Promo Art", architetto del progetto Giovanni Falanga, presente l'assessore alle Attività Produttive della Regione Campania, Andrea Cozzolino. Insomma il centrosinistra ha deciso: Corallium non s'ha da fare! Tutto il resto sì. Ma altro aspetto spiacevole della vicenda, che ci lascia l'amaro in bocca, è che a disturbare l'azione di Corallium su un eventuale insediamento del Consorzio presso i Molini Marzoli è stato anche il presidente del Consorzio "Oromare", Gino Di Luca. Quest'ultimo avendo appreso dalla stampa che Corallium avrebbe potuto usufruire dello splendido complesso scrisse all'allora Commissario prefettizio Alfiero, chiedendo spiegazioni sulla eventuale assegnazione a Corallium dello spazio all'interno del complesso degli ex Molini Marzoli per adibirlo a polo orafo. Ricordiamo che Oromare ha costruito il proprio Polo a Marcianise invitando gli artigiani torresi ad unirsi al consorzio, con il conseguente trasferimento delle risorse economiche e di una cultura bicentenaria lontano da Torre: Marcianise capitale del corallo? Non crediamo suoni bene! Dulcis in fundo, si vocifera che al posto del Polo Orafo targato Corallium potrebbe sorgere un campo da golf con diciotto buche! Di sicuro abbiamo imparato qualcosa, ad oggi: a stare con gli occhi aperti in vista delle prossime elezioni. Antonio Civitillo (continua)... Fonte: www.torremania.it/news.asp?id=339 |
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